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Decreto svuotacarceri

Post n°17 pubblicato il 13 Febbraio 2012 da Quintana5
Foto di Quintana5

Non sono un particolare tifoso del Governo Monti, anche se per onestà intellettuale va detto che sta percorrendo delle strade finora evitate dai Governi che lo hanno preceduto. Ad esempio sulla famosa concertazione mi sembra che stia andando nella direzione giusta, evitandola, e si parla apertamente di riforma dell’articolo 18, finalmente, un lusso che non ci possiamo più permettere, con buona pace della Signora Camusso, che questa cosa la sa benissimo ma che la deve avversare con tutte le sue forze per contratto.

Queste sono due elementi positivi e se davvero sarà in grado di riformare l’art. 18 Monti avrà compiuto un mezzo miracolo; va detto tuttavia che è sempre un Governo espressione della società italiana, che predica bene e razzola male (es.: Silvia Deaglio, chi è costei?) ed inoltre le critiche sulla manovra recessiva e su liberalizzazioni che nel migliore dei casi creeranno reddito disponibile per aumentare i consumi solo tra 2/3 anni restano tutte.

Il prossimo provvedimento da approvare sarà il famoso svuota carceri, tema caro al digiunatore Pannella, nonché alla visitatrice di stupratori Rita Bernardini ed al Segretario di “Nessuno tocchi Caino”, Sergio D’Elia, del quale più che del passato guardo il presente; ha dichiarato infatti al Riformista a proposito di Cesare Battisti, il pluriomicida assassino che vive in Brasile: “un delinquente abituale come lo Stato italiano non ha i titoli per insegnare niente a nessuno”; “Finire in galera in Italia è come essere condannati a morte” ed infine: “Per questo io dico che è meglio Battisti libero in Brasile che Battisti in una prigione italiana”. Che poi questo soggetto abbia assassinato diverse persone e costretto un’altra all’invalidità fin dall’età dell’adolescenza  è discorso che a lui interessa poco.

Per quanto mi riguarda da questo e dal precedente Governo mi sarei aspettato un’altra cosa, ma dirò alla fine cosa è, intanto credo sia opportuno sapere di cosa stiamo parlando.

 

 

Martedì sarà approvato anche dal Senato il cosiddetto decreto svuotacarceri, il quale prevede.

-         L’autorizzazione di una spesa di 57.277.063 per contrastare il sovraffollamento delle carceri ; tale spesa sarà presa dall’8 per mille destinato allo Stato

-         Che una certa categoria di soggetti possa scontare gli ultimi 18 mesi di pena presso il proprio domicilio invece che in carcere; questa norma innalza a 18 mesi il precedente limite di 12, già previsto dalla legge n. 199 del 2010 (Governo Berlusconi).

-         Per una serie di reati si prevede che, in caso di arresto in flagranza di reato, il giudizio per la convalida dell’arresto ed il relativo processo per direttissima debba svolgersi entro 48 ore dall’arresto e che l’arrestato non possa essere condotto in carcere, ma debba rimanere in camera di sicurezza, a meno che il Pubblico Ministero non disponga diversamente con provvedimento motivato.

 

Per avere un quadro completo occorre poi fornire dei dati sulle carceri: le carceri italiane risultano sovraffollate del 147%, vale a dire che ci sono 67.428 detenuti contro una recettività di 45.817 posti (fonte è la Onlus Antigone nel suo rapporto di ottobre, da cui ho preso anche i dati che seguono).

I suicidi sono stati 53, anche se molte fonti di informazione scambiano questo dato con quello dei decessi totali, che sono stati 154; non lo sottolineo per minimizzare ma per precisione dei dati.

Anche qui ci sono le consuete problematiche Nord/Sud: gli episodi più edificanti si verificano a Roma, Milano, Torino e Padova che addirittura vede premiato dal Gambero Rosso il panettone prodotto nella pasticceria del carcere, mentre le segnalazioni di situazioni difficili vedono prevalere il Sud, con menzioni per Napoli, Reggio Calabria, Mantova e Agrigento.

 

 

Capitolo stranieri: sono 24.401, il 36% circa del totale e tra di loro prevalgono numericamente i marocchini, con il 20,2% del totale, seguiti dai romeni, con il 14,8%, il 13,1% viene dalla Tunisia e l’11,2% dall’ Albania. Da tener presente che pur essendo molti numericamente i reati commessi da cittadini rumeni e spesso di allarme sociale, in quanto sono coloro che più spesso si macchiano del reato di stupro, tuttavia va evidenziato che è la comunità numericamente più presente in Italia e che, se vediamo le percentuali, non è una comunità particolarmente tendente alla delinquenza. Non è questo il momento per addentrarsi in un simile esame, ma i dati ci dicono che alcune nazionalità risultano più problematiche di altre e che ne dovremo tenere conto.

