Creato da tetiangel il 10/12/2006

Mente e Cervello

anche se sei forte come una roccia non spendere troppo tempo a cercare di bucare l'acqua...perchè, strano a dirsi, ma sarà lei che bucherà te...

 

I CINQUE TIBETANI_ELISIR DI LUNGA VITA

 

UMILTà E FORZA

Capita alle persone veramente sapienti quello che capita alle spighe di grano: si levano e alzano la testa dritta e fiera finchè sono vuote, ma quando sono piene di chicchi cominciano a umiliarsi e ad abbassare il capo.

(Michel de Montaigne)

La forza dell'anima è indistruttibile e continua ad accrescere il proprio potere finché trasforma tutti quelli che tocca.

 

Mohandas A. (Mahatma) Gandhi

 

 

LIBERI E VINCOLATI COME LE ONDE DEL MARE...

Un uomo è malato quanto i suoi segreti  

 Guarda le onde del mare, arrivate alla riva sembra per loro sia finita...si infrangono...invece sono sempre lì, nel mare, e tutto ricomincia...niente viene distrutto se si è all'interno di un "tutto"...rimaniamo nel nostro destino,nella nostra vita, ed anche quando sembrerà andar male, saremo solo all'interno di un ciclo di lungo percorso...nn accettiamo consigli, nn facciamoci influenzare...nn diventiamo ciò che gli altri vorrebbero fossimo...

Dietro ad ogni comportamento, per quanto strano possa sembrare, agisce l´amore.

Anche dietro ai sintomi che uno ha, è sempre l´amore che agisce.

Per questo è decisivo che nelle rappresentazioni si trovi il punto dove l´amore si raccoglie.

Solo allora si raggiunge la radice, è lì che si trova anche la via che porta alla soluzione.

Ma anche alla soluzione si giunge sempre attraverso l´amore.

Bert Hellinger

Le relazioni tra i membri di un nucleo familiare seguono una logica complessa, che sfugge alla coscienza del singolo individuo e che spesso risiede nelle dinamiche nascoste del nostro sistema familiare, quello che ci siamo creati o quello da cui proveniamo. Questi movimenti inconsapevoli ostacolano il naturale fluire dell´amore nelle relazioni, oppure "irretiscono", cioè legano una persona ad altri membri della famiglia, anche delle generazioni passate, costringendola a rivivere inconsapevolmente il loro destino.

Questo può causare sofferenza in molti aspetti della nostra vita: nelle relazioni affettive, nelle relazioni in ambito professionale, nel rapporto con il denaro e con la nostra salute fisica.

Le Costellazioni portano alla luce e in gran parte risolvono intrecci, vincoli e identificazioni inconsce con il destino dei membri delle nostre famiglie, restituendo a ciascuno la dignità del proprio posto. Ne risulta un appagante senso di continuità e al tempo stesso di libertà dal passato; un senso di serenità, di forza e di rilassamento che incoraggiano profondamente in ciascuno di noi l´amore, la compassione e il rispetto per noi stessi e per gli altri.

Bert Hellinger è ormai noto in tutto il mondo per aver sviluppato e perfezionato questo metodo che permette di mettere in scena il campo d´influenza della propria famiglia, scegliendo dal gruppo dei partecipanti i rappresentanti per i suoi vari membri. Dalla posizione che gli viene fatta occupare, dalle interazioni tra di loro nel sistema rappresentato, dai loro sentimenti, si possono rilevare i legami nascosti, i segreti e gli ordini dell´amore che regolano quel sistema familiare e che possono generare al suo interno benessere e felicità, oppure malattia e malessere.

Chi conduce la costellazione procede per tappe, cambiando la posizione dei rappresentanti nello spazio e osservando quali sentimenti emergano da questi mutamenti, fino a giungere ad una disposizione finale, in cui si può vedere l´ordine familiare ricostituito.

Questa sarà l´immagine che aiuterà nella propria crescita umana chi ha richiesto la rappresentazione, assecondando e riconoscendo i movimenti dell´anima che portano alla riconciliazione con i propri familiari. Chi era stato escluso o dimenticato verrà reintegrato nel sistema, con effetti profondamente benefici per ogni suo membro.

Il lavoro porta alla luce con quanta forza, ed in quale modo, un amore cieco e inconsapevole vincoli le persone, e come lo stesso amore sciolga e sprigioni delle potenti forze guaritrici, nel momento in cui può emergere e manifestarsi, aiutando le persone a ritrovare i loro sentimenti più autentici e ad entrare in accordo con il mondo così com´è.

 

LA PIETRA

LA PIETRA della tavola di IUGURTA

DAL DESERTO...

AMA e SERVI tutta l'umanità.
ASSISTI TUTTI.
Sii allegro. Sii cortese. Sii una dinamo di irrefrenabile felicità. Riconosci Dio ed il Buono in ogni viso. Non c'è santo senza un passato, non c'è peccatore senza futuro. Loda ognuno. Se non puoi lodare qualcuno ... lascialo uscire dalla tua vita.
Sii originale, sii inventivo.
Osa, osa e osa ancora ... Non imitare. Sii saldo, sii eretto. Non appoggiarti alle staffe prese in prestito da altri.
Pensa con la tua testa. Sii te stesso.
Tutte le perfezioni e le virtù di Dio sono nascoste dentro di te: rivelale.
Il Saggio - pure - è già dentro di te: rivelalo. Lascia che la Sua grazia ti emancipi.
Fai che la tua vita sia quella di una rosa: pur silente essa parla il linguaggio della fragranza.

Shri Babaji

 

IL SILENZIO DELLA NATURA

UN RICAMO è SEMPRE UN RICAMO, SOLO CHE QUALCHE VOLTA, COME BAMBINI ACCOVACCIATI SOTTO LE GAMBE DI NOSTRA MADRE...LO VEDIAMO AL ROVESCIO.

LA VITA è SEMPRE BELLA, SOLO CHE TALVOLTA SIAMO TROPPO LIMITATI PER CAPIRE PERCHè HA CAMBIATO COLORE, E SOLO ALLA FINE SI PUò AMMIRARE L'INTERO RICAMO.

BY San PIO.

 

LOTTA FINO A CHE DESIDERI I FRUTTI

 

Disse l'Occhio: 'Guardate che bella montagna abbiamo sul nostro orizzonte!'

L'Orecchio tentò di udirla, ma non ci riuscì.

Allora la Mano disse: 'Sto cercando di sentirla, ma non la trovo.'

Fu la volta del Naso: 'Non c'è nessuna montagna, perché non ne sento l'odore'.

E tutti giunsero alla conclusione che l'Occhio era in errore.

 

Gibran

 

Perchè non esistono luoghi lontani o cose impossibili, ma soltanto spazi mentali

 

 

EINSTEIN

Un essere umano è una parte di un tutto che chiamiamo universo.

Una parte limitata nello spazio e nel tempo.

Egli percepisce se stesso, i propri pensieri e sentimenti come un qualcosa di separato dal resto, una sorta di illusione ottica della propria coscienza.

Questa illusione è una specie di prigione per noi, perché ci rinchiude nei nostri pensieri personali e nell'affetto per le poche persone che ci sono vicine.

Il nostro compito deve essere quello di liberarci da questa prigione allargando il raggio della nostra compassione fino ad abbracciare tutte le creature viventi e l'intera natura in tutta la sua bellezza.

 

Albert Einstein

 
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei.
Dopo il caffè, la Follia propose: "Si gioca a
nascondino?".
"Nascondino? Che cos'è?" - domandò la Curiosità.
"Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare".
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
"1.. 2.. 3.. - la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L' Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era gia a novantanove.
CENTO! - gridò la Follia - Comincerò a cercare."
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: "Dov'è L'Amore?".
Nessuno l'aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio.
La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'Amore accettò le scuse.
Oggi, l' Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
 

114 EMERGENZA INFANZIA

Bambini abusati, percossi, sfruttati, offesi, traumatizzati, abbandonati. Ragazzi che tentano il suicidio, che fuggono da casa, o che si trovano in condizioni di disagio per l'uso di alcol, droga o farmaci. E ancora che subiscono aggressioni o sono vittime del “bullismo”.Da 3 anni li aiuta il "114, emergenza infanzia", un numero di pubblica utilità voluto dai ministeri delle Comunicazioni, delle Pari Opportunità, del Lavoro e Politiche Sociali e gestito da Telefono azzurro. Un servizio attivo 24 ore su 24 che si rivolge a tutti i cittadini, ai minori in difficoltà e a qualunque organizzazione coinvolta nella tutela di bambini e adolescenti. Il numero da comporre è il 114 ed è raggiungibile, per ora, solo da numero fisso.
E' possibile segnalare situazioni a rischio via Internet (www.114.it) o telefonando al 114: un operatore con una formazione specifica risponde e si attiva immediatamente nell'emergenza, ma si occupa anche di seguire gli sviluppi della situazione. Per chiamare da un telefonino è necessario comporre il numero 1.96.96, gratuito e dedicato ai bambini, oppure l’199.15.15.15 per adolescenti e adulti.

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

DESTINO

 

 

Stai attento con i tuoi pensieri: si trasformano in parole.

Stai attento con le tue parole: si trasformano in azione.

Stai attento con le tue azioni: si trasformano in abitudini.

Stai attento con i tuoi atti: modellano il tuo carattere.

Stai attento con il tuo carattere: controlla il tuo Destino.

 

QUANDO L'UOMO HA L'ANSIA...

Alcuni gestiscono la loro insicurezza esibendo un atteggiamento distaccato, rifuggendo dal coinvolgimento emotivo, benché abbiano in realtà un pressante bisogno di intimità, ma il terrore di una possibile perdita li trasforma in anime solitarie. E’ un atteggiamento più comune tra gli uomini, in genere meno consapevoli del loro bisogno di legami emotivi, ed è fonte di irritata frustrazione per le donne che li scelgono come partner e che vengono continuamente ‘messe alla prova’, in una relazione connotata come non-romantica e che richiede continue pressioni, nell'illusoria speranza di ricevere più attenzioni, più tenerezze da parte di chi, invece, non è in grado di esprimerle, perché troppo impegnato a padroneggiare le sue ansie.

 

CAMPAGNA CONTRO GLI ATTACCHI DI PANICO

 

PSICOLOGIA DELL'EMERGENZA:LA RESILIENZA

In Psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. E' la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che immerse in circostanze avverse riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e perfino a raggiungere mete importanti.

Si può concepire la resilienza come una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto con l'esperienza, i vissuti e, soprattutto, con il modificarsi dei meccanismi mentali che la sottendono.

