Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« LA SPERANZA E' L'ULTIM...MISTERO »

CAMBIAMENTO

Post n°816 pubblicato il 09 Novembre 2010 da Praj
 

Tutto quello che pensiamo di essere non è che apparenza. Il cambiamento è l'unica realtà di cui possamo essere coscienti e compartecipi.
Si accolga dunque il potere della trasformazione e si lasci che agisca su di noi, contemplandola e gioendo del suo miracoloso e ordinario esprimersi.
La forma cangiante che si dispiega di momento in momento è la mirabolante magia del Sè, del quale noi siamo strumento e sostanza cosciente, sua manifestazione impermanente.



 
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Commenti al Post:
jerah23
jerah23 il 09/11/10 alle 20:14 via WEB
tu sei.. il più bel mandala che abbia mai visto.. ed è per questo che non ti disfo! :))) ciao Praj ;)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/11/10 alle 20:43 via WEB
... WOW!! Grazie... Purtroppo sono impermanente, nonostante sia stato sotto il casco da parrucchiere ore e ore... :))) Ho un caldo mandala in testa... ahahah! Scherzo, porchè embarassado... Hola Jerah ;-)
(Rispondi)
spersadiillusioni
spersadiillusioni il 10/11/10 alle 17:19 via WEB
sai a volte mi sorge una domanda fuoriluogo forse che è questa, ma accettare il cambiamento qualunque esso sia è cosa gista, ma il cambiamanto a volte ci porta a essere qualcosa di ancor peggiore di ciò che siamo, qualcosa che esalta ancor di più a volte l'ego,a volte addirittura ci porta completamente fuori strada, e parlo proprio di fuori strada, fuori percorso, fuori dalla coscienza è poi sempre accettabile il cambiamento che avviene in noi? o dobbiamo dirigerlo nella direzione...e se non sappiamo ancora qual'è la direzione come riconoscere il giusto modo di agire? Questo è proprio quanto ci siamo trovati a discutere in una conferenza che ho ascoltato domenica. tu che ne pensi? scusa la domanda e ti prego non rispondere in quel momento si agirà come più è consono al nostro modo di agire...questo è già scontato, vorrei approfondire un pò di più. Ciao
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 10/11/10 alle 18:11 via WEB
Ester, la tua domanda è pertinente. La risposta che posso darti è comunque inerente a qualcuno che è disposto a crescere, percorrendo un cammino di autoconoscenza. Per l'individuo che vuole avviarsi in un cammino di ricerca interiore, l'inizio è il mettere in discussione la mente, unitamente all'intenzione di andare oltre essa. Sto parlando in maniera estremamente sintetica di un cammino di Consapevolezza e non di credenza in un qualche dogma religioso. Dopo averlo iniziato, per il ricercatore, sorgerà la legittima domanda sul cosa troverà aldilà della mente, perchè ancora non sa che potrà fare l'esperienza diretta dell'amare, essere e comprendere. Uno stato di Coscienza che ora gli sembra impossibile, dato che non lo conosce e avendone al massimo sentito solo parlare. S'interrogherà poi necessariamente anche sul come fare ad andare in uno spazio che si definisce aldilà della mente. Allora cominciamo col dire che il punto d'arrivo è unico ma i punti di partenza sono molteplici. La via che suggerisco agli spiriti intuitivi è: iniziare con il provare a rinunciare ai frutti delle azioni. Cercando di agire disinteressati, proseguendo con l'abbandono dei pensieri e infine dei desideri. Il fattore basilare di questa via è l'abbandono interiore degli attaccamenti. E' importante anche imparare ad ignorare o rimanere distaccati da tutto ciò che ci capita di fare, pensare o desiderare e focalizzarsi sul puro senso di Essere. Per questo giova molto la pratica della meditazione senza oggetto. Dopo un bel pò di seria pratica si giunge al restare imperturbabili testimoni consapevoli, psicologicamente liberi e tranquilli, del fatto che tutto ciò che percepiamo è impermanente, transitorio... e solo l'Osservatore neutrale permane. Alcuni però si potrebbero giustamente domandare se queste pratiche meditative possano ostacolare i doveri, gli impegni, che la vita mondana richiede. In realtà bisogna sempre badare alle proprie istanze quotidiane; non si deve negarle o fuggirle. Ma si dovrebbero affrontare però non coinvolti emotivamente, con un'azione semplice e volta alla soluzione positiva delle problematiche. L'efficienza e la vigoria nell'atto possono esserci comunque, anche se non si è vincolati agli scopi e si ha una consapevolezza che riflette il momento presente senza aderirvi e identificarsi in esso. L'individuo che realizzerà questa lucida consapevolezza e apertura non sarà perfetto ma sarà totale. Avrà imparato, in maniera progressiva, lungo il percorso, a stare di fronte agli eventi, pur vivendo emozioni con pienezza e distacco contemporaneamente. Con vitale totalità. sarà nel mondo ma non più del mondo. L'aspetto nuovo che emergerà sarà il fatto che qualsiasi sentimento, che sia di gioia o di rabbia, sarà subito riconosciuto e dimenticato, lasciato andare. Questa capacità di ritrovare una "verginità" interiore in modo sempre più veloce è ciò che differenzia colui che conosce se stesso in senso profondo da colui che rimane identificato con la sua mente, con il suo corpo, con le sue azioni e pensieri. Questo è ciò che penso in merito. Sperando di essere stato sufficiente chiaro e di averti dato una risposta esauriente, ti saluto augurandoti buona serata. Ciao. :-)
(Rispondi)
 
 
spersadiillusioni
spersadiillusioni il 10/11/10 alle 19:06 via WEB
più che esaudiente..mi hai chiarito diversi punti...grazie praj.. accidenti però mi sa che ti ho fatto stancare!! Ma purtroppo io non mi accontento di leggere a volte voglio andare oltre le righe e tu ci sei riuscito perfettamente a farmi entrare dentro non essendo dentro!! :-) buona serata anche a te.. Ester
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 11/11/10 alle 12:07 via WEB
Grazie a te, Ester, per la gentile e paziente attenzione. Una sorridente giornata. :)
(Rispondi)
kivon
kivon il 13/11/10 alle 15:32 via WEB
Ciao praj,potresti parlarmi del desiderio di beatitudini e meditazioni intense .Sento che nel momento in cui medito entro nella nn mente e nn succede nulla pkè in sottofondo c'è questo desiderio nn pensante che vuole la beatitudine e mi sposta più in la sottilmente,dall'accettazione dello stato di fatto delle cose...
(Rispondi)
 
kivon
kivon il 13/11/10 alle 15:34 via WEB
P.s. sento che l'accettazione nn è totale pkè nel momento che mi accetto c'è nascosta questa sottile brama comprensibile di piacere.
(Rispondi)
 
 
Praj
Praj il 15/11/10 alle 18:39 via WEB
Questa sul meccanismo mentale della parziale accettazione è una buona intuizione; Kivon. Sarebbe buona cosa approfondirla meditando ancora su di essa.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 15/11/10 alle 18:37 via WEB
Ciao Kivon... non succede nulla perchè nascosta c'è sempre l'aspettativa che succeda qualcosa. Quindi, la mentre entra in azione con una forma di desiderio, facendoti mancare il punto. Cosa dovrebbe succudere al puro osservatore che Sei. Ciò che muta è ciò che è proiettato sulla tua mente. Non identifiacri con questi oggetti mentali. Sii semplice Testimone. Questo è la meditazione. :) :))
(Rispondi)
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