Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Tenera comunione, intimi...Con l'umiltà si tocca il cuore »

La dipendenza non esprime l'amore

Post n°702 pubblicato il 25 Novembre 2009 da Praj
 

Un'amica mi scrive: "... essendo uscita dalla codipendenza affettiva, mi piacerebbe leggere il tuo pensiero in un post sull'ego assertività, Compassione e spiritualità... un confine molto sottile e "precipitevole".

Allora proverò a risponderle per come so e posso.
Per non essere portatori di un'amore sterile, dobbiamo sapere che non conta nei fatti che si creda d'amare, ma conta il fatto che coloro che crediamo d'amare riconoscano il nostro amore.
Anche se stiamo amando convinti di farlo al meglio delle nostre possibilità, se ciò non è riconosciuto dall'altro, vuol dire che lo stiamo facendo in maniera inefficace, in quel momento, per i bisogno dell'amato. E questo può essere reciproco.
A questo punto bisogna diventare consapevoli che probabilmente non sappiamo ancora amare noi stessi in modo appropriato, e che è forse per questo che manchiamo di dare amore in modo efficace, perché in realtà ancora sotto sotto lo elemosiniamo, mentre ostentiamo il contrario.  E questa è una finzione che il cuore di chi ci sta intorno percepisce. Manca la generosità di quell'amore che, sovrabbondante, dovrebbe traboccare da noi, se solo fossimo pieni dell'amore per noi stessi innanzitutto, in quanto degni figli della terra e del cielo, non sciocchi narcisi persi nell'auto adorazione ma sempre bisognosi di conferme esterne. La certezza di amare può essere espressa soltanto quando il dono è disinteressato, non pretende nulla in cambio ed è senza aspettative di sorta; quando si rivolge soprattutto alla dimensione essenziale dell’altro.
Allora la qualità e la potenza di quest'amore cosciente e libero non può che contagiare, non può che toccare il cuore di chiunque ne venga in contatto. Solo in questo caso, chi rifiuta il nostro amore, si deve prendere la responsabilità della chiusura della porta d’accesso al suo cuore dei doni che vengono offerti. Ci sono momenti, durante una crisi di un rapporto, relazione affettiva, che preannunciano una rottura definitiva, una separazione.
Sono momenti importanti che si dovrebbero vivere con il cuore, ma anche con lucidità e discernimento.
E’ forse quella l’occasione giusta per elaborare il probabile lutto, se ancora permangono i motivi d’amore che hanno formato la coppia, l'amicizia affettuosa. E’ quello il tempo propizio per riflettere seriamente sulle ragioni di fondo che hanno causato i problemi, che hanno interrotto la comunicazione o comunione.
Si vorrebbe cedere all’ansietà, alla tentazione di rimuovere il disagio, di scansare la sofferenza creatasi. E' comprensibile e umano.                       
Quindi si vorrebbe cercare al più presto il modo di riconnettersi con l’altro per alleviare la pena del distacco, della mal sopportata solitudine…  
Si dovrebbe avere il coraggio di stare con noi stessi fino a quando non ci siamo ben chiariti; fino a quando abbiamo valutato e definito con onestà i nostri veri sentimenti e interessi che ci legano intimamente all’altro. Senza colpevolizzare e colpevolizzarci ma vanno esaminati alla luce impietosa della sincerità verso noi stessi e verso l’altro.
Vedere la qualità e la forma affettiva e d’amore che sappiamo dare e ricevere, senza strumentalizzazioni. rivendicazioni e aspettative che non saremmo in grado di soddisfare.
Considerare le possibilità e le prospettive reciproche in merito alle nostre caratteristiche psicologiche ed esistenziali, seppur disponibili a taluni cambiamenti. Tutto ciò per non ripetere gli stessi errori in un'eventuale riappacificazione, per non riproporci ancora con gli stessi meccanismi psicologici che ci hanno portato a quella spiacevole situazione.
Per far questo occorre pazienza, coraggio e fiducia e un vero lavoro su se stessi, che ci riporti a una nuova Consapevolezza maturata, oltre ad una grande capacità di accettazione.
Per cui sarebbe auspicabile che noi fossimo in grado di elaborare bene le ragioni che ci hanno portato a questa condizione di non comunicabilità, per trovare una comprensione che ci aiuti a trasformare questa importante esperienza in un’occasione di ulteriore crescita personale e di relazione.
Non è facile, ma se c’è ancora amore, è possibile. Altrimenti se non fosse possibile ristabilire una riconnessione amorevole, e rimanendo immutati l’affetto e la stima, è sperabile che fra due persone intelligenti, che almeno non si faccia mancare la propria preziosa amicizia.
Quella sì sempre possibile, a mio parere. Invece è proprio quello il momento per lavorare su di noi, per conoscerci meglio. Spesso, noi non vogliamo vivere il mistero e la magia l'amore, ma soltanto non sentirci soli, avere una compagnia fisica, una relazione confortante o una passione eccitante... L'amore che non si può perdere in realtà appartiene ad una dimensione diversa dal pretendere, dal volere... dai fondamenti dell'amore egoistico. Soltanto quando non abbiamo più l'attitudine all'amore possessivo, l'amore vero si fa individuare è offre l'occasione d'esperienza profonda.
Questa opportunità è sempre a portata di mano: proprio perché si può amare da subito e senza condizioni, a prescindere dai tornaconti che si potrebbero avere.
E' importante quindi riconoscere quando si è nella codipendenza, quando si è presi dall'attaccamento. Quelli sono proprio i segni che c'è qualcosa che non va e che lil rapporto è destinato ad andare in  crisi.
Quando la coscienza è rivolta verso l’oggetto esterno si oscura il discernimento. L’essere non vive più libero da ciò da ciò che desidera e che attende.
Finché c’è un io e un oggetto d’amore, c’è desiderio di possederlo, di unire l’io all’oggetto. Vivere l’Amore, la Pace profonda, la Pienezza, è non essere più separati, è realizzare che lo spazio tra l’io e l’oggetto è sofferenza o piacere, e ciò non è che una formazione mentale. Quando la mente tace, lo spazio, l’io, l’oggetto, sono assorbiti nella Pace.

