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GIORNATA DEL RICORDO

Post n°16 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da Quintana5

Oggi, 10 febbraio, è la giornata del ricordo e pare che solo 43 italiani su 100 su cento sappiano di cosa si tratti. Questa giornata è stata istituita il 30 marzo del 2004 con una legge dello Stato sulla quale ci fu un'ampia convergenza.

Con questa giornata la Repubblica ha inteso rendere un doveroso, seppur tardivo, omaggio a tutti quegli italiani massacrati dalle bande comuniste titine ed i cui cadaveri vennero gettati, spesso ancora vivi, nelle foibe, profonde depressioni carsiche che hanno un ingresso a strapiombo, tali eventi si verificarono tra il settembre 1943 ed il 1947. Si è inteso anche ricordare tutti gli esuli che dopo la guerra furono costretti ad abbandonare i territori annessi alla Jugoslavia.

Gli studi recenti parlano di diecimila assassinati e gli storici pare che convergano su questo ordine di grandezza; come per l'olocausto mettersi a fare questioni di numeri mi sembra estremamente meschino: se anche nei campi fosse stato ucciso un solo ebreo la gravità del crimine sarebbe stata identica ed il tentativo di sterminare un'intera razza da qualificare come abominio.

Poiché pare che soltanto 43 italiani su 100 non sanno di cosa si tratta, sarà bene raccontarlo. L'Istria e la Dalmazia erano territori assegnati all'Italia a seguito della vittoria nella prima guerra mondiale, che comportò per l'Italia stessa il riconoscimento di grande potenza. Si trattava tuttavia di un territorio multietnico, in cui vi era una forte presenza slovena e croata; la dominazione italiana, specie con l'avvento del fascismo, tese a nazionalizzare sempre di più quelle terre, A seguito della guerra poi furono commessi dei veri e propri crimini ad opera delle formazioni incaricate di reprimere la resistenza all'occupazione.

Nel 1943, in seguito all'armistizio i partigiani comunisti iniziarono ad assassinare tutti coloro che erano stati fascisti o che non erano comunisti, le vittime pare furono circa un migliaio.

Ma i massacri peggiori furono quelli effettuati dopo il 1945, quanto le truppe di Tito conquistarono Gorizia, Trieste e la Dalmazia; si scatenò il vero terrore: il tentativo era chiarissimo ed era la pulizia etnica e l'instaurazione di un regime comunista alternativo a quello sovietico. Ricordiamo infatti che ci sono due elementi importanti: Tito so comportò con gli italiani non diversamente dal regime fascista, eliminando ogni traccia di italianità; l'altro è che i comunisti italiani erano in assoluta maggioranza fedeli a Mosca e quindi nemici giurati agli occhi di Tito. La necessità, quindi era di far eliminare ogni dissidenza e con il nome di "fascista" furono definiti anche i comunisti italiani.

L'impossibilità per gli italiani di vivere in quei territori, inoltre, portò più di 300.000 persone a dover abbandonare i luoghi dove erano vissuti, gli storici slavi li chiamano "optanti" ma sembra difficile non chiamarli profughi in quanto persone che fuggivano da una vita che per loro stava diventando impossibile.

I deliranti tentativi di giustificare il tentativo di pulizia etnica ai danni degli italiani, chiamato ipocritamente "inquadramento storico" hanno lo stesso valore dei negazionisti dell'Olocausto: nessuno, è solo spazzatura. Stare a spaccare un capello in quattro per sapere se in una certa foiba sono stati trovati 356 cadaveri o 500 può essere proprio soltanto di chi non capisce nulla della Storia, quella con la "S" maiuscola. Non si può immaginare di inquadrare la Shoà come una conseguenza del trattato di Versailles, punitivo ogni oltre ragionevole limite per la Germania sconfitta. Peccato che il Sindaco di una città toscana abbia omaggiato del volume di uno di questi "ricercatori" gli studenti delle scuole medie superiori della città, libro di nessun valore, non citato da alcuno storico che si sia occupato della vicenda con metodo scientifico. Altra occasione persa dalla sinistra per dimostrarsi moderna e distaccata da certi episodi.

