Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Accordarsi al SéLiberi nel fluire »

La sofferenza è disarmonia

Post n°620 pubblicato il 22 Maggio 2009 da Praj
 

Se noi ci identifichiamo con la nostra sofferenza, siamo totalmente invasi e cerchiamo di difenderci come meglio possiamo, ma con pochi risultati effettivi.
La sofferenza, invece, ci può permettere di comprendere che non siamo ciò che è sofferenza: noi siamo, in qualche maniera, i conoscitori di questa sofferenza. Questo è un punto di grande significato. Quando lasciamo che la percezione della sofferenza sia totale, a quel punto c’è una presenza sensibile e la pura sensazione di dolore. Applicando l’osservazione al nostro corpo ci rendiamo conto che osserviamo l’immagine che abbiamo di esso. Allora abbandoniamoci, rilassiamoci e lasciamo emergere una percezione sempre più profonda, nitida.

Possiamo dire che allora incominciamo a liberarci di gran parte della sensibilità. La sofferenza, come la sofferenza psichica è uno dei segnali indicatori che ci permette di collocarci. Quando tutto fila liscio, pacifico, tutto sembra naturale, crediamo di averne diritto. Ma prima o poi fa irruzione la sofferenza che ci spiazza o sconvolge, ma ci dà anche la possibilità di situarci in un’ ottica diversa.

E’ unicamente questa ottica, questa reale centratura che rappresenta una posizione liberatrice, che ci offre una opportunità per l’eliminazione del dolore psichico, in modo che l’organismo corpo mente ritrovi, di nuovo, il suo equilibrio, dato che la sofferenza non è, in sostanza, che la rottura dell’Armonia.

Ogni tentativo di agire chimicamente sulla sofferenza è poco efficace, meramente sintomatico, superficiale.
Allora si pensa di farsi aiutare e s’interpella qualcuno per chiedere aiuto, conforto, consolazione… per lenire la sofferenza.

Questi, tuttavia, dovrebbe conoscere la natura dei fenomeni interiori affinché possa davvero aiutarci. Se conosce veramente la natura delle cose che funzionano armoniosamente, la sua presenza e il suo ausilio permettono di favorire questa natura a rientrare nell’ordine.
Ma è molto importante che noi si assuma consapevolmente l‘attitudine che consente di reintegrare l’equilibrio; perché questo disequilibrio non proviene dalla natura stessa, ma dalla presenza di un senso dell’io, di un individuo identificato con l’organismo corpo-mente.
Questa individuo isolato crea il conflitto, la disarmonia. Quando osserviamo veramente la sofferenza ci distacchiamo anche dall’individuo che pensiamo d’essere e in questa posizione che è la nostra essenza, che è presenza consapevole, questa coscienza unitaria permette ad ogni cosa frammentata di ricomporsi nell’ordine, nell’armonia generale.

La sofferenza nasce da come viviamo le cose in noi, come se si riferissero ad una idea di noi stessi. In questo modo, possiamo definirla, ma dal momento in cui siamo integrale osservazione, la situazione si riferisce invece alla Totalità. L’osservazione stessa non è né positiva né negativa, è neutra fino ad un certo punto ma, alla fine di processo osservante, ecco che noi ci scopriamo fonte di beatitudine!
Per trovare ciò che siamo basilarmente, è necessario perciò prima passare per una osservazione contemplativa dell’oggetto la sofferenza. Quando l’oggetto si dissolve nella osservazione meditativa, noi restiamo assorbiti dall’osservazione. E quando ciò accade, la sofferenza, dolcemente e incredibilmente se n’é và, lasciandoci interiormente guariti da essa.
.