 
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Commenti al Post:
atisha0
atisha0 il 25/11/09 alle 12:49 via WEB
..le tue sono belle parole che condivido.. ma vorrei sottolineare l'importanza di far cogliere coscientemente un punto fondamentale: l'amore nella coppia anche evoluta è di per sè un interesse e non può svincolarsi dall'aspettativa del dare e ricevere. il solo interresse verso l'altro è già interesse.. l'amore sublime non può esistere nella coppia e nemmeno nel nostro piano umano.. ecco, questa la mia conclusione " a fine lavori" sia per non confondere l'intenzione dei grandi maestri ed il coraggio di guardarci in faccia fino in fondo.. poi, saper fare a meno di tutto è sublimazione totale, ma a quel punto anche la coppia in quanto tale, non ha più senso di esistere..esiste l'Uno ed il mondo.. ciao, namastè.. :)
(Rispondi)
Praj
Praj il 25/11/09 alle 13:29 via WEB
Certo, anch'io condivido le tue osservazioni. Anche l'amore, aldilà di ogni idealizzazione, va riportato a terra per confrontarsi con le inevitabili difficoltà e interessi specifici, di ogni ordine e grado, che ogni coppia deve affrontare. Quindi proprio per questo l'amore terreno fra due individui in coppia, necessita di accurata manutenzione, se si vuol farlo durare, funzionare e godere, al meglio delle sue possibilità. Periodicamente vanno lubrificati i meccanismi della comunicazione, cambiati alcuni pezzi che mantengono la funzionalità del rapporto. Spesso va controllato bene, con calma, lucidità e fiducia, se la relazione è in stato di "sicurezza" affettiva, stando attenti però a non trascurare scricchiolii e crepe, sempre possibili. Non dando mai niente per scontato: perché è sempre possibile il rischio è che il gioco si rompa, senza che ce ne accorgiamo. E che poi si rimanga sorpresi della rottura. La trascuratezza della realtà e le problematiche che essa comporta è sempre pericolosa, soprattutto nei sentimenti verso l'altro. Il tutto va fatto con comunque con gioiosità e senso dell'umorismo. Quando è fatta una costante manutenzione, attraverso l'attenzione consapevole e la passione per il dono che abbiamo ricevuto nell'essere in amore con qualcuno, si è nelle condizioni di accettare che il fato possa anche cambiare le carte in tavola. Niente è mai sicuro. Tutto è possibile. Ma almeno, anche se dovesse finire l'amore mondano, per qualche motivo non in nostro potere, avremo la coscienza a posto nel sapere di non avere sprecato la fortuna che ci era stata offerta nell’essere amati e nel riamare. senza rimpianti, senza rimorsi. Saremo grati alla vita di averci offerto questa meravigliosa esperienza di crescita umana, restando aperti e sereni. Ti ringrazio, cara Ati, per le importanti precisazioni che mi hai offerto le quali servono a realivizzare dimensioni affettive di coppia che potrebbero invece sfociare in inconsapepevoli e velleitarie. illusioni romantiche. Ciao e namastè! :-))
(Rispondi)
 
