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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi del 18/05/2014

DIGNITA' METAFISICA

Post n°2340 pubblicato il 18 Maggio 2014 da Praj
 

Nella frammentazione egoica non c'è Dignità; nel soggiacere all'istinto, all'emozione, alla passione e all'ideazione non c'è Dignità; nel renderti "coscienza di massa" non c'è Dignità; nell'essere debole non c'è Dignità; nell'essere violenti non c'è Dignità; nell'essere fanatici non c'è Dignità; nella credulità non c'è Dignità; nel disprezzare gli altri non c'è Dignità;
nella dipendenza psichica o fisica non c'è Dignità; nell'odiare non c'è Dignità; nella paura non c'è Dignità; nell'essere carichi di irrequietezze e desideri non c'è Dignità. Per vivere con Dignità occorre avere un preciso orientamento interiore.
Non sono le parole in sé stesse che penetrano e incidono, ma l'effluvio della Dignità interiore e sulfurea.
Occorre risvegliare in sè una qualità invisibile ma penetrante, che richiami le Potenze sovrasensibili .
La Dignità, al massimo grado, si esprime con lo stato di Essere. Dunque sii unità, palesati come folgorante "occhio" singolo.
Chi è unità è legge a se stesso; è al di là del polarismo sensoriale, di là dall'io e dal non-io.
Se per Dignità intendi la tua rispettabilità professionale e sociale, non intendi. La Dignità di cui ti si parla non appartiene all'io accattone. La Dignità impone ascesi, distacco, immobilità, silenzio.
Chi ha Dignità non si protende per acquisire perchè ha in sè la compiutezza e la ragion d'essere.
L'io empirico, fenomenico, sensoriale prega e implora, l'Ente vero fissa lo "sguardo" e proclama. Non v'è Potenza che ti aiuti se sei privo di Dignità.
Il debole viene morsicato perchè segue la legge del suo essere-divenire, ma non pensare che ti si inciti alla sopraffazione. Chi ha paura manca di Dignità. L'Uomo vero che cosa ha da temere? La sofferenza?
Non c'è sofferenza per colui che conosce la fine fin dall'inizio, la sofferenza non raggiunge il Fuoco incorruttibile.
La morte? Ci sono parole che non si trovano nel vocabolario dell'Immortale. La stessa vita? Chi opera con Dignità si svela con commensura e non si lascia vivere. Il Vivere è di colui che "va e viene", l'Essere vive di Essere.
Si può cadere, ma Dignità impone di rialzarsi con compostezza, in bellezza, senza rumore, senza commiserazioni e senza rimpianti.
L'ente "addormentato" vive di fantasmi, di allucinazioni che prende per veri; vive di opinioni. L'Ente vero, essendo unità, è lampada a se stesso...
Quello della maya-divenire è un mondo fatto di leggi, di manipolazioni di forze, di giochi energetici.
Si può essere giocati, si può giocare, si può essere di là da ogni possibile gioco...
La Dignità è frutto di superiore statura, quindi è effetto di Realizzazione.
Chi ha conquistato la Dignità può bussare e le porte si aprono...

"Raphael – La Triplice Via del Fuoco” edizioni Asram Vidya
tratto da:
http://www.pitagorici.it/forum/viewtopic.php?f=10&t=616



 
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