Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Marzo 2015

ANGOSCIA E FALSE CERTEZZE

Post n°2757 pubblicato il 14 Marzo 2015 da Praj
 

Se ci guardiamo attorno vediamo l'infelicità che regna nel mondo, attorno a noi e dentro di noi. Sappiamo spiegarcene il motivo? Noi possiamo dire: la solitudine, l'oppressione, la guerra, la cattiveria, l'ateismo, le religioni... E ci sbagliamo, probabilmente. Forse una sola è la radice dell'infelicità: le false certezze che abbiamo in testa, quelle certezze talmente diffuse e difese che non abbiamo mai creduto di doverle mettere in discussione. Per queste certezze devianti noi vediamo il mondo e noi stessi da una prospettiva sbagliata. I nostri schemi mentali sono così costringenti, e la pressione che la società esercita su di noi è così forte che noi siamo come obbligati a vedere il mondo in questa maniera distorta. Non c'è via di scampo, proprio perché non ci viene neppure il sospetto che il nostro modo di vedere sia miope, che il nostro modo di pensare sia distorto e che le nostre certezze siano false. Guardiamoci ancora attorno e vediamo se possiamo trovare una sola persona autenticamente felice, libera da paure, incertezze, ansietà, tensioni e preoccupazioni: a essere fortunati, ne troveremo pochissimi.
Noi però siamo stati programmati anche a vivere senza sospetti, senza dubbi, programmati a fidarci delle certezze che sono state seminate in noi dalla nostre tradizioni, dalla nostra cultura, dalla nostra società e dalla nostra religione. E se non ci ritroviamo felici, noi siamo stati addestrati anche a compiangerci, e non a incolpare il nostro modo di pensare, i nostri modelli, le nostre certezze culturali ed ereditarie.
A rendere ancora più tragica questa situazione, c'è poi il fatto che molta gente ha subito un tale lavaggio del cervello che non si rende neppure più conto di essere infelice: così come un uomo che sogna non si rende conto che sta sognando.
Per questo è necessario portare ciò che è inconscio, ciò che è ormai depositato nella parte più oscura in noi, e che determina le nostre reazioni, emozioni e pensieri, a livello conscio.
Per poi passare da questo tipo di coscienza alla Consapevolezza che è oltre anche le identificazioni di ciò che abbiamo portato alla luce.
Questo implica un viaggio interiore. E' necessario, se vogliamo liberarci dai condizionamenti interiori ed esteriori. Poi si deve imparare anche ad amare se stessi; questo è un requisito fondamentale, che è assente in tutto il mondo. Per questo il mondo è in preda a una tale angoscia. Tutti cercano di amare, ma è impossibile amare, ne mancano le basi, i presupposti.
L'angoscia, la sofferenza... possono diventare delle porte verso la serenità. Qualcuno ha detto: "Benedetti coloro che sono abbastanza sfortunati da conoscere l’angoscia, benedetti coloro che sono in angoscia, perché possono essere risvegliati." Usiamo dunque la nostra angoscia come una forza per risvegliarci, perché quando siamo comodi tendiamo a dormire, quando siamo scomodi le possibilità di risvegliarci sono maggiori. Ricordiamoci continuamente che il mondo in cui siamo è un fenomeno momentaneo. Nelle più riposte pieghe del nostro essere noi sappiamo che tutto questo è vero, ma ugualmente continuiamo a sprecare i nostri sforzi e le nostre energie alla ricerca di un qualcosa che già sappiamo che non ci potrà rendere felici.

 
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COMPIUTEZZA

Post n°2756 pubblicato il 14 Marzo 2015 da Praj
 

Vogliamo essere questo o quello, vogliamo perseguire ideali, coronare sogni e così via. Ma chi vuole essere questo o quello e tutto il resto?
Qualcuno o qualcosa che, appunto, non é poiché, se fosse, non potrebbe desiderare alcunché. Ora l'io, non essendo, si illude di divenire; quindi si muove ed esperimenta trasmigrando, costretto dalla sua stessa incompiutezza. Il Sé, o Io ontologico, dal momento che é, non si muove, non esperimenta e non desidera.
Il Compiuto poggia sulla sua stessa compiutezza.

dal libro: "La Triplice Via del Fuoco" di Raphael - Edizioni Asram Vidya

 
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AVERE OCCHI NUOVI?

