Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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La trasgressione dell'essere ordinari

Post n°731 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da Praj
 

In un mondo in declino di valori come il nostro, chi riesce ad accettare consapevolmente la propria ordinarietà, quel che è, serenamente, diventa un trasgressivo, un anticonformista... quasi un diverso che canta fuori dal coro. Pochissimi hanno questa forza. I più sono sopraffatti dalla voglia di apparire quale smania di un ego esaltato o depresso.
La bellezza dell'essere semplici è virtù poco praticata, tantomeno valorizzata dai mercanti d'immagine, dai trafficanti d'effimere ambizioni, dai spacciatori di sogni malati.

La reale trasgressione alla ubriacatura imperante delle menti alla rincorsa della visibilità o dell'omologazione, alimentata dai media e dalle ideologie dominanti, è starsene tranquilli, fuori da questi giochi insani e non farsi prendere dal delirio narcisistico di volere lasciare comunque segni della propria follia. Tutto il resto è ego, banale lamento e  pelosa ipocrisia.
Si può dire che questo paese non è un posto per saggi, vecchi o giovani che siano.




 
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Commenti al Post:
mirea5
mirea5 il 05/02/10 alle 15:43 via WEB
ci addestrano fin da piccoli a scappare dal ns io più autentico.... siamo schiavi. ...vorrei riuscire a vivere un attimo da persona libera..... la mia anima grida da troppo tempo. ciao praj, sei in gamba. mirea5
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/02/10 alle 15:58 via WEB
Diveniamo schiavi solo se ci facciamo incantare, dalle sirene, dai pifferai... E' un compito arduo rimanere sani, senza far solo finta di esserlo. Ma è doveroso cercare di rimanere se stessi, senza snaturarci per assecondare un mondo che ci considera numeri. Grazie, Mirea. Un saluto sorridente. Namastè! :-)
(Rispondi)
mirea5
mirea5 il 05/02/10 alle 17:28 via WEB
come si diventa...sè stessi? come riconoscere il ns vero io? aiutami praj. mirea5
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/02/10 alle 18:26 via WEB
Non si diventa se stessi, si è già se stessi, Mirea. Non si riesce però a diventare consapevoli di quel che si è veramente perchè siamo identificati con le maschere che usiamo per rappresentarci, perchè incapaci di accettarci e perchè abbiamo la paura di non essere accettati. Quindi, paradossalmente dobbiamo fare una specie di "lavoro" su noi stessi per diventare quel che già siamo. E' un incredibile viaggio a ritroso verso la sorgente originaria del nostro Essere. Non è facile, per il livello di consapevolezza che abbiamo, anche se in realtà sarebbe la cosa più semplice di questo mondo. Il nostro "vero io", il Sè, si riconosce quando ci si è spogliati di tutte le sovrastrutture che si sono sovrapposte e ci impediscono di Vederlo. Quella nudità essenziale appare quando varchiamo la soglia della Comprensione reale, quando il velo della illusione cade, quando il cuore ritorna a battere naturalmente senza bisogno di artifici e finzioni. E qui ognuno è medico di se stesso. Se l'anelito per riscoprire se stessi è intenso... succede, l'esperienza insegna, che l'aiuto arriva. Io non sono in grado di aiutare nessuno. Sono ordinario come molti. Non ho nessun genere di potere o carisma... e confido solo nella Grazia del Divino, accogliendo però un messaggio che mi ha sempre toccato: aiutati che Dio ti aiuta. Un abbraccio sorridente :-)
(Rispondi)
 
 
kivon
kivon il 06/02/10 alle 17:00 via WEB
Ciao a tutti,ciao praj.Sai cosa stò facendo mi sono appena finito di scolare una bottiglia di vino e sono in una non beatitudine piena.E questi scritti mi hanno spinto a dire la mia cioè semplicemente parole provenienti dal desiderio di avere straordinarietà grandezza; e essere il più piccolo al mondo così quando incontro una persona vittima del suo inconscio come me ,posso far finta di stare peggio di lei per farla stare un pò meglio.Ritornando alle mie parole introduttive a me piace camminare su due gambe perchè per troppo tempo ho camminato con una cioè con una protesi al posto della mia gamba straordinaria come ce l'hanno tutti.E ben venga diventare un coelho o un osho oppure un padre pio perchè questo puo solo significare che siamo i più ordinari straordinari, più straordinari di obama,berlusconi e il papa ratzingher.Questo vuol dire camminare su due gambe dopo essersi allenati a rafforzare prima una poi l'altra.Un saluto da un ordinario che vuol diventare straordinario e viceversa kivon...
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 06/02/10 alle 19:13 via WEB
Allora ecco cosa mi ha insegnato un Grande Maestro: " Una delle verità fondamentali della vita è che la persona ordinaria è proprio quella che si crede straordinaria. Nel momento in cui accetti il tuo essere ordinario diventi straordinario. Nel momento in cui accetti la tua ignoranza, il primo raggio di luce ha toccato il tuo essere, il primo fiore è sbocciato. La primavera non è lontana." (Osho) Medititando su questa perla di Saggezza ho ritrovare la mia ordinarietà. E' stata la chiave giusta. Un caro saluto sorridente, Kivon. Namastè! P.S. Occhio alle bottiglie... mi raccomando! ;-)
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cherie_jo
cherie_jo il 05/02/10 alle 22:35 via WEB
viviamo nell'esteriorità, nella materialità assoluta,impregnati di cose futili, siamo noi singoli individui a cambiare l'universo........emanando energia d'amore, trasmutando i sentimenti e pensieri negativi,generando compassione ed emanando luce e raggiungendo la consapevolezza del nostro essere con la massima espressione della nostra anima. JOLIE
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Praj
Praj il 06/02/10 alle 10:11 via WEB
Sono d'accordo, Jolie, con le tue osservazioni, impregnate di positività e di visione consapevole. E' vero, l'esteriorità è l'ossessione dei nostri tempi: se non appari, non sei. da ciò la rincorsa all'apparire, comunque e dovunque. Questo condizionamento collettivo non può che creare disvalori. Se non s'invertirà questa tendenza il degrado e la decadenza dei costumi e dell'etica saranno inevitabili. Un saluto sorridente e speranzoso, dunque. :-)
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antonella.2009
antonella.2009 il 06/02/10 alle 15:06 via WEB
Questa è l'epoca dell'esteriorità, è molto più semplice guardare fuori, scaricare sugli altri tutte le responsabilità. Beh c'è molta più soddisfazione a diventare responsabili delle proprie scelte e comportamenti! Praj non so più come ringraziarti vorrei trovare un modo diverso non vorrei essere monotona ma che vuoi il migliore è sempre il più semplice: GRAZIE! Namastè amico caro ^_^
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 06/02/10 alle 15:36 via WEB
Essere autenticamente soddisfatti di sè, della propria ordinarietà è un grande punto d'arrivo. Potrebbe sembrare semplice arrivare a tale meta e invece è il culmine di un viaggio di spoliamento difficile. Quanta zavorra va tolta, prima di sentire quella leggerezza che proviene dalla naturalezza dell'essere veri! Il miglior modo per ringraziare è dire semplice mente grazie o mostrare un amichevole sorriso. Il dare e avere è sempre reciproco: Ringraziando me, stai ringraziando te stessa allo specchio. Un caro e sorridente abbraccio, cara Antonella. Namastè! :-)
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