Creato da wildbillhickok il 09/12/2007

Il prima ed il dopo

Questo blog è un contenitore nel quale finiranno tutte le cose che ho scritto fino ad oggi e quelle che scriverò in futuro. Si riempirà compatibilmente con la mia vena creativa, con il mio tempo, con i miei umori. Parte di ciò che leggerete sarà magari terribile, perchè fa parte di un passato nel quale il mio modo di scrivere e di pensare erano totalmente differenti da ciò che sono oggi. Ma è giusto che anche quegli scritti abbiano il loro posto qui dentro...

 

 

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15

Post n°27 pubblicato il 12 Febbraio 2008 da wildbillhickok

15.

Sono 15 le volte che la sbarra di accesso si alza per far entrare questi fottutissimi camion.

15.

Le volte che premo sul tasto del microfono per sentirmi salutare.

15.

Le volte che apro il cassettino rotante che contiene il pass senza il quale non possono accedere qui dentro.

 

Ogni giorno la stessa storia. 7 giorni su 7. Per 30 o 31 giorni al mese.

Ci sarebbero dei turni da rispettare, avrei diritto ad alternare i giorni di servizio diurno con quelli di servizio notturno ed i recuperi a casa secondo uno schema preciso, ma non accade mai.

Acconsento sempre allo scambio di orari, adattandomi alle esigenze dei colleghi.

Loro se ne approfittano, ed io li lascio fare.

 

“E’ fuori di testa, approfittane” ho sentito sussurrare un giorno.

Lo diceva Pietro all’orecchio di Ric, uno nuovo, arrivato da poco dopo dieci anni da tassista.

 

Credono che io sia pazzo, perché gli idioti confondono la disponibilità con la pazzia. Ed io glielo lascio credere.

Ha dei vantaggi tutto ciò, sei trattato per bene, con un certo rispetto; un po’ per pietà, un po’ per la paura di qualche gesto sconsiderato.

 

 

Lavoro alla FLUOCEK YOUTH da 8 anni.

Otto anni che mi hanno regalato saggezza, sangue freddo, furbizia, conoscenza, spirito d’osservazione.

Tutte doti che stasera mi serviranno.

 

Appena si è diffusa la notizia dell’incontro tra i rappresentanti dei 5 continenti ho pensato che non ci sarebbe mai stata occasione più ghiotta di questa.

Al centro congressi qui accanto fervono i preparativi da un mese, ed anche se il luogo dell’incontro è stato tenuto segreto fino ad oggi, solo un idiota non si sarebbe accorto di dove l’avrebbero fatto.

 

Da ieri alcune pattuglie hanno cominciato ad ispezionare la zona per verificare eventuali pericoli.

Girano in borghese, mostrando una nonchalance che li fa subito identificare.

Tanto più che uno di loro, oggi, ha dimenticato di cambiarsi i pantaloni e va in giro con un maglione a collo alto, scarpe da ginnastica… e pantaloni con le righe rosse da carabiniere sui lati.

E poi dicono che le barzellette su di loro sono crudeli ed infondate.

 

Mentre attendo che il sole tramonti, ricontrollo la piantina aziendale.

Dovrò entrare dall’ufficio posta ed utilizzare il montacarichi. Al 5 piano si accede al cavedio impianti. Aperta la porta, c’è la scala a chiocciola che porta sul tetto.

 

Dovrò strisciare, a quel punto dovrò strisciare, perché il parapetto è basso e non è facile nascondersi. Attorno al centro congressi sarà pieno di tiratori scelti. E quelli prima sparano e poi gridano l’altolà.

 

Ad ogni modo ho già individuato un punto riparato dal quale fare il tutto.

Dovrò solo trovare il momento giusto per mandare in corto la centralina e generare il black out.

Da quel momento non ci vorrà molto perché riescano ad individuarmi, i generatori aziendali sono sempre in funzione, e la nostra insegna sarà l’unica luce visibile nel raggio di qualche chilometro.