E' stato un riconoscimento tardivo, di un episodio che la Storia e la politica hanno a lungo ignorato e che ancora oggi non è memoria condivisa per tutti, come dimostrano il voto contrario ad intitolare una Piazza di Roma alle vittime delle foibe oppure la definizione di foiba come "semplice fenomeno carsico" fatta da un esponente di Rifondazione Comunista, che poi aggiunse anche che sono "luoghi scivolosi". Credo che alla sinistra italiana, ma ancora di più alla nazione, non servano personaggi di questo livello. Va detto anche che esponenti della sinistra, ne ricordo solo due per tutti: Violante ed il Presidente Napolitano, hanno espresso condanna per quanto accaduto, condanna espressa con chiarezza e senza alcuna pretestuosa giustificazione.

 
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Commenti al Post:
Vince198
Vince198 il 10/02/12 alle 15:34 via WEB
Purtroppo la storia è scritta, come noto, dai vincitori e costoro si guardano bene dal citare episodi a loro poco graditi e che li metterebbero sotto cattiva luce. Qui in Friuli la storia delle foibe (le più conosciute sono 52) è non tanto nota, quanto e soprattutto sentita profondamente, vissuta e pagata sulla pelle, spesso, di persone del tutto innocenti.
Così, del resto è sempre avvenuto in tutte le guerre.
Finalmente, proprio dalla sacrosanta istituzione di questa giornata del ricordo di otto anni fa, noi possiamo andare, con tutti i crismi dell'ufficialità, alla foiba di Basovizza (Koper, valico di Fernetti) - sopra Trieste, dove circa 20anni fa si inginocchiarono Cossiga e Scalfaro in segno di rispetto per quei circa 2.900 infoibati ad opera dei titini, aiutati da comunisti locali - per ricordare un prozio di mia moglie - Ermano, giovinetto di appena 17anni, infoibato nel 1945 poco dopo il 25 aprile senza colpa alcuna, preso nottetempo a casaccio fra gente terrorizzata e messo a morte, legato con filo di ferro, colpo di pistola in testa al primo della fila che tirava giù gli altri legati a lui. Venne riconosciuto, per alcuni particolari (un orologio da polso e occhiali) da un parente di mia moglie.. Lo porteremo, quel povero ragazzo, tutti noi sempre nel cuore e per sempre.
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Quintana5
Quintana5 il 10/02/12 alle 17:38 via WEB
Hai fatto benissimo a ricordare quel ragazzo ed ancora di più ad evidenziare che il suo assassinio avvenne dopo il 25 aprile e se i morti delle foibe hanno finalmente il loro riconiscimento tutti gli altri ancora vedono discusso il loro diritto ad essere nominati. In Friuli la tragedia è stata certamente più sentita per ragioni che sono troppo ovvie per venire spiegate. Per anni nessuno volle ricordare: Andreotti scrisse che "bisogna guardare avanti e non indietro" e la sinistra aveva questa posizione, ben riassunta in questa lettera: "Purtroppo abbiamo accettato di sostenere la tesi jugoslava che affermava che i crimini commessi da loro erano largamente giustificati da quelli commessi dal regime fascista contro la minoranza slava e poi con l’aggressione e l’annessione di loro terre all’Italia. Non potevamo metterci contro la Jugoslavia che aveva il pieno appoggio dell’URSS. Penso che dobbiamo riconoscere di avere sbagliato a sostenere una tesi insostenibile e aberrante.” Chi ha scritto questa lettera è Walter Veltroni e credo che riassuma tutta la questione. Oggi finalmente è una posizione assolutamente minoritaria e lasciata ai relitti della storia: la sindaca di Genova, che farebbe meglio ad occuparsi del territorio ed il sindaco di Pistoia, che dovrebbe stare attento ai libri che regala.
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Vince198
Vince198 il 10/02/12 alle 23:53 via WEB
