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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
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Messaggi del 29/01/2013
Cosa significa essere in vero Silenzio? Forse solo non parlare, non pensare discorsivamente?
Dal mio punto di vista, “spiritualmente” parlando, non è così.
Io ritengo, come qualcuno ha giustamente, a mio parere, già affermato da qualche parte, che noi siamo quello che siamo e che quindi, è nostra "normale" attitudine quella di pensare e parlare e, a volte tacere o pensare in maniera ridotta: perchè queste sono condizioni naturali della mente.
Perciò esse non vanno represse, peraltro cosa impossibile o pericolosa, con un auto annullamento mentale, con tecniche orientate a forzare i meccanismi del cervello, a volte anche danneggiandolo.
La pura osservazione non manipolativa, la meditazione intesa come contemplazione, invece, può aiutare a vedere i movimenti sia reattivi che creativi della mente…e quindi a diventarne consapevoli.
Questa osservazione compresente allo stato espressivo del pensiero, più o meno automatico risulta senz’altro utile all’integrazione dell’individuo, perché tende a ridurre la divisione tra l’essere ed il fare... ad essere più armonici in noi stessi. La calma ed il silenzio sorgeranno allora come come espressioni spontanee e non fittizie o forzose.
Il Silenzio per come io l'intendo appartiene a quell'aspetto non verbale (noumeno) che sottostà a tutte le dimensioni fenomeniche che possono essere sia la parola che il pensiero.
Quindi esso è uno stato di Consapevolezza più profondo e immanifesto: è lo sfondo imperturbabile delle increspature che si esprimono a livello superficiale.
Una metafora potrebbe essere quella del mare: le onde, cioè il manifesto, con le loro forme e suoni sono la parola ed il pensiero, mentre solo nell'abisso, nella profondità, esiste il Silenzio.
Ecco, chi ha riconosciuto il suo abisso interiore non ha problemi a esprimere le sue onde pensiero… perché sa che sono un tutt’uno con il suo silenzio.
Per cui, per come la vedo io, il silenzio non è una qualità spirituale, esteriore, fenomenica ma una Presenza Silenziosa ad un livello interiore più profondo, inattaccabile da qualsiasi frastuono che accade in superficie.
In realtà sono due aspetti della stessa medaglia. Il silenzio e la parola convivono, sono compresenti però solo in uno stato di Consapevolezza.
Quindi, non è il tacere che qualifica il vero Silenzio, ma lo stato di Coscienza che impassibilmente osserva la mente in azione.
Dal mio punto di vista, “spiritualmente” parlando, non è così.
Io ritengo, come qualcuno ha giustamente, a mio parere, già affermato da qualche parte, che noi siamo quello che siamo e che quindi, è nostra "normale" attitudine quella di pensare e parlare e, a volte tacere o pensare in maniera ridotta: perchè queste sono condizioni naturali della mente.
Perciò esse non vanno represse, peraltro cosa impossibile o pericolosa, con un auto annullamento mentale, con tecniche orientate a forzare i meccanismi del cervello, a volte anche danneggiandolo.
La pura osservazione non manipolativa, la meditazione intesa come contemplazione, invece, può aiutare a vedere i movimenti sia reattivi che creativi della mente…e quindi a diventarne consapevoli.
Questa osservazione compresente allo stato espressivo del pensiero, più o meno automatico risulta senz’altro utile all’integrazione dell’individuo, perché tende a ridurre la divisione tra l’essere ed il fare... ad essere più armonici in noi stessi. La calma ed il silenzio sorgeranno allora come come espressioni spontanee e non fittizie o forzose.
Il Silenzio per come io l'intendo appartiene a quell'aspetto non verbale (noumeno) che sottostà a tutte le dimensioni fenomeniche che possono essere sia la parola che il pensiero.
Quindi esso è uno stato di Consapevolezza più profondo e immanifesto: è lo sfondo imperturbabile delle increspature che si esprimono a livello superficiale.
Una metafora potrebbe essere quella del mare: le onde, cioè il manifesto, con le loro forme e suoni sono la parola ed il pensiero, mentre solo nell'abisso, nella profondità, esiste il Silenzio.
Ecco, chi ha riconosciuto il suo abisso interiore non ha problemi a esprimere le sue onde pensiero… perché sa che sono un tutt’uno con il suo silenzio.
Per cui, per come la vedo io, il silenzio non è una qualità spirituale, esteriore, fenomenica ma una Presenza Silenziosa ad un livello interiore più profondo, inattaccabile da qualsiasi frastuono che accade in superficie.
In realtà sono due aspetti della stessa medaglia. Il silenzio e la parola convivono, sono compresenti però solo in uno stato di Consapevolezza.
Quindi, non è il tacere che qualifica il vero Silenzio, ma lo stato di Coscienza che impassibilmente osserva la mente in azione.
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Espandendo sempre di più gli spazi in cui sei "con",
piuttosto che contro qualcuno o qualcosa, ti rende sempre più contento.
Con_vinciti.
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Con_vinciti.
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Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:33
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:31
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:28
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:24