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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 22/12/2008

Il grande sonno

Post n°542 pubblicato il 22 Dicembre 2008 da Praj
 

A proposito della morte, il grande saggio greco Epicuro, che non la temeva, ha fatto questa affermazione: la morte per noi non è nulla. Infatti, quando siamo, la morte non è, e quando la morte arriva, noi non siamo. Aveva probabilmente compreso che colui il quale vuole capire cosa possa succedere dopo la morte è soltanto una finzione. Sarebbe proprio quell'ego, creato dalla stessa Unità Coscienziale, affinché attraverso una sorta di illusione separativa, possa relazionarsi con gli innumerevoli e vari ego per svolgere interpersonali rapporti senza i quali il gioco della vita non potrebbe seguire il suo creativo andamento. Perché allora abbiamo paura  di abbandonare il corpo-mente? Mi domando anche: non siamo forse come morti quando dormiamo profondamente?
Vedendo anche come non conserviamo nessuna memoria di quando siamo profondamente addormentati, allo stesso modo intuisco, quando avremo lasciato l'involucro corpo-mente,  non avremo nessuna memoria del fatto di essere morti, come sosteneva Epicuro.
Noi come organismi fisici non ci saremo più, irrimediabilmente. Ciò che permarrà sempre invece sarà la Coscienza Una.
Ma l'io illusorio tuttavia non vuole pensare di sparire per sempre e s'inventa fantasticherie di ogni genere sul dopo morte. Vuole credere di sopravvivere pur sapendo che il corpo finirà. Domandiamoci piuttosto perché quando ci addormentiamo lo “sparire” come identità non ci fa paura: ciò viene dal fatto di sapere che molto probabilmente ci sveglieremo. Il dormire profondamente è soddisfacente e lo si desidera proprio perché in quello stato il senso dell'io non è presente.
Quando si è sprofondati nel dormire c'è pace e questa pace avviene appunto per assenza del senso dell'io.
Allora perché dovrebbe intimorirci o terrorizzarci la morte che corrisponde all'assenza permanente dell'io? Se l'io immagina di godere della pace quando dorme, al contrario, la pace che accade nel dormire è dovuta proprio all'assenza dell'io.
E detto anche che il sonno è una piccola morte e la morte è un grande sonno. In effetti è così. Ciò che non muore e non nasce è solo il Sé, l'Uno senza secondo. Nell'Oceano della Coscienza, gli organismi corpo-mente, come onde emergono e scompaiono, ma Solo l'Oceano Eterno rimane. Ecco perché chi avrà lasciato il senso dell'io in vita, quando sarà il momento di lasciare il corpo-mente, non avrà paura di morire.

 
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Trasformazioni concrete

Post n°541 pubblicato il 22 Dicembre 2008 da Praj
 
Foto di Praj

Il senso della maturazione interiore è sentito come fatto concreto, diventa sempre più evidente, nella misura in cui, proporzionalmente, ciò che prima ci incuteva timore e fastidio ora è vissuto con spirito di accoglimento e inclusione crescente.

Praj

 
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