|
Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
|
Area personale
Menu
Ultimi commenti
Cerca in questo Blog
Disclaimer:
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001.
Le immagini pubblicate e i video tutte tratti da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Questo vale anche per alcuni brevi estratti di testo presi da alcune pubblicazioni, di cui però è sempre citata la fonte.
Qualora il loro utilizzo violasse i diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro immediata rimozione.
Messaggi di Novembre 2012
Un giorno un non-buddhista fece visita al Buddha Shakyamuni e gli chiese:“Che cos’è ciò che non può essere detto né taciuto?”
Il Buddha rimase seduto silenziosamente per qualche tempo, quindi il non-buddhista si prosternò davanti a lui e proclamò: “Bhagavat, che meraviglia! Grazie alla vostra grande compassione le nubi della mia mente illusoria si sono dileguate, ed io ho realizzato l’illuminazione.”
Dopo aver proferito queste parole, ancora una volta riverì rispettosamente il Buddha e se ne andò.
Il Venerabile Ananda chiese allora al Buddha: “Cosa ha fatto sì che quell’uomo non-buddhista dicesse di aver realizzato l’illuminazione e ti lodasse in quel modo?” Il Bhagavat rispose: “Un buon cavallo corre quando vede anche solo l’ombra di una frusta”.
![]() |
Un monaco domandò al maestro:
“Che cos’è lo Zen?”.
“E’ la vita di tutti i giorni”.
”E come posso avvicinarmi ad esso?”.
“Più cerchi di avvicinarti, più te ne allontani”.
Ci avviciniamo alla "giusta" Via solo vivendo esperienze essenziali, naturali.
E più introduciamo elementi artificiali, mentali, più ce ne allontaniamo. Per questo lo sforzo deliberato, l’intenzione calcolata, ci impedisce di raggiungere l’obiettivo, la meta senza meta, la porta senza porta. Ogni scelta razionale, concettuale, ideologica, si frappone come ostacolo tra noi e la possibilità di essere spontanei e veri, di fluire sereni nell’eterno presente.
“Che cos’è lo Zen” fu chiesto al maestro.
E lui rispose: “mangia quando hai fame, dormi quando hai sonno”.
Anche se sembra la cosa più banale che esista, solo pochi lo sanno veramente fare. Molti di noi sono sempre altrove con la testa rispetto a ciò che stanno facendo, vivendo, perdendo così la pienezza di ciò che accade, attimo dopo attimo.
Anziché cercare nuovi stimoli, curiamo i fatti essenziali della vita, perché ogni suo momento sia vissuto con consapevolezza.
Lo stesso Zen insegna che la felicità non sta nel fare ciò che desidera, ma nel “desiderare" ciò che si fa, capovolgendo paradossalmente l’ottica con cui il nostro apparato mentale è abituato e condizionato a pensare e ad agire da sempre.
![]() |
![]() |
Mi domando: c'è davvero un'irresistibile e ricorrente voglia storica del popolo italiano di essere guidato politicamente da comici di varia statura e natura o dai pifferai magici di turno?
![]() |
Furbescamente, è solo arretrato o si è nascosto meglio: rifugiato in nicchie o strati mentali dove non penseresti di ritrovarlo.
![]() |
l'interpretazione di ciò che leggi non può che essere sempre personale.
Tienine conto.
![]() |
Confusi, agitati, impauriti, speranzosi...
ahinoi, non sappiamo che stiamo dormendo.
![]() |
Non lo si può comprendere con la mente concettuale.
Lo si realizza con un lampo intuitivo che taglia di netto l'irriducibile logica dualistica.
![]() |
![]() |
![]() |
Nei primi tempi al maestro Lieh-tzu piaceva viaggiare.
Hu-ch’iu-tzu gli disse: “O Yu-k’ou, a te piace viaggiare. Che cosa ti piace nel viaggiare?”.
