Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Noi vediamo quello che v...Un grande fratello che f... »

Nessuno vuol giudicare nemmeno tu (però lo fai, lo facciamo)

Post n°633 pubblicato il 19 Giugno 2009 da Praj
 

Ho l'impressione che quando si dice che non bisogna mai giudicare si incorra in un equivoco, in una mala comprensione di un virtuoso comportamento.
Ci si sente scorretti perché c'è una sorta di etica indotta che non vorrebbe si facesse, in contrasto però con una sorta di automaticità che sfugge al nostro controllo.
Il non giudicare, secondo me è non è possibile: è inutile che vogliamo affermare il contrario.
E' nella natura della mente giudicare, comparare, preferire, fare confronti... quindi va accettato come una della modalità del nostro essere umani. Ritengo abbastanza ipocrita il credere di non giudicare soltanto perché non ci si esprime a parole, quando tuttavia lo si fa con il pensiero.
E' meglio essere onesti e assumersi la responsabilità di un giudizio, piuttosto che averlo dentro e negarlo mostrandosi falsamente non giudicanti.
L'importante piuttosto, a mio avviso, è che non ci sia l'attaccamento al giudizio,  che si resti sempre aperti... che non lo si cristallizzi in una sentenza definitiva e si resti sempre disponibili a lasciarlo andare, a rivederlo o almeno a sospenderlo.
Il giudizio è un errore direi necessario, ma esso deve essere provvisorio e mai lapidario.
Quando c'è la consapevolezza che è  comunque una proiezione momentanea di un nostro particolare punto di vista, schema di valori e riferimenti, è evidente che esso deve essere passibile di cambiamento.
Quindi non può essere definitivo, ma temporaneo e dovuto alla valutazione soggettiva - perciò relativa -della situazione, del fatto, della persona... 
Se è fatto con questo spirito, il giudizio, assume un carattere più leggero, plastico e non definitivo.
E' una valutazione personale ammessa senza pretese di assolutezza.
Diverso è il pregiudizio il quale è un errore molto più grave perché valuta senza conoscere,
definisce a prescindere da un contatto o confronto diretto. Cataloga senza ragione, senza esperimentare, solo in base ad una preventiva presa di posizione. Il pregiudizio dunque non appartiene alla sfera della riflessione profonda, al sentimento di apertura e ascolto.
Per cui direi che non ci si deve sentire in colpa se ci succede di giudicare, anche se è preferibile non indulgere in questa attività mentale. Sarebbe meglio astenersi - ma questo è il frutto di una maturità psicologica e spirituale che non si raggiunge facilmente – ma, se capita di farlo, non è il caso di sentirsi in colpa o sentirsi sbagliati perché non siamo stati capaci di trattenerlo.
Come dicevo,  si cresce, anche in tale ambito, imparando a gestire il giudizio, non solidificandolo e rendendolo fluido, affinché non ci blocchi nelle nostre visioni e considerazioni.
Invece sul pregiudizio va fatto un lavoro un lavoro serio di de-condizionamento, altrimenti rischiamo di basare le nostre scelte e possibilità attraverso filtri mentali che distorcono la realtà. E questo è un grave danno di relazione e comunicazione per noi e per gli altri, perché crea divisioni che ostacolano una migliore convivenza e guasta i rapporti con gli esseri che abitano come noi questo pianeta.
