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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
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Messaggi del 23/01/2010
La così tanto propagandata autostima, tanto di moda e così spesso citata e coltivata ad arte, rischia di farci sconfinare nella vanità, nell'orgoglio, se non è sostenuta da una consapevolezza di fondo che la inquadra in una chiara presa di conoscenza dei propri limiti e delle proprie potenzialità.
L’autostima, spiritualmente parlando, quando è indotta da una sorta di autosuggestione artificiosa, con possibile ipertrofia del senso dell’ego, crea un'illusoria idea di sé, la quale non fa crescere ma solo immaginare di essere cresciuti. Forse è meglio essere normalmente obiettivi al riguardo: ciò ci evita il ridicolo dell’ostentazione di una falsa sicurezza, facilmente smascherabile se messa alla prova dei fatti.
Io credo che più importante di questo genere d'autostima sia piuttosto la stima che ci riservano gli altri. Questa stima non può essere che reale, perchè basata sui comportamenti apprezzati, capacità reali riconosciute, modi di relazionarci ritenuti validi. Con ciò non voglio dire che bisogna dipendere dall'idea che gli altri hanno di noi, ma nemmeno dall'idea che ci facciamo di noi stessi.
Autostimarsi acriticamente, senza riscontri effettivi, temo sia un atteggiamento di sostanziale presunzione, un rischio di distorsione della nostra individualità a favore dell'immagine.
Lo spirito positivo e fiducioso non si alimenta con la mera autostima, ma con l’essere onesti e sinceri, aperti e presenti nei rapporti interpersonali; con l’essere autentici e comprensivi. La stima che proviene dagli altri è poi la semplice conseguenza di tale spirito condiviso.
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Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
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il 09/07/2023 alle 12:33
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il 09/07/2023 alle 12:28
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