Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

Area personale

 

Ultime visite al Blog

lenterisZanzarina11gocciadiluna_1964SemidiluceeamorePrajcassetta2magdalene57moon_IDesert.69antonella.2009Arianna1921chirizzi.interfruttaDoNnA.Sil_tempo_che_verraLavoro_Rino
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

Ultimi commenti

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2009 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 154
 

 

Disclaimer:

 

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001.
Le immagini pubblicate e i video tutte tratti da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Questo vale anche per alcuni brevi estratti di testo presi da alcune pubblicazioni, di cui però è sempre citata la fonte.
Qualora il loro utilizzo violasse i diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro immediata rimozione.

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Messaggi di Dicembre 2009

Capo-danni

Post n°715 pubblicato il 31 Dicembre 2009 da Praj
 

Anno nuovo?

L'anno nuovo comincia,

si grida.

Notte di fuoco.

Botti e saette che scivolano

in cielo,

schiume di augurio

traboccano e colano in terra,

fra gioie e risate che erompono

scavalcando i muri

e tristezze e dolori che gemono

rafforzando i muri.

Tanto rumore per nulla

e tanto nulla che fa rumore.

Tanto rumore senza cuore

e tanto cuore senza rumore.

Tanta festa senza testa,

e tanta testa senza festa.

L'artificio s'impone ovunque,

in cielo e in terra;

il ballo é allegro

e diverte chi lo gode

e lo sballo, anche se allegro,

affanna chi lo cerca.

Intanto "Noi" grati,

Uniti e silenti Voliamo

nella Sacra astronave

della Pura Coscienza

Vedendo e lasciando

i nostri corpi divisi nello spazio

partecipare ridenti al gioco...

come é dovuto al mondo,

ai canti di speranza....

come é dovuto al sogno

dei naufraghi compagni

dell'esistere nel tempo,

per ora

ignari dell'Eterno.


 

Anno nuovo... per un malato rito antico

 Ancora un nuovo anno ci sta venendo incontro.

Si brinda, si promette… s’invoca la fortuna.

Tutto senza ardore e con lo sguardo spento

tra  fumi colorati, tristi schiamazzi e cocci.

Avanza l’offerta di un altro giro intorno al Sole

per noi esseri brancolanti sulla terra

pieni di passioni fatue e sangue disperato.

Cosa abbiamo imparato da quest’ultimo orbitare

che non sia il vacuo cambiar maschere e costumi

ed a mutar il vero con le danze del pensiero?

Forse niente

o solo a dimenticar l’abisso

che sta dietro l’inquieto palpitare.

Barcollando su noi stessi come ubriachi

non crediamo d'essere smarriti

costretti di nascita in morte a roteare intorno

alla Luce primigenia fino allo sfinimento

di un vanità che non sappiamo domare.

Senza saperlo aneliamo a quel anno

in cui il delirio tormentoso e cupo

nel quale ci dibattiamo erranti

sia dissolto dal fuoco sacro che brucia i sogni.

Di anno in anno ancora si ripete un rito antico

che ormai però ha perso l’anima

ma che ancor si offre paziente al varco

della soglia verso il Tempo Eterno

che non ha fine, che è senza inizio

che brilla luminoso solo nel potente adesso.

Anno nuovo, portaci la tua assenza

liberandoci da ogni aspettativa

e vola via leggero nell’infinito Arcano.


