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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 07/10/2009

Dal percorso tradizionale al volo libero

Post n°679 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da Praj
 

Qualcuno le chiama new Zen, new Advaita, per differenziarle dalle tradizionali vie spirituali non dualiste chiamate Zen ed Advaita: sono le nuove forme e approcci all'essenza interiore che si ispirano a queste a queste vie e insegnamenti spirituali, ma che non danno importanza all'aspetto esteriore, alle liturgie di queste tradizioni. Vanno direttamente al punto.
Queste modalità oggi stanno emergendo e attecchendo fra molti ricercatori. E' un fenomeno molto interessante; in questa campo direi che è addirittura rivoluzionario.
Spesso con quel “new” però s'intende un qualcosa che ha tradito la purezza di un insegnamento che affonda le radici nell'antichità ed è stato portato avanti, fino ad oggi, da una catena ininterrotta di maestri dal lignaggio riconosciuto. E i nuovi insegnanti di queste tendenze sono messi in discussione dai guardiani delle ortodossie, come disturbatori, come sirene fuorvianti e, ancor peggio, a volte vengono considerati veri e propri imbroglioni, millantatori o simulatori di realizzazioni mai avvenute.
Io credo che invece si possa abbandonare la ritualistica, la forma, per passare direttamente al succo del messaggio. Credo anche che tutto il monachesimo sia superato, che non occorra rasarsi la testa, portare certi abiti, fare certe pratiche, ritirarsi dal mondo per conoscere se stessi. Anzi, per me l'insegnamento va ridotto all'essenziale e trasmesso da cuore a cuore, da consapevolezza a consapevolezza, con chiunque sia pronto o voglia ardentemente riceverlo Non c'è più bisogno di tutori della tradizione che trasmettano solo parole ammuffite, gestualità superate, pratiche inutili.
Ora va detto senza remore che ogni momento della nostra vita è il nostro insegnamento, se lo vogliamo vivere in questo spirito. Ora chi sa per esperienza diretta può trasmettere liberamente a chi non sa, senza gerarchie, conventicole, senza chiese di alcun tipo, che controllino e che dicano cosa è giusto e cosa non è giusto se è conforme o meno alla lettera. Bisogna che l'essenza della tradizione torni a vivere attraversi esseri vivi, insegnamenti fluidi e aperti che non necessitino della conformità ai canoni tradizionali. Si deve correre questo rischio, i tempi lo richiedono. Altrimenti lo spirito si perde e trionfa la lettera con tutte le conseguenze negative che ne derivano: fondamentalismo, dogmatismo, bigottismo, formalismo e materialismo spirituale.
So che a molti questa autonomia fa storcere il naso perché in essa vi vedono il principio della corruzione, della disgregazione, del degrado degli insegnamenti, i quali invece dovrebbero rimanere incontaminati, lungi dall'essere rinverditi, rinnovati, rinfrescati. Purtroppo questi custodi della tradizione spesso non sanno riconoscere il Vero se si presenta in forme differenti rispetto alle quali sono abituati a pensarlo, ad aspettarselo, a comprenderlo.
Per me invece non c'è nulla che possa sostituire l'esperienza diretta, anche se ottenuta attraverso le forme più disparate. L'importante è cogliere l'essenza di ogni insegnamento. E il nucleo di ogni insegnamento (l'aspetto esoterico) è sempre convergente, mai separativo.
Coloro i quali avranno colto e realizzato il principio essenziale di ogni via spirituale si riconosceranno tra loro e non avranno difficoltà ad accettare la bellezza della diversità di ogni particolare percorso per arrivare al punto inevitabilmente comune, unitario.
Non avranno problemi di denominazione di origine controllata o protetta perché sanno che la Verità metafisica non può essere inscatolata in nessun contenitore. O la si coglie come un vento che accarezza l'anima e che unisce o la si perde nei recinti della mente personale o di gruppo, nelle divisioni spiritualmente assurde.
Per cui, pur nel rispetto di ogni tradizione e del prezioso e intrinseco messaggio di cui sono state e sono portatrici, e bene rivendicare il diritto di estrapolare questo messaggio in piena libertà di Coscienza. Dopo di che si può anche mettere o togliere un "new" davanti ad ciò che rappresenta una tradizione consolidata per riproporne il succo in una veste ritenuta più adatta agli uomini contemporanei, più idonea alle forme mentis menti che si sono evolute nel mondo moderno. Poi, se a qualcuno può dare fastidio quel "new" davanti ad un nome considerato così pregno di significato, intoccabile, altisonante, per me anche si può anche togliere, perché quando si è realizzata una comprensione trascendente anche i nomi, le tradizioni, si dissolvono e risolvono senza nessun problema nella Coscienza del realizzato.
A quel punto c'è solo lo spazio per il Silenzio, il quale non necessità di sovraintendenti, il quale è al disopra di ogni cosa, di ogni parola e accomuna ovunque qualsiasi Essenza risvegliata.


 

 
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