Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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SE IL DOLORE HA UNA RAGIONE

Post n°613 pubblicato il 04 Maggio 2009 da Praj
 

Per conoscere il vero senso della Vita bisogna affrontare e capire il senso della sofferenza e del dolore, che sono inevitabili nel cammino umano.
Il dolore, la sofferenza e paura della morte hanno questa fondamentale funzione: mettere in discussione, in crisi, la nostra falsa identità, il nostro illusorio ego.
Questo accade a tutti, prima o dopo, in una forma o in un altra. E’ necessario che il dolore avvenga perché, altrimenti, senza questa spiacevole esperienza, noi rimarremmo per sempre superficiali nel nostro sogno di essere indipendenti, autonomi e non saremmo indotti a trovare quello “stato” che é aldilà del dolore, della morte: l’unione con l’Assoluto.
 
Queste sofferenze, non ci vengono inflitte da un qualche potere misteriosamente cattivo, che arbitrariamente si diverte a farci soffrire, non le incontriamo per caso, ma ci accadono con uno scopo sottilmente o pesantemente “pedagogico".
Siamo però noi, a causa della nostra ignoranza, di chi veramente siamo, che ci creiamo un mondo fatto di identità false, di attaccamenti ed ostinazioni egocentriche, che pretendono, a vari livelli, un potere personale dominante che porta inevitabilmente un conflitto interno ed esterno (dolore).
Quindi, non essendoci che lotta e competizione, su tutti i piani, mancando Amore e Compassione, c'é un continuo alimentarsi concatenato di sofferenze, sia fisiche che psichiche.
Un altro terribile aspetto del dolore viene vissuto anche attraverso le malattie, le disgrazie, i disagi mentali, economici ecc... e se ciò viene percepito e sentito solo con l‘identificazione e l’attaccamento al corpo e la mente, produce sofferenza, rendendoci difficile una visione terapeutica, per la quale é necessario porci su un altro piano di consapevolezza...  Principalmente ci sono solo due antidoti spirituali al dolore interiore: la Via della Saggezza (il Risveglio) e la via della Devozione (Fede Totale, l’Arresa).
Un antidoto efficacisssimo é il Risveglio alla nostra vera Identità.
Però, va anche detto che, accaduto il Risveglio, non é che scompariranno le sofferenze: ci saranno ancora, ma coinvolgeranno solo la parte esteriore di noi, il nostro involucro fisico e la nostra sfera mentale. 
Va ricordato, inoltre, che abitando un corpo materiale siamo soggetti, per forza di cose, a certe leggi appartenenti al mondo sensoriale.
La nostra dimensione umana non può dissociarsi dalla sofferenza fisica e psichica.
Soltanto riscoprendo e dimorando permanentemente nella nostra Essenza - la Consapevolezza - noi non veniamo toccati dal dolore, perché in questo centro, nel Puro Osservare (Atman, la suprema Identità) siamo aldilà, oltre la realtà fisica e fenomenica: quindi, non soggetti al dolore e sofferenza.
L’altro antidototo é la Fede totale.
Non una mera credenza in un qualche divinità o Dio consolatorio, proiezione di nostre paure e desideri, alle quali ci aggrappiamo ideologicamente, ma una piena Accettazione, abbandono alla Volontà Suprema, a quel Vero Potere che sempre ci sostiene e che fa di noi quel vuole: é la Via della Fiducia e dell’Amore.
Identificarsi con questa misteriosa e sovrumana Energia ed Intelligenza, arrenderci ad essa ci porta su uno stato d' Essere che va oltre il dolore contingente del nostro personale destino.
Il problema del dolore umano é irrisolvibile cercando risposte legate eminentemente alla sopravvivenza del nostro corpo fisico e mentale, che sono per loro natura fragili e impermanenti.
Per superare, andare oltre la sofferenze esistenziali, ad un certo punto si dovrà scegliere un sentiero “spirituale” derivante principalmente da uno di questi due antidoti antimorte, antisofferenza.
