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FABER EST SUAE QUISQUE FORTUNAE

Post n°1105 pubblicato il 29 Maggio 2009 da Gentleman_G

Andiamo con ordine. Punto primo, io non voterò per il Popolo delle Libertà. Non voterò per Berlusconi, non voterò per Fini, non voterò per Bossi. Tuttavia non voterò per il Partito Democratico. Non voterò per Franceschini, non voterò per Di Pietro, non voterò persino per lo stimato Pannella. Punto secondo, mi sarebbe piaciuto non conoscere in anticipo il risultato delle elezioni. Mi sarebbe piaciuto. Dal momento che sembrava proprio che le cose si stessero mettendo per il verso giusto. Sembrava infatti che ci stessimo avvicinando ad un verdetto incerto (e quindi ottimamente democratico). Sembrava che i due concorrenti se la sarebbero giocata al fotofinish. Il leader del PD Franceschini stava facendo del suo meglio per non cadere nei soliti errori. Addirittura, amici miei, verso la fine di aprile mi aveva sbalordito dichiarando in una intervista “chi mi piace a destra?... la Prestigiacomo, Alemanno… Ti dirò una cosa su cui mi prenderò degli insulti: la Carfagna. Gli uomini italiani hanno mostrato tutto il loro razzismo inconsapevole, il loro tardo-maschilismo. Se la Carfagna fosse brutta, tutti ne parlerebbero bene. Siccome è bella, si esclude che possa essere brava. Io l’ho vista, parla a braccio, dice cose approfondite, è preparata”. Parole di Franceschini. Parole apprezzate dal sottoscritto, dal momento che non potevano che essere sincere. Al di là di ogni scontro politico. Parole, però, che sconfessavano le teorie portate avanti fino ad allora (e che volevano tale ministro proclamato unicamente siccome amante carnale del mafioso e lussurioso Presidente del Consiglio). Parole coraggiose che gli elettori del PD non avrebbero mai voluto sentire, che non osano ripetere, che si sforzano di dimenticare. Io pensai che tutto ciò, alla lunga, non avrebbe potuto non giovare a Franceschini. Poiché la verità, si sa, paga sempre. E pensai ancora che finalmente qualcuno, in quell’agglomerato perdente e forcaiolo, aveva saputo vedere lungo. Aveva saputo accettare l’idea che demonizzare tutto ciò che Berlusconi toccasse, criticare qualunque cosa Berlusconi facesse, tapparsi le orecchie per non sentire alcunchè di quello che dicesse, alla fine non pagava. Ci erano voluti quindici anni, ma qualcuno aveva capito che attaccare sempre e comunque Berlusconi, in quanto Berlusconi, era una idea miope. Che, soprattutto, per battere Berlusconi bisognava avere il coraggio finalmente di affrontarlo. Bisognava non temerlo al punto di implorare giornalisti e magistrati i quali stabilissero che il campione del popolino non aveva il diritto di gareggiare. Ma di sfidarlo sulle cose concrete, sui programmi, sui fatti. Sembrava persino (non esagero, amici miei) che il buon Franceschini avrebbe potuto guadagnare ben più di qualche preferenza tra quell’elettorato moderato di centrodestra che non ha mai digerito pienamente il premier. La strada intrapresa, sono quasi sicuro, era la strada giusta. C’era stato il terremoto in Abruzzo. Lo ricordate? Ancora nelle immediatezze della scossa devastante, Franceschini aveva dato prova di grande senso di responsabilità dichiarando “Bene ha fatto Berlusconi a raggiungere subito i luoghi del Terremoto” ed ancora “i soccorsi sono stati tempestivi, il governo stà operando bene”. Solo qualche giorno dopo, cambia tutto. La marcia indietro inattesa. Il ritorno alle origini, invocato a gran voce dalle teste pensanti del partito. Quelle stesse teste pensanti che io ritengo all’origine del male primo della sinistra, il complesso di superiorità. Intellettuale ed anche morale. La campagna per le europee d’altronde è alle porte. E Berlusconi non può che tornare ad essere l’anticristo di sempre. Diktat. Anche, evidentemente, per Franceschini. Il livello del dibattito politico si abbassa ferocemente. La cronaca è mortificante. Abbandonate le ormai logore ragioni del conflitto d’interessi e dei guai giudiziari, gli argomenti