 

LAO TZU

La verità non consiste nelle belle parole;
le belle parole non sono verità.
Il buono non pretende di avere ragione;
chi pretende di avere ragione non è buono.
Il saggio non è erudito;
l'erudito non è saggio.

Il saggio non accumula nulla.
Più usa cio' che ha per gli altri, più ha.
Piu' dà cio' che ha agli altri, più é ricco.

la via del cielo consiste nel nutrire
e nel non arrecare danno.
La via del saggio consiste nell'essere generoso
e nel non competere.

 

Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell'oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all'oceano mancherebbe.

Importate non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose con grande amore.

 

Per noi nessun uomo è troppo misero per non essere l'immagine di Dio.

 

INNO ALLA VITA

La vita è un’opportunità, coglila.

La vita è bellezza, ammirala.

La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno, fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala.

La vita è un dovere, compilo.

La vita è un gioco, giocalo.

La vita è preziosa, conservala.

La vita è una ricchezza, conservala.

La vita è amore, godine.

La vita è un mistero, scoprilo.

La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.

La vita è un inno, cantalo.

La vita è una lotta, vivila.

La vita è una gioia, gustala.

La vita è una croce, abbracciala.

La vita è un’avventura, rischiala.

La vita è pace, costruiscila.

La vita è felicità, meritala.

La vita è vita, difendila.

 

 

murgesi e frisoni...

Post n°208 pubblicato il 21 Maggio 2009 da tetiangel

quando l'istinto...

 
 
 

Vinicio Capossela - Il ballo di san vito

Post n°207 pubblicato il 21 Maggio 2009 da tetiangel

 
 
 

Alex Baroni Cambiare

Post n°205 pubblicato il 18 Maggio 2009 da tetiangel

 
 
 

Gabbiano Jonathan Livingston

Post n°204 pubblicato il 18 Maggio 2009 da tetiangel

L'AMORE ...

 
 
 

Paradiso e Inferno

Post n°203 pubblicato il 16 Maggio 2009 da tetiangel
Foto di tetiangel

- fiaba cinese-

Dopo una lunga e coraggiosa vita, un valoroso samurai giunse nell'aldilà e fu destinato al paradiso.
Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un'occhiata anche all'inferno.
Un angelo lo accontentò.
Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt'intorno, erano smunti, pallidi, lividi e scheletriti da far pietà.
"Com'è possibile?" chiese il samurai alla sua guida.
"Con tutto quel ben di Dio davanti!"
"Ci sono posate per mangiare, solo che sono lunghe più di un metro e devono essere rigorosamente impugnate all'estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca"
Il coraggioso samurai rabbrividì.
Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppure una briciola sotto ai denti.
Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso.
Qui lo attendeva una sorpresa.
Il paradiso era un salone assolutamente identico all’inferno!
Dentro l’immenso salone c’era un’infinita tavolata di gente seduta davanti ad un’identica sfilata di piatti deliziosi.
Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarsi il cibo alla bocca.
C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.
“Ma com’è possibile?”, chiese stupito il coraggioso samurai.
L’angelo sorrise:
“All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché così si sono sempre comportati nella loro vita. Qui al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”.
Paradiso e inferno sono nelle tue mani.
Oggi.

 
 
 

L'ELOGIO DEL SILENZIO

Post n°202 pubblicato il 16 Maggio 2009 da tetiangel
Foto di tetiangel

Per favore. Lasciatemi, una volta tanto, prendere la parola.
Lo so che è paradossale che il silenzio parli. E' contrario al mio carattere schivo e riservato.
Però sento il dovere di parlare: voi uomini non mi conoscete abbastanza!
Ecco, quindi, qualcosa di me.
Intanto le mie origini sono assolutamente nobili.
Prima che il mondo fosse, tutto era silenzio. Non un silenzio vuoto, no, ma traboccante.
Così traboccante che una parola sola detta dentro di me ha fatto tutto!
Poi, però, ho dovuto fare i conti con una lama invisibile che mi taglia dentro: il rumore!
Ebbene lasciate che ve lo dica subito: non immaginate cosa perdete ferendomi! Il baccano non vi dà mai una mano!
Io, invece, sì.
Io sono un'officina nella quale si fabbricano le idee più profonde, dove si costruiscono le parole che fanno succedere qualcosa.
Io sono come l'uovo del cardellino: la custodia del cantare e del volare. Simpatico, no?
Io segno i momenti più belli della vita: quello dei nove mesi, quello delle coccole, quello dello sguardo degli innamorati...
Segno anche i momenti più seri: i momenti del dolore, della sofferenza, della morte.
No, non mi sto elogiando, ma dicendo la pura verità.
Io mi inerpico sulle vette ove nidificano le aquile. Io scendo negli abissi degli oceani. Io vado a contare le stelle...
Io vi regalo momenti di pace, di stupore, di meraviglia.
Io sono il sentiero che conduce al paese dell'anima. Sono il trampolino di lancio della preghiera. Sono, addirittura, il recinto di Dio!
Ecco qualcosa di me.
Scusatemi se ho interrotto i vostri rumori e le vostre chiacchiere.
Prima di lasciarci, però, permettete che riassuma tutto in sole quattro parole:
Custoditemi e sarete custoditi!
Proteggetemi e sarete protetti!

Dal vostro primo alleato
Il Silenzio

(P. Pellegrino)

 
 
 

TMC, ovvero l'IPPOTERAPIA

Post n°201 pubblicato il 07 Maggio 2009 da tetiangel
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L'ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, ha origine empiriche antiche perché il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza è ritenuto, da sempre, e non a torto, "straordinaria medicina".
L’uso dell’equitazione a scopo terapeutico ha avuto inizio già nell’opera di Ippocrate di Coo (460-370 a.C.), che consigliava lunghe cavalcate per combattere l'ansia e l'insonnia. Una prima documentazione scientifica sull'argomento la dobbiamo al medico Giuseppe Benvenuti (1759).
Alla fine della prima guerra mondiale il cavallo è entrato nei programmi di riabilitazione, inizialmente in Scandinavia e in Inghilterra, poi in numerosi altri paesi.

L' ippoterapia, detta Terapia con il Mezzo del Cavallo (TMC), è stata introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa belga Danièle Nicolas Citterio che ha contribuito all’uso terapeutico del cavallo attraverso anche l’opera dell’Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre (ANIRE).
L’ippoterapia agisce grazie all’interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico.
L’International Therapeutic Riding Congress di Amburgo del 1982 ha definito tre diverse fasi o metodologie d’intervento terapeutico all’interno della riabilitazione equestre:
  1. Ippoterapia propriamente detta
    costituisce l’approccio iniziale al cavallo e al suo ambiente, si svolge quindi prima a terra e successivamente sull’animale accompagnato da un istruttore. E' riservata dunque a disabili incapaci di mantenere la posizione in sella e di condurre il cavallo in modo autonomo.
  2. Rieducazione equestre
    vede il cavaliere impegnato nella conduzione attiva del cavallo, sotto il controllo del terapista, e mira a raggiungere quegli obiettivi tecnico-riabilitativi specifici secondo il programma terapeutico prestabilito per quel paziente.
  3. Equitazione sportiva per disabili
    rappresenta il raggiungimento di una notevole autonomia del soggetto, con possibilità di svolgere normale attività di scuderia e di equitazione, a volte agonistica.

Perché la terapia a cavallo funziona così bene?
  • perché il cavallo si muove alle varie andature con movimenti ritmici e per questo prevedibili, ai quali perciò è più facile adattarsi con le “compensazioni” del corpo
  • perché il cavallo è estremamente sensibile al linguaggio del corpo inteso come gestualità e, essendo un animale altamente sociale, è comunque molto recettivo verso tutti i tipi di comunicazione
  • perché il cavallo è facilmente addestrabile
  • perché per andare a cavallo, alle varie andature, si impegnano numerosi gruppi muscolari e si coinvolgono vari campi della psicofisiologia e della psicomotricità
  • perché in grado di generare sentimenti ed emozioni intense; è ormai riconosciuto il valore del coinvolgimento emotivo nel processo di apprendimento
  • perché le stimolazioni visuo-spaziali fornite dal particolare ambiente del maneggio con variazioni cromatiche e di luminosità in relazione anche con il movimento del cavallo sollecitano un’attenzione visiva finalizzata, facilitando così l’acquisizione della dimensione dello spazio
  • perché gli ambienti dove vivono i cavalli hanno rumori ed odori caratteristici e per questo molto evocativi
  • perché si ottiene una stimolazione tattile intensa sia con il contatto “corpo a corpo”con un animale di grandi dimensioni, sia con l’esplorazione fatta da terra delle varie parti del cavallo che aiutano la presa di coscienza e la conoscenza di sé e del proprio corpo
  • perchè il cavallo è un essere che esprime emozioni proprie come la paura in cui ci si può riconoscere e dove si può assumere un ruolo rassicurante; allo stesso tempo, montare a cavallo, cioè su un animale grande e potente, offre sensazioni di protezione, di autostima e fiducia in se stessi
  • perché possiede tutte le qualità - calore, morbidezza, odore, movimenti regolari, grandi occhi con sguardo intenso - necessarie a stimolare il processo di attaccamento fondamentale per lo sviluppo dell’essere umano
  • perché andare a cavallo permette di stabilire contatti fisici” intimi” e permette anche di essere gratificati, sia dall’offrire cure, carezze e massaggi, sia dal ricevere come risposta ai nostri comportamenti manifestazioni di piacere da parte dell’animale.

 
 
 

Le nevrosi del tempo della crisi

Post n°200 pubblicato il 07 Maggio 2009 da tetiangel
Foto di tetiangel

LA psiche ai tempi della crisi: i sentimenti, le ansie, ma anche gli stati depressivi scatenati dal panorama economico che ci circonda. Uno studio condotto dall'Associazione per la ricerca sulla depressione di Torino fotografa quel che succede nella testa degli italiani, che cosa provano quando il conto in banca cala, quando si perde il lavoro e le certezze sul futuro si sgretolano, con tutti i rischi che ne conseguono.

"L'idea di raccogliere le osservazioni cliniche è nata l'estate scorsa, mentre si intravedevano i primi segni legati alla crisi dei mutui, che poi è scoppiata in autunno: sempre più persone si rivolgevano al nostro centro e nel descrivere il loro stato d'animo citavano la recessione", spiega il dottor Salvatore Di Salvo, presidente dell'Associazione. Il quadro che ne esce è inevitabilmente quello di un'Italia preoccupata, anche se la preoccupazione non è sinonimo di malattia. Un Paese dove, tuttavia, per alcuni - un terzo di quelli che hanno usufruito della consulenza psicologica o psichiatrica del centro torinese - la difficile situazione economica è la causa primaria di disturbi depressivi e d'ansia. E, forse, non è una sorpresa sapere che chi ne risente di più sono donne e giovani.

