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LA BOCCA E IL CUORE
Post n°63 pubblicato il 16 Gennaio 2014 da msaitalia
Il Signore ha detto: (Isaia 29:13-14 - La Bibbia) «Questo comandamento che oggi ti do, (Deuteronomio 30:11-14) Figlio mio, dammi il tuo cuore, (Proverbi 23:26) Ho conosciuto molte persone convinte che Dio avesse dato al suo popolo Israele una legge troppo difficile, impossibile da mettere in pratica. Questo modo di pensare è sbagliato perché porta a credere che ci sia qualcosa di sbagliato nella legge, mentre il vero problema va ricercato nell’uomo. Il brano del deuteronomio appena letto, venne pronunciato da Mosé subito dopo aver ricordato al popolo la legge che Dio aveva dato loro. Dalle sue parole è evidente che la legge in sé, benché fosse piuttosto articolata, non aveva nulla di difficile, anzi sarebbe stata alla loro portata, vicino a loro, purché si fosse trovata nella loro bocca e nel loro cuore. Infatti è proprio questo il problema dell’uomo. Ha difficoltà in maniera naturale a seguire i comandamenti di Dio a meno che tali comandamenti trovino dimora nel suo intimo, nella sua mente ovvero nel suo cuore. Il problema, ai tempi di Isaia, per molti Israeliti, era proprio la dicotomia tra ciò che si trovava nella bocca e ciò che si trovava nel cuore. Infatti, molti vivevano la legge in maniera esteriore, nelle offerte e nelle preghiere, ma non erano coinvolti interiormente. Per questo motivo, Dio avrebbe continuato a fare meraviglie in mezzo a loro ma persino i saggi e gli intelligenti in mezzo al popolo non sarebbero stati in grado di discernere la mano di Dio. Quando il cuore è lontano da Dio, la religione esteriore non è sufficiente a mantenere un canale di comunicazione aperto con Lui. Questo è un problema che è facile rilevare ancora oggi nel modo in cui gran parte delle persone vive la religione. Spesso la religione dell’uomo diventa solo una serie di comandamenti, regole da rispettare con fatica, privazioni, preghiere da recitare, offerte da portare, senza che ci sia un vero cambiamento. Dio ha sempre cercato il cuore dell’uomo. Quando la nostra religione è qualcosa di esteriore che si esprime con la bocca, ma il nostro cuore è lontano da Dio, diventa impossibile ubbidire a Dio e diventa impossibile discernere la sua voce e la sua opera. Ciò che la bocca esprime deve essere custodito nel cuore, con piena convinzione, affinché possiamo davvero avere una relazione con Dio. Ancora oggi, Dio ci rivolge il medesimo appello:”Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie;” Egli non si accontenterà di niente di meno. |
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