Quel poco da dire

BECHI

Arrivava al mattino. Un grugnito significava birra. Poi si piazzava seduta alla slot, pescava dalla sua borsa pesante le monete tutte uguali e iniziava a giocare. La chiamavano Bechi, forse da Rebecca, ma nessuno ne sapeva di più.
Se qualcuno occupava la sua macchina, uno sguardo lo convinceva ad andare sull’altra. Una sigaretta perennemente accesa, con la cenere che cadeva ovunque, e lo sguardo fisso su luci, numeri e colori. Tutto il giorno così. Tutti i giorni.
Quando quel lunedì la macchina esplose, lasciando cadere ai suoi piedi un tesoro, Bechi si alzò, stralunata, e andò via per sempre…