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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 02/12/2009

No caos, no problem

Post n°705 pubblicato il 02 Dicembre 2009 da Praj
 

Per me, il caos non esiste, c'è soltanto l'incapacità di vedere, riconoscere, stabilire le connessioni fra gli eventi, sia grandi che piccoli, sia visibili che invisibili.
Esiste una rete infinita immersa nel tempo e nello spazio, fatta di azioni e reazioni continuamente create attraverso meccanismi di vario livello, stimoli di causa ed effetto, per noi, in gran parte sconosciuti o inconoscibili, ma totalmente interdipendenti nella loro relazione in questo Universo, sia mentale sia fisico ed anche spirituale.
Ogni atto, ogni cosa, ogni fenomeno, anche il più insignificante che possa sembrare è interconnesso, è interdipendente ad infinite altre cose, atti, fenomeni in una miriade di eventi incalcolabili e inimmaginabili, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
La Consapevolezza, la presenza mentale, tenendoci ancorati ad una risposta come azione adeguata all'evento del momento, ci aiuta ad essere meno inconsci e inconsapevoli nelle reazioni che possiamo avere di fronte a fatti o sentimenti che ci coinvolgono o che accadono intorno a noi.
Questa attenzione ci fa sentire meno casuale ciò che ci accade o potrebbe accaderci.
Più i fatti, gli eventi e le cose della vita, sono guardati dall'alto di una Coscienza lucida e distaccata, meglio e più panoramicamente li si possono vedere, cogliendone così il loro sorgere ancor prima che si manifestino nel loro svolgersi, svilupparsi, reattivo e condizionato.Tutto ciò che sta succedendo, è successo o succederà, dalla più grande alla più infima cosa, non può che essere quello che è, perchè è necessario all'equilibrio, all'amonia intrinseca del Tutto. Causa ed effetto sono dunque un tutt'uno in una visione più ampia. Non si può sapere dove cominci la causa e dove finisca l'effetto. E' soltanto la mente dualistica che separa la causa dagli effetti, non essendo in grado, per sua intrinseca natura, di cogliere l'Uno, l'intero, nella sua infinitudine.
Solo se la mente tace  lo spazio ed il tempo si dissolvono ed appare l'istante nella sua forma di Destino come espressione del Tutto in quel punto sconfinato che è il nostro essere nel mondo.                       
Chiamiamo caso un effetto la cui origine non sappiamo trovare e possiamo; e chiamiamo causa una realtà di base che vogliamo fissare mentalmente, per non ammettere l'ignoranza di fronte ad un mistero che ha radici ancor più profonde ed insondabili, abissali. Il magico gioco che accade a noi ciò che percepiamo come caso: coincidenze, occasioni fortuite... è invece creazione continua, incessante di una Coscienza che Tutto E', Impersonalmente Osservante, assolutamente armonica in Sè stessa.
Essa si offre alla nostra mente manifestandosi come separata dandoci l'allucinazione della casualità e nel contempo una nostalgia più o meno intensa di un ritorno alla Sorgente, che ognuno, ogni forma d'intelligenza, raccoglie in modo differenziato, fino alla realizzazione stupefacente e meravigliosa che nulla è mai stato separato, che tutto è Uno, che noi siamo quest'Uno.
Questo gioco di apparenze, di destini, di creazione e distruzione non è altro che il Gioco Divino della Coscienza, che noi Siamo… ma che abbiamo dimenticato d’Essere.
Se il caso non esiste allora, non esiste nemmeno il cosiddetto libero arbitrio personale. Anche quello "sforzo", atto di volontà consapevole, che crede essere il gesto autodeterminato... è un "accadere", espressione di una Volontà più ampia, ma non individuale.
Lo so che per il senso dell'ego, al quale siamo tanto attaccati, è un boccone indigesto da digerire. Questo, ovviamente, non è in accordo con ciò che ci hanno sempre insegnato ad identificarci: un senso d'identità illusorio chiamato "io".
La libertà personale anche se percepita molto fortemente è solo apparente, a mio avviso. E penso anche che non si possa restare lì dove siamo se, invece, si è "destinati" ad andare avanti, o da qualche altra parte o "evolverci" verso un qualcosa che cresce, si sviluppa per necessità più complesse e superiori.
Resta dov'è, si evolve relativamente chi, in quel particolare tempo, deve restare fermo, per qualche motivo che sfugge alla nostra limitata comprensione.
In realtà la Consapevolezza, diversamente dal corpo-mente non si evolve,
appartenendo alla sfera del non manifesto, dell'Eterno e immutabile, del Non essere. Ciò che muta è soltanto l'immagine riflessa, che si manifesta come in "realissimo" sogno, sullo specchio immobile della Coscienza. Ed è quella in cui dovremmo riconoscerci come nostra Identità Suprema.

 
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