Lo studio. Gli esperti del Centro depressione, ansia e attacchi di panico di Torino hanno raccolto i dati dall'ottobre scorso a marzo di quest'anno. Sei mesi in cui hanno selezionato un campione di 622 persone che si sono rivolte a loro attraverso tre canali: telefonando per la prima volta al Servizio d'ascolto dell'associazione (011-6699584), dove rispondono esclusivamente psicologi (259 persone, il 42% del campione), partecipando a un primo colloquio informativo (118, il 19%) o effettuando una prima visita psichiatrica (245, il 39%). Tutti questi soggetti hanno citato spontaneamente la crisi economica nel momento in cui si trovavano a descrivere sensazioni e paure. "Parlando dell'attuale quadro socio-economico, l'80% di loro ha comunicato sentimenti di preoccupazione e il 73% di tristezza", segnalano dal Centro.

I numeri del problema. Attenzione, però: Di Salvo ci tiene a precisare che preoccupazione e tristezza sono condizioni fisiologiche, "uno stato d'animo che possiamo definire normale". Ma esiste il rischio che si trasformino in patologie. Come dire, la crisi è un terreno fertile per le malattie. "L'esposizione a situazioni di vita negative e durature - avvisa l'esperto - può contribuire nei soggetti già predisposti a trasformare la normale tristezza in disturbi depressivi e la preoccupazione in veri e propri disturbi d'ansia". Basta dare un'occhiata allo studio per farsi un'idea di quanto il passaggio possa essere breve. In tutto sono state 363 - 118 più 245 - le persone che hanno richiesto una consulenza psicologica o una visita psichiatrica e per oltre un terzo di loro (il 35%, 127 pazienti) la recessione ha svolto un ruolo di "causa primaria". Per il 33% è stata una "concausa", mentre per il 32% dei casi non ha affatto influito. Lo studio conferma inoltre quanto già risaputo in letteratura psichiatrica e cioè che rischia di più chi è predisposto a questo tipo di problemi: tra i 127 pazienti, più della metà (il 67%) era già stato in cura in passato.

Donne sull'orlo di una crisi. Altro fenomeno risaputo e ribadito dalla ricerca è che la depressione è soprattutto femmina. "Le donne sono colpite in misura maggiore, il rapporto è di due a uno", chiarisce Di Salvo. E infatti, corrispondono al 63% del campione preso in esame dall'associazione. Chi si è rivolto al Centro ha descritto quelli che sono i problemi di molti italiani: la scarsità di soldi, conseguenza di un maggiore indebitamento con mutui e prestiti che si mangiano buona parte dello stipendio; la difficoltà a pianificare il futuro; la paura che quel che succede in Borsa possa ostacolare le scelte del domani; la precarietà sul lavoro. Ed è proprio quest'ultimo elemento a pesare di più sullo stato d'animo femminile. "Nelle donne si manifesta una maggior preoccupazione in questo senso - continua lo psichiatra - sentono che la loro posizione è meno consolidata e questo in effetti corrisponde alla nostra situazione sociale".

Vita da precari. Ma c'è anche un'altra categoria sulla quale si abbatte il vento della recessione: sono i giovani, quelli che hanno tra i 18 e i 35 anni e che costituiscono il 47% del campione (contro il 33% degli adulti e il 20% degli anziani). "Il dato - riflette Di Salvo - va letto anche tenendo in considerazione il fatto che i giovani navigano in internet ed entrano in contatto con tante informazioni sulla depressione e l'ansia, senza contare che, rispetto agli adulti, hanno meno resistenze a chiedere aiuto". Si vergognano meno, sono capaci di ammettere che stanno male. E, quando si sfogano, che cosa dicono? "È la loro dimensione progettuale ad essere colpita. Sono costretti alla precarietà, non riescono a pianificare, a sposarsi, ad accendere un mutuo, a fare un figlio. Ne vedo tanti di ragazzi così".

La cura. Facile dire che si starà meglio quando gli indicatori economici segneranno valori migliori, ma nel frattempo come sopportare il peso? Secondo gli esperti del Centro è fondamentale imparare a riconoscere i propri sentimenti e capire che, se la preoccupazione ha portato alla "compromissione della vita sociale, affettiva e lavorativa", bisogna rivolgersi agli specialisti. "Chi è in fase depressiva è senza energie, ha il conto corrente psichico in rosso - dice Di Salvo - a livello biochimico questo significa che ha pochi neurotrasmettitori cerebrali nelle cellule nervose".

Fonte: http://www.repubblica.it/

 
 
 

terremoto abruzzo

Post n°199 pubblicato il 09 Aprile 2009 da tetiangel
Foto di tetiangel

L' Ordine degli Psicologi raccomanda a quanti in questo momento stanno raccogliendo foto e video delle scene dei disastri e delle persone coinvolte ad usare la massima cautela nella diffusione poiché tali immagini possono contribuire a causare ulteriori TRAUMI.

 
 
 

Psicologia

Post n°197 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da tetiangel

Psicologia Emotocognitiva.
Nuove Prospettive per il Trattamento Psicologico Disturbi-Specifico

Premessa

La Psicologia Emotocognitiva è un paradigma teorico di tipo sistemico-relativista ed un indirizzo metodologico ad approccio psicofisiologico. La psicologia emotocognitiva focalizza la propria attenzione su quelli che definiamo "processi" di organizzazione sistemica ovvero lavora sulle modalità attraverso le quali un sistema di riferimento si organizza per il proprio sviluppo e mantenimento dinamici (in senso evolutivo).
Lo stesso concetto di psicologia è stato ridefinito. Oggi parliamo di "scienza che studia i processi di organizzazione sistemica" ovvero di "scienza che studia il modo in cui un sistema preso come riferimento si organizza per il proprio sviluppo e mantenimento" (Baranello, 2004).
Lo psicologo è quel professionista della salute che utilizza una specifica prestazione (ad esempio il colloquio psicologico), secondo uno specifico orientamento, per risolvere un "problema" presentato da un committente. Lo psicologo ad indirizzo di psicologia emotocognitiva, attraverso un uso tecnico del colloquio psicologico, cerca di aiutare un "paziente" nella remissione di un problema (un sintomo psicofisiologico, un disturbo "mentale", una disfunzione) lavorando proprio sui processi di organizzazione dell'organismo e più ampiamente del sistema di riferimento.

In psicologia emotocognitiva, che ricordiamo è un approccio puramente psicologico in quanto nasce all'interno della disciplina di psicologia fondato da psicologi, quindi acquisibile attraverso una formazione specialistica riservata a soli psicologi (non medici, non psichiatri, non psicoanalisti, non psicoterapeuti), l'intervento clinico è basato su una attenta valutazione dei processi psicofisiologici che sostengono una sintomatologia, indipendentemente dalle convinzioni "simboliche" del paziente o da presunte e alquanto arbitrarie "cause simboliche" siano ipotizzate alla base della manifestazione della disfunzione. Purtroppo ancora oggi molti pensano che la psicologia esponga di concetti più vicini alle speculazioni filosofiche che alla psicologia scientifica. La psicologia necessita di interventi pragmatici in cui il paziente possa vedere chiaramente i risultati in termini di remissione sintomatologica, quindi di efficacia basata su prove razionali.
L'obiettivo di una prestazione sanitaria è quella di portare un disturbo, un sintomo o un problema a remissione nei tempi più brevi possibili e con la maggiore efficacia possibile.
Lo psicologo ha necessità di proporsi quindi oggi, nel cosiddetto "mercato della salute" con strumenti di dimostrabile efficacia al fine di offrire maggiore fiducia nella competenza tecnica del professionista e quindi nelle capacità di cura della disciplina di psicologia.
Con trattamenti concreti che sappiamo rispondere alle reali esigenze di cura di chi soffre di un disturbo. La libertà delle speculazioni scientifiche garantite dalle società democratiche permette ai professionisti della salute di elaborare, all'interno della propria disciplina, metodi sempre più efficaci nei loro obiettivi di tutela della salute, di promozione del benessere dell'essere umano e delle comunità, e di prevenzione del disagio.
Su questi principi di deontologia ed etica professionale degli psicologi si muove la psicologia emotocognitiva.
Le innovazioni scientifiche prodotte dalla psicologia emotocognitiva, diffuse da anni ai professionisti della salute che hanno deciso di aggiornarsi attraverso conferenze, incontri e corsi di formazione specialistica a loro disposizione, si muovono nella ricerca di trattamenti puramente psicologici, quindi né farmacologici, né psicoterapeutici, che siano in grado di rispondere alle esigenze di cura e di tutela della salute della popolazione.

Il trattamento in psicologia emotocognitiva non prevede lunghe sedute in cui il paziente racconta la propria vita o parla di tutto il proprio passato, non si orienta alla conoscenza di sé, o all'analisi dei contenuti simbolici, non utilizza speculazioni filosofiche, non si parla in modo prevalente delle relazioni familiari (se non nel mimino necessario per l'anamnesi), non si parla dei perché e dei per come inconsci o simbolici, non si chiude la seduta rimandando il paziente alla settimana successiva per un tempo indeterminato e, soprattutto, non si utilizzano trattamenti combinati psicologici e farmacologici (tranne nei casi di problemi "strutturali" dell'organismo). Le sedute, quando si utilizza la psicologia emotocognitiva, sono di frequenza variabile in relazione al caso specifico; si focalizza l'attenzione sul problema attuale, si raccolgono soltanto i dati anamnestici utili per le finalità del trattamento e si dichiara sin dall'inizio il numero di sedute per un ciclo di incontri, in cui, nella quasi totalità dei casi di chi ha seguito l'iter e le prescrizioni di trattamento, si è visto uno sblocco della situazione.

Popolarmente siamo abituati a considerare lo psicologo come un professionista che "ascolta". In psicologia emotocognitiva qualche paziente che si aspetta questo può rimanere deluso nel constatare che lo psicologo ascolta soltanto quel poco che si ritiene necessario per comprendere l'entità del fenomeno patologico e stabilire l'iter per il trattamento. Il trattamento ha un obiettivo semplice e pragmatico: risolvere un problema, nei tempi più brevi possibili e con la maggiore efficacia possibile (secondo il caso ed in relazione alle reali possibilità di trattamento attualmente disponibili).

by http://www.psyreview.org/2009/20090223baranello01.htm

 
 
 

superare le paure

Foto di tetiangel

QUANDO HAI PAURA DI AFFRONTARE QUALCOSA NON TI RIMANE CHE FARLA.

TI VERRANNO FUORI DOLORI E PAURE, CONTINUA. I DOLORI SARANNO ASSOCIATI A ESPERIENZE PRECEDENTI FALLITE, QUELLE CHE TI PORTANO OGGI AD AVER PAURA.

