Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« QUANDO RICONOSCO LA MIA ...C'E' SEMPRE POSTA PER NOI »

LA CATTIVERIA, L'ODIO COME MANCANZA D'AMORE

Post n°595 pubblicato il 11 Marzo 2009 da Praj
 

Mi sono sempre domandato come un individuo potesse essere crudele, cattivo...
Non mi è stato semplice andare oltre i pregiudizi e gli schemi mentali che mi ero fatto intorno a questo argomento. Ma alla fine di una lunga indagine, dopo riflessioni ed esperienze personali, ho compreso che principalmente lo è perché non ama nessuno. E' cattivo appunto perché non ama: dunque soffre e fa soffrire. Non amando se stesso, non riesce ad amare nessun altro e non è riamato. E' un tremendo circolo vizioso da cui il cattivo fa fatica ad uscire.
La compassione (cum-patire) invece vuol dire partecipare della sofferenza dell'altro. E' proprio il percorso opposto a quello che fa colui che esercita la cattiveria, l'odio, a colui a cui è negato e nega l'amore.
Chi esprime crudeltà, cattiveria scappa dalla sofferenza, perché non vuole sentirla, e quindi  fugge la sua e la sofferenza altrui attraverso l'anestesia affettiva, la corazza dell'insensibilità. E' questo tentativo di rafforzare l'insensibilità il motivo principale per cui sente la pulsione di causare agli altri sofferenze, fare loro del male. Di ciò egli non è consapevole, ovviamente. La sua mente egocentrica gli offre mille giustificazioni che però non sono la causa reale dei suoi comportamenti.
Infatti, sono l'insensibilità, l'indifferenza le basi e le ragioni primarie della cattiveria, come quelle di ogni forma di espressione maligna.
Questa anestesia del cuore rappresenta la miseria poiché soffoca la grandezza dello spirito umano. L'assenza della sensibilità trasforma in negativo tutto ciò con cui entra in contatto e crea dolore incessantemente.
Creare sofferenza, soffrire, non saper amare, sono gli effetti dell'insensibilità della persona che scappa proprio dalla sua sensibilità per non soffrire.
La sofferenza più grande è esistere senza essere in grado di amare. I crudeli, i cattivi, i prepotenti soffrono appunto per questo non saper amare, anche se lo negano.
Essere immersi nello spirito dell'odio, della cattiveria è una sofferenza di per sé.
La mancanza di sensibilità è la peggiore delle sofferenze, perché fa di chi soffre questa privazione una sorta di zombie anaffettivo, un specie cadavere ambulante. Infatti il cattivo non può godere l'esistenza attraverso il più bel sentimento umano: l'amore.
Questa è una disgrazia immane.
Quando uno è crudele, cattivo, prepotente è distante dalla sua anima. Il suo cuore è bloccato e pietrificato nella sofferenza. L'aggressività verso gli altri è il segno esteriore di questa sua drammatica situazione interiore.
La pena più pesante sta nel restare lontani dalla luminosità, dal calore umano, fuori dal regno dell'amore, separati dalla sensibilità.
Il dolore più grande è forse quello di essere sopraffatti dalla cattiveria, nonostante le apparenze e le ostentazioni arroganti di colui che la mette in atto.
Perciò, anche se non è facile, anche se va contro le spinte emotive dettate dalla reattività egoica, è proprio per i cattivi che si dovrebbe avere una particolare compassione. Questa sorge alla luce di una Comprensione superiore che non è giustificazionista della cattiveria, dell'odio, ma una consapevolezza sovra personale della realtà umana. 
Non è un comprensione moralistica, banalmente ideologica e buonista, ma comprensione che è scaturisce da un cuore consapevole; una Visione d'Amore che sa osservare le cose con i fenomeni con l'occhio Divino che  tutti abbiamo dentro.

