Post n°66 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da msaitalia
LA CRISI NON È FINITA! BASTA COL PARLARE DI CRISI Mille volte hanno detto che stava passando. Duemila volte hanno detto che passerà fra poco. Tremila volte hanno detto che il peggio deve ancora venire. E la gente senza lavoro... quando tornerà a prendere una busta paga? E i pensionati quando mai vedranno un aumento e non saranno colpiti da nuove tasse? E la gente che lavora e guadagna, come sta? Male, si capisce. I prezzi non fanno altro che au- mentare. Le tasse non fanno che lievitare. MA NON PERDIAMO IL NOSTRO TEMPO CON LE CHIACCHIERE Se posso dirti la verità, ti dico che la crisi non pas- sa. Non passerà. Il mondo è tutto una crisi. I tempi di una volta non torneranno. È proprio vero: si stava meglio quando si stava peggio. Ma non vedi quante guerre, quante rivoluzioni, quanti disordini vanno avanti da anni? Sono così grandi che non fanno più notizia, mentre la gente continua a morire. Non parliamo poi di popolazioni povere che pre- mono sempre più su chi sta appena un po’ meglio di loro, per immigrare, cercare lavoro, avere delle cure mediche più decenti e non essere sempre cac- ciate e sterminate. La Bibbia dice che ci saranno sempre più guer- re e paura di guerre, terremoti, carestie, disastri che uccideranno migliaia e centinaia di migliaia di per- sone. Chi controlla le strade e le città? La polizia o la criminalità? Chi governa le città, le province, le regioni e gli stati? I capi eletti dal popolo o le cricche di affaristi disonesti e profittatori? Ci vorrebbe qualcu- no che potesse stabilire la giustizia e la pace, cacciare i criminali e fermare le guerre. Non esiste nessun governo, nessun capo che possa mettere tutto il mondo a posto. A meno che... A meno che non sia una persona che non può essere sconfitta, che non accetta la corruzione, che ha una saggezza e un potere mai visti nella storia del mondo. Ascolta ciò che ho letto su un libro antico: “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. “I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nes- suno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di san- gue e il suo nome è la Parola di Dio. “Gli eserciti che sono nel cielo lo seguivano sopra cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fino bianco e puro. Dal- la bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazio- ni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il ti- no del vino dell’ira ardente del Dio onnipotente. E sulla veste e sulla coscia porta scritto questo nome: RE DEI RE E SI- GNORE DEI SIGNORI” (Apocalisse 19:11-16). Di chi parla? Certamente di una persona straordinaria, descritta in un linguaggio che sembra pittoresco o fiabesco, ma che descrive realtà future. Due frasi saltano all’occhio e danno una grande speranza: 1) Egli giudica e combatte con giustizia; 2) Egli governerà con una verga di ferro. Sono due frasi che sono la sintesi di molte speranze umane: 1) Finalmente sarà uno che stabilirà la giustizia, mentre ora sembra che la giustizia vera non esista più! Governi giusti, tribunali giusti, autorità giuste. Che meraviglia! 2) Uno che governerà con una verga di ferro, cioè con autorità e rigore che sono l’unica speranza per vedere un mondo in cui gli uo- mini si comporteranno davvero bene, che lo vogliano o no. Chi è questa persona? Esiste davvero? Quando verrà? Davvero, con una persona così, con un governo giusto, la crisi potrebbe risolversi. QUESTA PERSONA STA' PER ARRIVARE, IL SUO RITORNO E' IMMINENTE. GESU' CRISTO TORNERA' PRIMA PER RAPIRE TRA LE NUVOLE I "SUOI" POI TORNERA' PER GOVERNARE INSIEME AI SUOI. TU FAI PARTE DEI "SUOI"? IL TEMPO E' VICINO . POTREBBE ESSERE OGGI E DOMANI STESSO. RICORDATI CHE SE NON FAI PARTE DEI "SUOI" PER TE SI PREPARERANNO MOMENTI MOLTO DIFFICILI, ANCORA PEGGIORI DI QUELLI ATTUALI, A TE LA SCELTA!!! |
Post n°65 pubblicato il 24 Gennaio 2014 da msaitalia
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Post n°64 pubblicato il 22 Gennaio 2014 da msaitalia
Come risponderesti se un amico ti chiedesse a bruciapelo: “Dimmi la verità! Come stai?”. Solo tu sai veramente come stai: triste, depresso, felice, speranzoso. O forse non vuoi farti la domanda perché hai paura della tua risposta sincera. Con i tempi che corrono, non è faci- le vivere nella felicità. Le notizie che la TV ripete giorno e notte, sull’Italia, l’Eu- ropa, il mondo, non sono notizie che i- spirano la gioia e neanche la tranquillità. Non è possibile vivere nell’incoscienza, rifiutando di guardare in faccia il domani, appunto, il domani con tutte le sue incertezze. Ma non è possibile, non è giusto, non è savio nasconderti la verità, o cercare di dimenticare le circostanze avverse, e le domande senza risposta riguardo al tuo domani. In una sua lettera, uno dei fedeli se- guaci di Gesù Cristo scrisse: “Non vogliamo che siate nell’ignoranza... affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza” (1 