Video tratto dal film: Conversazione con Dio

 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 23/05/09 alle 08:55 via WEB
credo non ci sia fine alla sofferenza anche perchè intendiamo dominarla piuttosto che osservarla e lasciarla andare...grazie Praj :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/05/09 alle 09:12 via WEB
Intendiamo dominarla, piuttosto che accettarla, è vero. Questo non ci permette di lasciarla andare: anzi, ciò accresce il nostro coinvolgimento. Non la lasciamo andare anche perchè su essa fondiamo la nostra identità. Il nostro ego la utilizza paasivamente o attivamente per confermarsi, per sentirsi separato. In qualche modo non ne può fare a meno per esistere. La fine della sofferenza non ci può essere, ma la nostra identificazione sì. Ciao! :-)
(Rispondi)
virachandra
virachandra il 23/05/09 alle 10:29 via WEB
quando osservi ,è vero svanisce l'oggetto dell,osservazione,questo l'ho sperimentato,la mente non riesce a seguire i suoi soliti percorsi,ma subito fa suo questo"risultato",ti porta magari nell'autocompiacimento,a volte rimanendo assorbito nell'osserazione mi è uscito un sorriso,come dire,ma guarda un pò...la mente....se ricordi avevo publicato un post sulla sofferenza,che concludeva dicendo che il fine del cammino spiritualenon quello di trovare la verità o eliminare disagi o sofferenza queste sono finalità dell'ego,si paragona ancora ciò che è a ciò che dovrebe essere,cosi' il camino spirituale si trasforma facilmente nel suo contrario.grazie di questi spunti che io trovo sempre veri..un abbraccio.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/05/09 alle 12:10 via WEB
Hai messo in evidenza un frequente ostacolo alla espansione della Consapevolezza: l'autocompiacimento. Nel momento in cui ci si autocompiace, ci si identifica nuovamente e si da energia al circolo vizioso. Sono d'accordo con te anche in merito al riconoscimento che pure il cercare la "verità" o eliminare i disagi siano mere finalità dell'ego che, attraverso queste particolari strategie, si auto alimenta, si auto perpetua continuamente. Per invertire questa dinamica, si deve diventare consapevoli dei più sottili giochi dell'ego il quale, come ultima spiaggia, va a nascondersi dietro la ricerca o evoluzione "spirituale". L'attenzione non è mai troppa, ma esercitata in modo rilassato e non serioso, faticoso. Direi, piuttosto che è da fare in modo giocoso e divertente. Grazie, Amico. Ricambio l'abbraccio. :-)
(Rispondi)
sofiastrea
sofiastrea il 23/05/09 alle 11:29 via WEB
proprio ora stavo riflettendo sul chi osserva cosa...è lo stesso osservatore che si riappropria della cosa osservata...il testimone praticamente è l'Ego quando si identifica? la Coscienza identificata?...mamma mia allora non se ne esce...non c'è separazione :-) e mo?
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/05/09 alle 11:55 via WEB
No, questo te lo dico oer esperienza meditativa: il Testimone non è l'ego quando s'identifica. Se così è non è più Testimone impersonale, Pura Consapevolezza senza soggetto che si attacca all'osservato, fosse anche il senso di essere testimone. Quando ti accade l'esperienza reale del Testimoniare, disidentificato sia dal vedente che dal veduto, realizzi definitivamente che non sei la mente. Sei la Coscienza senza attributi, senza qualificazioni. Certamente, il meccanismo mentale può anche subdolamente appropriarsi di uno pseudo testimone, ma questo succede solo perchè in realtà si è persa la consapevolezza osservante che questa sensazione non è altro che una furbizia dell'ego per non "morire" alla sua falsa, illusoria, realtà. L'ego non può essere testimone di se stesso. E' la Coscienza che è testimone dell'ego, della mente. Quindi è Altro da questi "oggetti osservati ed il testimoniarli realizza questa trascendenza. Non è semplice spiegarlo, lo so, andrebbe sperimentato. Poi, sai come le parole spesso sono fuorvianti e ti rimettono nel circuito della speculazione concettuale. E mo? Meditate gente, meditate seriamente, altrimenti è difficile... Un sorriso :-)
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 23/05/09 alle 13:34 via WEB
veramente fin qui c'ero ...comunque non importa il chiarimento definitivo arriverà quando vuole ciao ;-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 23/05/09 alle 13:56 via WEB
Questo è vero, e tu giustamente sai che non è il caso di farne un problema... eh eh eh! ;-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 24/05/09 alle 19:37 via WEB
.....namastè! :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 24/05/09 alle 19:50 via WEB
... sempre Namastè! :-))
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 26/05/09 alle 07:30 via WEB
..si batte la fiacca vedo.. ;)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 26/05/09 alle 09:39 via WEB
Ho la testa vuota, tra le nuvole, come vedi. Sì, sto proprio battendo la fiacca, sperando di non farle male... ah ah ah! Ciao! ;-)
(Rispondi)
 
 
atisha0
atisha0 il 26/05/09 alle 10:50 via WEB
..povera fiacca! non vorrei essere nei suoi panni :))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 26/05/09 alle 11:16 via WEB
La batto ma anche la accarezzo, devo dire. ah ah ah! :-)))
(Rispondi) (Vedi gli altri 4 commenti )
 
 
 
atisha0
atisha0 il 26/05/09 alle 11:51 via WEB
sei un ottimo "Master".. :)).. per la mente ;)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 26/05/09 alle 11:53 via WEB
Master Lindo! ... ah ah ah! ;-)
(Rispondi)
 
 
 
atisha0
atisha0 il 26/05/09 alle 14:47 via WEB
.. è così che ti fai chiamare nel giro? :))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 26/05/09 alle 23:33 via WEB
Ah, non lo sapevi? ... ah ah ah! ;-)
(Rispondi)
gardenparks
gardenparks il 01/06/12 alle 17:11 via WEB
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