 
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Commenti al Post:
evacampana
evacampana il 11/03/09 alle 12:49 via WEB
Ecco perchè ti ho aggiunto ai miei blog amici, per quello che scrivi e per come lo scrivi.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/03/09 alle 13:23 via WEB
Grazie... Un sorriso. :-)
(Rispondi)
joiyce
joiyce il 11/03/09 alle 13:10 via WEB
ciao, proprio qualche giorno fa pubblicavo un post sul tema dei rapporti affettivi, dicendo:...per stare bene con gli altri, coinvolgere e dare energia, credo, bisogna prima raggiungere un significativo stato di benessere con se stessi, oggi più che mai ciò che conta, che da VALORE AGGIUNTO ad una persona, sono i BENI RELAZIONALI, i RAPPORTI, LE AMICIZIE, ...
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/03/09 alle 13:37 via WEB
Sono pienamente d'accordo con quanto dici. Quello è il presupposto senza il quale non si può dare. Si da solo solo ciò che si ha. Quando si è pieni di d'amore e energia non si può che traboccare, che aver voglia di condivere lo star bene. Un sorriso :-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 11/03/09 alle 13:49 via WEB
la "cattiveria" del "cattivo" è solo una richiesta di amore... Bel testo Praj... ispirato! namastè più smack bilaterale e centrale (nel cuore) ;)
(Rispondi)
 
atisha0
atisha0 il 11/03/09 alle 13:51 via WEB
(.. ma non lo sa)
(Rispondi)
 