paralotti
paralotti il 25/11/09 alle 14:02 via WEB
E' incredibile Praj come un filo d'oro, invisibile unisca i ns cuori, un unico pensiero, le stesse parole, le stesse emozioni su di un tema universale che tocca tutti: l'Amore fra due esseri! Nessun commento amico mio, c'è soltanto da raccogliere e assimilare i doni che con tanta saggezza e amore ci doni, mi doni:-) Grazie Otto
(Rispondi)
 
 
Praj
Praj il 25/11/09 alle 14:14 via WEB
E' davvero mirabile questa sincronia. Anch'io ne rimango sempre stupefatto ogni qualvolta mi si presenta dinnanzi. Ho appena commentato il tuo magnifico e toccante post, guarda caso affine e sincronico al mio. Con quello ti sei fatto conoscere ancor di più e lo hai fatto con una apertura di cuore e una sincerità lodevole. Ho apprezzato molto quanto hai scritto e mi sono inchinato di fronte a quelle sentite parole, quella testimonianza così intensa. Grazie a Te, per quello che anche tu ci offri con tanta generosità. Un affettuoso e amichevole abbraccio. :-)
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ivost
ivost il 25/11/09 alle 14:38 via WEB
Vero! Peccato che per questo si debba essere in,,,due,,, :-D Per questo sono d'accordo con Atisha (e con te che le rispondi) che mette i puntini sulle i,,,
Io credo che l'interesse dei "partecipanti" al rapporto esteriore tra i due sessi, dovrebbe essere rivolto al Rapporto stesso (d'Amore) e non ai "partecipanti"!
Come una "tecnica" d'approccio all'Amore Vero ed interiore ed a questo dovrebbero essere rivolti tutti e due i "soggetti", ma questo è il problema più grosso,,, :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 25/11/09 alle 15:22 via WEB
Credo di capire ciò che vuoi dire, ma quel che conta, a mio avviso, è che ognuno dei due soggetti dovrebbe provare a fare in modo di contribuire ad una relazione di coppia sempre più matura, sotto ogni aspetto. Ovvero, responsabilizzarsi in prima persona e non impuntarsi su rivendicazioni, richieste e aspettative e quant'altro, ma piuttosto offrirsi per quanto può e sa dare con espansione e complicità crescenti. L'importante è crescere insieme, tuttavia, allo stesso tempo, sarebbe bene cercare di ampliare la propria consapevolezza e apertura di cuore in modo di aiutarsi reciprocamente a costruire un rapporto saldo e via via più profondo, intimo. Su queste basi si può poi tendere a quel che tu chiami Amore Vero e che io chiamo Amore Cosciente. E' un viaggio tutto da compiere, esperienza dopo esperienza... con cadute e ricadute, con sorrisi e lacrime... con una consapevolezza matura da ambedue i soggetti, la sola dimensione che puo far fiorire un rapporto di coppia, rendendolo maturo e armonico, seppur umano e imperfetto. Ciao! :-))
(Rispondi)
morbida1dgl
morbida1dgl il 25/11/09 alle 15:52 via WEB
"E se le circostanze della Vita fanno in modo che si offra l'aiuto necessario perchè la Coscienza lo impone, (malattia grave)e chi riceve il dono prima lo accetta e poi schernisce chi lo offre,è sempre inefficace il modo? Grazie Praj!
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 25/11/09 alle 18:51 via WEB
Evidentemente è stato inefficace, ma ciò non toglie che chi ha offerto disinteressatamente il suo aiuto si senta a posto. Questo perchè ha fatto quel che sentiva e poteva in quei momenti in cui era coinvolto in una relazione co-dipendente. Restare delusi o sconfortati dalla risposta al nostro dare affetto o amore non deve farci cambiare la nostra attitudine all'essere sempre aperti, disponibili, ma ci deve solo insegnare a non farci delle aspettative, a dare a fondo perduto, a diventare capaci di donare comunque, indipendentemente dai dinieghi. Sarà una esperienza, soprattutto se dolorosa, di cui dovremo fare tesoro Con questo spirito si riuscirà sempre ad andare oltre ogni delusione o illusione che possiamo avuto. Recuperare una piena Consapevolezza ci porta sempre fuori da ogni senso di colpa, lenisce le ferite affettive, e ci rende sempre pronti ad iniziare nuove esperienze, oltre che lasciare alle spalle situazioni finite o andate male. In più ci rende capaci anche di stare soli, senza la necessità di nevrotiche stampelle. Per il resto, il problema, casomai, l'avrà colui che ha mal compreso o mal gestito il dono offerto. Grazie a te, amica... Ciao e Namastè! :-)