con i quali il Partito Democratico vorrebbe avere la meglio sul presidentissimo sono i seguenti. Primo, veline candidate al parlamento europeo. Bellone senza alcun titolo né gavetta politica alle spalle. Secondo, il premier va a letto con una minorenne. Detto questo, detto tutto. Credo di sapere come andranno a finire le elezioni. Berlusconi stravincerà. Come e più di sempre. Non perché ha tre televisioni e tanti giornali, amici miei amatissimi, non perché ha ipnotizzato gli italiani, non perché ha corrotto la società civile. Ma semplicemente perché Franceschini ed il PD hanno fatto delle scelte. Hanno fatto le solite scelte. Perché infine ognuno è artefice delle proprie fortune. E delle proprie sfortune. O, se vi pare, perché da che mondo è mondo nessuno ha mai creduto al bue che dice cornuto all’asino. Dico questo perchè, in realtà, non c’è mai stata nessuna velina candidata nel PDL a queste elezioni. Tuttavia se anche ci fosse stata, ciò non sarebbe stato scandaloso. Almeno non più scandaloso di quello che è successo (e continua a succedere) nei partiti del centrosinistra. Alle scorse elezioni politiche il PD ha candidato Antonio Boccuzzi. Sapete chi è? Quali sono i suoi meriti e le sue credenziali? Quale è il suo livello di istruzione? Antonio Boccuzzi era un operaio della Thyssen. L’unico sopravvissuto, tra i sette che una notte maledetta si trovavano nella tristemente celebre linea cinque di quello stabilimento. Antonio Boccuzzi è stato democraticamente votato ed eletto deputato della Repubblica Italiana. Vi pare che in assenza di quella disgrazia il Partito Democratico avrebbe mai candidato quell’operaio? Io credo di no. Penso che quella candidatura sia stato solo un atto di sciacallaggio. Tuttavia la democrazia è questa. Prendere o lasciare. Il PRC-PdCI candidamente candida alle prossime europee Adelaide Cristina Gaggio. Meglio conosciuta come Adelaide Cristina Gaggio in Giuliani, detta Haidi Giuliani. Insegnante elementare in pensione, madre di un giovane morto otto anni fa in occasione del celebre G8 di Genova. Ucciso da un colpo di pistola esploso da un carabiniere, cui il predetto giovane Carlo, pacifico manifestante incappucciato, stava (sempre pacificamente, s’intende!) cercando di fracassare il cranio con un estintore. Quali sono i meriti e le credenziali di Haidi Giuliani? Sarebbe mai stata candidata se il figlio non fosse morto in quelle circostanze? Già alle politiche del 2006 Haidi Giuliani era stata candidata e democraticamente (complici le dimissioni di un compagno di partito) eletta Senatrice della Repubblica Italiana. Posso non condividere, eppure questa è la democrazia. Prendere o lasciare. Ancora Rifondazione innocentemente candida Margherita Hack, classe millenovecentoventidue. Concordo che non si tratta di una sgallettata qualsiasi, ma di una stimatissima astronoma. Quali sono tuttavia, politicamente parlando, le sue credenziali ed i suoi meriti? Qualcuno dimentica che gli eletti dovrebbero andare a fare i parlamentari. Quindi a fare politica. L’elezione non è un oscar alla carriera. Uno chè è un grande scienziato, non è detto che, alla soglia dei novant’anni, possa essere un buon amministratore. Tuttavia, se verrà eletta, sarà stato giusto così. E’ la democrazia. Pertanto, prendere o lasciare. Che dire infine dell’Italia dei Valori (il nome dice tutto), che candida un bel reperto incancrenito della peggiore prima Repubblica come Leoluca Orlando. Già paladino dell’antimafia. Già però sindaco di Palermo nel 1993 con il 75% delle preferenze. A Palermo. Con il 75% delle preferenze. Delle due l’una. O cosa nostra non ebbe per nulla paura di lui, tanto che lo fece votare ed eleggere, oppure cosa nostra, negli anni in cui arrivava persino a sfidare lo Stato ed ammazzava i giudici, a Palermo città non fu in grado di controllare le elezioni. Benvenuti nel mondo delle favole, amici miei. In conclusione, i vertici dei partiti, nel momento in cui selezionano i candidati, si giocano a loro spese il risultato elettorale. Ogni candidatura