Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Agosto 2008

La mente batte dove l'ego duole

Post n°468 pubblicato il 31 Agosto 2008 da Praj
 

Se la mente batte dove l'ego duole, la salute della stessa è proporzionale alla pesantezza di questo battere.
E quando la mente ha la percezione marcata della propria presenza, questo è il segno di una qualche forma di dolore esistenziale. 
Questi denuncia una evidente mancanza di beatitudine e rilassamento dell'essere, un disagio interiore che può scomparire nella misura in cui il senso dell'ego si affievolisce.
Quando la mente opera bene non si avverte, perchè funziona silenziosamente.

 
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Periferico roteare

Post n°467 pubblicato il 25 Agosto 2008 da Praj
 

Camminando lungo la Via del nostro Destino
ci troviamo smarriti,
avendo dimenticato
se il punto di partenza o il punto d'arrivo
sta davanti o dietro di noi.
Ignoriamo del tutto che la Via
è una traccia invisibile e circolare
che si può percorrere in ogni direzione.
Non dobbiamo temere di perderci
perchè in ogni direzione si vada si è
in un ciclico viaggio
che segna una circonferenza esistenziale
affidataci da un Ignoto Sublime.
Non sappiamo che la nostra Essenza
è sempre e solo quel Centro
immobile ed eterno
che un istante di Luce Divina 
donato per Grazia 
può rivelarsi nell'autoriconoscimento di Sè.

Praj


 
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Impudenza

Post n°466 pubblicato il 23 Agosto 2008 da Praj
 

Non comandi lo scorrere del sangue
non domini il battito del cuore
non controlli il sorgere dei pensieri
e la scomparsa delle emozioni...
perchè allora proclami
senza ritegno e con voce spavalda
che sei libero?
Solo perchè sogni
di essere colui che lo crede?

Praj

 
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Noi non ci potremo essere

Post n°464 pubblicato il 18 Agosto 2008 da Praj
 

Non possiamo comprendere
il mistero della Vita
carpirne l'intimo segreto.
Anche se volessimo Vedere
ciò che nasconde l'ultimo velo
dobbiamo sapere già ora
che se anche cadesse
noi come conoscitori
non ci potremo essere.

Praj

 
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A mia Madre

Post n°463 pubblicato il 16 Agosto 2008 da Praj
 

Cara madre, l'ultima volta che ti salutai
in un triste quanto doloroso giorno
ci fu tra i nostri intimi esseri 
quel profondo sorriso compassionevole
che non ho mai dimenticato.

Era lo specchio purificatore delle lacrime
di due anime così diverse così uguali 
che hanno intrecciato il loro destino
mentre si lasciavano tenendosi per mano.

Ora so che che quello che i nostri cuori
hanno comunque e sempre condiviso
é stato solo quello che poteva essere
per come ci è stato dato.
Tutto semplice e vero, vivo e sincero.
Alla luce di questo tenero perdono
e riconoscimento reciproco
rimane un Amore e una gratitudine filiale
che non si spegne nel tempo. 

In ricordo di mia Madre, nel giorno in cui ha lasciato il corpo dieci anni fa. 

 
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L'invidia spirituale

Post n°462 pubblicato il 11 Agosto 2008 da Praj
 

La prevedibile insopportabilità, spesso fastidio, per la crescita spirituale altrui, per non parlare del "Risveglio", è una delle caratteristiche più evidenti che si possono riscontrare nell'ambiente dei ricercatori spirituali.
Bisogna dire che è prevedibile perché basata sui sentimenti pilastro dell'ego: invidia, sfiducia, rabbia, gelosia, ambizione.
Cambieranno mai questi atteggiamenti fino ad essere capovolti in: contentezza, fiducia, gioia, soddisfazione, ammirazione?
No, non è possibile, perché in qualche misura, questa positività può averla solo chi è già Risvegliato verso un altro Risvegliato.
Può averla solo il Sé che si è riconosciuto che riconosce il Sé in un altra forma della manifestazione.
In realtà e in genere accade solo che questi sentimenti positivi e negativi saranno mischiati; emergeranno in varia misura, contraddittoriamente, a seconda dei momenti che si stanno attraversando e degli stimoli che producono nella mente.
Ancor di più agiteranno i punti non risolti che vanno a toccare e i nodi sensibili che il senso dell'ego sostiene, alimentando l'invidia spirituale.


 
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I ricercatori del gatto nero...

Post n°461 pubblicato il 08 Agosto 2008 da Praj
 

Se un filosofo è un uomo cieco, in una stanza buia, che cerca un gatto nero che non c’è, un teologo è l’uomo che riesce a trovare quel gatto."