Basta scegliere o “farsi scegliere” da quello che é più consono alla propria inclinazione. Tanti segni ce lo indicheranno, se staremo attenti e fiduciosi.
Alcuni sanno che é possibile abbracciare entrambi i sentieri contemporaneamente, perché ne avranno intuito la profonda relazione, colto l’Unità intrinseca. Con questa profonda comprensione la vita diventa Celebrazione, gratitudine e "Gioco". 

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Commenti al Post:
graziano2008
graziano2008 il 04/05/09 alle 10:40 via WEB
Ti ringrazio per questo post caro Parj,è un discorso bellissimo quello che hai fatto,semplice e chiaro,che condivido totalmente,e che fa' riflettere nell'unica giusta riflessione da farsi,....anche e soprattutto la sofferenza ha uno scopo. Aggiungo che la sofferenza (personale)è sempre la prima occasione che abbiamo di svegliarci ad una coscienza piu centrata,un passaggio segreto al nostro riconosciemnto.Namste' alla tua saggezza.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/05/09 alle 12:17 via WEB
Sì, è la prima e la costante occasione che abbiamo per crescere interiormente. Grazie e Namastè!
(Rispondi)
sofiastrea
sofiastrea il 04/05/09 alle 11:23 via WEB
il dolore è un piano da attraversare, non puoi farne a meno, per capire che sei altro. Affrontiamolo con serenità e senza piagnistei. Un pò come attraversare il giardino melmoso per accorgerci di quanto belli e puliti siamo dopo la doccia. Si potrebbe farne a meno da subito, ma haimè ci "piace" sporcarci e anche lamentarci. Ciao Praj un abbraccio :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/05/09 alle 12:20 via WEB
Certo, è un piano da attraversare. E' necessario farlo nella maniera più consapevole. E' inutile rimuoverlo, perchè questo passaggio ci verrà comunque riproposto. Ti abbraccio anch'io, cara Sofia. :-)
(Rispondi)
eckhart.noor
eckhart.noor il 04/05/09 alle 11:52 via WEB
...tanto lontano,eppure così vicino..Essere qui eppure non esserci che col cuore. Grazie come sempre caro Amico..non avevo altre parole al momento..Namastè :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/05/09 alle 12:27 via WEB
Il cuore di carne non può non essere bruciato dal dolore, affinchè la Consapevolezza arda e si innalzi con il fuoco incolore che non teme più alcuna esperienza che ci sarà dato vivere... Grazie a Te, Amico. Namastè! :-)
(Rispondi)
jois.c
jois.c il 04/05/09 alle 23:08 via WEB
Grazie Praj per il tuo post. Ti auguro una buona notte. Namastè.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/05/09 alle 11:58 via WEB
Grazie a Te per l'attenzione, Jois.c. Namastè e ottima giornata! :-)
(Rispondi)
jerah23
jerah23 il 05/05/09 alle 08:52 via WEB
buongiorno Praj. bello il tuo blog. del tuo articolo che dire? voli alto!! ;) ciao
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/05/09 alle 11:59 via WEB
Volare alto? Ci si prova... eh eh eh! Grazie e ciao! ;-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 05/05/09 alle 12:30 via WEB
..se il dolore ha una ragione, anche l'ego dovrebbe averlo. io scelgo di non farmi "scegliere".. e resto attenta e fiduciosa.. come te. bellissimo articolo da leggere e rileggere. fallo anche tu però ahahah.. bacione! :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/05/09 alle 13:18 via WEB
... a "me" invece accade di abbandonarmi... e da questo nasce la Comprensione del fatto che tutto è perchè così dev'essere. Che non può essere altrimenti. Che sia dolore che gioia...o gni pensiero, ogni emozione... Nell'osservazione impersonale di questi mutamenti riscopro continuamente quella dimensione che ognuno ha dentro di sè e che non è mai toccata da tutto ciò: l'Essenza.
