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« Euro o non euro....?Moody's e l'Italia »

Post N° 30

Post n°30 pubblicato il 12 Giugno 2012 da Quintana5
Foto di Quintana5

Domenica 17 giugno i greci torneranno a votare e questa volta si tratta di un plebiscito, se restare o meno nell'euro e le conseguenze della loro scelta peseranno sul resto dell'Europa e, a giudizio di molti, potrebbero essere nefaste anche per l'Italia, a ragione del fatto che i mercati potrebbero pensare ad un effetto domino. Secondo Moody's un'eventuale uscita della Grecia dall'euro causerebbe una revisione dei rating dei paesi periferici, tra cui anche l'Italia.

Prima la Grecia, poi la Spagna non lasciano tranquilli i mercati: se la Grecia ha un PIL inferiore a quello della Lombardia, la Spagna ha un peso importante all'interno della UE, il suo PIL ammonta a 1.409.946 USD (fonte FMI), contro i 304.415 USD della Grecia (l'Italia ha un PIL di 2.055.114 USD) ed il copione che ha seguito sembra ricalcare quello della Grecia e dell'Irlanda: prima si nega, poi si tentenna, infine si chiede aiuto.

Il problema della Spagna nasce sia per le sue banche sia per una contabilità pubblica mal tenuta:  se è vero che il rapporto debito pubblico/PIL è all'80%, il rapporto deficit PIL nel 2011 è stato circa dell'8%;

La situazione spagnola è assai difficile: il tasso di disoccupazione è del 25%, di cui il 50% giovanile; questa mancanza sul fronte occupazione ha prodotto conseguenze devastanti sul fronte bancario: negli scorsi anni c'è stata una vera bolla immobiliare che si generò per una pessima gestione del flusso di denaro dall'Europa infatti nel 2005 oltre due milioni e mezzo di spagnoli lavoravano nell'edilizia, si costruiva ovunque, qualsiasi cosa, a qualsiasi prezzo ed in spregio ad ogni normativa; successivamente, tra il 2005 ed il 2008 questo numero diminuì di seicentomila unità ed il numero delle imprese che lavoravano nel settore del 22% (dati forniti da uno studio del Prof. Ricardo Vergés, docente di Economia Immobiliare); in precedenza, però. le banche avevano visto il business, concedendo mutui e finanziando anche il 100% dell'acquisto, ma poi, con il calo fortissimo delle quotazioni e come conseguenza della crisi e della forte disoccupazione c'è stata una forte sofferenza nel settore ed un milione di pignoramenti; le banche ora vantano milioni di crediti inesigibili e  le case pignorate sono invendibili perché pur potendo vendere all'asta i beni pignorati, questi non trovano acquirenti anche perché ci sono tante case invendute. A questo punto le banche hanno bisogno di un salvataggio, anche se in Spagna non amano chiamarlo così e per per operarlo si è usata una "furbata": invece di concedere credito alla Spagna, cosa che avrebbe causato un innalzamente del rapporto debito/PIL al 100%, si è preferito sostenere le banche attraverso un finanziamento al FROB (fondo spagnolo per la ristrutturazione speciale delle banche); per evitare un'umiliazione alla Spagna non sono state richieste manovre particolarmente dure, si è detto che le misure prese adl Governo vanno nella direzione giusta etc. Il problema vero, come si è accennato sopra, è che la Spagna è troppo grande e non si vuole neanche ipotizzare un suo abbandono dell'Europa, il buco causato potrebbe inghiottire molte risorse: la Germania è esposta verso il sistema spagnolo per 117 miliardi di euro, mentre la Francia per 92; l'Italia solo per 20, quindi anche questa volta il duo francotedesco dirigerà le manovre.

Tuttavia questo piano non ha incontrato il favore incondizionato degli analisti finanziari, mentre ha trovato consensi tra le autorità politiche; ai commenti positivi di Obama e del Segretario al Tesoro Tim Geithner, si sono aggiunti quelli del FMI, che dopo aver sottoposto ad uno stress test le banche spagnole ha concluso che alcune dovranno essere aiutate, altre, le più grandi, sono abbastanza solide. Fitch, invece ha stimato in cento miliardi il costo della ricapitalizzazione ed ha tagliato il rating della Spagna. Ma i dubbi non sono soltanto di Fitch, alcuni hanno sostenuto che i soldi dati non serviranno ad alcunché e che sarà come per la Grecia, che non eviteranno l'inevitabile fallimento.

Lo scetticismo è anche di altre banche d'investimento, come Citigroup, Societé General e Bank of America, che non vedono chiaro nella strategia di salvataggio, anche perché i fondi europei non possono essere infiniti, vista l'attuale situazione, infatti finora l'Italia ha speso per i salvataggi circa 48 miliardi. Anche il premio Nobel Stiglitz sostiene che questo piano sarà un fallimento, perché i governi europei aiutano le banche spagnole e queste aiuteranno il Governo comprando titoli di Stato e quindi questo causerà il classico circolo vizioso che non porterà da nessuna parte e non sarà di aiuto all'economia reale.

Ora veniamo all'Italia: negli anni scorsi le quotazioni degli immobili sono cresciute a dismisura e molte banche hanno concesso mutui per il 100% del valore, alcune anche oltre il loro valore; il nostro Governo ha immesso una tassa piuttosto salata sugli immobili e il CENSIS prevede un calo del valore degli stessi tra il 20% ed il 40%..... a me vengono i brividi a pensare ad una cosa del genere e a chi sta leggendo?

 
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