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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Essere l'originaleIdentità senza età »

La Legge della mancanza

Post n°723 pubblicato il 19 Gennaio 2010 da Praj
 

Quando si è realizzato, in una situazione di necessità o penuria, che sono veramente le dimensioni fisiche essenziali, come la fame e la sete per esempio, a farci apprezzare sia il semplice pane che l'acqua fresca, si può comprendere, per analogia, che l'abbondanza e l'eccesso, all'opposto, non possono che toglierci il senso dell'appagamento intenso.
Questo vale anche per la salute che si apprezza di più quando viene  a mancare, come tutti sanno.
Ecco perchè spesso la scontentezza, l'insoddisfazione, la noia, la caduta del desiderio... pervadono chi ha tutto ciò che vuole, facilmente, senza sforzo, senza conquista.
Se ne deduce pertanto che è piuttosto la sobrietà a mantenere vivo il senso del godimento, il gusto per le semplici cose, un sano e permanente stimolo desiderante, una voglia di vivere non sostenuta  artificiosamente.
E' solo l'appetito reale, sia fisico sia psichico, che dà piacere, che fa assaporare l'esperienza, quando accade; non è l'avere sempre a disposizione quel che si vuole.
Per cui, non è nel avere tutto e sempre che fa godere, che sazia, ma è l'avere inaspettato, quello che ci coglie di sorpresa. E  ciò  succede con maggior possibilità quando si vive nella frugalità, quando la semplice aspettativa di una cosa realmente legata ad un bisogno vero trova soddisfazione.
Questo è una sorta di segreto di pulcinella riguardante la legge della mancanza - sempre che sia relativa - che la mente avida raramente riesce ad intuire. I semplici, in genere, conoscono questo segreto ed è per questo che si accontentano di ciò che hanno, di ciò che provvidenzialmente arriva.



 
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Commenti al Post:
andy571
andy571 il 19/01/10 alle 15:45 via WEB
Argomento intrigante. Forse ciò che veramente accade in queste situazioni (quelle dove qualcuno ha tutto ciò che vuole facilmente) è una perdita di CONSAPEVOLEZZA. E quando manca una costante sensibilità la vita si appiattisce, di colpo perde profumi e sapori. La felicità di chi ha sempre avuto tutto è solitamente ben minore di chi, ad esempio, aveva, ha perso, e ha ritrovato. Allora ciò che hai (ad esempio la salute ;-)) acquista un valore ben differente. Quindi concludendo secondo me ciò che fa assaporare l'esperienza, qualunque essa sia, non è tanto e non solo l'appetito derivante dalla mancanza, ma la presenza derivante da una fulgida consapevolezza. D'altronde questo collima con ciò che guiustamente affermi. La mente, che è avida e costantemente proiettata nel futuro per natura, quando ha tutto ciò che vuole rimane disorientata, senza scopi, si sente inutile. La persona semplice apprezza quello che ha perchè vive consapevolmente nel qui e ora Grazie e un grande abbraccio ;-))
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/01/10 alle 18:33 via WEB
Concordo anche con te per quanto concerne la consapevolezza. Ripeto che con questo post volevo soltanto mettere in rilievo alcuni insights avuti in momenti particolari della mia vita, quando ho avuto modo di scoprire alcuni meccanismi dell'appagamento. Sono stati momenti e situazioni vissuti con una condizione psico fisica di mancanza, di privazione... Quando mi è capitato di ottenere quelle cose, di gustarle in quel modo così gratificante, ho sentito dei picchi di piacere mai più provati a quel livello. E' stato, per esempio, in un momento di grande fame che ho capito che un semplice panino mi poteva appagare più di qualsiasi altro cibo mangiato in un contesto di normalità. Per analogia, questa dinamica psicologica l'ho potuta riscontrare anche in altre circostanze del vivere. Per il resto, noto molte persone che non sanno più gustare con intensità le cose perchè per loro sono cose scontate, una distratta ripetitività