IL DOLORE SARA' UN VECCHIO RICORDO, UNA VECCHIA ESPERIENZA ANCHE NON SEMPRE ASSOCIABILE. PUO' VENIR FUORI UN DOLORE ALL'ORECCHIO PUR PARLANDO DI UN AMORE FINITO MALE. MAGARI SI TRATTAVA DI UN AMORE VISSUTO PREVALENTEMENTE A TELEFONO, O DI UN ADDIO RICEVUTO A TELEFONO. ASCOLTIAMO IL NOSTRO CORPO, TANTE VOLTE LE CONNESSIONI TRA PAURE E ESPERIENZE PASSANO PER BLOCCHI EMOZIONALI PICCINI, CHE SI POSSONO ELIMINARE E NON DEVONO ESSERE GENERALIZZATI.

ASCOLTATE LE PAURE, ATTRAVERSO I DOLORI CHE PASSANO SUL CORPO.

POI RIPETETE L'ESPERIENZA.

 
 
 

L'intervento degli Psicologi riduce la spesa sanitaria:l'Italia?fanalino di coda!

Da alcuni anni in diversi Paesi si cerca di intervenire efficacemente per ridurre le spese causate dai disturbi di ordine psicologico secondo strategie di efficacia degli interventi.

 

 

 

In Gran Bretagna, per esempio, già nel 2006 gli autorevoli consulenti del governo (provenienti dalla prestigiosa London School of Economics) hanno delineato una solida analisi in termini costi-benefici degli interventi possibili per affrontare le difficoltà che il sistema sanitario e quello economico inglese incontrano nel contrastare la depressione e i disturbi d’ansia, traendone conclusioni molto interessanti ed in gran parte applicabili anche al panorama italiano.

 

 

 

Intanto si rileva che in Gran Bretagna circa 6.000.000 di persone, il 16% di tutti gli adulti, soffrono di condizioni diagnosticabili come depressione o come disturbo d’ansia e che circa il 40% di tutte le disabilità (fisiche e mentali), così come il 40% degli Incapacity Benefits (l’equivalente delle nostre pensioni di invalidità) è dovuto a malattia mentale.

 

 

 

Mentre le disabilità dovute a depressione e ad ansia sono più di un terzo di tutte le disabilità per il trattamento di questi disturi si spende solo il 2% dei fondi del servizio sanitario nazionale.

 

 

 

Allo stesso tempo si osserva che solo un quarto di queste riceve poi un qualche tipo di cura.

 


La ragione per un dato così ampio di pazienti non curati è che alla maggior parte di loro vengono offerti, dai medici di base cui si rivolgono, dei farmaci mentre le ricerche mostrano che le persone preferirebbero di gran lunga una terapia psicologica che però non è disponibile nel sistema sanitario inglese.


 


L’indicazione preferenziale per le terapie psicologiche viene anche dalle centinaia di prove cliniche e sperimentali che dimostrano che, per i disturbi d’ansia e depressivi, i trattamenti psicologici sono efficaci quanto i farmaci nel breve termine ma molto più efficaci nel prevenire le ricadute.


 


Inoltre, questione assolutamente non secondaria in quest epoca di grandi ristrettezze e di attenzione ai costi, l’utilizzo di un approccio psicologico-psicoterapeutico porta un risparmio certo in termini economici alle casse dello Stato.


 


Intanto, per lo Stato inglese la perdita di ricchezza dovuta a depressione e ansia cronica è annualmente di circa 12 miliardi di sterline (l’1% del Prodotto Interno Lordo di quel Paese) e il costo per i contribuenti e di circa 7 miliardi di sterline. Ogni persona con un disturbo d’ansia o depressione costa ai contribuenti inglesi circa 750 sterline al mese (tra pensioni, sussidi, assenze o abbandoni del lavoro, cure farmacologiche, ricoveri, mancate tasse sul reddito, assistenza, eccetera), senza considerare i costi umani e sociali che ricadono sulle famiglie e la sofferenza delle persone.


 


A fronte di ciò un intero ciclo di trattamento di psicoterapia, mediamente di 10 incontri, valutano i ricercatori inglesi, costerebbe complessivamente le stesse 750 sterline che si spendono in un solo mese.


 


La proposta dei ricercatori al Governo inglese, che l’ha già resa operativa in via sperimentale in due distretti, è di attivare un cambio di impostazione nel trattamento dei disturbi d’ansia e della depressione a favore della terapia psicologica.


 


L’obiettivo è di arrivare a trattare, a regime, 800.000 persone l’anno. Ciò comporterebbe un risparmio, solo in termini di mancata erogazione di sussidi, di circa un 1,4 miliardi di sterline all’anno, a fronte di un costo annuo di 0,4-0,6 miliardi.


 


Per attivare questo programma si stima ci sia bisogno di inserire nel Sistema Sanitario inglese circa 10.000 professionisti della terapia psicologia.


 


Quello che più spiace e che, mentre negli altri paesi la Psicologia riesce ad imporre all’attenzione dei governi il proprio valore, qui in Italia la nostra professione è priva di ogni considerazione circa il valore che può portare alla società.


 


Non si capisce come mai, in Italia, non si sia mai lavorato per far comprendere a politici ed economisti che la validità sociale della Psicologia applicata è misurabile anche nei termini dei benefici economici che è in grado di portare al Paese; che il nostro lavoro, la qualità degli interventi che gli Psicologi sono in grado di operare, porta un beneficio tangibile per tutto il sistema nazionale, non solo per le persone che ne fruiscono direttamente; che quello che chiediamo come professionisti è di essere valutati per l’efficacia dei nostri interventi e non ci interessa, invece, essere considerati come un tassello (peraltro superfluo) di un sistema socio-sanitario a connotazione assistenziale. by Altrapsicologia.



Aggiungo che tanti momenti difficili e disperanti che vedono genitori a contatto con figli in gravi condizioni, come le disabilità acquisite, la presenza laica di uno psicologo che sostenga e accompagni si rende indispensabile. Questo non lo dico per seguire le scie delle cronache ma, perchè parlo di quello che da 11 anni è il mio lavoro negli stati vegetativi. Ogni giorno sento quanto la nostra presenza sia apportatrice di benefici, ma nessuno guarda a questo. La psicologia sta facendo la fine dell'odontoiatria: sanità per l'elitè. Eppure entrambi curano dolori profondi da non sottovalutare...


 


...cosa farà questo governo?


 
 
 

per chi ha dimenticato la storia

Riprendendo concezioni originate e diffuse dalle Società Eugenetiche in voga nei primi decenni del XX secolo, l’eutanasia venne considerata dal regime nazista una pratica pietosa, per eliminare le cosiddette Lebensunwertes Leben, "vite indegne di vita".

Già nel 1924-25 Adolf Hitler scrisse nel Mein Kampf: «Se non c’è più forza per combattere per la propria salute, il diritto a vivere viene meno». E nelle conversazioni condotte fino al 1931 con Hermann Rauschning, allora presidente del Senato di Danzica, Hitler ha detto che la «pietà conosce una sola azione: lasciar morire i malati».

Con una lettera firmata di suo pugno il primo settembre del 1939 Hitler scrisse: «Il Reichsleiter Philip Bouhler (Capo della Cancelleria di Stato ndr) ed il Dottor Karl Brandt (medico personale di Hitler ndr), sono incaricati a conferire a singoli medici i poteri necessari affinchè a pazienti giudicati incurabili secondo il miglior giudizio umano disponibile sia concessa una morte pietosa» Da quel momento la macchina della "dolce morte" entrò a pieno regime. Prove fornite al processo di Norimberga (1945-1946) stimano che con l’eutanasia furono assassinati 275.000 individui, tra cui Seimila bambini. Le vittime furono assassinate in camere a gas, camuffate come locali da bagno, per mezzo di monossido di carbonio emesso da bombole di gas. Per far accettare il programma di eutanasia, la macchina della propaganda nazista cominciò a produrre film. Nello stesso tempo vennero diffusi cortometraggi che riprendevano individui repellenti, malati terminali e sofferenti, individui deformati dalle malattie, con l’idea di mostrare condizioni indegne di vita. Nel 1941 venne diffuso il film Ich klage an (lo accuso) in cui si racconta di un professore di patologia, Heyt, sposato con la giovane Hanna, la quale è malata di sclerosi multipla. Heyt si sforza di curare Hanna, ma ad un certo punto decide di aiutare la moglie a morire. Il fratello di Hanna denuncia Heyt per omicidio. Ma nel corso del dibattito in tribunale i sei giudici concludono che la legge deve essere cambiata per permettere l’eutanasia. Nel film l’ex sindaco della città dove si svolge il dramma prende la parola e dice: «...Per quanto riguarda coloro che desiderano morire perché un tempo sono stati sani e ora non ce la fanno più, ebbene io credo che lo Stato, che ci impone il dovere di morire, debba anche darci il diritto di morire».

Il film fu visto da 18 milioni di persone. Il servizio di sicurezza di Hitler raccolse le reazioni e stilò un lungo rapporto in cui sottolineava che la gente aveva accettato sia pure con qualche riserva che le persone affette da gravi malattie incurabili devono poter avere una morte rapida sanzionata dalla legge». Il rapporto dei servizi di sicurezza rilevava che l’unica vera opposizione contro il film e contro l’eutanasia veniva dalla Chiesa Cattolica. A questo proposito l’allora vescovo di Munster, Clemens August Von Galen (beatificato il 9 ottobre 2005), denunciò aspramente il programma di eutanasia. Nella predica del 3 agosto 1941, Von Galen tuonò: «Se anche per un’unica volta accettiamo il principio del diritto a uccidere i nostri fratelli improduttivi - benché limitato in partenza solo ai poveri e indifesi malati di mente - allora in linea di principio l’omicidio diventa ammissibile per tutti gli esseri umani. (...) È impossibile immaginare quali abissi di depravazione morale e di generale diffidenza perfino nell’ambito familiare toccheremmo, se tale orribile dottrina fosse tollerata, accettata, messa in pratica». La predica di Von Galen venne riprodotta su volantini e diffusa dagli aerei della Royal Air Force britannica. Solo la grande popolarità di cui il prelato godeva impedi ai nazisti di impiccarlo.


Bibliografia

Mlchael Burlelgh-Wolfgang Wippennann, Lo stato razziale - Germania 1933/1945, Rizzoli, 1992.
Alice Ricciardi von Platen, Il nazismo e l’eutanasia dei malati di mente, Editrice Le Lettere, 2000.
Henry Friedlander, Le origini del genocidio nazista, Editori Riuniti, 1997.
Stefania Falasca, Un vescovo contro Hitler, San Paolo, 2006.