 

Pensavo che sarebbe stato più difficile gestire la cosa, credevo che avrei avuto bisogno di un'altra persona per il black out, fino a che Patrick, l’elettricista, non mi ha detto che alcuni cavi di alimentazione del quartiere arrivavano fino al tetto.

 

La FLUOCEK YOUTH ha il magazzino coperto da pannelli solari, così come una parte del tetto dell’edificio principale. Quando nelle giornate di sole l’energia generata supera quella utilizzata dalla struttura, una parte di essa viene venduta e riversata sulle linee elettriche del comune. E la centralina di interscambio si trova proprio sul tetto.

Tutto troppo facile.

 

 

Sono le 19.

Il sole è tramontato.

Sono andati via tutti.

Mi vesto con tuta e passamontagna neri e prendo lo zaino con tutto l’occorrente.

La porta dell’ufficio posta è aperta. Ho chiesto ai ragazzi di lasciarla così e che l’avrei chiusa io appena terminati i controlli in magazzino.

Si fidano di me.

Forse troppo.

 

Il montacarichi comincia a sibilare appena premo il tasto di chiamata.

La freccia che indica la direzione del movimento si illumina di rosso, ed io comincio a sudar freddo.

 

Non ho mai fatto niente di simile e mai avrei pensato di arrivare a questo punto. Ma a volte è necessario fare gesti estremi per far capire al mondo il proprio punto di vista, per farsi conoscere, per gridare la propria insoddisfazione per come gira questo fottutissimo mondo.

 

 

 

Le porte di metallo si aprono, salgo e sento il pavimento scricchiolare leggermente sotto il mio peso. Schiaccio il 5 ed aspetto che le paratie si richiudano ed il montacarichi si metta in moto.

Ad un tratto le sirene.

Una scarica di adrenalina mi raddrizza ogni singolo pelo del corpo, non sono lì per me, non ancora, fanno strada per portare i 5 “grandi” al centro congressi.

 

Devo far presto.

Ho fretta.

Aspetto battendo con impazienza le dita sull’alluminio delle porte.

Sento l’ascensore rallentare la sua corsa e fermarsi.

Esco veloce e corro al cavedio impianti.

 

Tiro la maniglia, ma la porta non si apre.

E’ chiusa.

Quell’idiota del nuovo arrivato non mi ha ascoltato, ha chiuso tutto a chiave.

Apro la tuta per accedere ai pantaloni, strappo l’enorme mazzo di chiavi dalle tasche e cerco quella giusta.

Fino a stamane le riconoscevo una per una a colpo d’occhio, anche se sono tutte simili.

Adesso invece mi sembrano tutte uguali. Comincio dalla prima, pensando che quella giusta sarà certamente una delle ultime.

L’undicesima apre il cavedio.

Schizzo su per le scale, senza nemmeno sentire i 10 chili di attrezzatura che mi pesa sulle spalle.

Aria fredda.

Sono fuori, mi guardo attorno per un attimo prima di rendermi conto che devo abbassarmi. Mi lancio a terra ed aspetto per essere sicuro che nessuno mi abbia visto.

Comincio a strisciare e raggiungo il mio riparo.

Dal giardino del centro congressi arrivano voci ed applausi, resisto alla voglia di sporgermi oltre il costone prima del tempo.

Mi sfilo lo zaino, lo apro e prendo l’attrezzatura.

I cavi della centralina mi osservano, sembrano quasi impazienti di essere collegati per scatenare il buio ed il panico.

Mi serve più tempo, qualche minuto per finire di assemblare il tutto.

Se sbaglio questo va tutto a puttane.

Ma non posso sbagliare, ci ho lavorato su per tre settimane, ormai dovrei conoscere tutte le fasi a memoria.

 

Una voce interrompe il brusio degli ospiti del congresso.

Un uomo parla al microfono, sta per presentare i delegati ed io sono ancora qui ad impiccarmi con cavi e cavetti.

Blu su rosso, giallo su grigio, presto, presto, viola… viola con verde, no, con il nero, con il nero cazzo!