Post n°2755 pubblicato il 13 Marzo 2015 da Praj
 

In un famoso aforisma dello scrittore Marcel Proust si afferma: il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
Ciò è molto vero, ma per quanto si possano guardare le cose con occhi nuovi, ad un certo punto della vita, secondo me, se hai visto e vissuto con consapevolezza, vedi che aldilà delle forme che puoi cogliere guardandole in modo diverso, i meccanismi che le animano e sostengono sono ciclicamente sempre gli stessi, sempre uguali. Per cui anche il viaggio di scoperta, alla fine, può rivelarsi monotono e ripetitivo, per quanto lo si osservi con occhi rinnovati. Non ti stupisce più nulla: nella sostanza hai già visto tutto quel che c'è da vedere. Poi, chiaramente, all'occasione la sorpresa, lo stupore, la meraviglia, possono accadere comunque se rimani aperto... al formale cambiamento.


 
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FORZA E VULNERABILITA'

Post n°2754 pubblicato il 12 Marzo 2015 da Praj

La nostra Forza interiore è direttamente proporzionale alla capacità di riconoscimento e ammissione delle nostre debolezze umane.
Senza questo riconoscimento e ammissione non è possibile che emerga la nostra forza, perchè sarà sempre occultata e negata dalle maschere con cui vorremmo ipocritamente essere visti dal mondo. Quindi, la nostra vera forza comincia con il dichiarare la nostra debolezza, fragilità, vulnerabilità...
Se questo guardarci e riconoscerci viene f
atto con onestà e spirito coraggioso, si apre una porta nel nostro cuore che ci indica un percorso che gradualmente ci farà rifiorire. In questo crescere reale, autentico, non si è più soggiogati dal bisogno di apparenza e voglia di dimostrazioni. Allora la nostra vera Forza troverà sempre più spazio per manifestarsi. E in questa condizione fiorente non avremo più bisogno di digrignare i denti o mostrare pugni ad alcuno per difenderci o attaccare, perchè il sorriso sereno e disarmato della Forza interiore basterà a se stesso.


 
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STARE NELLA VIA DI MEZZO

Post n°2753 pubblicato il 11 Marzo 2015 da Praj
 

Essere e stare nella Via di mezzo è un'arte molto difficile da realizzare, anche se è molto semplice da praticare. E' per tutti ma solo pochi l'attuano nel quotidiano. Credendo di sentirsi più vivi, cedono alla tentazione degli estremi(smi), perdendo quel sottile e magico equilibrio che dona la pace.
La Via di mezzo è come la giusta tensione di una corda di chitarra la quale, per non stonare, non può essere né troppo tesa né allentata.
E' come la mano di un bambino che string
e fiduciosamente quella del genitore: stringe né troppo forte né mollemente. E' una presa giusta, naturale. Non c'è tensione o allentamento in essa. Essa è infusa dallo spirito della temperanza che calma, rasserena e non giudica. Questa Via di mezzo la sperimentiamo quando siamo energici, flessibili, centrati. La si ritrova quando si è rilassati di fronte alle situazioni della vita. La Via di mezzo attiene alla nostra più profonda natura. Andrebbe stabilizzata e fatta diventare la Via amica, di ogni passo, di ogni istante.


