Creato da andywebb il 01/05/2007
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dodici

Post n°12 pubblicato il 01 Maggio 2007 da andywebb

Entrò nel corridoio..


Entrò nel corridoio illuminato dalla luce della porta e vide un riflesso per terra.
Acqua.
Acqua ferma e maleodorante. Il corridoio, largo circa un metro e mezzo, sembrava allagato.
Forse infiltrazioni di acqua piovana, o una vena d'acqua .Ma c'era puzza di marcio e di muffa, la sotto.
Chiuse gli occhi, per abituarsi al buio. Si era lasciato la luce alle spalle e se voleva vedere qualcosa, non si sarebbe dovuto voltare indietro.
Riaprì gli occhi ed entrò nell'acqua nera. Sentì che il pavimento era scivoloso, ma il livello dell'acqua era basso, non gli arrivava alla caviglia.
Camminava lentamente, cercando di non far sollevare troppo l'acqua.
Con la punta del piede destro, cercava il pavimento.
Sentì un vuoto e lentamente appoggiò il calcagno, cercando il solido.
Era un gradino.
L' acqua ferma gli arrivava a mezzo stinco. Il gradino aggiustava il dislivello del pavimento .Proseguì. La punta del piede trovò di nuovo il vuoto.
Un altro gradino. Il calcagno andò sicuro a cercare il pavimento.
E non lo trovò.

Era buio. Ma era notte o lui era cieco come una talpa?
Non vedeva filtrare luce da nessuna parte.
Era seduto in una poltrona, ne sentiva i braccioli. Si era addormentato e si era fatto buio. In campagna, quando fa buio è così. Se non c'è la luna, è notte vera. Non sentiva nessun rumore, o forse sì? C'era una specie di mormorio continuo, nell'aria.
Il mare, ecco cos'era. Se abiti davanti al mare, finisci per farci l'abitudine, a quel mormorio: come non ti accorgi di respirare, non ti accorgi della voce del mare. Te ne accorgi solo quando è veramente burrasca. Ma ti abitui anche a quella, ed è dolce farsi cullare dalla burrasca, quando è notte e sei a letto.
Si alzò dalla poltrona, incerto sul cosa fare, quando sentì una voce che lo chiamava. Era la voce di una ragazza. E ricordò subito. Era la voce della ragazza che ballava. Ma dov'era?
Di nuovo lei lo chiamò, impaziente. Camminò nella direzione dalla quale sembrava provenire la voce e le mani afferrarono una pesante cortina di stoffa. Un tendaggio.
Lo strappò di lato e la luce del sole al tramonto gli ferì gli occhi e dipinse la stanza intorno a lui, di un rosso intenso.
In controsole, stringendo gli occhi, vide la silhouette della ragazza.
Era appoggiata alla balconata e lo guardava divertita, forse perchè lo trovava ridicolo.
Si sentiva inebetito e trovava che tutto fosse molto strano.
Ma lei era bellissima.Non aveva più i jeans. Indossava un semplice vestitino di stoffa stampata, con la vita alta, e con la gonna larga che arrivava giusto sopra il ginocchio. Le due sottili spalline lasciavano scoperte le sue spalle e dalla scollatura dritta e orizzontale si intravedeva il solco tra i seni.
Era davvero inebetito. Ma si mise a ridere anche lui.

 

 

 

 

 
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