 

by  Praj

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Lasciala attendere

Post n°714 pubblicato il 23 Dicembre 2009 da Praj
 

Vivi la vita in modo da non arrivare al punto
di attendere la morte
ma vivila piuttosto in maniera
che sia la morte ad attendere Te

(
Praj)




Tanti auguri di Buone Feste a Tutti!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Guarigione metafisica

Post n°713 pubblicato il 21 Dicembre 2009 da Praj
 

La cura metafisica non si occupa né del corpo né della mente, ma aiuta piuttosto a dissolvere il senso d'essere un corpo e una mente.
Quando, dopo la guarigione metafisica, non si è più identificati né col corpo né con la mente, a chi importa guarire?
In questo spazio di coscienza disidentificata, di distacco , d'impersonalità, allora può sorgere ogni genere di guarigione esteriore, se è destinata ad accadere. Ma, che accada o meno, la guarigione esteriore diventa ormai un fatto secondario, quando la guarigione essenziale, la salute interiore, è divenuta uno stato di coscienza permanente.
La cura metafisica trascende quindi ogni altra cura perchè rivela la dimensione immortale che c'è in noi, liberandoci dall'attaccamento al corpo e alla mente, fonti di ogni malessere e malattia.
Con questo non si vuol dire che non si avrà cura del corpo e della mente, ma solo che essa sarà subordinata, innanzitutto e sempre, alla pace e serenità dell'anima.

 


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Domande e risposte addio

Post n°712 pubblicato il 18 Dicembre 2009 da Praj
 

Domande, domande, domande... infinite domande. Risposte, risposte, risposte… infinite risposte.
Sono solo evanescente memoria planetaria incasellata, memoria universale annusata e codificata, velature d’oscurità mercificata e distribuita... in un fantasmagorico mercato d'identità che si confrontano per auto confermarsi...
Tutto ciò per non avere il coraggio di dire, di fronte allo specchio umano sperduto: non so, non posso sapere, posso solo vivere... quel che mi è dato vivere per morire a me stesso.
Così arreso, posso vivere conoscendo la vita istante dopo istante fino al momento in cui si aprirà il cancello dell’infinito di fronte al quale, pieno di meraviglia innocente e senza involucri illusoriamente confinanti, riderò delle mie domande e delle tue risposte, delle mie risposte e delle tue domande.

 


 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'effimero cambiamento esteriore

Post n°711 pubblicato il 16 Dicembre 2009 da Praj
 

Cercare di cambiare il mondo esteriore, senza aver cambiato prima quello interiore, non può che rivelarsi, prima o dopo, fallimentare. Potranno pure esserci delle forme politico sociali diverse, delle rivoluzioni, dei nuovi assestamenti culturali, delle trasformazioni nel costume e nel linguaggio… ma i meccanismi di fondo che regolano il rapporto tra gli individui, basato sul senso dell’ego, sarà ancora lo stesso. Su quel meccanismo si fonda l’egoismo sia sociale che personale, con tutto ciò che ne deriva in ogni direzione del vivere associato.
Quand’anche sopravviene una trasformazione politico economica, poi pian piano si riassestano le vecchie logiche di potere a danno delle belle intenzioni propagandate dalle ideologie innovatrici.
Forse nella nuova situazione sarà più sofisticato, meno visibile, il dominio dell’uomo sull’uomo, forse ci saranno diritti che ci appariranno come un progresso, ma nel profondo lo spirito competitivo, la sopraffazione variamente espressa in una più più moderna modalità, prenderanno riprenderanno piede, disattendendo le aspettative suscitate dalla speranze e dalla suggestione in un mondo nuovo.
Per questo, a mio parere, mi sembra di potere dire con tranquillità, dopo avere osservato la storia continuamente ripetersi, che se non si comprendono le dinamiche fondamentali dell’animo umano e si crede che queste siano create solo da motivi materialistici o da spinte individualistiche ci ritroveremo più o meno sempre nella stessa condizione esistenziale, anche facendo i cambiamenti più rivoluzionari dal punto di vista politico e religioso.
Non bastano la giustizia economico distributiva, anche se sarebbe importante che ci fosse, la giustizia formale, l’egualitarismo apparente, come non basta il livellamento di classe per ridare all’uomo il senso profondo della sua esistenza.
Capisco che possono essere livelli di esistenza fondamentali, ed in parte lo sono, livelli di cui tenere conto, ma non è tutto qui… c’è dell’altro nel senso del nostro esistere. Comprendo anche che è basilare avere la pancia piena prima di guardare oltre… ma non bisognerebbe mai dimenticare lo spirito che opera in noi, il quale sta facendo un cammino verso Casa attraverso la nostra incarnazione.
“Non di solo pane vive l’uomo”, diceva un Uomo-Dio, che con il suo sacrificio ha lasciato un grande segno su questa terra, ascoltato però solo in parte, non sempre in modo adeguato, secondo la mia modesta opinione.