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morbida1dgl
morbida1dgl il 25/11/09 alle 19:44 via WEB
La Compassione è stata offerta dopo la relazione co-dipendente..(Primo ego nascosto) Quel tipo di relazione si attua quando l'autostima dei soggetti in questioni "vacilla"oppure come dirsi volgia quando l'ego non è ben affermato...:-) Per paradosso per poter osservare l'ego, non ci sarà bisogno prima di manifestarlo? La buca nel Sentiero della Consapevolezza corrisponde ad una tappa obbligata prima di proseguire.. Namastè!
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Praj
Praj il 25/11/09 alle 20:49 via WEB
L'importante è che sia emersa una autentica Compassione. Quella davvero fa la differenza e fa bene anche a chi la esprime. E' vero, anche che l'ego deve essere ben manifesto per potere essere riconosciuto e gestito. Lo scivolone nel sentiero ci sta, capita a quasi tutti, e serve appunto a darci l'opportunità di maturare, d'imparare da ciò che ci è accaduto. Non credo però che ci si debba soffermare oltre misura su ciò che è ormai passato. Occorre ricentrarsi nel presente e guardare e sentire la vita che sempre si ripropone come nuova occasione d'incontro. Questo lo si fa al meglio se non si viaggia osservando lo specchietto retrovisore, ma se si rientra in contatto con il corpo e con lo spirito con il ciò che è ora. La magia dell'amore, da questa attitudine, trae nutrimento e offre possibilità sempre diverse, nuove. Un sorriso e un augurio... Antonella. Namastè! :-)
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morbida1dgl
morbida1dgl il 26/11/09 alle 06:11 via WEB
Con le mani e con i piedi ci si rialza traendo l'insegnamento da ciò che avviene e dagli "alberi" come te che sono al lato della "strada", consci che ogni buca corrisponde ad un'occasione di crescita interiore. Un abbraccio amorevole e grazie ancora AmicoPraj:-) Namastè!
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Praj
Praj il 26/11/09 alle 09:40 via WEB
Non si devono temere le cadute, ma piuttosto la non voglia di rialzarsi. Il vero pericolo che può esserci nelle sconfitte e fallimenti sono lo scoramento, l'mergere dello scetticismo o del cinismo. Lì si soccombe totalmente al dominio della mente egoica. Invece, quando non ci si scoraggia e non ci si lascia vincere dalla depressione, ecco che allora si presentano degli appigli e sostegni inaspettati che ci aiutano a risalire dalle buche in cui ci siamo infilati. La parole chiave sono dunque: Fiducia e perseverenza. Grazie a Te, amica Antonella, che con altri amici, mi regalate generosamente una stima che apprezzo di cuore. Namastè! :-)
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evacampana
evacampana il 26/11/09 alle 09:12 via WEB
stampato, leggo con calma
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Praj
Praj il 26/11/09 alle 09:28 via WEB
Grazie per l'attenzione. Buona lettura, allora! Un sorriso :-)
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kivon
kivon il 26/11/09 alle 12:01 via WEB
Ciao praj,questo che ti scrivo non centra quasi niente con il post.Allora, mi chiedevo ma il testimone o l'osservatore deve essere posizionato in un posto specifico?Cioè a me a volte stà dietro la testa, a volte dietro il collo, a volte comprende il torace e la testa da dietro,quando vado a dormire è all'internodella testa ma molto spesso è come una platina più o meno sottile tra la fine della testa e l'inizio delle spalle dietro di me.
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kivon
kivon il 26/11/09 alle 12:09 via WEB
E mi chiedevo è normale che è in movimento oppure devo stabilizzarlo in un punto ben preciso?Io penso che è normale che sia in movimento e in mutazione anche perchè ho letto qualche centinaio di libri e non c'è nessuna dritta a riguardo.AH poi un altra cosa,osho dice che per i tipi emotivi come me la via dell'osservazione non è indicata ma è indicata la via del perdersi totalmente nell'azione identificandosi con essa al punto che rimane solo l'azione però l'ho provata per molto tempo e non è che mi ha dato tanti frutti .Bene allora aspetto le tue utili risposte a queste mie due domande .Un sorriso :-) a te e a tutto il forum. Kivon
(Rispondi)
 