 
 
 

PROTESTA

Post n°193 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da tetiangel

QUESTO BLOG E' IN LUTTO


UN FATTO GRAVISSIMO E DI CUI LE COSCIENZE SUPERSTIZIONE E DI FEDE ATEA NON SI SONO ANCORA RESI CONTO HA TOCCATO L'ITALIA.


NON HA VINTO LA LIBERTA', ANZI ABBIAMO CAPITO DI NON ESSERE PADRONI NEANCHE DELLE NOSTRE VITE.


Non c'è stato un confronto tra persone informate, e la disinformazione ha generato follia.


MENTRE UNA DONNA MORIVA SI PARLAVA DI IDEOLOGIE POLITICHE, IDEOLOGIE CONFUSE SULLA LORO REALTà STORICA ANTIFASCISTA, CHE HANNO INTERROTTO L'OLOCAUSTO, DOVE EBREI GAY, ROM, E DISABILI VENIVANO CONSUMATI, OLOCAUSTO CHE HA CAMBIATO IL MONDO CONCEDENDO AL SINGOLO IL DIRITTO SULLA SUA SINGOLA VITA, BENE, OGGI SI SCHIERA A FAVORE DEL MONDO DEL SILICONE, QUELLO CHE CANCELLA LE IMPERFEZIONI, CHE SI SPAVENTA DEL DOLORE, DELLA SOFFERENZA E CHE, COME FOSSE UN GIOCO, SULLA SOLA VOLONTA PRESUNTA, CANCELLA UNA VITA, PERCHE' NON DEGNA! DA QUANDO ESISTONO VITE NON DEGNE? LA NON DIGNITA' E' NELLE PAURE DI UN MONDO CHE NON VUOLE SCENDERE PER STRADA E VIVERE APPIENO L'UMANITA', DI UOMINI CHE SI NASCONDONO DIETRO FANTASTICHE LEGGI QUADRO COME LA 104, MA POI VANNO GIU' DI POLLICE VERSO CONTRO UNA GRAVE DISABILE. LEGGO UNA GRAVE SCHIZOFRENIA DI FONDO. LEGGO CONFUSIONE E SBARAGLIO. IN UNO STATO DOVE ALCUNE FAZIONI POLITICHE NON SONO IN ASSE CON LA LORO REALTA' STORICA, DOVE LE SENTENZE DI VITA E MORTE LE EMETTONO I GIUDICI, DOVE INVECE DEL VECCHIO COLOSSEO ABBIAMO IL FORO E LA VITA DIVENTA UN DIRITTO OPINABILE, IO LEGGO GRAVE CONFUSIONE DELLE MASSE, CATTIVISSIMA INFORMAZIONE DEI MEDIA, CHE PUR DI FARE AUDIENCE CHIAMANO A DISCUTERE DI TEMI IMPORTANTI TUTTI TRANNE GLI ESPERTI DEL SETTORE. NON HO VISTO UNA TRASMISSIONE SCIENTIFICA CHE CI HA CHIARITO LE IDEE SULLO STATO VEGETATIVO, ED IN UNO STATO CHE CI FA PAGARE IL DAZIO DEL CANONE E' GRAVISSIMO. OGGI TG LEONARDO HA PARLATO DI MORTE CEREBRALE. OGGI. COS'I' PICCOLO E POVERO E' DIVENTATO L'UOMO?

 
 
 

omicidio Englaro

Post n°192 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da tetiangel

Forza basta con le opinioni di popolo, non stiamo parlando del colore viola come colore dell'anno, ma di scienza. Leggete l'articolo dii Owen Science American 2006 sulla risonanza magnetica negli stati vegetativi.Sono una che si occupa di queste persone da 11 anni e mi sono letteralmente scocciata, io non oserei parlare di ciò che non so! Ma come ci riuscite? Il testamento biologico è necessario, ma non per questo bisogna far morire in questo modo qualcuno!Solo in Italia si potevano esprimere una sentenza

ignorando la letteratura internazionale e le risonanze magnetiche!

Ma che vergogna per noi che cerchiamo di pubblicare all'estero, che vergogna! Meno male che le pubblicazioni sono su Science e non sul corriere dei piccoli!

Quanto siamo indietro!Povera Italia!

 
 
 

V comandamento:NON UCCIDERE

Post n°191 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da tetiangel

Dalla Costituzione:
Art. 10 Diritto alla vita e alla libertà personale:
1Ognuno ha diritto alla vita. La pena di morte è vietata?

2Ognuno ha diritto alla libertà personale, in particolare all’integrità fisica e psichica e alla libertà di movimento?

3 La tortura? nonché ogni altro genere di trattamento o punizione crudele, inumano o degradante sono vietati?

ma dai!!!

 
ROMA - Il consiglio dei ministri ha approvato, all'unanimita' ma dopo una lunga discussione, un decreto legge sulla vicenda di Eluana Englaro. Lo si apprende da fonti governative.

NAPOLITANO A BERLUSCONI, NO A DECRETO
 Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso, in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, della quale e' stata data lettura in Consiglio dei ministri, un nuovo diniego all'adozione di un decreto legge sul caso di Eluana Englaro. Contestualmente, a quanto si apprende da fonti governative, il capo dello Stato avrebbe sollecitato un rapido pronunciamento del Parlamento sul testamento biologico.
 
Basterebbe avviarsi velocemente verso il testamento biologico, ma perchè e per chi questa inutile crocifissione ?

 
 
 

fantasie compensative

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La tecnica delle Fantasie compensative

By Dr. Maria Teresa Angelillo_Psicologa-Neuropsicologa

Tante volte ci fasciamo delle nostre tristezze e finiamo per essere così assorbiti dalle nostre paure che tutto ciò che temiamo ci piove addosso e ci travolge come una valanga senza darci il tempo di reagire. Perchè la vita in alcuni momenti è un insieme di disastri, mentre in altri sembra meravigliosa? Tempo fa ho scritto una frase che ci invita a stare attenti ai pensieri, la si trova da qualche parte in questo blog.
Cosa accade nella nostra mente? Noi siamo quello che pensiamo. Se usiamo più tempo ad angosciarci per le tasse, più di quanto serve per pagarle, trasformiamo una bolletta nel nostro  aguzzino. Più ci pensiamo e più l'agonia dura. A meno che non ci trasferiamo in un paradiso fiscale (esistono davvero?) se si rimane in Italia le bollette vanno pagate, ma senza pensarci su più di tanto, capisco che non si tratta di piaceri, ma non si può sporcare la propria esistenza pensando solo al tragico, i pensieri vanno deviati e portati verso le cose belle che abbiamo, e se la nostra vita non ne ha, allora bisogna sognare, si sognare immaginando cosa si vorrebbe in futuro. Una tecnica che uso per uscire dall’empasse che adopero da almeno dieci anni consiste nel proiettarsi nel futuro attraverso le fantasie compensatorie. Partendo dal principio che noi oggi siamo ciò che abbiamo costruito nei giorni e mesi scorsi (incluso le nostre paure), siamo il risultato dei nostri pensieri e progetti, ed il qui e ora non ha che un valore relativo del nostro esistere, siamo ciò che pensavamo. Faccio un esempio, se ci siamo impegnati a prendere un diploma o una laurea, ora siamo quello che per il quale abbiamo studiato, un ragioniere, un dottore, etc. Se ci siamo innamorati ed abbiamo conquistato il nostro amore, ora siamo una coppia. Se abbiamo compreato casa ora abbiamo una casa e forse ci tocca preoccuparci del mutuo contratto anni fa. Etc. su questo potremmo fare mill esempi, ma qui invito voi stessi a riflettere. Il problema che oggi ti affligge non è veramente un problema di oggi 2 febbraio giorno della candelora, ma qualcosa che ti sei accumulato nei mesi. Se hai una caire è il risultato di un processo batterico lungo, non ti è venuta oggi all’improvviso. Bene, partendo da questo e accettando che oggi la giornata ha dei contro e dei pro, devo iniziare il primo giorno della nuova vita, ma prima di farlo devo capire cosa voglio, altrimenti rimango ad essere il frutto del flusso caotico e disordinato dei mie pensieri. Nulla accade se non lo hai immaginato prima, allora date il via alle fantasie compensative! Immaginate e non lesinate sui voli pindarici, pensate a cosa vorreste si realizzasse, ma senza zig zag. Cosa sono i “zig zag”? Sono i nostri “se” e “ma”, sono i nostri “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, ossia sono i nostri freni, sono i nostri scetticismi, le nostre incredulità. Siamo noi i primi traditori dei nostri sogni, sognamo , ma non crediamo si possano avverare, o non siamo davvero convinti di volere qualcosa. Prima di sognare bisogna meditare su ciò che si vuole davvero, poi lo si può immaginare. Dopo aver visualizzato, essersi riempiti di gioia per il sogno, come se si fosse già realizzato, bisogna evitare di ritornarci su spesso, evitare di pensarci troppo. Ogni buon semino piantato nella terra ha bisogno del suo buio per diventare pianta, nessun seme crescerà se andiamo di continuo a scavare per verificarne la crescita. Se lo facessimo saremmo dei nevrotici in pieno atto compulsivo, ed è questo che frena la realizzazione dei nostri sogni. Lascia che ciò che hai sognato vada per la sua strada, non controllare troppo lo scorrere degli eventi, sii piuttosto uno spettatore. Lascia che il sogno si avveri, nel frattempo sogna altro, vai avanti e occupati di altro. Tu sei il costruttore della tua vita, ma anche il demolitore. Il superio può poco rispetto all’Io. Lascia che il tuo Io sia impegnato altrove, sarà l’Es a occuparsi della tua realizzazione, della tua Mission, tu devi solo seguire ciò che ti piace e ti fa star bene. Quando sogni accetta di vivere ciò che ti nutre il cuore, ciò che ti piace, ciò che non ti piace trasformalo sognando qualcosa di diverso. Cos’ è per ciò che ti accade, quando la realtà non ti piace, sognane una diversa. Ti sei l’architetto della tua vita. Comportati “come se” e cerca sempre di vibrare a frequenze alte e positive, rallegrati, non è sempre facile, ma l’immaginazione non ci è stata data a caso. Niente fa parte del caso. Chiedi e ti sarà dato, inizia a sognare e i tuoi sogni arriveranno, ormai sono anni che sperimento questa tecnica e assisto all’arrivo di frutti e doni impossibili per gli scettici, ma possibili per chi non è schiavo di se stesso e dei propri pensieri, per chi crede nei miracoli e questi iniziano ad accadere. Provare per credere!

