Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« La cura supremaSe non è ripetibile non ... »

L'isolamento non giova

Post n°624 pubblicato il 03 Giugno 2009 da Praj
 

Un sentimento del tutto contrario all'Amorevolezza è il sentirsi isolati. Quando ci si sente soli, tristi e malinconici è perchè avvertiamo una non presenza dell'altro. Quando ci sentiamo isolati, pensiamo all'altro che ci manca, rileviamo il vuoto di una compagnia che invece vorremmo avere.
Ciò causa uno stato d'animo di sofferenza, di disagio, una forma di depressione che ci fa scivolare in una condizione sostanzialmente negativa. Abbiamo il feeling che potrebbe essere diverso, migliore, se avessimo con noi qualcuno con cui  condividere spazi e momenti di vita.
Essere in solitudine, invece, è uno stare bene con se stessi; è in realtà uno stato dell'essere molto positivo, appagante.
D'altro canto, quando siamo isolati non siamo nella serena solitudine ed è per questo che c'è un'abissale diversità tra il sentirsi isolati e l'essere, per scelta, liberamente soli.
Sentirsi isolati è dunque il sentimento prevalente in chi non ha trovato in sè stesso la Sorgente del suo Essere.
Quindi, anche in questo caso, come per la ricerca della felicità, non si può prescindere da un "lavoro" interiore che ci liberi da ciò che impedisce di godere dell'Essere Soli.
E' soltanto nella solitudine meditativa che possiamo imparare a centrarci nella nostra naturale Essenza e da questa poi espanderci nella comunicazione e comunione con ciò che solo apparentemente è fuori di noi, e ci riconnette al flusso dell'Amore. L'isolamento è perciò una sorta di malattia dell'anima che va prima diagnosticata e compresa  con la meditazione e poi sanata esprimendo e condividendo Amorevolezza.

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Commenti al Post:
drolma
drolma il 03/06/09 alle 12:59 via WEB
Quando sei solo, non è che sei solo, è che ti senti isolato - ed esiste un'incredibile differenza tra l'essere soli e il sentirsi isolati. Quando ti senti isolato, pensi all'altro, ne senti la mancanza: si tratta di una condizione negativa. Hai la sensazione che le cose andrebbero meglio, se l'altro fosse presente - un amico, la moglie, la madre, la persona amata, il marito. Sarebbe meglio se l'altro fosse presente, ma l'altro non c'è. Sentirsi isolati è frutto dell'assenza dell'altro. La solitudine è la presenza di se stessi: è un fenomeno estremamente positivo. È una presenza, una presenza che straripa. Sei così carico di presenza che puoi colmarne l'intero universo, e quindi non hai bisogno di nessuno. Osho The Discipline of Transcendence, Volume 1 Chapter
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 03/06/09 alle 13:07 via WEB
E' proprio da Osho che ho imparato a Essere solo. E' stato proprio lui, che è stato il mio primo Maestro, ad ispirarmi. Dunque, niente di nuovo. La meditazione è stata tuttavia lo strumento affinchè ciò potesse realmente accadere, potesse essere veramente compreso. :-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 03/06/09 alle 13:07 via WEB
non è mai abbastanza ricordare la netta differenza che passa tra il percepirsi soli (isolati) e l'amata Solitudine "isola benedetta" che canta anche Battiato.. Cose che spesso scrivi come tutto ciò che è stato realmente digerito e divenuta tua carne e sangue! namastè ciao ;)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 03/06/09 alle 13:15 via WEB
Battiato è un altro cantore della Beata Solitudo, uno che ha colto appieno la netta differenza fra il percepirsi isolati e l'amore per la solitudine. Infatti è sempre bene marcare questa differenza, mai chiarita abbastanza. Nella solitudine regna la pace, nell'isolamento l'egoismo e la paura. Namastè! Ciao! :-)
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Toxic_Edition
Toxic_Edition il 03/06/09 alle 16:14 via WEB
Buon pomeriggio, Praj.
“Dicono che Cratete avendo visto un giovincello passeggiare in un luogo isolato, gli domandò che facesse lì solo. “Parlo con me” fu la risposta. E di rimando Cratete: “Sta’ bene attento, te ne prego; tu parli con un cattivo soggetto”. (Seneca)

smile :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 03/06/09 alle 18:49 via WEB
Difatti non dovremmo parlare con il nostro ego, ma ascoltare ciò che esso si racconta. Il puro ascolto senza giudizio - è meditazione - ci può mostrare la follia su cui basiamo le nostre contraddittorie e presunte sicurezze o paure. Un sorriso :-)
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hareezio
hareezio il 03/06/09 alle 16:30 via WEB
...ci sono due condizioni di solitudine :quella in cui abbiamo bisogno degli altri per poter Essere e quella di chi E' indipendentemente dagli altri....chi appartiene alla prima condizione è un consumatore di "energie" mentre quello della seconda E' un generatore di "energie".....
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 03/06/09 alle 19:04 via WEB
Mi piacciono queste tue due definizioni: generatore o consumatore di "energie". Trovando un'armonia, un equilibrio, fra questo dare e ricevere "energie", diveniamo profondamente umani; soli ma capaci di caricare e condividere senza mai vampirizzare nessuno della sua energia. Anzi diveniamo capaci di amare senza perdere l'indipendenza, favorendo anche quella dell'altro. Non togliamo più energia all'altro con la nostra presenza e scambio ma piuttosto l'accresciamo. Ti ringrazio, Hareezio, per i preziosi spunti che ci offri. Un sorriso :-)
(Rispondi)
 