che non lascia sensazioni forti, emozioni che si ricordano. Per me è chiaro che è la consapevolezza la discriminante essenziale, ma penso anche che la sobrietà e la temperanza le siano complementari. Sono cause ed effetto l'una dell'altra. E' ovvio che non sia un principio assoluto ma un trucco esistenziale nato da intuizioni empiriche. Naturalmente anche a tutto ciò non deve causare attaccamento. Occorre essere sempre disponibili ad accogliere il nuovo momento, liberi dal passato. Certamente in questo modo, senza comparazione, lo si vive al meglio. Anch'io ti abbraccio sorridendo, caro Amico Andy. ,-)
(Rispondi)
 
 
andy571
andy571 il 20/01/10 alle 13:11 via WEB
...è la consapevolezza la discriminante essenziale, ma penso anche che la sobrietà e la temperanza le siano complementari. Sono cause ed effetto l'una dell'altra... Concordo appieno. La consapevolezza porta INEVITABILMENTE alla sobrietà. Mentre la sobrietà (e non l'austerità che può generare squilibri interni e ovviamente esterni) e l'attitudine interna che ne deriva, sono un buon viatico per ripulirsi da intasanti eccessi, fisici, mentali, emozionali e spirituali e ed accrescere così la nostra consapevolezza ;-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 20/01/10 alle 13:35 via WEB
Un inchino, Andy, alla tua Saggezza. Namastè, amico! ;-)
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morbida1dgl
morbida1dgl il 19/01/10 alle 16:19 via WEB
Assodato che si apprende per differenza, bisognerebbe "semplicemente" comprendere ed educare da dove proviene ciò che si ha o ciò che vorremmo/ebbero i "nostri" pargoli.... Altro modo per osservare la legge di causa ed effetto:-) Buon pomeriggio Amico Praj e Namastè!
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Praj
Praj il 19/01/10 alle 18:51 via WEB
Le tue semplici parole riassumono efficacemente il punto. Si apprende per confronto, per differenza, per analogia... quando si è riflessivi, meditativi, quando si fa tesoro di ogni esperienza, anche quelle che possono sembrare "banali". E' solo la superficialità che alimenta un annoiato e strascicato esistere nella monotonia, che rende incapaci di godere nell'ordinarietà. Un abbraccio sorridente, Morbida amica. Namastè! ;-)
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sofiastrea
sofiastrea il 19/01/10 alle 17:19 via WEB
frenare gli appetiti non è facile in una società che ti ha e ti insegna a strarippare o stratrippare fino alla nausea...frenare per ottenere il giusto equilibrio che porta ad assaporare tutto ciò che facciamo. La consapevolezza ti offre questo equilibrio, la mente invece soffre di bulimia ma anche di anoressia quando vuole assomigliare alla Consapevolezza, manca completamente di freni :-))
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Praj
Praj il 19/01/10 alle 18:43 via WEB
La mente infatti soffre di bulimia strutturale. Infatti, quando vuole liberarsi, senza consapevolezza delle cause che la determinano, cerca nell'anoressia, andando all'opposto, una sorta di fuga da un disagio, uno star male, che non controlla. E' invece nella Via di mezzo che si ritrova l'equilibrio che ridona il pieno senso della vita, una armonia perduta. Sicuramente non negli estremi, che sono sempre effimeri e pericolosi, se non distruttivi, sotto molti punti di vista. Ciao! ;-)
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ormalibera
ormalibera il 19/01/10 alle 17:40 via WEB
Non credo che con la mancanza si arrivi alla meta. C'è tanta gente che vive in miseria e condisce tutto con la collera di vedere altri che sperperano sulle sue lacrime e sul suo dolore. Non è la mancanza ad offrirci il godimento, il piacere, la consapevolezza di quel che abbiamo. Ma semplicemente basta la consapevolezza, l'uso che si fa delle cose e di se stessi. Mentre bevi sii nell'acqua che entra nella tua bocca e tutta l'acqua del mondo sarai tu. Mentre mangi abbandonati a quel mangiare, assapora, mastica, fermati, senti quanto viaggio ha fatto quell'alimento. Quanti hanno lavorato e donato se stessi per quel tuo boccone che ti permette di continuare a vivere. Mentre fai l'amore non pensare, lascia che ogni senso sia vivo e presente alla tua azione. Mentre parli sii nella tua parola e quando ascolti sii nel suono che giunge al tuo orecchio. Solo allora la vita diventa vita. Un caro saluto