Ecco, ci sono quasi.

Il primo nome viene scandito distintamente. Cominciano a fioccare gli applausi.

30” ed è il secondo nome…

Mi sto distraendo, sto perdendo tempo, devo concentrarmi.

Rosso con rosso.

Ecco ci sono.

 

Siamo al quarto nome… gli applausi crescono, poi scemano per l’ultima presentazione.

Al suono di Agdi Mahallam mi fiondo sui cavi della centralina.

Ho in mano il comando di attivazione.

Ripeto a mente la procedura: prima i cavi in corto, poi conto fino a 5, poi schiaccio il pulsante.

 

Gli applausi scemano, poi ripartono subito dopo la voce che dichiara ufficialmente aperto il congresso dei 5 continenti.

E’ il momento, vado.

Avvicino i cavi, mi tremano le mani, sempre più vicini, li osservo, adesso, ora.

Un lampo di luce mi abbaglia, i cavi entrano in contatto e producono una scintilla che mi fa sobbalzare.

Puzza di bruciato, le guaine dei cavi si riscaldano, le lascio prima di bruciarmi e le osservo sciogliersi.

Tutto si fa buio all’improvviso.

 

Un brusio si solleva dal centro congressi.

Corro al bordo del tetto e mi sporgo. Non vedo niente, ma sento le voci, il panico comincia a diffondersi. E’ il momento, mi ero dimenticato di contare, avrò perso già due o tre secondi.

Comincio adesso: meno 5, meno 4, meno 3, meno 2, meno 1… Schiaccio.

 

L’insegna rossa della FLUOCEK YOUTH  si accende all’improvviso, sento la scatola di comando che ronza allegramente.

Due secondi per attirare l’attenzione, poi la lettera H si spegne:

 

FLUOCEK YOUT,

 

seguita a distanza di mezzo secondo dalla T:

 

FLUOCEK YOU,

 

 mezzo secondo ancora e la E scompare nel buio:

 

FLUOC  K  YOU,

 

Via anche la O:

 

FLU  C  K   YOU,

 

E finita, una L mi separa dal successo, si spegne pure quella:

 

F  U  C  K   YOU,

 

 

Un coro di stupore si leva dai giardini del palazzo congressi.

I rappresentanti dei 5 continenti di questo pianeta ed almeno altre 200 persone, stanno assistendo dal vivo al mio messaggio dedicato a tutti loro.

Nello stesso momento parecchie centinaia di televisioni stanno riprendendo la scena e la stanno trasmettendo sulle televisioni di tutto il mondo.

Domani tutto ciò apparirà su giornali, siti internet, blog…

 

Mi godo lo spettacolo per un minuto, poi mi alzo e vado via.

 

Lungo il viale di uscita della Fluoceck Yuoth  mi volto a guardare per l’ultima volta l’ insegna che trasmette il mio messaggio.

Dietro la sbarra di ingresso della sede si accalcano fari di auto e sirene spiegate.

Alcune portiere si aprono e delle voci mi gridano di alzare le mani.

Obbedisco guardando l’asfalto della strada che non rivedrò più.

 

Domani non avrò piu un lavoro, ma tutti sapranno chi sono, cosa ho fatto, e cosa penso dei governi del mondo.

 

Vaffanculo a tutti, vaffanculo anche a te, Andy Warhol, altro che 15 minuti di celebrità…

 

g.

 

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Commenti al Post:
acciarella
acciarella il 23/02/08 alle 00:15 via WEB
scusa la domanda, ma questo post è autobiografico?
 
 
wildbillhickok
wildbillhickok il 23/02/08 alle 12:01 via WEB
Autobiografico non direi, però contiene qualche spezzone di realta, lavorata e modificata.
 
acciarella
acciarella il 23/02/08 alle 23:40 via WEB
Be' allora complimenti per la fantasia! Mi è piaciuto! Un saluto.
 
wildbillhickok
wildbillhickok il 24/02/08 alle 22:49 via WEB
Thanks!
 
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