“La gioia del viaggiare”, rispose Lieh-tzu, “ è che le cose che ti divertono non sono mai le stesse. Il viaggiare degli altri è per contemplare la loro vista, il mio viaggiare è per contemplare il loro cambiamento. Viaggiare e viaggiare! Non v’è chi sia capace di distinguere in questo viaggiare”. “Il tuo viaggiare, o Yu-k’ou, è tale e quale a quello degli altri”, disse Hu-ch’iu-tzu.
“Tu dici che è diverso? Di tutto ciò che vediamo scorgiamo continuamente anche i cambiamenti. Ti diverti perché le cose non sono mai le stesse, senza sapere che anche noi non siamo mai gli stessi. Dedichi la tua attenzione ai viaggi esteriori, ma non sai dedicarla alla contemplazione interiore. Chi compie viaggi esteriori cerca la completezza nelle cose, chi si dà alla contemplazione interiore trova la sufficienza in se stesso. Trovare la sufficienza in sé è il modo sommo di viaggiare, cercare la completezza nelle cose non è il modo sommo di viaggiare”.
Dopo di ciò, per tutta la vita Lieh-tzu non uscì più di casa, ritenendo di non sapere che fosse viaggiare. Hu-ch’iu-tzu gli disse: “Che cosa somma è viaggiare! Chi viaggia in modo sommo non sa dove va, chi contempla in modo sommo non sa che cosa guarda. Viaggiare tra tutte le cose, contemplare tutte le cose: ecco quel che io chiamo viaggiare e contemplare. Per questo ho detto: che cosa somma è il viaggiare! (dal libro di Lieh Tzu)
![]() |
Dopo tre anni che servivo il maestro e avevo fatto amicizia con quell’uomo, col cuore non osavo pensare all’affermazione e alla negazione, con la bocca non osavo parlare del vantaggio e dello svantaggio: solo allora ottenni il primo sguardo dal maestro.
Dopo cinque anni col cuore pensavo di nuovo all’affermazione e alla negazione, con la bocca parlavo di nuovo del vantaggio e dello svantaggio: per la prima volta il maestro distese il suo volto e mi sorrise.
Dopo sette anni seguivo tutto ciò che il mio cuore pensava senza affermazione e negazione, seguivo tutto ciò di cui la mia bocca parlava senza vantaggio e svantaggio: per la prima volta il maestro mi fece sedere su una stuoia accanto a sé.
Dopo nove anni lasciai andare ciò che il cuore pensava e la bocca diceva, senza sapere se l’affermazione e la negazione, il vantaggio e lo svantaggio, fossero miei o altrui, senza sapere che il maestro era il mio insegnante e che quell’uomo era il mio amico: ero al di là dell’interiore e dell’esteriore.
Dopo, tutto mi fu eguale: l’occhio come l’orecchio, l’orecchio come il naso, il naso come la bocca. Il mio cuore si condensò e la mia forma si dissolse, le mie ossa e la mia carne si strussero, non ebbi più la sensazione di ciò a cui la mia forma s’appoggiava e che il mio piede calcava, a seconda dei venti andai ad oriente e ad occidente come una foglia d’albero o una pula secca. Alla fine non sapevo se era il vento che montava me o se ero io che montavo il vento.
(tratto dal libro di Lieh Tzu)
![]() |
![]() |
Ecco un'altro aspetto socio psicologico nel tempo della grande crisi. E' forse questa la maggioranza rumorosa della gioventù contemporanea? Cos'è questo fenomeno? Superficialità, disincanto, inconsapevolezza, esorcismo, disimpegno, irresponsabilità, immaturità, menefreghismo... o semplice voglia di divertimento, evasione?
![]() |
![]() |
Certamente possono arrivare tempi migliori per te, anche presto se vuoi:
allor quando smetterai davvero di cercarli fuori di te, di aspettare un Godot...
![]() |
e diventa la linfa di un'attesa speranzosa.
![]() |
Dipende piuttosto dal sapere bene dove si vuol arrivare e conoscere la strada per arrivarci. Ciò potrebbe anche far retrocedere fino al bivio, dove una scelta sbagliata ci ha portato fuori rotta. E poi cambiar direzione.
![]() |
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:33
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:31
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:28
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:24