(Rispondi)
evacampana
evacampana il 05/05/09 alle 12:50 via WEB
Come fai a scrivere certe cose? Quanto ne avrei bisogno
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/05/09 alle 13:09 via WEB
Cara Eva, ci riesco perchè ciò fa parte di un mio lungo e accidentato cammino esperienziale. Purtroppo non si possono regalare... le darei molto volentieri... Inevitabilmente alcune esperienze bisogna passarle. Solo attraverso questa l'alchimia trasformativa di questo processo interiore se ne esce più coscienti e disponibili a vivere la Vita come ci è data. Ad ognuno il suo. Un sorriso :-)
(Rispondi)
amgen67
amgen67 il 05/05/09 alle 13:58 via WEB
Ciao e grazie per aver scelto di condividere tutto con tutti noi che vogliamo crescere spiritualmente. Io mi sento troppo "non all'altezza" di lasciare un qualsiassi commento tranne questo. Ci metterò un mese penso, va leggerò tutto fino al primo post. Mi sento già ...diversa...non trovo la parola giusta. Quello che fai è meraviglioso, non smettere mai ! Grazie - Namastè !
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/05/09 alle 14:38 via WEB
Ti ringrazio per l'apprezzamento, Amgen. sei gentile. E' bene comunque ricordare che per diritto di nascita ognuno di noi è "all'altezza"... di essere ciò che è. Inoltre, ognuno sta sviluppando, a modo suo, il seme di cui è portatore. I tempi in cui crescerà e i modi in cui fiorirà ci sono misteriosi. Non ci resta che ascoltare la flebile voce che sommessamente ci parla o l'urlo di dolore che qualche volte s'impone durante la nostra esperienza umana. E' l'eco della nostra Anima che ci richiama all'attenzione che concerne il percorso essenziale che siamo chiamati a percorrere. Unico e irripetibile. Per il resto, non è il caso di leggere tutto, perchè in molti casi mi ripeto. Se cogli il senso di ciò che voglio comunicare ti basta ripercorrere gli ultimi tempi. Un abbraccio sorridente e Namastè! :-)
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pgmma
pgmma il 07/05/09 alle 06:41 via WEB
Gli antichi Greci, ben consci che l'uomo mira al meglio, ma poi pecca regolarmente, sostenevano che non è colpevole ma che agisce così per la volontà degli dei, che lo fanno peccare. Noi potremmo chiederci: perchè Dio non ha creato un mondo senza il male ? Perchè ha corso il rischio che l'uomo gli si ribellasse ? Tra infiniti mondi a Lui possibili perchè non ne ha scelto uno di incontaminabile ed innocente? Forse il peccato ha un senso positivo, che ci sfugge. L'umanità è più vantaggiosa così ? Forse per il confronto con la perfezione ? e la misericordia ? Cioè tutto lo sconquasso solo per poter perdonare e farci sentire la preziosità della libertà permissiva e dell'umiltà ....
