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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 01/04/2008

Quell'intervallo fra i pensieri...

Post n°427 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Praj
 
Foto di Praj

La stragrande maggioranza degli individui è identificata con il proprio pensiero. Infatti essi credono che l'unica dimensione della loro coscienza sia il pensiero discorsivo. Essi sono convinti di ciò perchè non hanno mai conosciuto il Testimone del pensiero che non sia pensiero stesso: ovverosia l'osservatore impersonale. La cosiddetta non mente. Dunque essi sono portati negare la possibilità che esista una tale presenza Consapevole in loro  perchè non l'hanno mai conosciuta, perchè questa credenza non è mai stata verificata  dall'esperienza meditativa. Ma, per chi ha potuto realizzarla, invece è la più lampante delle realtà. Il flusso dei pensieri appare come un fenomeno incessante, continuo, ma non è così. E' piuttosto come il cerchio che si può percepire quando si fa roteare una torcia  velocemente. Se si smette però di farla roteare la torcia appare per quel che è: una torcia e non più un cerchio di fuoco. Lo stesso accade con i pensieri. Se li osserva con attenzione distaccata si vedrà che sono separati fra loro. Il fenomeno è molto diverso da come appare. Questo si riscontra nel laboratorio para scientifico della ricerca interiore. Se si impara a meditare, permettendo il rallentamento dello scorrere dei pensieri, avremo l'occasione di riconoscere con evidenza che non tutto è pensiero. Si impara a vedere che c'è sempre un intervallo, uno spazio vacuo fra un pensiero e l'altro. Quello spazio è la nostra più essenziale natura. E' il non Essere, il sostrato fondamentale e necessario dell'Essere. Su ciò  potremmo discuterne ad oltranza, così come spesso inutilmente si fa , ma, se non c'è l'esperienza diretta rispetto a tale dimensione è come parlare della luce a chi che non ha mai aperto gli occhi nella sua vita. Egli crederà solo al buio perchè la sua esperienza personale si ridurrà al vissuto condizionato dall'aver tenuto gli occhi sempre chiusi. Solo posizionandoci in quello spazio immacolato possiamo vedere l'intera realtà di cui "noi" siamo la sorgente. Solo in quello spazio possiamo percepire la Vita come la danza (movimento) dell'energia che sono gli infiniti fenomeni, ornamento di quell'unica dimensione alla quale possiamo dare infiniti nomi senza però cambiarne l'Essenza.

 
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