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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 08/08/2008

I ricercatori del gatto nero...

Post n°461 pubblicato il 08 Agosto 2008 da Praj
 

Se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c’è, un teologo è l’uomo che riesce a trovare quel gatto."

Questo è quello che riesce a fare la mente, filosofica e teologica, quando è tutta centrata in se stessa e non è osservata dalla Consapevolezza.
S'inventa una infinità di concetti e si perde in essi. Non riesce a rendersi conto che l'associazione dei pensieri è meccanica, ed é quasi totalmente obbligata da impulsi forzosi che provengono dai depositi della memoria.
La meditazione invece è strumento che ci permette di renderci conto di questi processi associativi involontari e pseudo volontari. Essa ci abitua al distacco necessario per osservarli dall'esterno, e sperimentarli, oserei dire "scientificamente".
Imparando a non prendere in consegna i pensieri, nei quali purtroppo subito ci identifichiamo, etichettandoli come nostri, subito, al loro sorgere in noi, siamo sempre più in grado di vedere come essi nascono e muoiono nel cielo della coscienza. Osservando soltanto, ci abilitiamo a distinguere il pensiero funzionale, utile e necessario, perchè legato alle risposte che la realtà del momento presente, dal pensiero concettuale speculativo. Riconosciamo con sempre più facilità la fantasticheria emotiva dalla immaginazione creativa cosciente. Capiamo le differenze che corrono fra l'ispirazione, l'intuizione, il ricordo... e tante altre interessanti attività che accadono nella nostra mente. La meditazione, facendoci entrare nel mondo del puro silenzio osservante, neutrale e impersonale, ci può rivelare molte cose e introdurci alla profonda conoscenza di noi stessi e, di conseguenza, degli altri.
Inoltre, entrare in questo spazio silenzioso, ci permette veramente di fare della nostra mente un laboratorio nel quali osserviamo il reale funzionamento dei meccanismi mentali.
Meccanismi mentali che, se non conosciuti e riconosciuti, ci inducono ad agire come se fossimo coscienti, quando in realtà siamo inconsapevoli di come e perchè pensiamo e agiamo in un certo modo. Questa inconsapevolezza ci dà l’illusione e la sensazione di essere liberi, quando invece non lo siamo, perchè non siamo in contatto con la sorgente delle nostre intenzioni.

 
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