 
Praj
Praj il 11/03/09 alle 14:13 via WEB
... eh già, non lo si sa, ne è appunto inconsapevole. :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/03/09 alle 14:12 via WEB
Non è facile riconoscerla; anzi è difficilissimo, quasi impossibile. Sì deve coraggio per guardare con altri occhi, sia in noi che nell'altro. E' un viaggio interiore dentro la paura dello sconosciuto. Gazie, cara Ati, della tua gennerosa benevolenza. Un bacio di cuore e Namastè! ;-)
(Rispondi)
antonella.2009
antonella.2009 il 11/03/09 alle 15:21 via WEB
Quanto coraggio ci vuole per guardarsi dentro!!!Namastè
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/03/09 alle 20:20 via WEB
Sì, ne occorre tanto. Allo stesso tempo è bene anche accettare di non averlo sempre. E' umano avere paura. Rilassiamoci dunque nella nostra umanità e proseguiamo nel cammino per come siamo in grado di crescere, con i nostri limiti. Namastè! :-)
(Rispondi)
sofiastrea
sofiastrea il 11/03/09 alle 15:49 via WEB
non credo nella cattiveria, nessuno è cattivo, come nessuno è buono...esiste il dolore ed esiste la serenità in quei luoghi ci muoviamo e in quei luoghi agiamo e saranno tanto più vasti quanto saremo lontani dalla comprensione...un abbraccio :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/03/09 alle 20:24 via WEB
Ben detto. La cattiveria in sè non ha fondamento: è solo assenza di amore. Come l'oscurità che è assenza di Luce. Un abbraccio sorridente, cara Sofia. :-)
(Rispondi)
dianavera
dianavera il 11/03/09 alle 19:19 via WEB
come spieghi i fatti d'enorme violenza accaduti oggi in Germania e ieri in Alabama? Due giovani che sicuramente non sapevano amare.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/03/09 alle 20:52 via WEB
Non li so spiegare, ma certamente alla base di gesti così folli c'è un profondo malessere esistenziale, un assorbimento di modelli culturali estremamente negativi, una assoluta inconsapevolezza, un vuoto affettivo senza limiti. Poi, gli aspetti psicologici, le motivazioni esteriori, possono essere molteplici - da quelle sociali a quelle educative. Sicuramente la mente di questi giovani divenuti criminali era ottenebrata da un pesante disagio nelle relazioni umane, da una incapacità di comunicazione reale, anche se apparentemente, fino al giorno prima, nel loro ambiente, veniva mascherato, non reso palese, con convenzionali rapporti. Era una finzione non facilmente riconoscibile da non esperti di comportamento dell'animo umano, della psiche. Purtroppo, questi fenomeni si vanno intensificando, causati da un dissesto e una decadenza di "valori" forti. Le nuove generazioni, essendo composte da soggetti, energeticamente più forti, ma caratterialmente più fragili e instabili. sono le prime a soccombere e precipitare nel baratro dell'odio e della violenza. C'è necessità di una trasformazione su vasta scala a tanti livelli, se non vogliamo che il futuro sia sempre più cupo. Un sorriso, fiduciosamente. :-) Un sorriso :-)
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incantodivenere
incantodivenere il 11/03/09 alle 22:19 via WEB
il male non ha alcuna spiegazione per chi non lo conosce
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/03/09 alle 08:43 via WEB
Chi lo conosce, se non colui che è divenuto insensibile, dunque capace di esercitarlo? E poi, cosa vuol dire conoscere il male? Conoscerlo teoricamente o praticamente? Un sorriso :-)
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paralotti
paralotti il 12/03/09 alle 11:51 via WEB
Bellissimo e vero il tuo post Praj:-) Tempo fa scrivevo più o meno le tue stesse cose per quanto riguarda la dualità, questa separazione del mondo in buoni e cattivi... che ci allontana dalla Comapssione che, come tu sai bene, è quella forma d'amore che ci fa ascoltare le sofferenze altrui facendole nostre, senza giudicare! Allora scrivevo: "Perchè continuare ad alimentare il dualismo, che fa sì che alcuni ritengano che siamo stati creati "buoni" e altri sostengono che siamo esseri "cattivi" e distruttivi? Siamo prima di tutto creature "in cantiere permanente", ovvero incaricate di spingere oltre l'Intelligenza della Vita entro la Creazione. Sta dunque a noi decidere quale sia il nostro livello di saturazione per quanto riguarda l'errare. I primi scalini della presa di coscienza sono certamente i più difficili, lo stato dell'amore per la propria prigione, lo stato della Tenebra, è uno stato che ci trattiene rendendoci prigionieri. Ciò che bisogna tenere a mente, in tutto questo, è che l'impantanamento è per buona parte frutto della nostra complicità con il fango, ovvero con la pesantezza, ma questa pesantezza è SOLTANTO AFFAR NOSTRO! E' quanto accettiamo di adottare in base a un certo livello di attrazione. Sarebbe un errore fondamentale farne una forza esterna a noi, perchè è un'invenzione della forma di vita che abbiamo adottato, e resta un elemento costitutivo dell'errore ricusato da Gesù nei suoi insegnamenti e di cui scrivo sempre. L'intensità del nostro impantanamento è autorizzata, addirittura regolata, unicamente dallo sguardo che rivolgiamo a noi stessi e al mondo". Buona giornata Praj anima antica:-) Otto
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/03/09 alle 12:23 via WEB
Non vorrei aggiungere nulla al tuo prezioso messaggio perchè lo ritengo sostanzialmente esaustivo e chiaro. Ti ringrazio per questo significativo apporto. Solare giornata anche a Te, anima generosa. :-)
(Rispondi)
ishak87
ishak87 il 05/04/09 alle 22:23 via WEB
Siamo ciò che pensiamo, tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente, ogni parola o azione che nasce da un pensiero limpido è seguita dalla gioia, come la tua ombra ti segue, inseparabile. "Mi ha insultato, mi ha aggredito, mi ha ingannato, mi ha derubato". Se coltivi questi pensieri vivi immerso nell'odio, abbandonando questi pensieri, ti liberi dell'odio. In questo mondo l'odio non può porre fine all'odio. Solo l'amore è capace di estinguere l'odio. Namastè amico mio :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 07/04/09 alle 13:34 via WEB
Acute e condivisibili riflessioni. Resto sempre stupito della tua saggezza, espressa dalla tua pur giovane età. Un sorriso :-)
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