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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 10/10/2008

Camminando sull'orlo del baratro... follia o rinsavimento?

Post n°484 pubblicato il 10 Ottobre 2008 da Praj
 

Se un individuo o un sistema sociale, quando sono in crisi profonda, non vanno a ricercare, con onestà e intelligenza, le ragioni reali che li hanno condotti a quella condizione, sono destinati a precipitare sempre di più.
Se insistono pervicacemente nel mettere la testa sotto la sabbia, come fa lo struzzo di fronte al pericolo, rischiano di essere travolti ineluttabilmente dagli accadimenti e situazioni, alle quali non sapranno più come stare di fronte, in maniera lucida e consapevole.
Purtroppo, c'è sempre la tentazione di mettere lo"sporco" sotto il tappeto, ovvero: il volere evadere dal problema per non vederlo. Questo. per paura di cambiare il modello che ci ha fatto fallire e la messa in discussione delle nostre convinzioni, evidentemente erronee se siamo a quel punto.
Generalmente, per evitare l'incontro con la realtà, si usano mille espedienti: dai più sofisticati ai più grossolani. Ciò vale sia dal punto di vista psicologico per l'individuo, nondimeno per quello politico e sociale per la collettività.
Il
 tentativo di eludere la realtà della crisi, inevitabilmente, non può che portare a nulla di buono. Anzi, peggiora in continuazione lo stato delle cose, fino alla caduta.
Questo è quello che sta succedendo all'umanità, e al singolo, seppur in modalità e sotto forme variegate.
Ognuno tragga le sue considerazioni, per quanto gli compete ed è in grado di valutare.
Le profezie pessimistiche si auto avverano quando facciamo di tutto per non volerle fare accadere, quando le fuggiamo, soprattutto. Quando abbiamo la paura della trasformazione. Allora ci verrà imposta dagli eventi, perché dovremo prendere consapevolezza, necessariamente.
Quando ci rifiutiamo di guardarci allo specchio, soli e collettivamente, andiamo incontro al nostro destino, confusi e smarriti.
Ebbene, di fronte alla nostra coscienza, guardandoci dritti negli occhi e con il cuore pulito, dovremmo tutti chiederci, senza ipocrisia e senza paura: che responsabilità ho avuto io in ciò che accade, se le cose stanno come sono? Cosa posso fare per far sì che da ora le cose cambino in modo virtuoso; che contributo posso dare ora, indipendentemente dai miei o altrui errori passati?
Altrimenti le profezie apocalittiche, presto o tardi, non sembreranno più cose così assurde e strampalate, fatte da qualche visionario o pazzoide in cerca di notorietà. Saranno tristissime realtà.
Qualcuno ha detto che la follia è in atto quando chi è di fronte a degli errori palesi continua a ripetere gli stessi comportamenti e mantenere le stesse convinzioni, sperando che le cose cambino. Non credo avesse torto. Stiamo andando verso la follia o un salutare rinsavimento?

 
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