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Praj
Praj il 19/01/10 alle 18:03 via WEB
Ovviamente sono d'accordo per ciò che riguarda la consapevolezza. Certamente la consapevolezza dona intensità a ciò che si prova, si vive, sperimenta... In realtà non parlavo di mancanza come miseria, ma come scelta di sobrietà consapevole al fine di non perdere la sensibilità nell'assuefazione dell'avere meramente consumistico. Ciò scaturiva da intuizioni provenienti da esperienze e osservazioni. Io ritengo che l'eccesso e l'abbondanza riducano, in senso psicologico e fisico, il piacere di gustare le cose semplici, tendano ad ottundere in qualche la stessa consapevolezza se non si è più che attenti. Ricambio il caro saluto, Orma libera. Un sorriso :-)
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joiyce
joiyce il 19/01/10 alle 18:48 via WEB
Bramate l'AUSTERITA e rinnegate il DESIDERIO. L'austero gode dei bisogni primari: beve per dissetarsi, mangia per nutrisrsi...gode dell'ESSENZIALE, ed è FELICE. Chi desidera vuole accumulare delle "COSE" vuole il "POSSESSO" vuole appagare solo il suo EGO la sua MENTE, è infelice e rancoroso.
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Praj
Praj il 19/01/10 alle 19:11 via WEB
Capisco lo spirito con cui affermi perentoriamente quelle frasi così forti. Io però preferisco usare il termine sobrietà più che austerità. Mi sembra che ciò comporti un maggiore senso di amichevolezza con se stessi, un atteggiamento di gentilezza che non implica scontri e divisioni interiori. La sobrietà è la risultanza di una semplice riflessione che riscontra nei fatti la validità obiettiva del proprio comportamento. Sobrietà non evoca alcun combattimento con qualche parte di noi stessi , non da un senso di severità nelle scelte, pur conservando l'attenzione a non farsi fagocitare dal consumismo, dal senso del possesso e dell'avere, dal delirio dell'apparire. L'austerità può prestarsi alla formazione di un ego spirituale o ideologico. Grazie del tuo apporto complementare, Joyce. Un amichevole sorriso. :-)
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joiyce
joiyce il 21/01/10 alle 14:24 via WEB
INCHINO.
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Praj
Praj il 21/01/10 alle 18:56 via WEB
Inchino. :-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 19/01/10 alle 18:51 via WEB
..nomini la noia, già, la noia.. proprio ora stavo scrivendo al figlio qualcosa sulla noia.. tutto è noia se non si viaggia sulla stessa lunghezza d'onda.. ma questo è un altro post. il tuo stimola quel po' di consapevolezza per imparare ad apprezzare, godere le piccole cose.. senza averle sempre a disposizione.. Utopia per la massa, una chicca invece per il ricercatore che dovrà riscoprire l'aspetto di questa "legge".. un po' di neti neti è accadere naturale. il periodo propizio è alle porte per tutti, anche senza toccarci i... ) ciao, notte bella :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 19/01/10 alle 19:24 via WEB
Vedo che hai compreso bene il senso del principio psicologico che volevo trasmettere, condividere. E' certamente più facile che il ricercatore attento scopra quel principi basilare nel cammino. Per l'individuo-massa invece, "drogato" dai mille specchietti per le allododole, dai pifferai magici, la consapevolezza di questo stato di dipendenza, che ingoia di tutto, di più, in ogni senso, è senz'altro più arduo che possa ritrovarla. E' solo una crisi dovuta a questo modo di vivere che può portarlo a rivedere la sua condizione di coscienza alienata nell'essere soggetto inconsapevole di un meccanismo psico sociale che lo ha reso un mero produttore-consumatore. Splendida e serena notte anche a Te, cara Ati. ;-)
