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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 20/06/2008

Contemplando e amando il Ciò che E'

Post n°448 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Praj
 

Rispetto al Sé presente in ognuno di noi, passiamo gran parte della nostra vita senza ascoltarlo, senza volerlo incontrare, scansandolo con i nostri rifiuti. Invece di farlo crescere un albero rigoglioso, abbiamo sacrificato il suo seme, coprendolo con il senso dell'ego. Ma se ora volessimo riconoscerlo dobbiamo liberarci di  travestimenti e maschere e accettare di essere quello che siamo davvero.
Dobbiamo abbandonare la nostra costante attitudine a far progetti per dedicarci soltanto a eliminare gli orpelli che ci sovraccaricano. Tutto quello che saremo, potenzialmente lo siamo già. Ma dobbiamo realizzarlo. E quello che siamo veramente è il Sé.
Questa è la nostra Essenza. Per cui facciamoci guidare da Essa e Fidiamoci perché è la nostra natura fondamentale.
Dobbiamo smettere di parlare del Divino in nome di qualcuno dei nostri ego e deciderci finalmente a concepire che esiste!  Anzi, di più, ci siamo permessi di dargli la parola, di udire quello che poteva pensare sebbene il pensare non è un'attività propria della sua Realtà. Perché Essa non ha bisogno di un cervello né tantomeno di un corpo per Essere.
Non dobbiamo aspettarci né un sentimento, né un desiderio e neanche un bisogno; perché queste sono reazioni che si verificano ad un livello che non corrisponde al Suo. E non dobbiamo cercare in Esso qualche impurità, limite, dualismo... perché è quel che è in tutta la manifestazione del suo Essere Uno.
Esso non può essere nemmeno considerato in termini di spazio, tempo e causalità. Aprendoci dunque sempre di più, dovremmo sentire la fiducia illimitata con la quale sostiene la nostra trasformazione.
La nostra realizzazione è l'epressione della sua Grazia. Accettarlo non significa scomparire, ma integrarci nell'unità creatrice. Onnipresente; e questa non conosce la liberazione né la schiavitù, è pura libertà e beatitudine.
Dis
chiudiamo perciò l'occhio dello spirito e la porta del cuore e subito lo avremo dinnanzi, in tutta la sua grandezza e splendore.
E' sempre qui, dentro e fuori di noi. Contempliamolo e amiamolo ora: perchè è l'infinito e sacro ciò che è, il Tutto e anche il Sè!

 
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