A proposito di queste tue ultime interessanti considerazioni afferenti inopportune dichiarazioni del sindaco di Genova etc., ricordo questo episodio di poco più di una decina di anni fa, alquanto emblematico della pervicace cecità di certa sinistra: nel luglio del 1999 la minoranza di centrodestra del consiglio comunale di Pisa, propose l'intitolazione di una via ai martiri giuliani. Il sindaco, Fontanelli, comunista "riciclato Ds", rispose che quella storia era una «credenza» : mai successo niente dunque, calunnie!
Un po' di tempo dopo, sempre nello stesso comune, la sinistra propose un'intitolazione ai martiri delle foibe come vittime causate dalla guerra scatenata dalla barbarie nazifascista: un modo spicciolo di scaricare su altri le responsabilità di un crimine che pesa sulle spalle del comunismo italiano. Certe facce da.. non hanno il senso del rispetto di certi eventi e di chi ha causato la loro fine, tentando con metodi di dubbia moralità di falsificare la realtà.
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Quintana5
Quintana5 il 11/02/12 alle 15:55 via WEB
Hai perfettamente ragione: è che una certa sinistra ha una mentalità da 15enne. A 15 anni "noi" siamo quelli bravi, buoni e giusti, gli "altri" sono cattivi e non è possibile che sia diversamente. Anche quando sbagliamo "noi" è colpa degli "altri". Hai presente il libro "Cuori Neri"? Anche quelle vittime erano state ignorate o addirittura calunniate e c'è voluto Luca Telese per ridare loro un ricordo ed una voce.
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Vince198
Vince198 il 11/02/12 alle 23:49 via WEB
Convengo pienamente, Quintana5, anche se quella faccenda riguardò gli anni di piombo. E per averlo fatto uno come Telese, beh.. almeno per come la vedo io, è quanto dire, però ha fatto bene, certamente! La storia dovrebbe essere equilibrata però, come c'è da aspettarsi, in Italia essa è usata dalla sinistra come un "grimaldello" per colpire gli avversari politici, altro che essere fonte di verità a 360°. Direi, confermando la tua tesi, che costoro sono degli eterni.. "15enni"!
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Quintana5
Quintana5 il 13/02/12 alle 23:42 via WEB
E' ben singolare che molti non abbiano ancora fatto i conti con la loro storia: Fini li ha fatti fin troppo ma ancora oggi parlare di Cuba, di foibe o dei "vinti" assassinati dopo la guerra è argomento che suscita aperto fastidio anche in chi si dice lontano da ideologie totalitarie. Per gli anni di piombo il discorso è molto simile: ricordi quello che si diceva a proposito delle brigate "sedicenti" rosse? Ci volle parecchio affinché a sinistra si convincessero che quelle persone venivano proprio dal loro ambiente...
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Vince198
Vince198 il 14/02/12 alle 13:28 via WEB
Certo! Infatti uno dei più gravi errori di valutazione della burocrazia "centrale e periferica" del PCI è stato quello di non aver saputo elaborare un'analisi seria del movimento del '68 e su quello successivo del '77. Tutto questo sia a livello preventivo, sia negli anni successivi. Tra l'altro l'allora segretario nazionale Luigi Longo scrisse, su Rinascita del -3 maggio 1968: «Io non considero affatto come un arbitrio, come un qualche cosa che non spetta agli studenti in quanto tali,passare dalle considerazioni dei loro problemi più specifici a quelli generali della rivoluzione italiana:al contrario questa estenzione del proprio campo d'indagine e di lotta è del tutto naturale, da salutare ed incoraggiare»..
Poi seguirono, quando il PCI perse il bandolo della matassa, frasi tipo "compagni che sbagliarono" etc. Infatti, nel dire queste cose, infastidiscono non poco certa intellighentia della sinistra, specie quella radicale che ha la memoria talvolta in fase "confusionata"..
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ROBERT055
ROBERT055 il 28/03/12 alle 23:42 via WEB
Confusionaria , si dice confusionaria . Confusionata forse si usa in qualche borgo che tu frequenti ... al bar ... dove bevi qualche Averna di troppo ... leggi , impara . E fra qualche anno parla , non prima , scrivi nefandezze . ciao qui ...
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