Questo è quello che riesce a fare la mente, filosofica e teologica, quando è tutta centrata in se stessa e non è osservata dalla Consapevolezza.
S'inventa una infinità di concetti e si perde in essi. Non riesce a rendersi conto che l'associazione dei pensieri è meccanica, ed é quasi totalmente obbligata da impulsi forzosi che provengono dai depositi della memoria.
La meditazione invece è strumento che ci permette di renderci conto di questi processi associativi involontari e pseudo volontari. Essa ci abitua al distacco necessario per osservarli dall'esterno, e sperimentarli, oserei dire "scientificamente".
Imparando a non prendere in consegna i pensieri, nei quali purtroppo subito ci identifichiamo, etichettandoli come nostri, subito, al loro sorgere in noi, siamo sempre più in grado di vedere come essi nascono e muoiono nel cielo della coscienza. Osservando soltanto, ci abilitiamo a distinguere il pensiero funzionale, utile e necessario, perchè legato alle risposte che la realtà del momento presente, dal pensiero concettuale speculativo. Riconosciamo con sempre più facilità la fantasticheria emotiva dalla immaginazione creativa cosciente. Capiamo le differenze che corrono fra l'ispirazione, l'intuizione, il ricordo... e tante altre interessanti attività che accadono nella nostra mente. La meditazione, facendoci entrare nel mondo del puro silenzio osservante, neutrale e impersonale, ci può rivelare molte cose e introdurci alla profonda conoscenza di noi stessi e, di conseguenza, degli altri.
Inoltre, entrare in questo spazio silenzioso, ci permette veramente di fare della nostra mente un laboratorio nel quali osserviamo il reale funzionamento dei meccanismi mentali.
Meccanismi mentali che, se non conosciuti e riconosciuti, ci inducono ad agire come se fossimo coscienti, quando in realtà siamo inconsapevoli di come e perchè pensiamo e agiamo in un certo modo. Questa inconsapevolezza ci dà l’illusione e la sensazione di essere liberi, quando invece non lo siamo, perchè non siamo in contatto con la sorgente delle nostre intenzioni.

 
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Le montagne non si spostano

Post n°460 pubblicato il 05 Agosto 2008 da Praj
 

Per me, la "fede" che va di moda, oggi più che mai, e che auspica un potere personale è un'altra illusione dello stupido ego.
Questa "fede" che vorrebbe piegare l'Universo verso un nostro desiderio, scopo, per quanto "puro" e altruistico, è una "spirituale" fantasticheria.
Ha in sé solo la meccanica psichica e la forza della suggestione e dell'autosuggestione. Niente di più.
La Fede è ben altra disposizione d'Animo che il "volere" personale.
I saggi sanno che non ci sono i cosiddetti "miracoli" a cui le menti dei credenti hanno bisogno per consolarsi, per avere speranza, per superare le angosce... Quei poteri extranaturali o supernaturali sono ancora proiezioni, desideri, aspettative, create dalla mente vittima del senso di separazione. Sono psichismi egoici.
I miracoli della Vita sono davanti a noi in una infinità di forme... piccole e grandi.
La Fede è riconoscerli quale manifestazione del Mistero dell'Esistenza.
Chi li Vede non crede... li constata semplicemente.
Per un Uomo Spirituale senza etichette, senza credenze, invece, Fede vuol dire avere Fiducia nel Ciò che E': ovvero in Dio-Tutto, proprio nella sua Manifestazione, qui ed ora, così com'è. Perché egli non ha bisogno alcuno di promesse... è già colmo di gratitudine. Questa è la "Sua" Forza!
Anche se qualcuno a detto che la fede sposta le montagne, non è nella facoltà della montagne spostarsi.
Non per niente si dice: "è immobile come una montagna".
Io, la montagna non ho intenzione di spostarla perché sta bene dov'è. E questo lo affermo proprio perché la Fede non mi manca.
Nessuno ha mai spostato una montagna e mai lo potrà fare, se non la Natura con qualche assestamento, sconvolgimento.
Il resto sono pippe spirituali per ricercatori spirituali della domenica, secondo il mio modestissimo punto di vista.
Quella che la Fede sposta le montagne è, per me, una evidente metafora spirituale: se hai Fiducia profonda, hai evidentemente una visione nuova della Vita e delle cose.
Non sono le cose a cambiare ma il tuo modo di vederle e viverle.
Invece i "credenti "religiosi prendono alla lettera ogni insegnamento, soprattutto quando è allegoria, metafora, mito, poesia...
Ciò che manca è la Comprensione profonda e il tassello fuori posto è l'ego ambizioso e credulone.
Sarà meglio piuttosto spostare la mente da queste superstizioni new age o credenze religiose dogmatiche e consolatorie.
Questa sì che è una montagna quasi impossibile da spostare, una mente difficile da sbloccare.

 
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