Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 24/07/2011

CREPE ASSORDANTI

Post n°1068 pubblicato il 24 Luglio 2011 da Praj
 

Sciacalli in branco confabulano fra i grattacieli, consigliati da avvoltoi scrutanti prede da sacrificare. Mai sazi depredano ogni segno di vita come rapaci e rettili di palude in disprezzo del coro dei semplici che cantano intanto ignari del sordo precipitare.
Urge nuova morale, ad affiancar un'etica morente, mentre i
tempi stanno segnando l'ulular di lupi affamati scesi a valle per un banchetto amaro, divorato come presagio di una civiltà morente.
Tra le rovine imbellettate per nascondere il tramonto, l'albeggiar di un virtuoso ciclo é ancor tutto da innalzare.
Fra allarmi e urli di sirene a fatica scorgo spiragli, segnali almeno chiaroscuri e, di fronte a questa ombra montante, oso stoltamente pensar ancor positivo.



 
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Umabe’el

Post n°1067 pubblicato il 24 Luglio 2011 da Praj
 
Tag: Angeli
Foto di Praj

Umabe’el

waw-mem-beth


Io mi attengo alle norme interiori


Dal 20 al 25 gennaio


È l’Angelo dei rabbini, dei maestri della legge: di quegli individui, cioè, che per loro natura sono irresistibilmente connessi con un qualche supremo senso della misura (chiamato nella tradizione ebraica «la Legge») e che provano una profonda felicità quando si presenta loro l’occasione di annunciare a qualcuno le utilissime informazioni che quella connessione trasmette al loro cuore. Che cosa è opportuno, che cosa è sconveniente, che cosa è giusto, che cosa è deleterio: questo è ciò che gli Umabe’el sanno – e sanno dire – sempre. Il loro problema fondamentale è il coraggio: non è facile, infatti, indicare a un altro i suoi errori e prendersi il diritto di correggerlo e di guidarlo. Agli Umabe’el verrebbe spontaneo: senza alcuna presunzione, dolcemente e candidamente lascerebbero parlare quella loro sapienza al solo scopo di facilitarvi la vita. Ma come non temere che li si prenda per ficcanaso e rompiscatole, e che li si inviti a farsi i fatti loro? Il solo pensiero di una reazione del genere toglie purtroppo ogni forza a molti Umabe’el, sia perché nel farsi i fatti loro non brillano di certo (il loro talento rabbinico vale soltanto nell’interesse altrui; nella propria vita sono puntualmente caotici, ora indecisi, ora impulsivi, spesso inconcludenti), sia perché il loro animo è tenero, e bisognoso di molto affetto, e l’ultima cosa che desiderano è di contrariare il prossimo. Perciò spesso tacciono, per scoprire poi puntualmente che avrebbero fatto molto meglio a parlare: non solo perché i loro pareri sono sempre saggi e importanti, ma perché a vederlo dall’esterno, quel loro sforzo di trattenersi risulta quasi sempre antipatico: «Mmh! Quel tipo mi nasconde qualcosa!» pensano di loro, ed è vero, sì, ma non viene in mente a nessuno che gli Umabe’el si impongano di tacere per modestia e ipersensibilità.
 
Devono osare, e seguire impavidamente le loro ispirazioni morali. Che si tratti della nuova fidanzata di un loro amico o di un suo nuovo posto di lavoro, gli Umabe’el devono dire quel che ne pensano, anche a costo di ferire qualcuno: saranno ferite salutari. Il loro compito nel mondo è testimoniare che esiste quella Legge, quel limpido universale Criterio applicabile praticamente: gli Umabe’el sono come bussole che in ogni circostanza indichino i punti cardinali, permettendo così alla gente di orientarsi. E poco male se ciò finirà con il farli sentire su un piedistallo – dato che quel piedistallo è stato costruito proprio per loro, perché dirigano il traffico delle opinioni e delle scelte umane.
 
Quanto poi al fatto che chi sta su un piedistallo abbia bisogno di molta gente intorno per non sentirsi solo, è anche questa una circostanza a cui gli Umabe’el faranno bene ad adeguarsi presto. La loro fame d’amore (qualunque cosa possano pensarne prima di aver scoperto se stessi) è infatti talmente grande da non potersi accontentare delle diete normali: se agli altri basta avere qualche amico, agli Umabe’el ne occorrono a decine; se alla maggior parte degli altri basta un partner, per gli Umabe’el non c’è relazione in cui non si sentano presto soffocare. Il loro ideale di vita sarebbe una casa dalle porte sempre aperte, una piazza in cui tutti si avvicinino a loro per chiedere consigli: questo soltanto può soddisfarli; e il loro piedistallo diverrebbe una forma d’amore per l’umanità intera – e sarebbero indubbiamente ricambiati – se il mondo sapesse che quella Legge esiste e che gli Umabe’el sono i suoi premurosi profeti.
 
È capitato, talvolta, che riuscissero a farlo sapere almeno un po’. Francesco Bacone, ai primi del Seicento, fece da bussola nella filosofia, progettando una teoria della conoscenza e una classificazione di tutte le scienze; Thomas Erskine, due secoli dopo, fu tra i primi americani a lottare per l’abolizione dello schiavismo; David Wark Griffith adoperò il cinema (con un piedistallo fatto di suntuosi colossal) per predicare la tolleranza e la passione per l’indipendenza. Ma è molto più frequente imbattersi in Umabe’el pessimisti, profeti inascoltati e divenuti amari o disperati dopo aver cercato invano un partner che a loro bastasse: come il burrascoso lord Byron, o Virginia Woolf, o certi personaggi di Humphrey Bogart (nel bar di Casablanca, per esempio), o Giorgio Gaber. Colpa del mondo? O colpa loro, convintisi – ciascuno per i suoi motivi – che il mondo fosse troppo scettico per poter ascoltare un maestro di vita?
Vera o no, è utile per ogni Umabe’el preferire comunque la seconda ipotesi, e confidare. Di professioni adeguate al loro compito non ne mancano: dallo psicologo all’estetista (che anche lei, come i bravi psicologi, tiene a lungo le persone davanti a uno specchio), dal barman al consulente famigliare, al parroco, al poeta, al farmacista e via dicendo. E da ciascuno di questi piedistalli l’Umabe’el può cominciare a predicare, per sentirsi in pace con la propria coscienza e con l’universo intero.


dal " Libro degli Angeli " di Igor Sibaldi -
Ed. Sperling & Kupfer

http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=angeli&path=71

 
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