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hengel0
hengel0 il 19/01/10 alle 19:26 via WEB
Grazie per questo post..Passando ti lascio una serena serata!Hengel
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Praj
Praj il 19/01/10 alle 19:28 via WEB
Grazie a Te, Hengel, per il gentile passaggio e commento. Un sorriso. :-)
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drolma
drolma il 20/01/10 alle 09:25 via WEB
Forse siamo veramente troppo distratti dalle cose superflue che ci circondano. Ieri pomeriggio sono uscita dal lavoro un'ora prima e come al solito ero di corsa perchè dovevo sbrigare delle faccende "urgenti", ad un certo punto, ad un semaforo, alzo gli occhi al cielo e vedo un azzurro magnifico, un colore indescrivibile, il pomeriggio stava lasciando posto alla sera ed il cielo stava diventando blu.Uscendo dal lavoro un'ora prima ho potuto godere di questo spettacolo che mi ha riempito il cuore, ho respirato a pieni polmoni l'azzurro intenso ed ho goduto di questa magnifica sensazione. E allora ho pensato a quante piccole grandi cose ci perdiamo tutti i giorni, presi come siamo dalla frenesia, per che cosa poi me lo chiedo spesso. Ed è proprio vero, Praj, è l'avere inaspettato quello che ti fa godere, era un bel po' di tempo che avevo scordato l'azzurro del cielo. Gioiosa giornata:-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/01/10 alle 09:54 via WEB
Cara Amica, hai offerto una semplice quanto significativa testimonianza riguardo a ciò che intendevo esprimere nel post. Infatti, è così che succedono quei momenti in cui si vive con intensità maggiore le esperienze sensibibi che riguardano la psiche, il corpo e lo spirito. E' vero, spesso siamo distratti, assorbiti dalla routine mentale e non siamo aperti ad accoglieri i segni che anche le piccole cose ci poossono offrire. Moltissime di queste esperienze sono capitate anche a me, ed è stato appunto quell'esperire che ha ispirato le riflessioni immesse nel post. Che il cuore sia sempre più riempito da questi istanti gioiosi e inaspettati. Felice e solare giornata, Drolma. :-)
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olena63
olena63 il 20/01/10 alle 17:16 via WEB
Ciao, Praj! Leggendo il tuo post mi e' venuto il mente il mio Albero. Ogni volta,andando al lavoro, passo sotto un albero. I suoi rami (forse, per dimenticanza di proprietario) sporgono fuori dal cortile. E' un pino. Ogni volta, passando sotto i suoi rami, faccio in modo, che mi accarezzano i capelli... Mi rallento i passi, qualche volta anche fermo un attimo. Questo attimo e' un regalo giornagliero che faccio a me stessa. Una carezza attesa, voluta, gradita sempre... Una piccola carezza, un attimo fermo, un gesto di amore, che porto dopo nel cuore per tutta la giornata... Nessuno non sa del mio Albero. E' il mio piccolo segreto. Che aiuta tanto a sentirmi viva. Grazie, Praj! Un sorriso speciale, Ole
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/01/10 alle 18:01 via WEB
Che bello questo particolare racconto del tuo vivere quotidiano, Ole. Sono questi, per me, i gesti, i momenti che danno sapore alla giornata. Sono un segno di sensibilità e maturazione interiore che vanno però conquistati attraverso un percorso di consapevolezza e apertura. Buon per te dunque che tu possa gustarli aldilà delle solite cose che si possono comprare all'effimero mercato del consumismo senz'anima. Ricambio il sorriso. Grazie a Te, Amica. :-)
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ivost
ivost il 21/01/10 alle 09:57 via WEB
Che belle emozioni leggere di queste emozioni! ;-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 21/01/10 alle 11:56 via WEB
Sì vede che fanno risuonare in te un qualcosa che hai vissuto e che riconosci come reale. Ciao, Ivo! ;-)
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