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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Eresia antidogmatica permanenteEssere sempre pronti... »

La pace non è attraente

Post n°682 pubblicato il 13 Ottobre 2009 da Praj

A volte mi domando del perché molti film, fiction e opere letterarie, aree della musica e dello sport, che hanno come protagonisti personaggi che sono o si rappresentano duri, cattivi…, attraggano l'interesse di così tanta gente. Mi chiedo perché il genere thriller, giallo, horror, intrattenimenti vari che si basano sulla violenza, sulla crudeltà fisica e psicologica, siano per tante persone spettacoli affascinanti.
Per non parlare del fatto che la cronaca nera produce ascolti record nei mass media.
Poi mi pongo subito dopo quest'altro interrogativo: perché invece queste cose non suscitano, ripugnanza, schifo, rifiuto, piuttosto che curiosità, attrazione morbosa? Invece, devo constatare che nel nostro modo d'intendere l'informazione sulla realtà, spesso anche nell'arte cinematografica... valori positivi come il bene, l'armonia, la gentilezza, l'amore fraterno, la fiducia… siano aspetti che non facciano spettacolo o si ritengono notizie non degne di rilievo, ovvie. Noto una sproporzione netta della rappresentazione del bene e del male, a favore del male.
Perché questo squilibrio?
Mi spiace vedere che sulle dimensioni positive non si metta molta più enfasi, entusiasmo. Che non si diano notizie positive che almeno controbilancino quelle negative. Come naturale stato delle cose, della realtà.
Ma da dove viene questa perversione per cui la rappresentazione del male è così seducente? Mi duole immaginare un mondo dove solo la patologia sia ritenuta interessante, proponibilecome spettacolo a persone adulte.
La nostra mente quotidianamente, purtroppo, si nutre prevalentemente di imput nefasti, poco edificanti. Così mi sembra ovvio che poi sia sempre più intasata da suggestioni negative, con tutte le conseguenze psicologiche e sociologiche che ciò comporta nel vivere sociale, relazionale, di ogni giorno. Questo continuo bombardamento psicologico induce poi a fenomeni di emulazione o depressione in soggetti dalla mente già stressata o fragile. Questo lo riscontriamo facilmente. E’ un circolo vizioso: più negatività veicoliamo come comunicazione più negatività ritorna in forma di stati d’animo e comportamento.
Perché invece non s’inverte questa tendenza che porta sempre più verso il degrado? Chi ha interesse che le cose non cambino, che si viva sempre nell’insicurezza, nel disagio, alimentando così le nostre zone tenebrose di paura, diffondendo tensione nell’inconscio personale e collettivo?
Mi dico: non si potrebbe invertire questa patologico modo d'intendere le cose, di diseducare, giovani e non, per cui la notizia o lo spettacolo che deve necessariamente interessare è soprattutto quello che fa leva sulla parte più oscura della nostra natura? O vogliamo fino in fondo cavalcare la tigre della negatività, della disperazione, della sfiducia e sprofondare sempre più nell’abisso?
Resta a noi la responsabilità e la libertà di cambiare, se vogliamo, partendo da una trasformazione interiore, che cambi l'interesse alle cose a cui diamo energia, attenzione.
In conclusione resta un interrogativo aperto: la pace e l'armonia non attraggono perché, in qualche maniera, siamo psichicamente e spiritualmente malati?