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 07/05/09 alle 09:57 via WEB
Nella mia Visione, innanzitutto, il concetto di peccato non esiste. C'è solo l'inconsapevolezza come fonte di errore. Quando c'è questa sorta di oscurità, è ovvio che si opera e si pensa in maniera disarmonica rispetto al contesto in cui si vive. Da ciò una infiniità di conseguenze negative di ogni tipo. Nella mia visione non dualistica non esiste neppure il cosiddetto Dio creatore. Quindi, non esiste nessuna creatura separata. Esiste solo l'immanente ciò che E' e il Trascendente potenziale ciò che non E' ancora manifestato, ma che è sostrato di ogni cosa. L'idea stessa relativa al perchè del dolore e del "male" va superata con una Visione più ampia, metafisica, non duale. La risposta è nel Silenzio della mente discorsiva, nella Meditazione senza oggetto. Mi pare di comprendere il tuo punto di vista appartenente alle classiche domande della teologia tradizionale. Ma io, alla luce della mia esperienza meditativa, non mi metto più a disquisire su quel piano mentale, a confutare il frutto della concettualità altrui. Preferisco invece andare a cercare l'Essenza dell'Essere, e invitare altri a ricercarla. E' nella facoltà di tutti per diritto di nascita. Mi piace condividere il cammino esperienziale che porta alla riscoperta dell'essenza, la quale è poi un Tutt'Uno con il Divino onnipervadente, anzi è il Divino stesso in noi. Questo mi sento di fare piuttosto che perdermi nelle indagini scaturite dalla mente che produce prevalentemente pensieri filosofici legati inevitabilmente ad un senso dell'ego illusorio, indotto e coltivato dall'ignoranza di sè, dall'inconsapevolezza della nostra vera Identità. Questa dicotomia fra spirito umano e Spirito Divino, la teologia e l'ideologia spiritialistica, la rinforzano, mentre invece andrebbe dissolta. La misericordia a cui accenni, per me, è una proiezione umana, un bisogno emotivo autoconsolatorio che emerge necessariamente di fronte alla incapacità della mente identificata, con un corpo ritenuto oggetto personale, di sentirsi Unità con il Tutto. Per cui, nel rispetto del tuo punto di vista, non saprei come e cosa rispondere alle tue legittime domande, proprio perchè nella condizione di Coscienza non me le pongo: le trovo superate dal mio sguardo non egoico, non identificato. Vedo la realtà in un'altra maniera. E, perciò non essendo identificato includo involontariamente nel mio essere le caratteristiche dell'umiltà e le facoltà della libertà che ho ritrovato nell'autoscoperta dell'Essere che sono. Ti ringrazio comunque per le domande che mi hanno stimolato alcune risposte che, probabilmente non saranno soddisfacenti per la tua prospettiva ideologica e culturale. Ma in questo non contesto, ora, non so dirti di più e meglio. Un saluto sorridente. :-)
(Rispondi)
 
 
kivon
kivon il 24/10/09 alle 17:39 via WEB
Ciao praj,mi chiedevo se ci siamo portati da altre vite karma da scontare non lo sò alcuni dicono si altri no se mi potresti dare una risposta mi farebbe tanto piacere.Ah poi ti volevo chiedere cosa ne pensi rispetto a una frase di osho testo:IL MIO PUNTO DI VISTA é SEMPRE QUESTO:QUALSIASI COSA DIO TI ABBIA DATO, DEVE ESSERE UNA SOTTILE NECESSITà DELLA TUA ANIMA;ALTRIMENTI,IN PRIMO LUOGO NON TI SAREBBE MAI STATA DATA.Mamma mia appena risolvo una domanda ne sorge sempre un'altra sono praticamente in salto da un interrogativo a un altro ma come si fà a stopparsi e stabilirsi una volta per tutte nel sè superiore??? :-) ciao praj.
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 25/10/09 alle 10:08 via WEB
Ciao Kivon... rispetto al primo interrogativo la mia risposta la trovi nel post recente N.674 in cui rispondo in merito a chi dovrebbe reincarnarsi, se non esiste un'anima individuale. Su quello che afferma Osho sono assolutamente d'accordo. Per il resto, finchè la mente concettuale è attiva non si può che osservare come essa passi instancabilmente da una domanda all'altra come una scimmia. Non puoi che rallentare questa attitudine se non con la meditazione. Un pò alla volta allora questo processo della mente discorsiva si attenua e affiora la Consapevolezza neutra e testimoniante. Farlo in altri maniere è quasi impossibile perchè si alimenta solo un circolo vizioso: la mente che vuole fermare la mente. Assurdo! Per cui imapara ad accettare il lavorìo della mente e nello stesso tempo però permetti alla meditazione di creare uno spazio, un distacco osservante da essa. Vedi poi cosa succede. Osho, le insegna molto bene queste tecniche meditative in alcuni suoi libri. Bisogna però praticare e sperimentare, altrimenti si alimenta solo un discorso filosofico all'interno della sfera mentale, quando invece si vorrebbe trascendere questa dimensione. Un sorriso :-)
(Rispondi)
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