 


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'ascetismo non fa per me

Post n°710 pubblicato il 14 Dicembre 2009 da Praj
 

L'ascetismo non fa per me. I saggi ai quale m'ispiro invece si godono la vita, la gustano attimo dopo attimo ed apprezzano ogni sapore, colore, odore, suono... apprezzano la Vita in piena Consapevolezza. Le forme e gli incanti di Maya non fanno loro paura, anzi giocano con essi senza perdersi nei labirinti degli attaccamenti. Non rinunciano e non si sacrificano, ma non per questo indulgono o sono indifferenti. Sono in equilibrio, fra l'attaccamento e il distacco, su una linea di confine dinamica, determinata dalla presenza e dalla sensibilità.
Dunque, non m'interessa l'ascetismo quale via per cercare se stessi, negando il corpo, i sensi. Mi piace piuttosto starvi dentro con pienezza e viverli al meglio, con naturalezza. Se c'è un corpo vivo ci deve essere il senso del gusto, del tatto... altrimenti sono insensibile o i sensi non funzionano e la vita è sostanzialmente morta. Parimenti, se c'è una mente viva ci deve essere ovviamente anche la preferenza tra un gusto e l'altro, un interesse piuttosto che un altro, perché è naturale che sia così.
Infine, se c'è una Consapevolezza Risvegliata, essa non si fa questi problemi. Vive destreggiandosi gioiosamente fra gusti e preferenze, in modo spontaneo senza sensi di colpa legati ad idee condizionate e ideologiche. Gli schemi imprigionanti sono banditi quali secondini dell'inferno.
La via dell'ascetismo, per quanto mi riguarda, è una via di negazione che non mi piace perché mortifica proprio quei meravigliosi e sofisticati doni dei sensi, donatici dal Divino, che il nostro corpo porta in dotazione. Ferisce l'intelligenza perché non le permette di esplorare tutti i luoghi dell'Essere.
Trovo davvero un peccato negare la corporeità per cercare la spiritualità. Io penso che esse dovrebbero invece essere in armonia fra loro, non contrapposte.
Penso che la chiave che le unisce e che l'equilibra e interconnette in modo sano sia la Consapevolezza.
Il corpo dovrebbe essere l'espressione fisica dello spirito, mentre lo spirito dovrebbe essere il canto sublime corpo del corpo appagato.
Quindi, nessuna separazione, ma una unità che manifesta la sintonia fra il visibile e l'invisibile nel momento presente. Quando questa Unità è reale la Vita si compie in tutta la sua ampiezza.



