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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 04/09/2009

Disincantesimo

Post n°664 pubblicato il 04 Settembre 2009 da Praj
 

Se non si giunge al disincanto assoluto, non sorge la visione e non accade il Risveglio della Coscienza.
Allora si insiste nell'etica ideologica, nei modelli comportamentali, nell'aspettative e nei voli pindarici della mente, nel dualismo del giusto-sbagliato, nell'auspicio della crescita personale... nelle speranze e, inevitabilmente, nelle disillusioni.
La Comprensione non dualistica invece si dischiude solo quando si Vede con occhio vergine il Ciò che E'; quando, nudi di cuore e di mente, incontriamo la Qualità primaria della nostra vera natura.
Ma noi ci attardiamo nel misurarci e giudicarci con schemi convenzionali, orizzontali, precostituiti.
Chiediamoci piuttosto: se noi siamo quello che siamo, voluti dall'Assoluto così come siamo, perché non c'è altro che l'Uno, in questo stesso momento, perché dovremmo cambiare?  Non è possibile, no?
E se accade quel che accade è solo perché deve accadere. Perchè allora non ci abbandoniamo una volta per tutte a questa Realtà palese?
Come possiamo fingere di essere altro da ciò che mostriamo, se anche quando fingiamo, siamo sempre quello che siamo in quell'istante?
Lo facciamo per soddisfare solo la nostra mentale non accettazione delle cose, di noi stessi, del mondo, degli umani così come sono. E'u dunque una resistenza al Divino volere.
Non ci è possibile alcuna fuga da noi stessi e, dunque, è meglio se ci accettiamo definitivamente come quegli esseri perfettamente imperfetti che dimostriamo d'essere, con le nostre paure, ansie, glorie e miserie comprese?
Se ci affidiamo soltanto di quello che abbiamo deciso che ci sta bene fantasticare, immaginare di noi e degli altri  in prospettiva, allora ci separiamo dal ciò che E' adesso: quell'Uno che in noi invece esprime proprio quello che stiamo manifestando. Che piaccia o meno a ciò che l'ego illusoriamente crede di essere.
Finchè asseconderemo queste illusioni non potremo che soffrire, perchè non fluiamo, perchè ci sforziamo inutilmente di andare controcorrente, non sapendo che ci allontaniamo dall'Oceano che, infinitamente paziente, attende il nostro scioglierci nella Sua vastità.

 


 

 
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