Tess. 4:12). Secondo lui, chi vive nell’ignoranza facilmente cade nella tristezza e nella pau- ra. Egli parlava di ignoranza riguardo al- le verità più importanti della vita. Che cosa c’è dopo la morte? Ci sono davve- ro l’inferno o il paradiso? Ciò che facciamo ora porterà sicuramente i suoi ri- sultati nell’aldilà? Molta gente dice: “Dopo la morte non c’è niente. Sono tutte bugie per farti ave- re paura della morte!” Forse l’hai detto anche tu. Ma, cosa ne sanno quelli che raccontano queste cose? Che ne sai tu? Ci sei stato nell’aldilà e poi sei ritornato? Non hai prove di ciò che pensi o dici. Queste sono le vere crisi, non quelle di cui parlano i giornali. La Bibbia dice chiaro e tondo: “È stabilito che gli uomini muoiano u- na volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27). Niente chiacchiere sulla reincarnazione e la possibilità di ri- mediare alla tua vita attuale. Niente pro- messe di purgatorio in cui pagare, sof- frendo per i tuoi peccati. Questi sono gli argomenti che pro- vocano delle vere crisi nelle persone in- telligenti, che capiscono che la loro vita è stata tutt’altro che perfetta e che è più che logico che ogni azione abbia il suo risultato e porti le sue conseguenze. Que- sta è la verità che alcuni possono negare, ma che non possono cambiare. La Bibbia non parla di un mostro che desidera la punizione delle sue creature, ma di un Dio che desidera la loro gioia e la loro beatitudine. E che ha provveduto generosamente per la salvezza dei pecca- tori non per i loro meriti o le loro sofferenze, non per i meriti dei santi, ma per i meriti del suo Figlio perfetto che è morto sulla croce per perdonare i nostri peccati. La crisi delle priorità UN CONTADINO AFFRONTÒ LA CRISI: i suoi campi produssero tanto. Che fare? Prese una decisione: era saggia o stolta? “Ecco ciò che dovrò fare. Distruggerò i miei granai e ne costruirò altri molto più grandi! “Allora dirò all’anima mia: Bevi, mangia, godi. Sei ricco!” Ma Dio gli disse: “Stolto! Questa se- ra tu morirai! Poi, di chi saranno tutte queste cose?” —La storia del ricco stolto, dalla Bibbia, il Vangelo di Luca 12:13-21 |
Post n°63 pubblicato il 16 Gennaio 2014 da msaitalia
Il Signore ha detto: (Isaia 29:13-14 - La Bibbia) «Questo comandamento che oggi ti do, (Deuteronomio 30:11-14) Figlio mio, dammi il tuo cuore, (Proverbi 23:26) Ho conosciuto molte persone convinte che Dio avesse dato al suo popolo Israele una legge troppo difficile, impossibile da mettere in pratica. Questo modo di pensare è sbagliato perché porta a credere che ci sia qualcosa di sbagliato nella legge, mentre il vero problema va ricercato nell’uomo. Il brano del deuteronomio appena letto, venne pronunciato da Mosé subito dopo aver ricordato al popolo la legge che Dio aveva dato loro. Dalle sue parole è evidente che la legge in sé, benché fosse piuttosto articolata, non aveva nulla di difficile, anzi sarebbe stata alla loro portata, vicino a loro, purché si fosse trovata nella loro bocca e nel loro cuore. Infatti è proprio questo il problema dell’uomo. Ha difficoltà in maniera naturale a seguire i comandamenti di Dio a meno che tali comandamenti trovino dimora nel suo intimo, nella sua mente ovvero nel suo cuore. Il problema, ai tempi di Isaia, per molti Israeliti, era proprio la dicotomia tra ciò che si trovava nella bocca e ciò che si trovava nel cuore. Infatti, molti vivevano la legge in maniera esteriore, nelle offerte e nelle preghiere, ma non erano coinvolti interiormente. Per questo motivo, Dio avrebbe continuato a fare meraviglie in mezzo a loro ma persino i saggi e gli intelligenti in mezzo al popolo non sarebbero stati in grado di discernere la mano di Dio. Quando il cuore è lontano da Dio, la religione esteriore non è sufficiente a mantenere un canale di comunicazione aperto con Lui. Questo è un problema che è facile rilevare ancora oggi nel modo in cui gran parte delle persone vive la religione. Spesso la religione dell’uomo diventa solo una serie di comandamenti, regole da rispettare con fatica, privazioni, preghiere da recitare, offerte da portare, senza che ci sia un vero cambiamento. Dio ha sempre cercato il cuore dell’uomo. Quando la nostra religione è qualcosa di esteriore che si esprime con la bocca, ma il nostro cuore è lontano da Dio, diventa impossibile ubbidire a Dio e diventa impossibile discernere la sua voce e la sua opera. Ciò che la bocca esprime deve essere custodito nel cuore, con piena convinzione, affinché possiamo davvero avere una relazione con Dio. Ancora oggi, Dio ci rivolge il medesimo appello:”Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie;” Egli non si accontenterà di niente di meno. |
Post n°62 pubblicato il 13 Gennaio 2014 da msaitalia
Carlo FumagalliUn ex prete, studioso e professore di seminario, passato dalle tenebre alla Luce. |
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