Non odio il Natale, non odio il Capodanno,
ma mi sento estranea allo sproposito di auguri
che sembra obbligatorio scambiarsi in questo periodo.
Il 31 dicembre sembra una scadenza fissa,
in cui si fa un consuntivo ed il preventivo per una nuova gestione.
Forse non sono adatta a fare di me una buona azienda,
se è così che ne funziona l’amministrazione.
Apparirò cinica,
ma le mie fortune e sfortune non sono dipese dagli auguri ricevuti o mancati.
Che senso avrebbe continuare nello standard di messaggi fotocopia,
da anni a questa parte, in cui ci si augura serenità, gioia, felicità…
quando ciò che ci sarebbe da scrivere
- uscendo da posizioni personali di ‘vantaggio’
e immergendosi nella realtà che ci contorna -
sarebbe soltanto il fedele diario di una crisi infinita in ogni aspetto:
sociale, economico e umano?
A queste condizioni l’unico augurio che posso fare a me e agli altri
è di avere ogni giorno la capacità di fare i conti con se stessi,
con il coraggio di reagire ad ogni situazione,
cambiare rotta quando necessario, rinnovando ciò che ne ha bisogno,
con giorni da dedicare al riposo dopo ubriacature di vita intensa.
Tutto questo non necessita di un periodo o un giorno particolare,
perché negli altri 364 giorni non abbiamo davvero un solo motivo
per rinunciare o arrogarci il diritto di dimenticare
di fare avere un nostro pensiero ad una persona a cui teniamo,
di dirle che ci siamo e che vogliamo per lei solo il meglio possibile.
Grazie a chi mi ha fatto i suoi auguri sinceri,
alle persone che mi hanno stretto e che ho stretto con affetto,
a chi mi ha risparmiato ipocrisia.
® t M
Inviato da: cassetta2
il 24/04/2021 alle 11:40
Inviato da: out4ever
il 14/02/2014 alle 01:25
Inviato da: RIN.TOCCHI_MENTALI
il 27/01/2014 alle 16:00
Inviato da: RIN.TOCCHI_MENTALI
il 27/01/2014 alle 15:57
Inviato da: RIN.TOCCHI_MENTALI
il 27/01/2014 alle 15:55