 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Tragicomiche visioni

Post n°709 pubblicato il 11 Dicembre 2009 da Praj
 

Sorrido di me... che sorride del mondo, che a sua volta ride e piange senza un consapevole senso, incapace di specchiarsi.
Sono semplicemente sincero, di fronte alla notte oscura delle parole, alla fantasmagoria delle speranze che ogni giorno pungono il cuore degli uomini.
Parlo del non comunicabile, come un folle inebriato da un elisir creato dal vuoto e venduto in lontani universi, in sconosciuti mercati  di poetiche perle.
Questo nettare cade in gocce su palati acuti e gole sensibili, s’instilla in calotte craniche nostalgiche del vero, e va aldilà dello scontato e decantato amore a ridestare spiriti immemori di sorgenti celestiali, di immacolate comprensioni.
Questo accade non perché sono saggio ma perché sono solo un visionario, un mistico realista fuori dal coro, vagante da un tasto all'altro, da una testa all'altra, invisibilmente, errante di testo in testo, pericolosamente.
So che forse mi possono capire in pochi… ma bastano per stimolare le mie non pretese connessioni, la voglia di ammiccare con i lampi dell'intuizione da cui qualcuno forse saprà farsi fecondare... pur se non saprò mai quando, non saprò mai dove, ciò accadrà.
Anche se il tempo lascia qualche velo discorsivo che opacizza i miei occhi davanti a questo altare di liquido cristallo, messaggero moderno di segni ultramondani nel quale folle di spiriti sconosciuti fra loro bevono inconsapevolmente, sento di Vedere lontano, molto lontano, sento di Vedere il profondo nella superficie.
Senza domande tese a richiamare altre domande mi esprimo perché per me è da fare, così per me è da dire, e non so il perché, mentre ancora sorrido, e forse scioccamente, sorrido di me, sorrido per me.
E se vuoi sorrido pure anche di Te… tanto è solo un Gioco, un meraviglioso tragicomico Gioco, che lo perde di sicuro soltanto chi non accetta che lo Sia.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Accogliendo ogni parte di me

Post n°708 pubblicato il 09 Dicembre 2009 da Praj
 

Solo accogliendo ogni parte di me, ogni pensiero, ogni emozione, ogni sensazione, ho potuto accettare il mondo, l'Universo. Ho compreso che tutto era in me: ogni paura, desiderio, m'appartenevano.
Potevo rifiutare ciò che stava fuori senza negare ciò che era dentro? Erano realtà che si specchiavano, ma erano un tutt'Uno.
Ho compreso che ogni mia cellula interdipendeva dalle stelle, dal sorriso di un passante, dalla minaccia di un disperato... da ogni cosa.
Fu così che abbracciandomi abbracciai il mondo così com'é, compreso il rifiuto  che talora umana-mente può affiorare. Da allora amo come posso... la vita che vivo, che mi è data.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Oltre i buchi delle serrature

Post n°707 pubblicato il 07 Dicembre 2009 da Praj
 

Quando sapremo comprendere la grande Coerenza invisibile, l’armonia nascosta nel Tutto, quel bisogno di sterile coerenza, chiuso in personale umana prigione, in evanescenti forme mentali, non sarà più visione limitante, sguardo mediocre che intravede sbirciando dal buco delle serrature di porte sempre aperte, soltanto piccoli e grigi cerchi di cielo.
La Coerenza sconvolgente della Totalità può essere svelata soltanto a chi ad Essa s’arrende, partecipando e godendone la Creatività inconoscibile, piena di vita, luce abbagliante ed oscurità insondabile.
Invece lo stupido ego s’aggrappa alla sua misera logica, vede soltanto la propria vacua immagine: proiezione distorta e dannata nel tormento dei suoi troppi calcoli, incubi e giudizi...
Spalanchiamo la finestra del cuore, diamo aria e colore all’anima fidandoci dell'Essenza divina; buttiamo le maschere variopinte di persone ridicolmente pensanti e proviamo a vivere con fiducia l’avventura che il Sacro Mistero ci sta generosamente donando.
Ogni momento è buono. Soprattutto l’adesso! Siamo ciò che Siamo, diventiamone consapevoli.
La coerenza dei logori schemi appartiene alla stagnazione, mentre noi siamo flusso d'intelligenza, danza e gioco, tra il chiaro e lo scuro… tra l’alto ed il basso… siamo come il Tutto... Infinita Coscienza, siamo il Tutto... indescrivibile Energia, siamo nel Tutto... Invisibile Coerenza.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'inferno e paradiso sono stati di Coscienza