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Commenti al Post:
atisha0
atisha0 il 19/06/09 alle 13:38 via WEB
bell'argomento! il non giudizio deve essere privo del pre-giudizio allora così va a far parte di una scelta, sebbene duale, va a far parte di un'opinione priva di seguito.. Impossibile non giudicare, il senso del giudizio fa parte dell'ego/personalità.. si tratta come ripeto di "giudicare" senza avere già di base un "pre-giudizio" pronto.. ecco la difficoltà per l'ego!.. ecco quello è un pensiero infetto dato da tutta una serie di condizionamenti/paure che alimentiamo con la critica attraverso la mente duale ma ancora condizionata.. Bisognerebbe non giudicare ma solo se si capisce da dove parte il giudizio, oltre la scelta.. ciò che salta fuori è personalità.. Non è possibile interrompere il meccanismo del giudicare.. per farlo dovremo prima capire la mente e distruggerla, sfinirla.. disidentificandoci, imparando ad osservare il mondo con un po' più di Cuore. Non giudicare però non deve diventare un'incapacità di discriminare.. ecco.. qui va portata chiarezza :).. ciao
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/06/09 alle 14:03 via WEB
Approvo pienamente quanto hai affermato. Lo so che il percorso verso il non giudizio spontaneo è lungo. E' il fiorire appunto della maturità interiore, basata sulla comprensione e compassione. Ciò che ci tenevo però a sottolineare era l'ambiguità del non giudicare formale, esteriore. Questo è solo un risultato di una repressione psicologica, moralistica, che non ha radici nella consapevolezza e nel sentire profondo. Quindi, in qualche modo, non è un attitudine che attiene alla sincerità, ma solo al precetto, perciò superficiale. Inoltre, accolgo e condivido la tua nota sull'importanza che il non giudicare non diventi una incapacità di discriminare. Sarebbe una mutilazione fatale per la comprensione. Il non giudicare e la capacità di discriminare devono andare convergendo verso una Comprensione che trascende il giudizio della mente egoica, ma che sa anche includerlo come elemento della condizione umana. Ti ringrazio, cara Ati, per il tuo acuto e stimolante commento. Un abbraccio sorridente fatto con il cuore, visto il caldo incombente. ah ah ah! Namastè! ;-)
(Rispondi)
 
 
atisha0
atisha0 il 19/06/09 alle 14:39 via WEB
capisco cosa volevi sottolineare.. la falsità e l'esercizio che insegnano del "non-giudicare".. inizialmente è un non giudicare falso, programmato, trattenuto, appunto esteriore.. e nel sottosuolo sappiamo che vive e fa danni :)).. meglio procedere un po' per volta, saper esprimere anche questa legge "psicologica" dell'ego, osservando successivamente cosa e chi è che giudica chi, senza alimentare dentro di noi la convinzione che ci sia al mondo qualcosa di giusto o sbagliato... Il tema è ampio. Buon proseguimento! ;).. un sorriso con Cuore ma senza abbraccio sudaticcio :)))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 19/06/09 alle 16:26 via WEB
E' appunto dalla constatazione di questo atteggiamento affettato, pseudo non giudicante, sul volto di molti ricercatori spirituali e non che mi ha portato a quelle considerazioni. Lo sguardo giudicante si legge comunque. si sente soprattutto. E' piuttosto l'energia accogliente che si trasmette nella relazione che comunica se c'è un pregiudizio, un giudizio sottostante, o non c'è. E' anche nell'onestà di uno scambio sincero che non ha paura a condividere gli eventuali giudizi, opinioni che si hanno sull'altro che permettono di farne un uso proficuo, un utilizzo strumentale alla nostra crescita. E' importante lasciare che il giudizio, casomai emergesse, si esprima senza attaccamento ad esso, affinchè si possa offrire all'interlocure una occasione per specchiarsi in una coscienza diversa. E', se ben amministrato, un arricchimento esperienziale. Grazie ancora Ati per il nuovo contributo. Un fresco ciao ciao con la manina, allora.... ah ah ah! ;-)
(Rispondi)
demetra.am
demetra.am il 19/06/09 alle 14:38 via WEB
Parole sante!!!!!!
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/06/09 alle 16:30 via WEB
Diciamo parole oneste. Mi basta. :-))
(Rispondi)
sofiastrea
sofiastrea il 19/06/09 alle 16:15 via WEB
il giudizio cresce dalla paura della solitudine...un esame profondo in questo senso aiuta a capire, altrimenti è difficile modificare un comportamento :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/06/09 alle 16:38 via WEB
E' vero: è la paura dell'isolamento che lo fa crescere, ma non solo. E' anche la paura più in generale, un atteggiamento difensivo cronico, che costruisce un muro, più o meno alto, che va innalzandosi con i mattoni del giudizio rigido e del pregiudizio. Ciao! :-)
