Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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VOLENTI O NOLENTI

Post n°770 pubblicato il 21 Aprile 2010 da Praj
 

La sofferenza appartiene alla dimensione personale. Anche il dolore che può comportare e dimostrare la nostra inadeguatezza di fronte al dolore altrui, il nostro sentirci impotenti, incapaci... fa parte del nostro cammino di trasmutazione coscienziale. E' inevitabile, perchè è necessario.
Per quanto si possa entrare in empatia con l'altro, per quanto si possa stargli vicino, aiutarlo al meglio delle nostre possibilità umane... avvertiamo che c'è un punto in cui di più non si può fare. L'altro rimane alla fine sempre solo con il suo dolore. Lo stesso vale per noi.
Avrà pure il conforto, l'amore, l'amicizia intono a sè, nel migliore dei casi, ma in sostanza sarà solo di fronte all'esperienza interiore che dovrà viversi.

Questo solitario soffrire serve a farci crescere dentro, a conoscere più a fondo la nostra natura essenziale, la nostra vera identità. Se non ci fosse il dolore si resterebbe in superficie, ci attaccheremmo solo alla dimensione egoica del nostro esistere, perdendo l'occasione di conoscerci più profondamente. La sofferenza ci obbliga invece a guardare con una prospettiva diversa il senso della Vita, volenti o nolenti.



 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 21/04/10 alle 16:10 via WEB
Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente. (Pessoa F)Stavo postando questa breve poesia di Pessoa e ho incontrato il tuo post, ho sorriso ...anche se su posizioni diverse la sofferenza fa da controaltare alla vita di chiunque, Pessoa ne intravedeva il "piacere/dolore della recita" in questo caso consapevole...comunque è una strada che porta alla chiarezza...come seguire una strada dissestata, c'è rischio di cadere, ma è ben chiara a chi vuol capire. :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 21/04/10 alle 16:29 via WEB
La strada è inevitabilmente dissestata. Le buche e le crepe s'incontrano prima o poi. Se si prosegue lo stesso, s'impara... sempre si voglia imparare. Cercare autostrade... non porta mai a Casa, ma a caselli chiusi. Un sorriso :-)
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 21/04/10 alle 17:32 via WEB
Come ben dici la sofferenza appartiene alla dimensione personale, va conosciuta e solo nella consapevolezza è possibile tramutarla in forza di cambiamento. La sofferenza non è la parte negativa, ma la parte scritta del foglio bianco che deve essere abinata agli spazi vuoti (non sofferenza) per essere perfettamente compresa. Buona serata :-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 22/04/10 alle 09:07 via WEB
Condivido. Infatti nella vita non c'è solo sofferenza. Ma questa può servire a guardare più in profondità nel nostro essere. Ciò è molto più difficile quando invece non c'è sofferenza, perchè quando c'è benessere spesso si diventa più superficiali. E' appunto dall'intrecciarsi di queste condizioni di benessere-malessere che la vita assume gusto, sapore, intensità. Un caro saluto. :-)
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ormalibera
ormalibera il 21/04/10 alle 21:42 via WEB
concordo pienamente, purché non se ne faccia una bandiera. La religione ha reso la sofferenza quasi una meta e non un mezzo. L'esaltazione della sofferenza impedisce la crescita perché diventa essa stessa un attaccamento. Un caro saluto
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 22/04/10 alle 09:16 via WEB
Certo non deve diventare una bandiera, Assolutamente, no. E' solo un'occasione, dura, amara, non voluta... ci mancherebbe di crearla artificiosamente. Purtroppo, è vero, alcune religioni hanno strumentalizzato la sofferenza esistenziale per costrurire sopra di essa istituzioni e dottrine di potere. Io preferisco una spiritualità invece che inneggi ad un senso gioioso dell' esistenza vita; una spiritualità che la celebri... però con consapevolezza di tutta la sue manifestazioni, sia di luce che di ombra. Un saluto sorridente :-)
(Rispondi)
claire66
claire66 il 22/04/10 alle 09:23 via WEB
Ciao Praj... condivido appieno. La sofferenza personale o di qualcuno a noi caro ci OBBLIGA ad interrogarci, a conoscerci, e approfondire i perchè della nostra esistenza. Ed a trovare, nella nostra solitudine,la forza ed il coraggio di proseguire e vedere con altri occhi. Grazie per le tue righe. Claire
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 22/04/10 alle 09:48 via WEB
Solo la sofferenza può "obbligarci" ad delle interrogazioni esistenziali più profonde; altrimenti, nella nostra presunzione, ci riterremmo quel che non siamo. Invece - attraverso la sofferenza - possiamo andare a scoprire la nostra vera Essenza, la quale è aldilà di tutto, dolore compreso, e riconnetterci con quel che Siamo veramente, ritornando a Casa, nel Paradiso perduto. Un amichevole abbraccio e un sorriso, cara Claire. :-)
(Rispondi)
antonella.2009
antonella.2009 il 22/04/10 alle 21:52 via WEB
Non ho letto il post. Ti lascio un abbraccio affettuoso e gioioso! Namastè
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/04/10 alle 08:55 via WEB
Grazie per la fiducia a prescindere e per l'abbraccio che ricambio, cara Antonella. Il post può attendere... Ah ah ah! :-)))
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MaggaBaba
MaggaBaba il 23/04/10 alle 08:59 via WEB
volenti o nolenti... quella è la sola Via.. ciao, buona giornata :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/04/10 alle 11:58 via WEB
E' il ciò che E' nella sua inarrestabile corrente. A noi coglierne il senso, fluire in essa, sempre che si voglia fare consapevolmente. Altrimenti, lo si fa comunque, si nuota controcorrente. E ciò comporta dolori ancor maggiori. Buona giornata anche a Te, Magga. Ciao :-)
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