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La ragion di stato e la brama di potere di fazioni terroristiche talebane hanno spento un'altra vita. La ragion di stato ha mandato allo sbaraglio persone mal equipaggiate perchè l'importante è apparire solidali e fare bella figura con l'opinione pubblica salvaguardando gli interessi economici. Poco importa se i soldi per fare le cose come si deve non ci sono, o meglio, non sono disponibili perchè vengono distratti per permettere a politici e faccendieri di fare i loro porci comodi.
I motivi in fondo sono gli stessi che portano alle morti bianche nei luoghi di lavoro: questioni di opportunismo e interesse.
Il dolore e la morte sono sacre e meritano lo stesso identico rispetto qualsiasi sia la persona e il motivo che le ha causate.
Non c'è alcuna differenza tra la morte in battaglia di un militare, quella di chi muore schiacciato sotto una pressa o soffocato dall'anidride carbonica in una vasca di fermentazione o, addirittura, quella di chi muore rubando: hanno tutti l'identica dignità di persone.
E' inutile negarlo: siamo tutti una mistura di sentimenti nobili e di umane miserie: durante l'anno della mia ferma militare ho potuto vedere alcuni graduati approfittare dei loro privilegi in modo simile ai politici, mentre ne ho visti altri prodigarsi onestamente nei propri compiti.
Quando in televisione ho visto piangere una figlia, non mi sono chiesto che mestiere facesse il padre e per quale motivo fosse morto: era solo, unicamente, una figlia che piangeva la morte di suo padre, Giovanni Pezzullo, e ciò, solo ciò, mi ha stretto profondamente il cuore.
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