 
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Commenti al Post:
antonella.2009
antonella.2009 il 13/10/09 alle 14:42 via WEB
BRRR questo post mette paura, alla larga!!!:-))) Namastè
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Praj
Praj il 13/10/09 alle 15:50 via WEB
Immagino che con quel "Brrr!" ti riferisca alle immagini... Mi consigli forse di cambiarle? In realtà sono lì proprio per mostrarle come icone dell'orrido: Sono brutture che invece molti amano guardare, incredibilmente per me. Ciao! Namastè! :-)))
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sofiastrea
sofiastrea il 13/10/09 alle 15:55 via WEB
credo sia ancor peggio essere anestetizzati alle cattiverie, al dolore...rimuovere è complesso, bisogna vedere prima e vedere con occhi nuovi...tocchi un tema complesso per i tempi, quelle facce le abbimo scolpite dentro e puntiamo ad assomigliare loro in vita per prepararci alla morte...come i bambini che piangono prima di essere sgridati...tocchi temi scottanti caro Praj :-))
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 13/10/09 alle 19:23 via WEB
Forse siamo talmente assuefatti alla violenza, alla crudeltà, all'orrore... che non ce ne rendiamo più conto. E' diventata normalità. Per me invece è una patologia, una sorta di desensibilizzazione collettiva nella quale siamo un po' tutti sprofondati. O, forse, è anche un modo distorto, deviato, per esorcizzare la paura quello del volerla vedere rappresentata su uno schermo come a rendercela, farcela sembrare, un qualcosa che non ci appartiene, una sorta di finzione, una realtà che è di qualcun altro. Distante. E' un tema chi ogni tanto riaffiora nei miei pensieri quando guardo la TV o vedo i titoli di molti film in circolazione. Per esempio, ieri ho assistito alla visione parziale del serial Romanzo criminale" e mi stupivo dal successo che ottiene fra il largo pubblico questa storia così brutale, violenta, diseducativa, se pur rappresentativa di un aspetto oscuro della società. Un sorriso e ciao! :-)
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atisha0
atisha0 il 13/10/09 alle 21:01 via WEB
sì vero, un tema complesso.. comprende varie sfaccettature dell'inconscio e degli archetipi che vi stazionano.. il noir oltre che arricchire lo spettacolo scatena adrenalina nei giovani e mette secondo me a nudo alcune loro personalità sepolte.. (ricordiamo anche qui paura/desiderio come si rincorrono) purtroppo oltre a partecipare all'attività inconscia di alcuni personaggi slegati e sconosciuti (l'assassino che è in noi, il cattivo ecc..), li rivitalizzano creando ancor di più caos nel loro già esistente caos di crescita.. vale la pena di conoscerci un po' meglio.. ecco che la ricerca interiore mette come sempre tutti i personaggi in riga.. Complesso comunque il discorso.. non mi sento di trattarlo più di così in questa sede.. ciao e grazie per l'impegno ;) notte bella (se togli quelle foto forse.. o se ne aggiungi altre per riequilibrare, chissà.. ahahah)
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Praj
Praj il 14/10/09 alle 09:32 via WEB
Hai ragione, il discorso è complesso e ha tante implicazioni e sfaccettature. Siccome il male, la violenza sono dimensioni che appartengono, volenti o nolenti, alla natura umana, andrebbero gestiste con maggior attenzione e consapevolezza. Lasciarle alla merce dell'istinto o del disturbo mentale è molto pericoloso. E' proprio nella carenza pedagogica, educativa e culturale che si annidano poi i semi del bisogno della rappresentazione del male. Non s'insegna a incanalare queste energie prorompenti, anzi si specula su questa necessità espressiva. In sostanza, dico che non si fa abbastanza per educare, giovani o non, ad apprezzare l'armonia, la benevolenza, la pace, anche attraverso lo spettacolo, la scuola, l'arte e la cultura in generale. La stessa religione, aldilà dei divieti moralistici, non offre degli strumenti idonei per ampliare la conoscenza di sè, la quale è di per sè un grande antidoto all'anarchia delle emozioni negative, alla violenza e alla aggressività... Va beh, mi fermo qui, sperando di aver almeno accennato al mio punto di vista in merito ad un fenomeno così devastante la coscienza sia individuale che collettiva. Serena giornata, cara Ati! Ciao! ;-)
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atisha0
atisha0 il 14/10/09 alle 09:46 via WEB
grazie per l'enegia d'equilibrio ;).. serena giornata!! namastè
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 14/10/09 alle 09:51 via WEB
Sì, forse è meglio mostrare che esistono icone, simboli, energie pacificate e pacificanti, anime dolci e forti che bilanciano la negatività. Namastè! ;-)
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hareezio
hareezio il 14/10/09 alle 00:12 via WEB
...Argomento cardine. Una domanda con risposta semplice: è più facile costruire o distruggere? A chi Giova? A chi attua il dividi ed impera per scippare il frutto dell'energia spesa di molti a beneficio di pochi.Si diventa ciò a cui non riusciamo a stare di fronte. Ora, cosa porta Ordine al Caos? Lo stare di fronte al caos ed il ripristino della Responsabilità. Ottimo post, Praj. Grazie.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 14/10/09 alle 09:18 via WEB
