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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 29/02/2012

LA FOLLE SAGGEZZA

Post n°1339 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da Praj
 

Quando a volte si equipara la follia alla saggezza, non vorrei si scambiasse la mera irrazionalità egoica, la stravaganza comportamentale, la follia nevrotica, intesa come libertà dalle costrizioni e condizionamenti, con la "saggia follia" la quale, invece, è tutt'altra cosa.
C'è la follia metafisica (Divina) e la follia mondana. Prima di equiparare con leggerezza la follia mondana con la "folle" saggezza di un risvegliato al Sè, inviterei a visitare gli ospedali psichiatrici. Si potrebbe vedere molta sofferenza... altro che amore, sia per se stessi che per l'altro, per la vita!
Solitudine e divisione la fanno da padrone in quei tristi luoghi dove impera la follia dello smarrimento, dell'annientamento costruttivo.
La saggezza genuina, invece, ha attraversato la follia dell'ego e l'ha trascesa. Non così è successo al folle rimasto imprigionato nell'oscurità della sua mente, che vive nel dominio della rassegnazione inconsapevole, non certo nell'armonia dell'accettazione cosciente.
Allora, secondo me, è meglio dire individuo consapevole "liberato" dal senso dell'ego ma responsabile, piuttosto che folle come sinonimo di libero e creativo esserci esistenziale. Dire "folle" tout court, se non usato in chiave metaforica o poetica, può dare adito a fraintendimenti, equivoci, ambiguità.
Essersi liberati dal senso dell'ego però non vuol dire essere senza ego, questo va chiarito, ma solo che si è in grado di gestirlo piuttosto che esserne gestiti.
Essersi liberati dal senso dell'ego vuol dire essere "morti" all'illusione di essere qualcuno, ritornare consapevolmente ordinari; vuol dire essere essere "morti" all'idea che si è quel qualcuno, così inteso in modo convenzionale, come nell'individuo identificato in un ruolo sociale, sia anche come un qualcuno immaginario, creduto dal folle perso nei labirinti dell'incoscienza.



 
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