Post n°706 pubblicato il 04 Dicembre 2009 da Praj
 

E' inutile pensare l'inferno altrove. Esso è già qui. E' nella coscienza dell'ego ottenebrato.
E' nella crudeltà, nella miseria, nell'odio, nella cattiveria, nella falsità, nella stupidità, nell'avidità... nella chiusura della negatività.
Per cui pensarlo nel divenire è senza senso. Noi quando siamo persi nei labirinti della follia vendicativa, nella competizione idiota, nella violenza gratuita siamo già dimorando in esso. Quando siamo posseduti dall'avidità, dalla calunnia, dalla perversione stiamo sguazzando nelle piazze del suo impero.
L'inferno è una condizione della Coscienza che poi si traduce nella realtà fisica ed emozionale.
Ci sono gironi infernali all'interno di noi stessi che percorriamo ogni qualvolta diventiamo adirati, gelosi, invidiosi... ansiosi e tormentati.
Con queste condizioni psicologiche siamo destinati ad incontrare altri dannati temporanei nello stesso stato. Le fiamme di queste negatività quando interagiscono non possono che divampare.
Dunque il castigo non è ipotetico, in un divenire post mortem, ma è il terreno stesso nel quale ci muoviamo nel momento stesso in cui abbiamo smarrito noi stessi, in cui siamo profondamente squilibrati nel senso essenziale.
Lo spauracchio sventolato come deterrente di un inferno in cui si dovranno espiare colpe e peccati per me è metaforico. Quel tempo è soltanto una proiezione delle nostre paure e senso di colpa che domina la nostra mente.
Le colpe ed i 'peccati' si scontano già qui ed ora nella coscienza sempre più lontana dalla pace, dalla gioia e serenità che sarebbero possibili, solo che noi avessimo scelto la strada opposta a quella che, invece, ci ha condotto o può condurci negli stati infernali del tormento e angoscia mentale.
Quella che, a mio avviso, è la notizia consolatoria e di estremo aiuto è che niente è irreversibile. Che è possibile pure un cammino a ritroso che può ricondurci alla Casa lasciata e poi perduta, sede eterna di ogni beatitudine.
Si tratta di fare un viaggio di risalita alla Sorgente dell'Essere, della nostra autentica natura. Perchè tanto più ci allontaniamo da essa tanto più ci caliamo nel nostro inferno personale e contribuiamo all'espansione dell'inferno collettivo.
Questo viaggio consiste nell'uscita dalla mente identificata nella rappresentazione di quello che appare sullo schermo della Coscienza-Specchio, per Essere il Divino Testimone che c'è  sempre in noi.
Sto alludenso all'occhio del ciclone, il centro immobile che dovremmo ritrovare per non trovarci sperduti di fronte all'impermanenza delle cose, di tutto ciò che esiste in continuo mutamento. Solo attivando quest'occhio, il terz'occhio spirituale, possiamo trascendere l'inferno mondano che la nostra mente egoica sostiene quando si smarrisce nei riflessi del mondo apparente. Esso ci appare reale perchè è irreale l'identità con la quale lo viviamo, che crediamo d'essere. Se sapremo farlo, anzi, se permetteremo che esso accada, scopriremo che anche il paradiso è già qui, adesso.