 
hareezio
hareezio il 03/06/09 alle 20:52 via WEB
..Grazie per la Tua Luminosa e Illuminante replica.
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 03/06/09 alle 21:29 via WEB
... replica accaduta grazie a quella Energia Luminosa dalla quale anche Tu visibilmente attingi. :-)
(Rispondi)
virachandra
virachandra il 03/06/09 alle 20:55 via WEB
poteva essere la risposta al mio commento del post di prima....personalmente vivo tutte le cose..la tristezza e la malinconia di sentirmi solo e l'amorevolezza della gioia e nella condivisione,vado a sprazzi,è come un'altalena che a volte vedo necessaria e so' accettare altre volte logora e genera chiusura...saluti Virachandra.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 03/06/09 alle 21:39 via WEB
Non trasformarlo in problema, facendolo entrare nella mente e alimentandolo con gli interrogativi sul perchè e per come. Accetta anche la tua chiusura, la tristezza e la malinconia. Sono momenti, sprazzi, che succedono a tutti, fanno parte di ogni percorso, del vivere ogni individuo. L'amorevolezza a cui mi riferisco, però non dipende mai dagli altri, è già in te, devi solo rimuovere gli ostacolo che impediscono il suo emergere. Non focalizzare dunque l'attenzione sulla mancanza, sull'aspettativa, ma sulla possibilità che hai già ora di offrire il tuo essere comunque sia, indipendentemente dall'accoglimento altrui. Pian piano... avviene un cambiamento, ti trovi trasformato. Un caro e sorridente saluto, Virachandra. :-)
(Rispondi)
virachandra
virachandra il 03/06/09 alle 20:56 via WEB
Vado dal psicologo?
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 03/06/09 alle 21:51 via WEB
Da quelche percepisco, hai tutti gli strumenti per cavartela bene anche da solo. Appunto trovando in te -meditando - la capacità di stare in solitudine e di non sentirti isolato. E' un "lavoro" su di te che comunque ti farebbe fare anche lo psicologo. Questa voglia di uscirne però la devi sentire tu, con onestà verso te stesso. Devi trovarla dentro le risorse interiori che certamente non ti mancano. E' un cammino, a volte lungo e difficile, a volte breve. Non si sa, non dipende solo da noi. Namastè! ;-)
(Rispondi)
 
 
virachandra
virachandra il 04/06/09 alle 08:48 via WEB
bhe la battuta del psicologo era un ironia per sottolineare la sensazione d'impotenza di fronte al fatto che ciclicamente si ripresenta tutto il percorso,è un andare avanti e indietro sapendo bene che ciò nemmeno esiste,e l,impotenza fa scaturire l,arrendersi a ciò che è ed accettarlo,ho la sensazione che l'espressione da parte mia di questa voglia e paura di "saltare"abbia molto a che fare si' con l'onestà verso se stessi ma anche con la vita in cui ti trovi e quindi che ti sei "costruito" ma nonc'è nulla più fuorviante delle parole...allora ti abbraccio sorridendo e grazie,buona giornata.
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 04/06/09 alle 09:26 via WEB
Infatti, immaginavo che la cosa potesse essere ironica. Ma ti ho voluto rispondere come se fosse "seria", non essendo sicuro che stessi ironizzando. Non si sa mai. Desiderio e paura sono i due meccanismi mentali che ci fanno oscillare di continuo: avanti e indietro. Non devi "saltare" ma lasciarti andare a ciò che sei, così come sei. Accettandoti per quello che sei diventi autentico, più che pensandoti in un divenire da dover essere. Nell'accettarti subito per quello che sei, di fatto sei onesto con te stesso e con gli altri. Sei vero. In questa verità ti si aprono le porte della comunicazione, della comunione, dell'incontro. Emani una energia che si connette con altre verità, una energia liberatoria, non più oscillante fra voglie e timori. Per il resto, hai ragione riguardo alle parole che possono essere mal interpretate, mal comprese. Questo comunque è anche un bel gioco e non guasta continuamente provarci a stabilire un ponte attraverso le pur fuorvianti parole. Ciò almeno nella tranquilla virtualità di un blog. Anch'io ti abbraccio simpaticamente, caro amico. Che la giornata serena. Namastè! ;-)
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ishak87
ishak87 il 06/06/09 alle 10:10 via WEB
Come dice un detto: " Nessun Uomo è un isola", ciao carissimo è da un pò che non ci si sente, spero vada tutto bene!!
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Praj
Praj il 06/06/09 alle 18:48 via WEB
D'accordissimo. Sì, tutto bene come mi auguro per te. :-)
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