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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 26/09/2013

PER UN'ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE

Post n°2137 pubblicato il 26 Settembre 2013 da Praj
 

«Sono vegetariano da molti anni, con l’andar del tempo è diventata una necessità». A parlare Franco Battiato, sofisticato cantautore, compositore, interprete, nonché pittore, regista e scrittore di origini siciliane. «Sono diventato astemio, non bevo più caffè, non fumo».
Continua l'artista che, alla domanda “Che tipi di alimenti mangia?” risponde: «Mi piace molto la pasta integrale sia di grano che di kamut così come il riso integrale, basmati oppure il tipo venere ma non disdegno neanche cereali come miglio, orzo, farro e quinoa». Ma ci rivela che ama alcune preparazioni in agrodolce, prelibatezze tipiche della tradizione mediterranea. Curiosità che svelano un lato meno elitario e più intimo del cantautore, e fanno capire il senso di molte sue canzoni, come Sarcofagia (nell'album Ferro battuto del 2001) in cui scrive «non è mostruoso desiderare di cibarsi di un essere che ancora emette suoni».
Tutto questo (e molto altro) nel libro Sowa Rigpa, la scienza della guarigione per un’alimentazione consapevole, scritto a quattro mani con Giuseppe Coco, specialista in medicina tradizionale tibetana.
Ma come si raggiunge questa autarchia?
«È avvenuto tutto in modo consequenziale. Bere caffé e fumare mi piaceva da pazzi. Ora sono sostanze di cui non ne sento bisogno» risponde Battiato. «Ritengo che dev’essere una scelta personale che non si può suggerire né tanto meno imporre, anche se se ne può parlare come in questo libro».
Ma cosa significa Scienza della guarigione (Sowa Rigpa)? E come vi si arriva?
«Sowa vuol dire guarigione, ma anche cura e nutrizione- spiega Coco che continua- Rigpa significa scienza o conoscenza. Yuthok - il padre della medicina tibetana - sosteneva che la conoscenza medica è una materia aperta a tutti e che ognuno ne dovrebbe far uso, secondo le proprie capacità.
Chi non svolge direttamente una “professione di aiuto” rivolta agli altri, può comunque avvalersi di questi insegnamenti per stare in buona salute».
Quali sono le regole d’oro di questa medicina tradizionale tibetana? Ci sono controindicazioni?
«La Medicina Tradizionale Tibetana non cura solo attraverso l'adozione di precisi principi alimentari- continua Coco- comunque riguardo a questi aspetti è indicato seguire la regola generale buddista della via di mezzo e quindi mangiare con moderazione. Inoltre sono da preferire alimenti di stagione, possibilmente biologici, evitare qualsiasi tipo di carne, astenersi dal consumo di alcol e fumo, fare attività fisica adeguata alle proprie condizioni. Non esistono vere e proprie controindicazioni, rivolgendosi ad un terapeuta competente e cambiando gradualmente e con buon senso le nuove abitudini alimentari».
La dietetica tibetana permette di variare, non è restrittiva, nè troppo severa o assolutista. Come si cucina seguendo i consigli della alimentazione tibetana? Dopo quanto tempo di ottengono i benefici?
«In generale alimenti, spezie, tisane- suggerisce lo specialista- sono da utilizzare seguendo la stagione in cui ci si trova; alcuni cibi specifici si consumano per incrementare, ridurre o riequilibrare uno o più dei 3 umori (vento, bile e flemma). Nel libro suggerisco la preparazione di tisane e pietanze, per dimostrare come sia possibile introdurre, in modo semplice, questi principi nella propria alimentazione. I benefici possono manifestarsi a breve, medio e lungo termine: una tisana aiuta a dormire bene quasi subito, in alcune settimane si può ridurre l’intolleranza a certi cibi.
L'effetto principale, nel lungo periodo, è godere di una salute migliore; di conseguenza possiamo avere un risparmio economico e magari ottenere una maggior sintonia col mondo che ci circonda».

[da larepubblica.it del 2 agosto 2010 - Francesca Gugliotta]



 
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Post n°2136 pubblicato il 26 Settembre 2013 da Praj
 

C’era una volta un principe a cui il padre aveva insegnato a credere a tutte le cose tranne a tre: non credeva all’esistenza di principesse, non credeva all’esistenza delle isole, non credeva all’esistenza di Dio.
Un giorno, camminando sull
a spiaggia, vide in mezzo al mare distese di terra su cui strane e inquietanti creature femminili si muovevano regalmente. In quel momento gli comparve davanti un uomo in abito da sera; il principe gli chiese: “Cos’è quella terra in mezzo al mare?”
“Isole” disse l’uomo.
“E quelle figure?”
“Principesse”
“Ma allora anche Dio esiste?”
“Sì, sono io” rispose l’uomo in abito da sera.
Il principe tornò subito a palazzo e aggredì verbalmente suo padre, il Re: “Ho visto le isole, ho visto le principesse e ho visto Dio.”
“Non esistono principesse, non esistono isole, non esiste Dio” rispose il Re con calma.
“Ma è ciò che ho visto!”
“Ah sì? Dimmi: com’era vestito Dio? In abito da sera? Portava le maniche della giacca rimboccate?”
Il principe ricordò che anche le maniche erano rimboccate.
E il Re lo rassicurò: “Lo sapevo: è la divisa del mago. Hai incontrato un mago e ti ha ipnotizzato”.
Allora il principe tornò sulla spiaggia e disse al mago: “Mio padre, il re, mi ha detto chi sei. Mi ha detto che sei un mago e che mi hai ingannato”
L’uomo della spiaggia sorrise rispondendo: “È tuo padre che ti ha ipnotizzato, è lui il mago, qui ci sono molte isole e molte principesse e io sono Dio, invece tu sei sotto il suo incantesimo” .
Sempre più confuso il principe tornò ancora una volta a palazzo e chiese al padre: “E così, tu non sei un Re?... Sei solo un mago!”
Il Re rispose, rimboccandosi le maniche: “Sì, figlio mio, sono solo un mago.”
“Allora, l’uomo della spiaggia era davvero Dio?”
“No, figlio mio, era anche lui un mago”
“Ma qual è la verità dietro questa magia?”
“La verità è che non c’è nessuna verità dietro la magia, figlio mio”
Il principe allora, in preda allo sconfortò, disse: “Non posso sopportarlo, mi ucciderò!”
Il re fece comparire la morte, il principe rabbrividì, ricordò le isole e le principesse irreali ma belle e quindi si rivolse al padre: “Va bene, posso sopportarlo!”
“Vedi figlio mio…” disse il re “… anche tu adesso stai diventando un mago.”

dal libro: "La struttura della magia" di Richard Bandler e John Grinder - Casa Editice Astrolabio



 
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