(Rispondi)
paralotti
paralotti il 19/06/09 alle 18:36 via WEB
Ciao Praj:-) ogni volta che scrivi ci regali perle di saggezza che allargano i cuori di chi ti legge e quindi anche il mio! Come al solito scrivi cose vere e non avrei nulla da aggiungere, ma una cosa potrei farla e cioè integrare il tuo post citandoti il Vangelo di Matteo, dove si parla del giudizio... e l'irterpretazione che ne dà stabilendo infine da dove nasce ed il suo significato legato ai Padri della Chiesa e l'uso che ne facciamo da duemila anni... Eccoti il testo Matteo(7:1-2) in cui si legge: " Non giudicate per non essere giudicati, perchè secondo il giudizio col quale giudicate, sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate, sarà misurata a voi". Ecco la spiegazione tratta da un mio vecchio post; essa è una frase che è stata riadattata, proveniente da un insegnamento di Gesù agli apostoli riuniti attorno a Lui che durò una notte intera, intorno al fuoco in un piccolo appezzamento di terra adiacente la casa di Marta, a Betania. Quell'insegnamento verteva sul Karma..., una nozione affatto estranea ai contemporanei del Maestro, perchè all'epoca si ammetteva la reincarnazione. Possiamo constatare che nn solo il principio del Karma in quanto tale è stato completamente estromesso dal testo attribuito a Matteo, ma è stato pericolosamente sostituito da un principio punitivo: è come se il testo oggi ci dicesse: "Non giudicate, non perchè questo sia contrario alla Luce, ma per non venire puniti". E dov'è finito l'Amore? Uno può anche chiederselo perchè, se si continua in quella direzione non siamo lontani dalla famosa scomessa di Pascal che afferma che dovendo scegliere se credere all'esistenza o all'inesistenza di Dio, era più conveniente scommettere sull'esistenza di Dio, perchè se Dio non esiste non c'è nulla da perdere, ma se Dio esiste ci si mette al riparo dalle conseguenze del non aver creduto in Lui. Quindi senza bisogno di schemi complicati, il testo attribuito a Matteo sembra dirci: "Fate così, altrimenti sarete puniti". Penso che Gesù non sapeva che cosa fosse questo "altrimenti". Insegnava DAVVERO, ossia stimolava l'intelligenza cerebrale degli astanti ed il loro cuore senza aver bisogno di scuoterli con minacce di sanzioni. I suoi erano insegnamenti votati all'Amore e non alla paura di una qualche punizione tipo l'inferno o altro. Caro Praj, quando una religione devitalizza il midollo spinale della Conoscenza che dovrebbe formarne la base, quando si auspica in modo manifesto, che i suoi fedeli non vadano oltre una riflessione elementare, il che li rende più governabili, non c'è da stupirsi se, prima o poi, si ritrova svuotata come purtroppo sta succedendo! Non sono nè la Presenza del Maestro Gesù, nè la Conoscenza cristica a fare retromarcia oggi in occidente, bensì le immagini limitate e puerili di entrambe che da due millenni ci vengono propinate. Il mio blog nasce proprio per questo, far conoscere il vero messaggio di Gesù , la sua figura cosmica e risvegliare coscienze cristallizzate rinchiusi in un recinto che invece di proteggerli li ha resi prigionieri! Namastè amico mio Otto
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/06/09 alle 19:26 via WEB
Caro Otto, la Visione che tu porti avanti riguardo all'insegnamento del Cristo non posso che accoglierla nel mio cuore. E' stupenda! Tu lo sai che questa lettura non è ortodossa, non è conforme a ciò che viene invece spacciato come suo insegnamento reale, canonico di Gesù. Qualcuno potrebbe considerarti un eretico. In effetti rispetto al pensiero dominante lo sei. Ma, a noi liberi e sinceri ricercatori, questo non impressiona. Ci basta essere confortati dalla nostra esperienza spirituale diretta. Riguardo poi alla infelice frase del pur grande filosofo e matematico B. Pascal non riesco proprio a capire come possa avere immaginato che tale fede, ispirata ad una egoistica compensazione e un calcolo spirituale pseudo logico, possa averla ritenuta una posizione coscienziale rispettosa della infinita Onniscenza del Divino. E' chiaramente frutto di una coscienza dualistica, seppur profonda. Non è però il genere di saggezza in cui trovo ispirazione. Ho trovato di meglio, lo dico per me, nella grande Sapienza dell'Oriente, soprattutto nei meravigliosi insegnamenti dei Maestri della non dualità. Comunque apprezzo molto il tuo originale percorso, anche se formalmente diverso dal mio, che trovo molto interessante e genuino. Complimenti per il coraggio e la determinazione con cui lo persegui. Si sente che hai trovato una bella e personale sintesi fra la fede e la consapevolezza. Fra il cuore e l'intelligenza. Da ciò l'ammirazione che ho per quello che fai e sostieni. Un caro e amichevole saluto. :-)