 
kivon
kivon il 26/11/09 alle 12:16 via WEB
P.S Anche se sò che hai capito cosa intendo per perdersi nell'azione osho dice che questo è il sentiero dell'amore e della devozione di cui ne fanno parte mira, chantya, e questo sentiero è anche chiamato bakthi yoga.
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Praj
Praj il 26/11/09 alle 13:44 via WEB
Sì, lo avevo compreso. Se senti quella via, percorrila con Fiducia fino in fondo. E' quella che chiamo la Via dell'arresa, dell'abbandono, dell'accettazione totale... E' anche la mia Via. :-)
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Praj
Praj il 26/11/09 alle 12:30 via WEB
Se hai realmente approfondito la via della meditazione, dell'osservazione distaccata e non hai ricavato nulla di utile per la crescita interiore, allora quella via non fa per te. Se neppure la via dell'azione disinteressata ti è stata proficua, non ti resta che la via del Cuore, dell'abbandono al ciò che sei. Puoi leggere tutti i libri che vuoi ma se non comprendi il succo dei messaggi che ti vengono indicati, allora è difficile non girare in tondo e non restare prigionieri della mente discorsiva. Non ti resta che accettarti così come sei, confuso, e rilassarti senza ulteriori agitazioni tese a modificarti in meglio. Forse ciò ti può aprire a intuizioni che sbloccano il tuo impasse nella crescita, il tuo disorientamento. Prova a darti una calmata e smetti di ricercare ansiosamente. Lascia decantare i pensieri spirituali ossessivi, e fai spazio al silenzio e all'apertura del cuore. Forse potrebbero aprirsi degli spiragli che ti indicano la via da percorrere più adatta a Te. Ciao Kivon, un sorriso :-)
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Praj
Praj il 26/11/09 alle 12:14 via WEB
Non sta da nessuna parte nel corpo. E' una dimensione della Coscienza che si manifesta come Presenza neutrale, impersonale, ma non è nè un oggetto né un soggetto. Il Testimoniare è la consapevolezza stessa; è la Pura Osservazione senza un qualcuno che si percepisca testimone. E' la Coscienza noumenica che Osserva i fenomeni dela manifestazione. Un sorriso :-)
(Rispondi)
 
 
kivon
kivon il 26/11/09 alle 12:26 via WEB
wau già mi hai risposto,praj lo sai che mi piace questo blog perchè è semplice ed è propio questa semplicità il suo punto forte mi trovo propio bene,sai ogni volta che vengo sul blog vado a vedere se è pronto il sito anche perchè già ho visto qualcosa e devo dire che è positivamente disarmante ok praj allora ci si scrive a presto.
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 26/11/09 alle 13:38 via WEB
Mi fa piacere che trovi nelle mie parole una sostanziale semplicità. Infatti, non sono interessato alla mera erudizione la quale, spesso, nasconde una profonda ignoranza della nostra Essenza. Quel che trovo congeniale, per quanto mi è possibile, è cercare di far passare, trasmettere, nella maniera più semplice e chiara il succo delle mie esperienze interiori. Tutto qui. Se riesco nell'intento, almeno per qualcuno, ciò ripaga l'impegno che ci metto nel comunicare e commenta i post. Il rispondere sempre è per me oltre che piacevole e stimolante, "doveroso". Per quanto riguarda il sito lo aprirò quando sarà finito. Non so quando questo accadrà. Grazie anche a Te, Kivon, per il gentile apprezzamento di quel che faccio in questo spazio. A risentirci e Namastè! :-)
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