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Chi non ricorda il passato è condannato a riviverlo (Primo Levi)

Post n°14 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da Quintana5

Avevo quasi preparato un altro post, dedicato alla manovra per lo sviluppo e la crescita del Governo Monti, ma poi mi sono ricordato di questa data importante, una tra le più significative della storia europea: in questo giorno gli internati di  Auschwitz furono liberati e per loro fu la fine di un incubo. Chi vuole saperne di più da chi visse all'interno di quei campi digiti come parole di ricerca Paolo Terracina, Shlomo Venezia o Sami Modiano, sono sopravvissuti e, come dicono loro, sono nati due volte. 

L'Italia è stata una delle prime nazioni europee ad istituire questa giornata e credo che sia stata una decisione profetica: la guerra è finita ormai da quasi settanta anni ed i sopravvissuti sono sempre meno, le giovani generazioni, coloro che non hanno un nonno che ha vissuto quelle storie avrebbero rischiato di leggere sui libri di storia scolastica le pagine relative all'Olocausto come si leggono tante altre cose da adolescenti, alla stregua di un compitino da svolgere per l'interrogazione, qualcosa da studiare e da dimenticare dopo poco. Invece la giornata della Memoria deve aiutare a sapere cosa è successo in Europa nella prima metà del secolo scorso, quando dei cittadini si trovarono ad essere stranieri nel loro stesso paese, che non li riconosceva più come figli pur avendo contribuito alla crescita ed alla prosperità dello stesso. Dall'essere straniero all'essere perseguitato il passo fu breve, la persecuzione divenne poi deportazione e la deportazione sterminio. In Italia ci furono casi di persone che rischiarono del proprio per aiutare le famiglie di ebrei, è bene ricordarlo, come è bene ricordare quanti conventi e la stessa Città del Vaticano ne ospitaron e nascosero moltissimi. Va tuttavia anche ricordato che molti italiani furono delatori, condussero i persecutori casa per casa alla ricerca di ebrei e che qui a Roma ci fu il rastrellamento del 16 ottobre 1943: di più di mille ebrei romani deportati pochissimi fecero ritorno.

Altre sfide attendono chi vuole che si ricordi: nelle scuole francesi, nei quartieri a maggioranza islamica, pare sia difficile spiegare l'Olocausto perché parecchi studenti sghignazzano durante la spiegazione, lasciandosi andare a degni di giubilo quando si dice il numero degli ebrei assassinati. Lascio a chi legge la riflessione al riguardo.

Una nota: ho sentito Riccardo Pacifici, Presidente della comunità ebraica romana, perorare la causa di una legge sul negazionismo. Esiste oggi una legge che persegue chi incita all'odio razziale e credo sia sufficiente. Sia chiaro: reputo il negazionismo una solenne scemenza ed io reputo che le idee si combattano con altre idee, con documenti, storie e ragionamenti. Vietare per legge un'idea secondo me è creare un precedente pericolosissimo: un domani qualcuno potrebbe pretendere di punire chi critica l'Islam (citata non a caso); mi riesco a spiegare? Qui non si tratta di vietare un'idea che si propone qualcosa, ma un'idea (?) che pretende di spiegare qualcosa accaduto nel passato, in altre parole la differenza tra proposta di un fare in chiave futura, cosa che può presentare dei problemi, e chiave di lettura per interpretare il passato. Come cristiano potrei chiedere di vietare ogni idea che si proponga di riabilitare la figura di Nerone?

 

 
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