è legittima. E, vi piaccia o no, il popolo è sovrano. Questa è la democrazia. Quanto a Berlusconi, c’è da ammettere che fa delle cose veramente abbiette. E promette di farne altre ancor più squallide. Per fortuna non mantiene sempre le promesse, verrebbe da dire. Tra queste cose abbiette e squallide, però, non credo si possa annoverare quella di essersi presentato alla festa per il diciottesimo compleanno della assai maliziosa ragazza napoletana Noemi. La mia opinione è che si tratti di un evento di nessuna importanza. Ma a sinistra, evidentemente, non vogliono pensarla così. Arrivano subito ad a ipotizzare che il presidente avrebbe già frequentato assiduamente anche il letto della giovane (o della di lei madre, poco importa). Nessuna prova di ciò, per carità. Uno scandalo-non scandalo. Un gossip. Tuttavia in molti se la prendono a male. In primis la rediviva signora Veronica Lario che avrebbe preteso normale sacrosanta fedeltà dall’ultrasettantenne marito siccome ogni donna del popolo esigerebbe dal proprio ordinario consorte, inconsapevole la nostra Veronica di avere sposato (casualmente, s’intende!) non un uomo del popolo ma uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo, re della tv commerciale, già pianista su navi da crociera e pertanto puttaniere di prima classe. Ingenua, fin troppo. Se la prende a male anche l’arrembante Antonio Di Pietro che dai banchi di palazzo Madama tuona indignato e imperioso “chiarisca!”. Dimenticando ancora una volta di non essere più un pubblico ministero e soprattutto dimenticando che nel sistema processuale di questa benedetta Italia è l’accusa che deve provare la colpevolezza, non la parte accusata a dover provare la propria innocenza. Se la prende a malepersino Ezio Mauro, direttore (ir)responsabile de La Reppubblica, il quale, in prima pagina pone al premier dieci domande. Dimentica che i giornalisti dovrebbero raccontare, se li conoscono, i fatti. Dimentica che i giornalisti dovrebbero indagare a fondo e, solo dopo, eventualmente sputtanare. E’ convinto, anzi, che ai giornalisti spetti fare domande, siccome il Tribunale della Santa Inquisizione. Passa qualche giorno e la stessa testata arriva a pubblicare l’intervista all’ex fidanzato della star Noemi. L’avete letta? Io si. Sui presunti rapporti sessuali d’interesse, costui non dichiara, ma lascia intendere. Non chiarisce, ma insinua. Un fumus di perversione si vorrebbe avvolgesse Berlusconi. Invece quel fumo annebbia solo la vista ed il cervello di Ezio Mauro che, con imperdonabile leggerezza, si dimentica di verificare che la sua fonte ha precedenti penali per rapina. Nel corso della trasmissione televisiva Ballarò, non nega neanche di avere retribuito con un cachet il giovane ex fidanzato di Noemi per la sua intervista. Insomma, non è che un rapinatore non possa dire cose vere, ancorchè a pagamento. Ma dal direttore di uno dei quotidiani più importanti ed autorevoli d’Italia mi sarei aspettato una condotta ben diversa da quella del capo di un modesto giornale di partito. Concludo, amici miei fedeli. E vi dico per chi voterò stavolta. Per il partito che comprende i simboli de il Movimento per l’Autonomia - La Destra - Alleanza di Centro - Pensionati. Niente paura, sono ben convinto che questo minuscolo orgoglioso schieramento non riuscirà a superare la soglia del 4% e ad esprimere neanche un parlamentare europeo. Tuttavia io, con la mia coscienza, sono a posto. E voi, con la vostra? Un’ultima considerazione. Giusto qualche giorno fa il sacro-santo Franceschini, impossibilitato oramai a tornare indietro sui suoi passi, ha dichiarato, indicando il premier, “fareste educare i vostri figli da quest’uomo?”. La mia risposta è no. Ma non li farei educare neanche da Franceschini. E neanche da Veltroni o Prodi, o D’alema. E neanche da Fini o Casini. Per tanti, tanti motivi. Ma soprattutto perché non credo che spetti al presidente del Consiglio educare i miei figli.

Gratuitamente Vostro, Gentleman_G

 
 
 
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