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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 09/09/2011

PAURA DELLA MORTE?

Post n°1152 pubblicato il 09 Settembre 2011 da Praj
 

Qualcuno mi ha domandato se temo la morte. Io non so ben spiegare, ma non saprei rispondere in maniera definita perchè, paradossalmente, è come se vivessi due livelli di coscienza simultaneamente: uno più periferico legato al senso dell'ego che si preoccupa di una eventuale malattia, che ha paura del dolore, della non autosufficienza, ed un altro, invece, più interno e profondo, essenziale, direi impersonale, che non ha nessuna paura della morte.
Queste due dimensioni convivono... quotidianamente, ed esperimentano le piccole situazioni di “morte” nei vari distacchi che la vita ci mette di fronte.
Però vedo che nei momenti particolarmente difficili viene sempre fuori quella qualità più interna, la consapevolezza testimoniante, una comprensione più acuta, ed allora ogni paura si attenua, sfuma, scompare. Non posso però sapere come mi comporterò quando mi dovrò confrontare direttamente con la morte, non posso saperlo ora, onestamente.
Non voglio essere ideologico dicendo cose che sono inverificabili o semplici suggestioni mentali.
So di aver seminato... e in quel momento topico vedrò realmente come mi comporterò, alla luce di quello che sento di aver compreso della morte.
Vedrò in pratica, solo allora, il reale grado d'arresa... a quel Mistero che ci ha creati e che ci riassorbirà. Vedremo se sarò in grado di accoglierla con un sorriso, come mi auspico. Ed intanto cerco di vivere bene, al meglio, il quotidiano esserci.


 
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RICHIESTE E RISPOSTE

Post n°1151 pubblicato il 09 Settembre 2011 da Praj
 

C'era all'angolo di una strada un cieco con al collo un cartello sul quale stava scritto: "Cieco dalla nascita".
Riceveva poche elemosine. Un giorno passò di lì un poeta che gli modificò il cartello.
Poichè le offerte ora fioccavano, il cieco, quando lo incontrò nuovamente, volle sapere cosa avesse scritto.
"Il messaggio è ancora lo stesso, ho solo cambiato il modo di dirlo" gli rispose il poeta.
"E cosa hai scritto?" domandò il cieco, curioso. "E' il primo giorno di primavera e non posso vederlo".
Questo storiella sottolinea il fatto di quanto sia importante il modo con cui si comunica.
Esso può cambiare completamente la risposta ad una nostra normale richiesta.

 

 
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