E' una risposta che trova il mio pieno consenso. Infatti anch'io trovo ci sia una preponderanza di libertà, mancante però del senso di responsabilità: quindi un caotico navigare nell'inconsapevolezza. Da ciò nascono squilibri di ogni genere e confusione. Per cui se si vuole costruire invece di distruggere bisogna cambiare direzione rispetto alla deriva negativa verso cui stiamo sempre più andando. Se è vero, come è vero, che è più facile distruggere che creare, allora dal quadro che vediamo intorno non possiamo non notare che i creativi sono netta minoranza. Non resta che cercare, ognuno nel proprio piccolo, portare sempre più Luce e Responsabilità nelle nostre vite. Allora forse potremo vedremo diradarsi il caos e riscoprire un più armonioso Ordine. Perciò non diamo più energia alla violenza, sotto qualsiasi forma si presenti. Non incentiviamola in nessun modo. Sgomberiamola dalle menti, lasciamole un posto infimo e recuperiamo il valore superiore della pace interiore. Grazie, Hareezio, un caro saluto sorridente. :-)
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drolma
drolma il 14/10/09 alle 09:55 via WEB
Ma vedere rappresentato il "male", non puo' avere anche una funzione catartica come dicevano gli antichi greci?(vedi tragedie greche appunto)nel senso che facendone una rappresentazione o parlandone ci si libera dal male che è in ognuno di noi? Io personalmente non sono mai stata attirata nè da film nè da libri horror e per quanto posso rifuggo la violenza in ogni sua rappresentazione, sono indirizzata piu' verso la luce, ma non credo sia poi così giusto, mi sembra quasi un non voler prendere in considerazione le ombre che ci sono in me, un nascondere le mie paure inconscie, non riesco proprio a guardare nulla che sia horror ma forse proprio per paura di trovare qualcosa di horror dentro di me. Non so, è un argomento molto articolato, anche se molto interessante. Buona giornata :-)
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Praj
Praj il 14/10/09 alle 10:22 via WEB
Se la rappresentazione del male fosse fatta per avere una funzione catartica, e ciò sarebbe anche molto utile e liberatorio, allora dovrebbe essere gestita in maniera consapevole e usata anche come strumento educativo in un contesto però adeguato. Invece è quasi totalmente rappresentata massivamente e massicciamente con intento meramente speculativo, orientata soprattutto al lucro o alla manipolazione psicologica e politica. Anch'io rifuggo la violenza in qualsiasi forma venga mostrata. L'accetto come parte costitutiva della natura ma non amo osservarla, neppure quando è finzione. Grazie Drolma per il prezioso contributo e buona giornata anche a Te. :-)
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ivost
ivost il 15/10/09 alle 11:48 via WEB
La rappresentazione del male, come quella del bene è l'evidenziazione della mobilità esistente nel mondo dell'ego, che non potrebbe sostenersi senza questa alternanza. Questo mondo materiale non potrebbe esistere senza questo moto (Eraclito insegna). Però, con una nuova coscienza, ci si può rivolgere con l'anima verso ciò che Spinoza chiamava Sommo Bene, che non ha niente a che fare con il bene rappresentato in natura (umanitarismo e similari) e non è necessariamente contrario al male "normale" (cattiveria, malvagità, ecc), ma è "Completamente" diverso (lettura di riferimento: Trattato sull'emendazione dell'intelletto di Spinoza).
Essere "buoni" non vuol dire aver Compreso,,,se si Comprende non si può non essere Buoni, ma questa "Bontà" non sempre è riconosciuta dalla coscienza ordinaria e a volte, a seconda della cultura imperante, potrebbe essere scambiata per "malvagità". Piccolo esempio: riusciamo noi occidentali a comprendere un dinamitardo suicida mediorientale? A prescindere dalla propria posizione politica, sociale, religiosa, non riusciamo MINIMAMENTE a comprenderne il gesto,non riusciamo proprio a rappresentarci la cosa!,,,nello stesso modo non possiamo riconoscere il Vero Bene se non lo viviamo in prima persona.
Per concludere, questa esibizione del male che in un certo periodo della mia vita mi disturbava, ora la interpreto come un "rito" sociale per esorcizzare il male che fa sempre più paura a causa della sampre maggiore lontananza dalla Coscienza delle nuove generazioni (ma ricordiamoci dei "bambini indaco") :-)
Ciao,,,
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Praj
Praj il 15/10/09 alle 12:07 via WEB
Ti ringrazio per il tuo interessante commento che in gran parte condivido. Riguardo alla allusione finale sui "bambini indaco" che tu fai, io mi ricordo, ma proprio non ne vedo nemmeno l'ombra. Tu sì? Dove e quando? Comunque la mia osservazione principale era concernente il fatto che la pace non attrae; molto, molto di più la mente è attratta dalla violenza, dal male.... Perchè? Ciao :-)
(Rispondi)
 
 
ivost
ivost il 15/10/09 alle 23:44 via WEB
Sul tuo quesito, non saprei, ma per quel che riguarda i "bambini indaco" il pregiudizio nasce nel volerli vedere "diversi", invece sono solo "adatti". Non sono nè più "buoni", nè più "cattivi", solo una delle solite newageate, aggiunta alla solita aspettativa di un Gesù Cristo che scenda dal cielo, retaggio cattolico, ne fanno dei miti. Noi della generazione passata abbiamo l'aura tendente all'azzurro o al giallo ambra, perchè questa era la necessità per "Crescere", l'indaco è invece il colore che è adatto alla "Crescita" prossima,,,tutto qui. L'unica "magia" è che non sarebbero nati senza la "Crescita" di una parte degli "azzurri o ambra" :-)
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Praj
Praj il 16/10/09 alle 13:49 via WEB
Prendo atto del tuo pensiero, ma non voglio e non m'interessa entrare in merito ai colori di una supposta aura. Libero poi ognuno di credere quel che gli pare, riguardo ai cosiddetti bambini indaco. Comunque, grazie della risposta. Ciao! :-)
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