Come libero ricercatore spirituale mi sono sempre sentito una sorta di disertore o outsider che non si adeguava alle convenzioni religiose tradizionali.
Mi sentivo un individuo che portava in sè l'anelito di superare la condizione umana ordinaria, percepita come adesione ad un insieme di credenze non sperimentate direttamente.
Quindi, attraverso un viaggio interiore, ho esplorato la mente oltre il consueto modo di vedere, alla scoperta di aspetti di me stesso che nella società non venivano a galla o non erano culturalmente accettati, inclusi come possibiltità di esperienza.
Come una sorta di sciamano contemporaneo, solitario, metropolitano, ho "dovuto" realizzare la riconciliazione degli opposti dentro di me, sapendo che altrimenti avrei potuto aspettarmi una disarmonizzazione o stagnazione della vita psichica.
Per cui ho avuto la necessità di alimentare il mio ricco serbatoio di esperienze visionarie per far sì che non si prosciugassero, facendomi perdere la capacità di conciliare gli opposti, il dualismo esitenziale.
Sono riuscito in questo intento a realizzare dentro di me questa unità, facendomi tramite tra la realtà ordinaria e quella non ordinaria, diventando esploratore del regno crepuscolare del sacro mistero.
Recuperando l"anima sciamanica", ho cercato di re-innestarla nella mia psiche occidentalizzata, dominatata dalla razionalità, per creare un ponte tra il visibile e l'invisibile, tra il razionale e il sovrarazionale, tra l'essere e il non essere.
Nei miei viaggi estatici, mi è capitato di recarmi in un "altro mondo" e diventare "qualcos'altro". Sono riuscito a visitare realtà e dimensioni che si estendono oltre l'orizzonte dell'immaginazione, senza l'ausilio di nessuna sostanza psicotropa, con il solo aiuto della meditazione e contemplazione.
L'incredibile però, oltre che necessario, è che per esplorare o trasformarmi in un altro aspetto della creazione, entrare in visioni più sottili dell'essere, ho dovuto "destrutturare" me stesso, dissociare l'anima dal corpo, diventare spirito, ho dovuto "morire" a me stesso per poter "rinascere" come Realtà infinitamente più grande; restando semplice uomo.
![](http://www.twyndragon.com/images/299_shamanism.jpg)
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graziano2008 il 15/09/09 alle 12:50 via WEB
Nella normalita' si nasconde palesemente Dio..eh eh eh eh
Cio' che è difficile,per la mente,è, che cosè la normalita'?
Non l'accettiamo a priori......,ma se invece di spendere energie,per vivere inconsciamente,le frustrazioni,della vita,ci domandiamo chi sono io?,allora,affiora la normalita,è naturale,perchè la mente è un vortice che chiamiamo vita,invece la normalita' appartiene a Dio,noi siamo quella normalita',sempre e comunque,ma ci piace competere con gli altri,per questo approfittiamo della mente,e con essa giochiamo a cercare potere,notorieta',successo,dio....
e siccome Dio è normalita',noi rinneghiamo dio, perchè non è come lo vorremmo...ovvero come lo vorrebbe la nostra mente,ciao Praj:-)
(Rispondi)
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il 09/07/2023 alle 12:42
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