 
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ASCETISMO? NO, GRAZIE

Post n°2752 pubblicato il 10 Marzo 2015 da Praj
 

L'ascetismo non fa per me. I saggi ai quali m'ispiro si godono la vita, la gustano attimo dopo attimo ed apprezzano ogni sapore, colore, odore, suono... apprezzano la Vita in piena Consapevolezza. Le forme e gli incanti di Maya non fanno loro paura, anzi giocano con essi senza perdersi nei labirinti degli attaccamenti. Non rinunciano e non si sacrificano, ma non per questo indulgono o sono indifferenti.
Sono in equilibrio, fra l'attaccamento e il distacco, su una linea di confine dinamica, determinata dalla presenza e dalla sensibilità.
Dunque, non m'interessa l'ascetismo quale via per cercare se stessi, negando il corpo, i sensi. Mi piace piuttosto starvi dentro con pienezza e viverli al meglio, con naturalezza.
Se c'è un corpo vivo ci deve essere il senso del gusto, del tatto... altrimenti sono insensibile o i sensi non funzionano e la vita è sostanzialmente morta.
Parimenti, se c'è una mente viva ci deve essere ovviamente anche la preferenza tra un gusto e l'altro, un interesse piuttosto che un altro, perché è naturale che sia così.
Infine, se c'è una Consapevolezza Risvegliata, essa non si fa questi problemi. Vive destreggiandosi gioiosamente fra gusti e preferenze, in modo spontaneo senza sensi di colpa legati ad idee condizionate e ideologiche. Gli schemi imprigionanti sono banditi quali secondini dell'inferno.
La via dell'ascetismo, per quanto mi riguarda, è una via di negazione che non mi piace perché mortifica proprio quei meravigliosi e sofisticati doni dei sensi, donatici dal Divino, che il nostro corpo porta in dotazione. Ferisce l'intelligenza perché non le permette di esplorare tutti i luoghi dell'Essere.
Trovo davvero un peccato negare la corporeità per cercare la spiritualità. Penso che esse dovrebbero invece essere in armonia fra loro, non contrapposte. Sono convinto che la chiave che le unisce e che l'equilibra e interconnette in modo sano sia la Consapevolezza.
Il corpo dovrebbe essere l'espressione fisica dello spirito, mentre lo spirito dovrebbe essere il canto sublime corpo del corpo appagato. Quindi, nessuna separazione, ma una unità che manifesta la sintonia fra il visibile e l'invisibile nel momento presente. Quando questa Unità è reale la vita si compie in tutta la sua ampiezza.


 
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E' IN SE' UN SEGRETO

Post n°2751 pubblicato il 09 Marzo 2015 da Praj
 

Ciò che solo pochi possono comprendere all'istante non ha senso tenerlo segreto. Tanto vale diffonderlo, anche se il fraintendimento sarà inevitabile per chi non comprende al volo quel che non può essere descritto, spiegato...

 
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SILENTE DIMENSIONE

Post n°2750 pubblicato il 09 Marzo 2015 da Praj
 

Il risvegliarsi alla coscienza di Sé attiene ad una dimensione intima, silente.
Se non c'è un dichiararlo, nessuno nota un cambiamento comportamentale.



 
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NON DARLE IMPORTANZA

Post n°2749 pubblicato il 08 Marzo 2015 da Praj
 

Uno dei modi migliori per acquietare la nostra mente tesa è semplicemente ascoltarla, senza dare importanza a quello che ci dice e non discutere con lei.



 
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AUGURI DI CUORE

Post n°2748 pubblicato il 08 Marzo 2015 da Praj
 

Donne: l'altra meta del Cuore.
Gioioso 8 Marzo!



 
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VANNO COME DEVONO ANDARE

Post n°2747 pubblicato il 07 Marzo 2015 da Praj
 

Le cose vanno sempre come devono andare. Questo ininterrotto 'accadere' comprende anche il nostro volerle far andare in un senso o in un altro.


 
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FLUIRE

Post n°2746 pubblicato il 07 Marzo 2015 da Praj
 

Pensarsi diversi da quel che si è ci fa comportare in modo disarmonico, impedendo all'energia di trovare la strada più consona al suo fluire spontaneo.


 
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IN FONDO NESSUNO CI CREDE

Post n°2745 pubblicato il 06 Marzo 2015 da Praj
 

Nel nostro amore per l’utile e per i beni materiali della vita, siamo diventati facili vittime del businness della pubblicità. Il ricco filisteismo che emana dagli spot pubblicitari non è dovuto al fatto che esagerino o inventino la bontà di questo o quell’articolo, ma al fatto che suggeriscono che il colmo della felicità umana può essere comprata e che il comprarlo nobilita il compratore. L’aspetto divertente della faccenda, naturalmente, è che non si tratta tanto di un mondo in cui non vi è più niente di spirituale, tranne i sorrisi estatici di persone che servono fiocchi d’avena celestiali, quanto di una sorta di mondo-ombra satellite, nella cui effettiva esistenza. In fondo, né i venditori, né i compratori credono veramente.
(Vladimir Nabokov)