La fantasia è considerata uno strumento terapeutico in quasi tutto il mondo ed è parte integrante di molte religioni. Già gli antichi Egizi e Greci credevano che le immagini liberassero nel cervello l'energia che stimola il cuore ed altre parti del corpo e che un'immagine molto vivida di una malattia fosse in grado di provocarne i sintomi.

Nei santuari della Grecia antica sacerdoti guaritori portavano i loro pazienti in uno stato di vigilanza abbassata (fase alfa, ossia fase uno del sonno e stato EEG in meditazione), propizio allo svolgimento delle fantasticherie e dei sogni. Questa tecnica costituiva da sola la cura. Non si trattava di un mondo immaginario da sottoporre ad interpretazione, ma di una esperienza da vivere. Un'esperienza autenticamente Alcune fantasie guidate sono in grado di influenzare il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione, il consumo di ossigeno, l’eliminazione di biossido di carbonio, i ritmi e le forme delle onde cerebrali, la motilità e le secrezioni gastriche, l’eccitazione sessuale, i livelli di vari ormoni e neuro-trasmettitori nel sangue, la funzionalità del sistema immunitario.

Si è notato con l’uso della risonanza magnetica che le azioni immaginate utilizzano le stesse aree di quelle vissute nella  realtà: se osserviamo l'attività del cervello nel momento in cui si immagina qualcosa, la sua attività è del tutto simile a quella di quando compie l’azione. Sono stati condotti esperimenti anche su atleti e si è visto come l’area motoria si accinge a muovere gli stessi muscoli sia che si stia fingendo che si stia facendo sul serio! Una delle tecniche di meditazione buddista si basa su questo, si visualizza ciò che si desidera e tutto arriva in modo straordinario. Ma ancor di più si può dire che non è diverso da ciò che può arrivare con il Rosario, la Madonna stessa ha detto che tutto ciò che verrà chiesto con questa preghiera sarà dato. Cosa centra la fede? La fede da spazio e potere all’ES, scoraggia le forze dell’Io. Ora vi lascio meditare e usare la tecnica. Provate con pensieri piccoli, io la uso sempre per trovare parcheggio in città, e ovvio lo trovo sempre in un attimo!

 
 
 

STALKING

Post n°189 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da tetiangel

STALKING e violenze


Ormai non si parla d'altro. Sono contenta si parli purchè si passi ai fatti. Diventa difficile parlare di questi argomenti in tempi in cui le donne rimangono alquanto autonome. Oggi sembra non farci paura quasi niente.


Eppure, la violenza continua.


Riappare come il più antico degli spettri, come l'uomo nero nell'archetipo dei bambini. La donna è cambiata, si è emancipata, è più libera e capace di dire di no, ma la donna, anche se non tutte, non ha mai smesso di cercare protezione. La prima cosa che cerca in un uomo è la protezione. In tempi in cui si praticano arti marziali, si usano i cellulari, insomma in tempi in cui dovremmo sentirci più sicure, questo non accade e cerchiamo l'uomo protettivo. Gli uomini non capiscono cosa dovrebbero proteggere ed il perchè di tante paure senza senso. Ma agli uomini per pudore non si racconta quasi mai di quel cugino, di quello zio, di quell'amico di famiglia, di quel passaggio in macchina dato per caso quel giorno, di quella vergogna e senso di colpa, dell'intimità violata e dei ricatti subiti. Sembrano cose lontane, cose che accodono solo in casi sfortunati? No, sono vicine, sono cose che accadono nell'appartamento di fianco, che capitano nella famiglia modello, che capitano nei luoghi all'apparenza più sicuri, che continuano a capitare nella nostra Italia, da Udine a Palermo, indipendentemente dal livello culturale ed economico. La donna cerca l'uomo che la protegga perchè subisce abusi ad ogni angolo di strada! Scavando nella vita di ogni donna ho trovato troppo spesso "colpe e vergogne" per un sesso vissuto male, fatto per paura, ingenuità, violenza o accondiscendenza (o meglio paura a dire no anche al proprio compagno o marito)!

 
 
 

storia di una goccia d'acqua

Post n°188 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da tetiangel
 

Era la domenica prima di Natale del 2008, ero ad un incontro di quelli che piacciono alla mia mente e al mio corpo, lì c'era una persona speciale che ci raccontò questa storia, provo a riportarvela:

"C'era una volta una goccia d'acqua, viveva allo stato gassoso in una nuvola. Da quelle parti la vita era piena di euforia, si viaggiava molto, si osservava il mondo dall'altro e così si potevano ammirare le meraviglie di Dio. La goccia viaggiava con le sue compagne e ogni tanto qualcuno sognava di scendere giù sulla terra e vedere il mondo da vicino. Sulla nuvola c'erano sempre feste, si cantava e si ballava, da lì il mondo appariva bellissimo. Pian piano quadi tutte le gocce decisero di provare a scendere, allora anche lei entrò nel coro e si lanciò giù con le altre! Il viaggio non fu brutto, anche se il tepore del sole era lontano in quella giornata di pioggia. Quando viveva sulla nuvola poteva spostarsi dove voleva, e spesso andava nella parte posteriore della nuvola dove batte il sole, ma quando il sole era forte si rifugiava all'ombra. In quella giornata di pioggia poteva solo venir giù. Diventò così pesante che non aveva alternative. Cadde su di una foglia d'insalata e da lì nel terreno intorno. Finì al buio per non sappiamo quanto tempo, ma laggiù conobbe tanta gente che le spiegò l'importanza della sua presenza nel ciclo vitale. Sopportò con gioia quel buio, l'essere utile le piaceva tanto. Un giorno scese tanto fino a che finì in un posto che chiamavano falda, lì caddè in una specie di fiume e viaggiò con le altre gocce d'acqua. C'erano alcune goccie anziane che raccontavano i loro diversi viaggi, che parlavano del dover avere fiducia nel poter tornare tra le nuvole, ma lei non ricordava di esser mai stata tra le nuvole. Tra le gocce alcuni prendevano in giro questi vecchi che si dicevano saggi, rimproverandoli per ciò che dicevano creando stupide speranze sull'aldilà. Questi vecchi saggi erano dei religiosi, ma a molti non piacevano, raccontavano cose difficili da credere!
La nostra goccia si trovò a vivere tante difficoltà, spesso era al buio, tante volte doveva sopportare l'invadenza di altre sostanze che le si legavano strette, quasi quasi rischiava di non sapere più chi fosse. C'erano giorni in cui si sentiva divisa a metà, il suo ossigeno litigava col suo idrogeno e legava meglio con altre sostanze, si sentiva persa...non sapeva più chi era diventata...arrivava di tutto, cloro, sodio, per non parlare di quando finirono nella fogna...ma anche difficile fu la sua esperienza nel mare...il problema grande era il dover cambiare sempre, il subire le invadenze, lo stare sempre con sostanze diverse da se. Cercava qualcuno con cui parlare, con cui condividere la similitudine, ma ormai non sapeva più cosa e chi fosse. Un giorno finì in un'enorme vasca, lì la trattarono malissimo, e le dissero che era per il suo bene, volevano farla stare a tutti i costi con il cloro, poi con altre sostanze che non conosceva. Le dissero che era malata e aveva bisogno delle medicine per guarire. Non si oppose, era triste fino alla morte, ma si lasciò andare ancora una volta, sperando nella felicità. Ma dopo quella cura fù costretta a viaggiare per mesi in tunnel bui, tutti la spingevano, c'era ressa e nessuno sapeva dire dove sarebbero andati. In quei tunner non si riusciva a dormire, a socializzare, tutti correvano, senza una meta. Lasciamoci andare al destino, dicevano, facciamo in fretta, diceva un altro, e corriamo che il buio mi uccide, diceva un'altro ancora...ad un certo punto si senti attirare verso qualcosa, non poteva opporsi, vide la luce e di lì cadde in un piccolo bacino d'acqua. Qualche minuto dopo scoprì che non si trattava di un bacino, ma di una pentola in una cucina di una signora. C'era chi ci credeva, chi no. Qualcuno le disse che presto avrebbe sentito calore, e allora avrebbe dovuto lasciarsi andare per seguire i suoi sogni. In molti ascoltando questa "profezia", ridevano. Lei fu felice quando iniziò a sentir calore, era molto piacevole. Ad un certo punto , però, non si capì più nulla, tutti iniziarono a spingersi e a gridare per la sofferenza, il calore bruciava, era un'inferno, stare lì era impossibile, stava morendo, bruciava troppo forte era tutto assurdo e la sua vita era assurda, il vecchio saggio che le stava vicino le disse "lasciati andare, non opporre sempre resistenza", ma lei aveva paura e dolore e non riusciva a lasciarsi andare. Ad un certo punto le sembrò di morire, non fece in tempo a salutare nessuno, si ritrovò da sola e volava, non capiva cosa le fosse successo, era sola e spaventata, ora anche quegli amici appiccicosi le sarebbero stati di conforto, ma era sola con il suo idrogeno ed il suo ossigeno, persa, saliva, volava...e la sua memoria si risvegliò e ricordò tutto il percorso della sua vita...fino a che finì in una nuvola...e lì capì chi era, chi era stata, che senso avesse avuto quel viaggio...raggiunse il lato del sole, si espose al calore, e cominiò a riflettere sulla lezione che la VITA le aveva dato, una lezione che le era sembrata durare in eterno, invece era stata via solo qualche giorno!

 
 
 

innamoramento e amore

Post n°187 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da tetiangel

INNAMORAMENTO E AMORE

dal primo incontro era chiaro che qualcosa stava succedendo. Un’impressione familiare, come se vi foste conosciuti da sempre, anzi, come se vi foste ritrovati tra miliardi di persone. Se siete entrambi disponibili e pronti per aprirvi, state per innamorarvi, scatenando una serie di reazioni chimiche a catena. L’odorato capta i ferormoni, la feniletilamina invade il cervello, la dopamina si mette in azione. È l’amore-passione, che con il tempo e l’aiuto di ossitocina ed endorfine si trasformerà in amore-attaccamento. A meno che non siate drogati di feniletilamina…ossia avete bisogno di sentire le farfalle nello stomaco, i brividi continui etc. Talvolta si è legati a quelle prime emozioni, che quando l’innamoramento si evolve in amore si pensa sia finito tutto…ma non è così, come vedre

I ferormoni

 I ferormoni sono molecole invisibili e volatili prodotte dalle ghiandole apocrine situate sotto le ascelle, intorno ai capezzoli e nell’inguine. Inodori, i ferormoni non vengono captati dalle mucose olfattive, ma da un secondo sistema dell’odorato, l’organo vomerosanale. L’odore di una persona che ci piace ci fa sentire sicuri e a nostro agio, favorendo l’avvicinamento, ma se l’odore ci è sgradito, saremo pronti ad allontanarci: insomma, non è possibile innamorarsi di una persona che ha un odore che non ci piace.