 

Le detenute straniere sono 1.182,  di cui il 22,6% viene dalla Romania, il 15,9% dalla Nigeria.

 

Senza entrare in dettaglio la cosa che noto è che in Italia di carcere se ne sconti poco: è di questi giorni la notizia della probabile scarcerazione di Jucker che nel 2002 uccise una ragazza con 22 coltellate, gli assassini di Moro sono da un pezzo liberi ed “Er pelliccia” ha scontato pochissimi giorni e non credo che ci sia qualcuno disposto a credere che entrerà ancora, anche per un solo giorno in carcere. Non solo, è notizia odierna del ricovero di Calisto Tanzi, attualmente detenuto; qualche scetticismo sulle reali condizioni di salute sembra doveroso, anche perché non sarebbe il primo caso di persona scarcerata per malattie che si dicono allo stadio terminale e che invece ancora oggi, a distanza di anni, godono di ottima salute: è il caso di Silvia Baraldini, che alla fine degli anni ’90 sembrava prossima alla fine e che ancor oggi, per sua fortuna è viva, vegeta ed ottenne anche di collaborare con il Comune di Roma. ed anche quello di Ovidio Bompressi, assassino del Commissario Calabresi, scarcerato per gravi motivi di salute nel 2006 e tutt’ora vivente.

 

Quali effetti produrrà? Con la norma che portò a 12 mesi il limite di pena residua da scontare ai domiciliari furono liberati 3.446 detenuti ed anche ipotizzando il raddoppio della cifra si avrebbero 7.000 scarcerazioni, con un dato finale di 60.000 detenuti contro una recettività di 45.817 posti.

 

Infine va rilevato che secondo i dati del Ministero della Giustizia ci sono 40 carceri inutilizzate o sotto utilizzate, pur già terminate e pronte all’uso.

 

Contro il provvedimento voteranno Lega Nord e Italia dei Valori.

 

Inquadrato il problema, se ci fosse qualcuno con altri dati ben venga, qualche considerazione.

Da molto i radicali chiedono un nuovo provvedimento di clemenza, amnistia o indulto per rendere più vivibile il sistema carcerario, rammentando che la civiltà di un paese si riconosce dalle carceri. Nei programmi del precedente Governo era prevista l’introduzione di norme che invece prevedessero l’effettività della pena, provvedimenti come lo svuotacarceri (2010) non erano contemplati.

Pertanto nessuno sta di fatto agendo per rendere le pene effettive ma si sta agendo ancora una volta sotto il profilo della clemenza, che riguarda sempre il colpevole e mai la vittima, che pure avrebbe il diritto di vedere chi l’ha offesa espiare la pena.

 

Si può anche vedere come, essendo il 36% dei detenuti stranieri, probabilmente degli accordi con i paesi di origine porterebbero ad una diminuzione dei reclusi maggiore che utilizzando questo provvedimento: se è vero che il 20% dei reclusi stranieri, che sono in totale 24.401, viene dal Marocco, il 14,4 dalla Romania ed il 13,1 dalla Tunisia, un accordo con questi tre paesi affinché possano scontare la pena nel paese d’origine, libererebbe più di 10.000 posti, quasi il 50% in più di quello che prevede la norma attuale. Anche qui il tema immigrazione non è secondario, si noti quali sono le nazionalità che destano maggiore preoccupazione sotto il profilo ordine pubblico e poi si rifletta.

 

Come al solito l’attenzione è verso Caino, mai verso Abele, le famose norme sull’effettività della pena sono ancora nei sogni e probabilmente non è con questa legislatura che diverranno effettive; certamente la rieducazione del condannato è prevista dalla Costituzione, tuttavia il concetto di punizione non è estraneo alla rieducazione e questa attenzione posta verso chi si macchia di reati, anche gravi, la toglie praticamente sempre a chi poi diviene vittima. IL recente e drammatico caso di Patrizio Franceschelli, che ha ucciso il figlio di 18 mesi gettandolo nel Tevere è esemplare: lo scorso anno era stato condannato, e non era la prima condanna, per spaccio: cosa stava facendo a piede libero?

 

 
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