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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 14/09/2009

Esplorando dentro...

Post n°668 pubblicato il 14 Settembre 2009 da Praj
 

Come libero ricercatore spirituale mi sono sempre sentito una sorta di disertore o outsider che non si adeguava alle convenzioni religiose tradizionali.
Mi sentivo un individuo che portava in sè l'anelito di superare la condizione umana ordinaria, percepita come adesione ad un insieme di credenze non sperimentate direttamente.
Quindi, attraverso un viaggio interiore, ho esplorato la mente oltre il consueto modo di vedere, alla scoperta di aspetti di me stesso che nella società non venivano a galla o non erano culturalmente accettati, inclusi come possibiltità di esperienza.
Come una sorta di sciamano contemporaneo, solitario, metropolitano, ho "dovuto" realizzare la riconciliazione degli opposti dentro di me, sapendo che altrimenti avrei potuto aspettarmi una disarmonizzazione o stagnazione della vita psichica.
Per cui ho avuto la necessità di alimentare il mio ricco serbatoio di esperienze visionarie per far sì che non si prosciugassero, facendomi perdere la capacità di conciliare gli opposti, il dualismo esitenziale.
Sono riuscito in questo intento a realizzare dentro di me questa unità, facendomi tramite tra la realtà ordinaria e quella non ordinaria, diventando esploratore del regno crepuscolare del sacro mistero.
Recuperando l"anima sciamanica", ho cercato di re-innestarla nella mia psiche occidentalizzata, dominatata dalla razionalità, per creare un ponte tra il visibile e l'invisibile, tra il razionale e il sovrarazionale, tra l'essere e il non essere.
Nei miei viaggi estatici, mi è capitato di recarmi in un "altro mondo" e diventare "qualcos'altro". Sono riuscito a visitare realtà e dimensioni che si estendono oltre l'orizzonte dell'immaginazione, senza l'ausilio di nessuna sostanza psicotropa, con il solo aiuto della meditazione e contemplazione.
L'incredibile però, oltre che necessario, è che per esplorare o trasformarmi in un altro aspetto della creazione, entrare in visioni più sottili dell'essere, ho dovuto "destrutturare" me stesso, dissociare l'anima dal corpo, diventare spirito, ho dovuto "morire" a me stesso per  poter "rinascere" come Realtà infinitamente più grande; restando semplice uomo.


 
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