 

 

La feniletilamina

 

Se siete adoratori del cioccolato già la conoscete, se state per innamorarvi, non tarderete a conoscerla. La
feniletilamina è un ormone della classe delle anfetamine che l’organismo produce naturalmente. Quando ci innamoriamo produciamo una grande quantità di feniletilamina, dagli effetti simili a quelli provocati da certe droghe o dagli sport estremi. La feniletilamina riduce l’appetito e rende iperattivi. Gli studi hanno dimostrato che quando due persone sono innamorate i loro livelli di feniletilamina sono identici. Infatti quando sono insieme il tempo passa velocemente e loro sono stati capaci di stare su un divano a parlarsi, carezzarsi e guardarsi negli occhi. Capite bene come senza quell’odore rimane il ricordo, la mancanza dalla feniletilamina produce astinenza, e ci manca l’altra persona, ma non è come sentire e respirare i suo feromoni, parliamo di ricordi e pensiero. Vedersi e respirarsi è un’altra cosa.

La dopamina

L’azione della feniletilamina non finisce qui. La feniletilamina stimola infatti il rilascio della dopamina (quell’ormone che ci rende euforici e soddisfatti per un goal, o per l’acquisto di una nuova borsa!), un neurotrasmettitore che agisce su numerosi processi fisici e psicologici. Tra l’altro, la dopamina è intimamente legata al sistema limbico, una zona del cervello che è sede delle emozioni e delle funzioni vitali come la sete, la fame e la sessualità. La dopamina consente quindi di rinforzare alcuni comportamenti che apportano piacere e soddisfazione. Quando un evento è più felice di quanto speravamo, la dopamina emette un segnale di felicità i cui effetti euforizzanti ci spingono a ripetere l’esperienza: si vorrebbe essere sempre insieme, ci si telefona ogni giorno, si vorrebbe vedersi sempre.

Può finire?

Secondo gli esperti questo periodo magico non può durare in eterno. Poco a poco, l’organismo si abitua alla feniletilamina, e l’allegria si attenua man mano. Per i “drogati” di feniletilamina questo segna spesso la fine della coppia, e preferiranno cercare, conquista dopo conquista, di ricreare gli effetti euforizzanti della
feniletilamina. La persona lasciata è invece in deficit di feniletilamina: è il mal d’amore. Tutti gli altri possono felicemente contare su altri ormoni, l’ossitocina e le endorfine. Ora li vedremo in seguito, e così si passa dall’innamoramento all’amore!

L’ossitocina

Secreta dalla ghiandola pituitaria, l’ossitocina viene liberata nel cervello e nel sistema riproduttivo ogni volta che tocchiamo la persona amata. Gli studi avevano già dimostrato infatti un notevole aumento dell’ossitocina durante l’orgasmo, ancora più intensa nella donna durante il parto e l’allattamento. Oggi sappiamo che l’ossitocina aumenta la nostra sensibilità alle carezze e ci spinge al contatto fisico e agli abbracci, insomma, è una specie di colla ormonale che ci fa stare insieme per tanto tempo anche dopo l’esaurimento della feniletilamina. Questo effetto può essere più marcato nella donna a causa del suo legame con gli estrogeni, ma toccarsi rimane, per entrambi i sessi, il modo migliore di conservare il livello di ossitocina necessario a far durare una coppia. Si pensa perfino che l’ossitocina abbia un effetto sull’invecchiamento: uno studio ha infatti mostrato che le persone che fanno l’amore tre volte alla settimana in una relazione stabile dimostrano in media 10 anni meno della loro età effettiva.

 

Le endorfine

 

Quando l’organismo sviluppa una tolleranza alla feniletilamina e non si scatenano più gli effetti dirompenti presenti all’inizio del rapporto, il cervello inizia a produrre altri ormoni, le endorfine.. Dopo gli effetti eccitanti della feniletilamina, il cervello viene invaso da sostanze che possiedono le stesse proprietà della morfina. Le endorfine apportano calma e sollievo al dolore, e riducono l’ansia. La sensazione di benessere che procurano si traduce in una relazione affettiva molto forte che non si vuole più interrompere. Ora potete chiacchierare, mangiare e dormire in pace. È l’amore-attaccamento, l’armonia completa, una felicità tranquilla che può durare per anni e anni - sempre che si sia svezzati dalla feniletilamina…
Ovviamente è impossibile sintetizzare la relazione amorosa in una semplice formula chimica, ma è rassicurante sapere che il nostro cervello possiede risorse insospettabili che si adattano alle diverse tappe della vita amorosa. E che quando gli effetti della feniletilamina si attenuano è possibile, se si ha un po’ di pazienza, raggiungere di nuovo il settimo cielo. 

 

 

COS’è UN’EMOZIONE?

 

 

Quindi, si vede lei (lui), scattano tutti i sistemi e gli apparati, e c'è l'emozione, l'innamoramento. Ma perché proprio quel lui e quella lei? Ci sarà un'idea che guida questo scelta. Può darsi, ma bisogna vedere che cosa si intende. CERTO! Questa è una circostanza determinata se si vuole geneticamente. 

 

Infine un corollario della teoria di James: anche di fronte all'insulto più cocente, al desiderio più travolgente, se si conta fino a dieci prima di parlare, se si agisce su respiro e muscolatura, tutto sembra svanire: l'offesa è un sciocchezza, l'oggetto amato diventa ordinario e banale. Ma perché farlo?

 

C’è gente che pensa troppo all’amore e non lo vive, non si lascia vivere, così finisce per evidenziare le ovvie difficoltà insite in una unione. Se non ci avessero creato così, se l’accoppiamento e il desiderio non portasse ormoni con se, tali da farci sentire drogati, ci saremmo estinti! Talvolta si è espressa un’opinione sull’idea relazione, si hanno idee chiare in mente su ciò che si vuole. Per cui non è detto che sia la presenza del vero amore o innamoramento a guidare i rapporti di coppia, quanto la circostanza e predisposizione del momento. Due persone possono essere pazze l’un per l’altra, ma non continuare il loro percorso sociale canonico che porta alla costruzione di una famiglia…mentre altre due, portano con se un eguale progetto, e si sentono pronti, e seppur non innamorati davvero, si faranno prendere dalla condivisione di un entusiasmo!

 

Quindi basta innamorarsi, amare, per condividere un'esistenza? Se invece che all'oroscopo lo si chiede a Freud la risposta sarà no: i rapporti di coppia senza alcuna caratteristica del rapporto d'amore sono cosa comune, così come l'inverso.

 

C’è gente che ama, e usa le zone emozionali, c’è gente che le intralcia con quelle razionali, portandosi verso una confusione che potrebbe fargli vivere stati ansiosi. Secondo William James, l’innamoramento parte nel corpo e non nel pensiero. Anzi il pensiero può, in certe circostanze, negarlo o reprimerlo…così si è innamorati, arrabbiati, delusi o altro e non si è del tutto consapevoli. Però, se si attuano questi meccanismi nevrotici non la si passa liscia. Ansia e panico saranno i nostri nuovi amici.

 

Poi ci sono delle differenze tra uomini e donne. Ad esempio, un periodo di silenzio, per le donne, rappresenta un modo per alimentare il desiderio, oltre che per creare uno spazio in cui essere ascoltata, per gli uomini, invece, denota solo l'assenza,ma attenzione ho scritto assenza e non mancanza. Il fatto è che l’immaginario maschile si nutre molto più di fisicità e immagini delle donne. Un uomo si infervora al “pensiero”, bada bene, al pensiero, che quella donna possa non essere più sua. Anche le lettere sono diverse: Nelle lettere degli uomini il corpo della donna risulta ampiamente presente. Esso viene descritto ed evocato in ogni minimo dettaglio, primo tra tutti gli occhi e lo sguardo, quale veicolo del desiderio. Tale presenza è in relazione ad un piacere immediato, in quanto gli uomini si nutrono del ricordo fisico, mentre le donne si focalizzano sull'essenza della relazione che intrattengono con l'innamorato. Le donne, quindi, esprimono, prevalentemente, i sentimenti, le sensazioni, i meccanismi e le circostanze della relazione amorosa, mentre gli uomini evidenziano maggiore difficoltà ad affrontare tali aspetti e focalizzano di più la loro attenzione sugli aspetti fisici della donna. Questo si verifica nella maggior parte, ma non nella totalità dei casi. Si tratta di una differenza comunicativa che, seppure denoti complementarietà di pensiero, a volte, può dare adito a incomprensioni.

 

 
 
 

I MIEI NEURONI MIRROR

 

 




Mia madre mi partorì già piena di domande e riflessioni profonde solo tu hai avuto risposte ad ognuna.

Tu che del mare racconti la sua semplicità e l'incantesimo  acqua e sale che rapisce.

Difficile apprezzare l'amore dove è da sempre


difficile vedere la terra dove sono i suoi frutti

difficile avere fame quando si mangia.

Ma tu mi svuoti, tu mi purifichi fratello totem d' Africami rispedisci nel ventre di mia madre

nel niente e nel tutto  mi rimandi a me stessa

nel mio bisogno di alchimista ho trovato l'amore

quello senza parole, quello fatto di gesti, quello fatto di niente se non di se stesso

quello fatto di sole e di me  quello vero e selvaggio che mi svuota  e disarma

quello che mi terrorizza così tanto che ormai non ho più paura 

 

GUERRIERI

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non é chi combatte,
perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi é chi
sacrifica se stesso per il bene degli altri. E' suo compito occuparsi degli anziani,
degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini,
il futuro dell'umanità.

Toro Seduto

 

IL MIO CHAKRA

Ajna Chakra - La Ruota Frontale

Il sesto Chakra è addetto alla percezione delle vibrazioni sottili. E' il famoso Terzo Occhio che tutto vede e tutto comprende. I soggetti aventi un Ajna Chakra sviluppato conoscono il potenziale della loro mente, la forza insita nel cervello che ben calibrata può compiere miracoli. Possono apparire strani o avvolti in un alone di mistero e magnetismo. Pietra Consigliata: AMETISTA

La tua parte domminante è l' emisfero destro. Questa parte del cervello appare più emotiva, ed è responsabile dei sentimenti di tristezza e disperazione. La coscienza spaziale, la capacità di riconoscere un viso o immagini mimetizzatee quella di capire immediatamente una struttura hanno origine nella parte destra del cervello. Il cervello destro contiene più materia bianca quindi organizzato più liberamente, con connettori a lungo raggio tra i neuroni distanziati gli uni dagli altri. Caratteristiche Non verbale, Simultaneo, spaziale, analogico, Olistico, sintetico, Intuitivo, Sensuale, Misticismo orientale

 

PERCHè SEI QUI...

