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Post n°19 pubblicato il 22 Giugno 2012 da john_may
A leggere la maggior parte dei titoli delle notizie, sembrerebbe che la Magistratura avesse inferto un'ulteriore colpo "da k.o.", sia all'istituzione della famiglia che all'importanza di una "formazione religiosa" dei minori. Il titolo, infatti, era sempre più o meno il seguente: "Cassazione, vietato indottrinare il proprio figlio al proprio credo religioso". Il messaggio, così impostato, avrebbe sostanziato un'ulteriore indebita ingerenza dello Stato nella vita delle persone. Ma tale ingerenza sarebbe stata vista come una "vittoria della laicità dello Stato sull'oscurantismo della Chiesa", e quindi pienamente accettabile, per quelli che, per nascondere la loro "ecclesia-fobìa", fanno assurgere la laicità dello Stato al rango di "valore non negoziabile", calpestando tradizioni millenarie, radici culturali, e quella "libertà di pensiero" unidirezionale che però non deve essere riconosciuta all' "altro da sè". Epperò, a ben vedere, la cassazione, con la sentenza in questione (la 9546/2012), dice in realtà esattamente il contrario, sancendo che la madre di un minore allevato con un'educazione cattolica, diventata testimone di Geova dopo la separazione, possa ottenere l'affidamento del figlio solo se non lo coinvolge nella sua scelta religiosa. Forse, non tutto è già perduto. John May Lives |
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