 
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UN TRAGICOMICO GIOCO

Post n°2744 pubblicato il 05 Marzo 2015 da Praj
 

Sorrido di me... che sorride del mondo, che a sua volta ride e piange senza un consapevole senso, incapace di specchiarsi di fronte alla notte oscura delle parole, alla fantasmagoria delle speranze che ogni giorno pungono il cuore degli uomini.
Parlo del non comunicabile, come un folle inebriato da un elisir creato dal vuoto e venduto in lontani universi, in sconosciuti mercati di poetiche perle.
Questo nettare cade in gocce su palati acuti e gole sensibili, s’instilla in cal
otte craniche nostalgiche del vero, e va aldilà dello scontato e decantato amore a ridestare spiriti immemori di sorgenti celestiali, di immacolate comprensioni.
Questo accade non perché sono saggio ma perché sono solo un visionario, un mistico realista fuori dal coro, vagante da un tasto all'altro, da una testa all'altra, invisibilmente, errante di testo in testo, pericolosamente.
So che forse mi possono capire in pochi… ma bastano per stimolare le mie non pretese connessioni, la voglia di ammiccare con i lampi dell'intuizione da cui qualcuno forse saprà farsi fecondare... pur se non saprò mai quando, non saprò mai dove, ciò accadrà.
Anche se il tempo lascia qualche velo discorsivo che opacizza i miei occhi davanti a questo altare di liquido cristallo, elettronico messaggero moderno di segni ultramondani nel quale folle di spiriti sconosciuti fra loro bevono inconsapevolmente, sento di Vedere lontano, molto lontano, sento di Vedere il profondo nella superficie.
Senza domande tese a richiamare altre domande, mi esprimo perché per me è da fare, e non so il perché, mentre ancora sorrido, e forse scioccamente, sorrido di me, sorrido per me. E se vuoi sorrido pure anche di Te… tanto è solo un Gioco, un meraviglioso tragicomico Gioco, che lo perde di sicuro soltanto chi non accetta che lo Sia.




 
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RIDERE FA BENE

Post n°2743 pubblicato il 04 Marzo 2015 da Praj
 

Ridere è terapeutico, si sa. Oltretutto non c'è motivo per non ridere interiormente della commedia che stiamo recitando. Tanto più se stiamo interpretando una parte molto seria, spesso identificati nel ruolo...
Il problema è solo l'abuso: il ridere a sproposito, fuori contesto, da idioti.
La mancanza di senso dell'umorismo, l'incapacità di concepire l'autoironia, il prendersi troppo sul serio, rivelano propensioni deleterie e pregiudizievoli, oltre che foriere di pessime conseguenze. Ridere di se stessi è invece un vero balsamo: la medicina per molti disagi della mente, dell'anima.


 
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EVASIONI

Post n°2742 pubblicato il 04 Marzo 2015 da Praj
 

La più negativa delle evasioni, fra quelle che si possono compiere, è quella da Sè stessi, perchè il controllore 'corrotto' è gravemente complice con l'evasore.
E' una specie di truffa interiore... che si sconta con infelicità, disagio e dolore.

 

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CARICATURA E CONTROSENSI

Post n°2741 pubblicato il 03 Marzo 2015 da Praj
 

Il principio della 'non dualità' quando viene trasmesso con troppa faciloneria o banalizzato,
sfiora il ridicolo e il controsenso, diventa caricatura della verità essenziale che esso contiene.

 

 
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NON POTREBBE AUTO RICONOSCERSI

Post n°2740 pubblicato il 02 Marzo 2015 da Praj
 

Se non ci fosse il senso della separazione e della molteplicità, l'Uno non potrebbe avere la visione cosciente e il riconoscimento della sua stessa Unità.

 
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SEPARATI NELL'UNITA'

Post n°2739 pubblicato il 01 Marzo 2015 da Praj
 

La confusione (nella mente) nasce quando nel nostro vissuto pretendiamo di non sentirci separati e neghiamo l'individualità. Siamo Coscienza Unica, dobbiamo esserne consapevoli, ma allo stesso tempo siamo chiamati a vivere, giustamente, da separati.
Il Gioco della Vita funziona bene così.

 
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