  

 

IL PRIMO AMORE...

È stata la prima volta che tutto sembrava avere senso. È stata la prima volta che fare di due persone una sola, un evento chiaramente contrario a tutte le leggi della fisica e della biologia, è stata un'esperienza quotidiana. È stata la priva volta che ogni sensazione è stata vissuta con tutte le cellule del corpo. È stata la prima volta che il battito del cuore di un'altra persona era come un codice morse che intralciava i battiti del proprio cuore. È stata la prima volta in cui si è sperimentato cosa voglia dire essere sconvenientemente felici. È stato il primo amore. Quello che, proverbialmente, non si scorda mai e che condanna inesorabilmente alla sofferenza negli anni a venire. Il primo amore, se felice, è un termine di paragone improbo per tutti quelli che verranno dopo e condanna all'infelicità per molto anni.

"La passione, la spensieratezza e l'incoscienza tipica della giovinezza e dei primi amori sono emozioni caratteristiche di un momento particolare della crescita dell'individuo. Da adulti i motivi che legano due persone sono i più vari e, soprattutto, per tenere in piedi una relazione matura spesso gli eccessi sono da evitare", lo sostiene Malcolm Brynin uno psicologo che ha curato un libro che sta spopolando in Inghilterra "Changing Relationship".

Il libro sostiene che molte persone che hanno avuto un primo amore appagante e felice fanno molta fatica a liberarsi dell'idea di una sorta di rapporto "unico" che diventa il termine di paragone attraverso cui si giudica la realtà e tutti gli altri incontri. Vi è però, in questo giudizio, un errore di fondo: quello di valutare il mondo con gli occhi di una persona ancora non emotivamente adulta. "Un rapporto maturo si basa sull'avere un progetto comune, sulla stima, sul rispetto, sulla capacità di accettare l'altro per come è. Suona forse meno romantico ma funziona di più nella vita reale. La passione e la sconsideratezza fanno di una relazione un evento emotivamente squilibrato che non può essere sostenuto per tutta la vita e che denota un approccio un po' infantile al rapporto di coppia", si legge nel libro.

Dimenticare il primo amore, almeno secondo quanto sostenuto in questo libro, è il primo passo per aprirsi agli altri e per intraprendere una relazione che abbia qualche probabilità di riuscita.

Fonte: Hill A. Why we can never recover from frist love. The Guardian.10 gennaio 2009
http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=24266

 

 

CRISTALLI D'ACQUA

 acqua esposta ad una canzone popolare

 acqua di Lourdes!

 acqua esposta alla parola AMORE

 ACQUA ESPOSTA ALLA VOCE DI hitler

L'acqua non è tutta uguale. A livello fisico e chimico presenta un'enorme variabilità. Ma anche due acque che hanno le stesse proprietà chimiche e fisiche possono essere molto diverse tra loro. Fino ad alcuni anni fa queste tesi erano sostenute da fautori delle discipline olistiche e naturali, ma rifiutate dalla scienza. Ma Masaru Emoto ha inventato un procedimento assolutamente scientifico per dimostrare che l'acqua ha una memoria, che è influenzata da inquinamento, musica, parole, scritte, intenzioni. Ha scritto diversi libri in cui ha riportato centinaia di foto estremamente interessanti di cristalli di acque diverse. Il dottor Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d'acqua.Ha poi fotografato l’acqua esposta a parole scritte, a musica, preghiere, parole pronunciate, acqua di montagna, acqua inquinata, ecc.Si è visto che i cristalli dell’acqua trattata muta di struttura, inviando messaggi.Le immagini di seguito riportate, tratte dal libro “I messaggi dell’acqua” Ed. Mediterranee, mostrano, come l’acqua sia come un nastro magnetico liquido in grado di registrare in modo molto sensibile le informazioni energetiche che riceve dall'ambiente. Sui libri di Emoto potrete vedere moltissime altre fotografie e trovare una spiegazione più dettagliata del suo metodo di analisi. Nulla di nuovo per chi conosce l'omeopatia, la floriterapia e le proprietà delle Acque Spirituali, ma estremamente utile per chi ha necessità di avere una dimostrazione scientifica.

“Nascere non basta.
E’ per rinascere ogni giorno
che siamo nati".

 

VOYAGER_IL MISTERO DELL'ACQUA 1/2

 

VOYAGER:IL MISTERO DELL'ACQUA 2/2

 

ULTIMI COMMENTI

DIVENIRE

I desideri sono parti di te e per vederli realizzati devi aver la forza di lasciarli andare e non trattenerli mai con la ragione. Se non si staccano da te non possono tornare a cambiarti il mondo.

Tetiangel

Coloro che non ricordano il passato, sono condannati a ripeterlo.

 

George Santayana

L'uomo non nasce, e non muore mai.

Una volta giunto a esistere, non smetterà mai di farlo, perché è eterno e permanente.

Così come un uomo dismette gli abiti usati e usa degli abiti nuovi, l'anima scarta il vecchio corpo e assume il corpo nuovo.

Ma l'anima è indistruttibile, le spade non possono ferirla, il fuoco non la brucia, l'acqua non la bagna, il vento non può seccarla.

Essa è al di là del potere di tutte queste cose.

L'anima dell'uomo è indistruttibile, essa è sempre vittoriosa, e perciò non si lamenta mai.

Che il tuo obiettivo sia la tua azione, e mai la tua ricompensa.

 

dalla Gita

Fino a che i ricordi dei tuoi avi ed i loro desideri e dolori saranno attivi nella tua memoria genetica, non sarai completamente libero di conoscere te stesso e sapere qual'è la tua mission.
Teiangel

 

MACROCOSMI & MISCROCOSMI...

" Il deserto è stato creato da Dio per andare alla scoperta della nostra anima".  

Proverbio Tuareg

Trenta raggi convergono sul mozzo,
ma è il foro centrale che rende utile la ruota.
Plasmiamo la creta per formare un recipiente,
ma è il vuoto centrale che rende utile un recipiente.
Ritagliamo porte e finestre nella pareti di una stanza:
sono queste aperture che rendono utile una stanza.

Perciò il pieno ha una sua funzione,
ma l'utilità essenziale appartiene al vuoto.

Lao Tzu

 

LAO TZU

La verità non consiste nelle belle parole;
le belle parole non sono verità.
Il buono non pretende di avere ragione;
chi pretende di avere ragione non è buono.
Il saggio non è erudito;
l'erudito non è saggio.

Il saggio non accumula nulla.
Più usa cio' che ha per gli altri, più ha.
Piu' dà cio' che ha agli altri, più é ricco.

la via del cielo consiste nel nutrire
e nel non arrecare danno.
La via del saggio consiste nell'essere generoso
e nel non competere.

 

NEBULOSA TESTA DI CAVALLO

 

24 DOMANDE,24 RISPOSTE_MADRE TERESA

Il giorno più bello? Oggi. L’ostacolo più grande? La paura.

La cosa più facile? Sbagliarsi. L’errore più grande? Rinunciare.

La radice di tutti i mali? L’egoismo. La distrazione migliore? Il lavoro.

La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento. I migliori professionisti? I bambini.

Il primo bisogno? Comunicare. La felicità più grande? Essere utili agli altri.

Il mistero più grande? La morte. Il difetto peggiore? Il malumore.

La persona più pericolosa? Quella che mente. Il sentimento più brutto? Il rancore. Il regalo più bello? Il perdono.

Quello indispensabile? La famiglia. La rotta migliore? La via giusta.

La sensazione più piacevole? La pace interiore.L’accoglienza migliore? Il sorriso.

La miglior medicina? L’ottimismo.La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.La forza più grande? La fede.Le persone più necessarie? I sacerdoti.

La cosa più bella del mondo? L’amore.

 

 

LE DUE FESSURE...

  se come me andate fuoti di testa per la fisica quantistica...guardate questo video!!! Solo con la quantistica, amio parere, si può spiegare la coscienza!

 

TRISTEZZA

 

La tristezza è parte della condizione umana ed è funzionale e necessaria per godere della felicità e per un corretto sviluppo emotivo. "Quando si individua un tratto così profondamente conservato nella biologia dell'uomo, bisogna presumere che è un tratto selezionato dall'evoluzione e come tale necessario alla sopravvivenza", ha dichiarato Jerome Wakefield della New York University e coautore del libro "The loss of sadness: how psychiatry transformed normal sorrow into depressive disorder", la cui traduzione in italiano sarebbe "La perdita della tristezza: come gli psichiatri hanno trasformato il normale dolore dell'anima in malattia depressiva". Wakefield e altri psicologi che sostengono l'importanza di vivere ogni emozione, anche quelle più negative, sono stati intervistati sull'ultimo numero della rivista NewScientist.

Nella società moderna la tristezza è diventato uno stato d'animo da evitare. In tutti i modi possibili. Ci si può distrarre evitando di pensare e riempiendosi la giornata di appuntamenti e di cose da fare. Molti scelgono anche, in maniera incauta e superficiale, di usare pillole che stabilizzano l'umore agendo direttamente sui centri nervosi di produzione e regolazione dei neurotrasmettitori.

Eppure è esperienza comune di ciascuno come, nei momenti di difficoltà o di tristezza, la percezione del mondo è diversa e talvolta più profonda. Non è un caso, infatti, che gli artisti esprimono il meglio della loro produzione proprio nei momenti di maggiore difficoltà più che quelli di felicità. Secondo alcuni neurologi vi è un motivo biologico che spiega il legame tristezza-creatività: la riduzione dei livelli di cortisolo tipica dei momenti di tristezza attiva i centri nervosi della creatività mentre riduce l'attività di quelli che stimolano la socialità, la fame e l'attività fisica.
La tristezza, l'introspezione e i momenti di solitudine, quindi, sono funzionali a guardarsi dentro e fare il punto su di sé, per poi riprendere e andare avanti. Attenzione, però, se una sana dose di tristezza è necessaria, tutti gli esperti sono d'accordo nel dire che se si è di fronte ad una diagnosi di depressione allora è necessario sottoporsi a terapie adeguate.

Fonte: Marshall J. Is it really bad to be sad? NewScientist 14 gennaio 2009.
http://it.health.yahoo.net/c_news.asp?id=24252

 

 

 

PREDESTINATI

Addomesticare, vuol dire creare dei legami...disse la volpe al piccolo principe... tra momenti di anarchia sentimentale e bulimia emozionale...

è TEMPO DI MIGRAZIONI...i Falchi del grillaio son tornati...e così il desiderio della falconeria...

 
 
 

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