 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

No caos, no problem

Post n°705 pubblicato il 02 Dicembre 2009 da Praj
 

Per me, il caos non esiste, c'è soltanto l'incapacità di vedere, riconoscere, stabilire le connessioni fra gli eventi, sia grandi che piccoli, sia visibili che invisibili.
Esiste una rete infinita immersa nel tempo e nello spazio, fatta di azioni e reazioni continuamente create attraverso meccanismi di vario livello, stimoli di causa ed effetto, per noi, in gran parte sconosciuti o inconoscibili, ma totalmente interdipendenti nella loro relazione in questo Universo, sia mentale sia fisico ed anche spirituale.
Ogni atto, ogni cosa, ogni fenomeno, anche il più insignificante che possa sembrare è interconnesso, è interdipendente ad infinite altre cose, atti, fenomeni in una miriade di eventi incalcolabili e inimmaginabili, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
La Consapevolezza, la presenza mentale, tenendoci ancorati ad una risposta come azione adeguata all'evento del momento, ci aiuta ad essere meno inconsci e inconsapevoli nelle reazioni che possiamo avere di fronte a fatti o sentimenti che ci coinvolgono o che accadono intorno a noi.
Questa attenzione ci fa sentire meno casuale ciò che ci accade o potrebbe accaderci.
Più i fatti, gli eventi e le cose della vita, sono guardati dall'alto di una Coscienza lucida e distaccata, meglio e più panoramicamente li si possono vedere, cogliendone così il loro sorgere ancor prima che si manifestino nel loro svolgersi, svilupparsi, reattivo e condizionato.Tutto ciò che sta succedendo, è successo o succederà, dalla più grande alla più infima cosa, non può che essere quello che è, perchè è necessario all'equilibrio, all'amonia intrinseca del Tutto. Causa ed effetto sono dunque un tutt'uno in una visione più ampia. Non si può sapere dove cominci la causa e dove finisca l'effetto. E' soltanto la mente dualistica che separa la causa dagli effetti, non essendo in grado, per sua intrinseca natura, di cogliere l'Uno, l'intero, nella sua infinitudine.
Solo se la mente tace  lo spazio ed il tempo si dissolvono ed appare l'istante nella sua forma di Destino come espressione del Tutto in quel punto sconfinato che è il nostro essere nel mondo.                       
Chiamiamo caso un effetto la cui origine non sappiamo trovare e possiamo; e chiamiamo causa una realtà di base che vogliamo fissare mentalmente, per non ammettere l'ignoranza di fronte ad un mistero che ha radici ancor più profonde ed insondabili, abissali. Il magico gioco che accade a noi ciò che percepiamo come caso: coincidenze, occasioni fortuite... è invece creazione continua, incessante di una Coscienza che Tutto E', Impersonalmente Osservante, assolutamente armonica in Sè stessa.
Essa si offre alla nostra mente manifestandosi come separata dandoci l'allucinazione della casualità e nel contempo una nostalgia più o meno intensa di un ritorno alla Sorgente, che ognuno, ogni forma d'intelligenza, raccoglie in modo differenziato, fino alla realizzazione stupefacente e meravigliosa che nulla è mai stato separato, che tutto è Uno, che noi siamo quest'Uno.
Questo gioco di apparenze, di destini, di creazione e distruzione non è altro che il Gioco Divino della Coscienza, che noi Siamo… ma che abbiamo dimenticato d’Essere.
Se il caso non esiste allora, non esiste nemmeno il cosiddetto libero arbitrio personale. Anche quello "sforzo", atto di volontà consapevole, che crede essere il gesto autodeterminato... è un "accadere", espressione di una Volontà più ampia, ma non individuale.
Lo so che per il senso dell'ego, al quale siamo tanto attaccati, è un boccone indigesto da digerire. Questo, ovviamente, non è in accordo con ciò che ci hanno sempre insegnato ad identificarci: un senso d'identità illusorio chiamato "io".
La libertà personale anche se percepita molto fortemente è solo apparente, a mio avviso. E penso anche che non si possa restare lì dove siamo se, invece, si è "destinati" ad andare avanti, o da qualche altra parte o "evolverci" verso un qualcosa che cresce, si sviluppa per necessità più complesse e superiori.
Resta dov'è, si evolve relativamente chi, in quel particolare tempo, deve restare fermo, per qualche motivo che sfugge alla nostra limitata comprensione.
In realtà la Consapevolezza, diversamente dal corpo-mente non si evolve,
appartenendo alla sfera del non manifesto, dell'Eterno e immutabile, del Non essere. Ciò che muta è soltanto l'immagine riflessa, che si manifesta come in "realissimo" sogno, sullo specchio immobile della Coscienza. Ed è quella in cui dovremmo riconoscerci come nostra Identità Suprema.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963