(Rispondi)
 
 
paralotti
paralotti il 19/06/09 alle 20:00 via WEB
Caro Praj:-) Pascal il filosofo aveva ragione quando ha pronunciato quella frase che ormai ci accompagna da diversi anni... Egli voleva farci intendere che è spesso la paura che fa muovere le genti e non la luce che è insita in ognuno di loro:-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 19/06/09 alle 21:33 via WEB
Caro Otto, probabilmente mi sono espresso male. La mia osservazione si riferiva solo alla frase attribuita a Pascal, alla sua proposta di scommessa, in cui lui dice: "... che dovendo scegliere se credere all'esistenza o all'inesistenza di Dio, era più conveniente scommettere sull'esistenza di Dio, perchè se Dio non esiste non c'è nulla da perdere, ma se Dio esiste ci si mette al riparo dalle conseguenze del non aver creduto in Lui." Io volevo solo rimarcare che una eventuale credenza fatta in questo spirito è insignificante, è una fede di poco conto. Per cui avere una credenza solo basata sulla paura o su una ricompensa futura per l'anima non mi sembra sia il massimo della spiritualità, della Fede. E' una credenza fatta con la testa, con la convenienza, con il calcolo, dunque, spiritualmente, una falsa moneta. Solo questo volevo sottolineare. Non certo volevo mancare di rispetto al grande pensatore e uomo religioso. E' sempre stata una esortazione che fin da giovane non mi convinceva, non mi appassionava. Se egli voleva farci intendere che è spesso la paura che fa muovere le genti e non la luce che è insita in ognuno di loro aveva ragione. Ma da questo a dire che non sapendo cosa fare conviene credere... non mi pare che sposti il livello di coscienza verso la Luce. Una credenza basata soltanto su una ipotetica convenienza ha poco valore, secondo me. E' una mera illusione. Un abbraccio e una serena serata. amico. ;-)
(Rispondi)
drolma
drolma il 20/06/09 alle 07:33 via WEB
Sono d'accordo con tutto quanto espresso, e concordo sul fatto che il giudicare fa parte dell'uomo, e quindi giudicare va bene finchè non diventa criticare, il giudicare è necessario per poter scegliere, il giudicare serve anche per farci ridere e sorridere: senza giudizio non ci sarebbe l'ironia, non ci sarebbe la satira,quella bonaria presa in giro degli altrui difetti.............
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/06/09 alle 08:51 via WEB
Sottoscrivo il tuo commento. Trovo anche molto significativo il distinguo fra il giudicare e il criticare. E' vero anche che senza questa questa attività non esisterebbe una certa letteratura, un certo genere di spettacolo... alcune forme d'arte e cultura. E' comunque, come fai notare tu, importante lo spirito con cui si giudica, critica... Se è costruttivo - il giudizio - è sempre un occasione di crescita, di miglioramento. Non bisognerebbe dunque averne paura. Mi hanno insegnato che se un giudizio ci tocca e infastisce vuol dire che è toccato un punto sul quale dovremmo lavorare psicologicamente: perchè se vedessimo che non ha nulla da fare con noi, è naturale lasciarlo scivolare via, senza particolri coinvolgimenti. Probabilmente il giudizio che ci irrita, scopre una qualche nostra identificazione o difetto che non ci riconosciamo e non accettiamo. Sereno week end, Drolma. :-)
(Rispondi)
 
 
drolma
drolma il 20/06/09 alle 11:53 via WEB
Sereno week end a te, Praji
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 20/06/09 alle 14:24 via WEB
Grazie e Namastè, Drolma. :-)
(Rispondi)
ansishan
ansishan il 21/06/09 alle 10:44 via WEB
Questo tuo post dovremmo stamparlo e leggercelo di tanto in tanto ... quando incappiamo in giudizi contaminati dalle variabili, quando abbiamo gli occhi chiusi dalla rabbia o quando siamo troppo presi da noi per renderci conto che ci sono anche gli altri. Questo e molto altro ci portano ad esprimere giudizi non obbiettivi che inevitabilmente si riversano sulla nostra vita in modo negativo. Un caro saluto.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 21/06/09 alle 12:16 via WEB
Il giudicare non è una buona attitudine, soprattutto quando è un modus vivendi. E' una forma più o meno grave di negatività psicologica. Ribadisco però che è importante lo spirito e la motivazione con cui il giudizio viene fatto. E' comunque un elemento che tende a dividere, sia quando lo si attua sia quando lo si subisce. Non bisogna però colpevolizzarci o colpevolizzare troppo questo comportamento: è bene piuttosto prenderne coscienza e vedere - ed è possibile - imparare a farlo sempre meno, sapendo che esso è, sostanzialmente, solo una nostra proiezione, una lettura parziale, una visione relativa e sempre personale. RIcambio il caro saluto, Ansihan e serena domenica. :-)
