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Post n°8 pubblicato il 27 Ottobre 2013 da wkilegge
Quando a 17 anni sono andato a teatro con un amico a vedere "Aspettando Godot" di Samuel Beckett, ho speculato a lungo su quale fosse il significato profondo dell'atmosfera di attesa inconcludente che aleggiava costantemente nella commedia. I due protagonisti sono uomini ormai ridotti a vestirsi di stracci, eternamente illusi che qualcuno possa arrivare a cambiare la loro condizione, sospesi in una speranza sterile che consuma le loro vite nell'inutilità del tempo che scorre, nello squallore di un paesaggio che non cambia. Ora mi è tutto più chiaro. Il teatro dell'assurdo purtroppo non è così assurdo, se penso che i due protagonisti possono essere l'allegoria degli elettori Italiani. Io sono stufo di aspettare Godot, con le pezze al culo e un paio di scarpe rotte, in un paesaggio che diventa sempre più squallido! Ora preparo le valige e, se riesco, me ne vado dall'Italia... Pensare che sono sempre stato un inguaribile ottimista... ma qui in Italia per sperare nel futuro non basta più essere ottimisti... ormai bisogna essere totalmente incoscienti... anche se il mio inguaribile ottimismo mi fa sperare di sbagliarmi ;) |
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