(Rispondi)
antonella.2009
antonella.2009 il 21/06/09 alle 15:18 via WEB
Sei sempre molto incisivo! Grazie :-) Namastè
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 21/06/09 alle 17:34 via WEB
Cerco sempre di essere semplice e chiaro. A volte ci riesco, altre volte meno. Grazie a Te e buona domenica, Antonella! Namastè! :-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 22/06/09 alle 10:39 via WEB
ciao bel'òm... :))
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 22/06/09 alle 11:10 via WEB
... ancora giudichi? ... ah ah ah! ma va là!!! ...allora giudico anch'io: sei sempre più miope!! eh eh eh! ;-)
(Rispondi)
drolma
drolma il 22/06/09 alle 11:09 via WEB
Mi è sorto un pensiero in questi giorni, aiutando mio figlio minore a preparare l'esame di terza media. Mi chiedevo, guardando i giudizi che i prof hanno messo sulla scheda di valutazione, come facciamo a non diventare adulti giudicanti se appena entrati a scuola incominciano a catalogarci, a inscatolarci a dividerci in buoni, cattivi, bulli, elementi problematici, intelligente ma potrebbe fare di piu', svogliati, irrecuperabili, studiosi, e via dicendo. Il giudizio scolastico in base a quale criteri, il definire un ragazzo un qualcosa senza cercare di estrapolare da lui il meglio che in lui c'è, anzi il piu' delle volte reprimendo cio' che di buono vorrebbe manifestarsi ma che non puo' in un ambiente dove i talenti vengono regolarmente annullati. Come faremmo a non essere adulti giudicanti se fin dalla piu' tenera età non fanno che giudicarci, soppesarci, creando divisione, competizione? Il giudizio s'impara soprattutto a scuola.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 22/06/09 alle 11:27 via WEB
Eh, sì, siamo proprio il prodotto di una cultura che fa del giudizio sommario e superficiale il suo pilastro. Per cui concordo con le tue giuste osservazioni. La scuola addirittura pretende di istruire prescindendo dall'educare è ormai alla deriva. Gli stessi insegnanti, nella gran parte dei casi, sono impreparati, spesso anche poco attrezzati e supportati, non idonei alla loro funzione. Occupano un ruolo solo perchè hanno ottenuto una laurea ma non sono motivati da una passione, da una competenza, da una predisposizione che li renda atti al loro difficile quanto delicato compito. Pochi ormai sentono quel ruolo come una missione importante. A discapito della loro demotivazione, hanno che sono mal pagati, poco riconosciuti, e devono esercitare il lavoro in condizioni inadeguate. Poi ci mettiamo i genitori che non sono da meno ad instillare nei ragazzi la pratica malefica del giudizio e via di seguito... fino ai mass media. Il giudizio si respira dappertutto, purtroppo: io stesso lo sto usando. E' un circolo vizioso da cui si potrebbe pian piano uscire innalzando il piano di consapevolezza collettivo. Intanto ognuno cominci da sè, se ci riesce. Un sorriso e buona giornata. :-)
(Rispondi)
 
 
drolma
drolma il 22/06/09 alle 11:43 via WEB
Buona giornata anche a te!
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 22/06/09 alle 14:12 via WEB
:-)
(Rispondi)
hareezio
hareezio il 22/06/09 alle 15:10 via WEB
....l'attività primaria dello Spirito, lungo il cammino per il raggiungimento del compimento di Se, è quella di utilizzare il meccanismo del Tesi-Antitesi-Sintesi con lo scopo di separare il falso dal Vero ed estrarre una Valutazione che potremmo anche intendere giudizio(che genera equivoco).In ogni istante del nostro divenire Valutiamo. Se non lo facessimo non Saremo e negheremo noi Stessi.Chi ci consiglia di "non giudicare" stà soltanto cercando di convincerci a NON Essere. Il pre-giudizio appartiene a chi non ha voglia di Guardare la Realtà.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 22/06/09 alle 20:44 via WEB
Sei chiaro e acuto come sempre, amico. Questo commento è una perla che rivela l'alto livello di consapevolezza di chi l'ha espresso. Grazie ancora, Hareezio, per il tuo prezioso e quanto mai puntuale apporto. Un caro saluto :-)
(Rispondi)
 
 
hareezio
hareezio il 22/06/09 alle 22:16 via WEB
Grazie a Te , Praj....... quando la costituiremo la "Autostrade per l'Infinito" S.p.A. ? :-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 23/06/09 alle 08:45 via WEB
Non lo so. Chiedi a Chi di dovere... io sono qui ancora a rendere percorribili le mulattiere... ah ah ah! ;-)
(Rispondi)
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