RIpensiamoci

L'ossimoro non fa una grinza!

Dopo alcune scaramucce in concomitanza della presentazione/approvazione del bilancio di previsione 2009 del Comune di Rescaldina, sulla questione teatri sembra calato il sipario.

Le posizioni sembravano chiare: parte delle forze di opposizione sono favorevoli all'acquisto del cinema teatro di proprietà della Parrocchia (l'avevano anche inserito nel loro programma elettorale della campagna del 2004); la rimanente parte dell'opposizione del Consiglio Comunale - più o meno velatamente - si dichiara contraria all'operazione. Così come nella maggioranza i più - dopo aver vagliato attentamente (almeno si spera) i pro e i contro - si dichiarano pronti a sborsare (dalle tasche dei Rescaldinesi) più di un milione di euro per l'acquisto del vecchio stabile, mentre alcuni sono contrari a siffatto "investimento".

Conclusione: nel bilancio di previsione 2009 la cifra per l'acquisto dell'immobile non c'è, ma nel bilancio di previsione triennale 2009-2011 è rimasta la voce di circa 1,5 milioni di euro per la ristrutturazione dell'immobile teatro.

Siamo ancora in mezzo al guado!

Con alcuni rappresentanti della Parrocchia - almeno così si definiscono - che tentano di spingere la mano cercando di aggirare la discussione in Consiglio Comunale dove tra l'altro è stato ritirato - per meglio definirlo - un ordine del giorno che cercava di mettere chiarezza su un potenziale scenario di collaborazione a tutto campo tra Amministrazio0ne Comunale e Parrocchia e non solo limitatamente al Cinema Teatro La Torre.

Intanto i Rescaldinesi - quelli non addetti ai lavori - non essendo investiti del problema, tacciono. Ma qualcuno ha mai chiesto seriamente la loro opinione?

Io ritengo, come ho già avuto modo di anticipare sul periodico locale partecipare, che su questo tema dei teatri i cittadini di Rescaldina debbano essere chiamati ad esprimersi direttamente e democraticamente prima della prossima tornata elettorale locale della primavera 2009.

Evitiamo che l'acquisto o meno del cinema teatro La Torre diventi l'oggetto del confronto politico - amministrativo della prossima campagna elettorale locale.

Esiste un istituto previsto dallo Statuto comunale che consentirà a tutti (e non solo a chi oggi rappresenta in Consiglio Comunale i Rescaldinesi) di dire la propria opinione sulla questione: si chiama referendum.

Le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale passino responsabilmente la decisione all'iniziativa popolare, promuovendo una consultazione referendaria sull'acquisto del Cinema teatro La Torre.

RIpensiamoci!

Come ieri l'altro mi sono ricreduto sul Governo Berlusconi quando con fermezza hanno rivendicato un futuro con una certa sicurezza energetica grazie alla riapertura dello scenario del nucleare in Italia, oggi apprendo con rammarico della riesumazione ò sempre da parte del Governo in carica - del progetto di collegare "continente e Sicilia" grazie al ponte sullo stretto.

Come il nucleare richiede un dibattito serie e non ideologico, anche per le infrastrutture occorre porsi delle priorità per rendere più competitivo il nostro Paese. Un conto è diminuire la dipendenza energetica dall'estero - cosa della quale il Paese Italia ha estremo bisogno in tempi brevi - un'altra è costruire un'opera, che fatte salve le sfide ingegneristiche certamente intriganti- non porterà benefici immediati all'intero Paese come invece potrebbero fare altre priorità di investimenti.

Se il governo attuale vuole lasciare il segno, non è certamente con lo sfregio del ponte che verrà ricordato (salvo per gli aspetti negativi): non è certo riducendo le amitiche Scill e Carridi a due "spalle" di un ponte che servirà a pochi che i posteri si ricorderanno di Lui (notare la lettera maiuscola)e del ministro Matteoli .

Invece di contiunuare ad investire capitali nella Società Stretto di Messina perchè non utilizzarli a completamento di altre infrastrutture ben più necessarie ed urgenti, magari andando a completare alcune incompiute (dai vari governi che si sono succeduti) che ancora oggi gridano scandalo?

RIpensiamoci!

Le agenzie di stampa ed i telegiornali di questa sera ci informano che il ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola ha dichiarato che nell'agenda del governo si inizierà a pianificare la costruzione di centrali nucleari di nuova generazione.

Era ora! Il referendum di allora, pilotato dalle lobby del metano e del petrolio, sanciva una moratoria dell'uso pacifico dell'atomo a fronte di slogan propagandistici del tipo: " il metano è pulito, il nucleare uccide". Allora come mai le città hanno una qualità dell'aria irrespirabile, le persone continuano a morire di cancro ai polmoni e la benzina costa quel che costa?

L'energia nucleare deve essere il giusto equilibrio tra produzione di energia da fonti alternative ed indipendenza dall'estero. Noi viviamo a qualche decina di chilometri da centrali nucleari ubicate oltreconfine e quindi - rispetto a potenziali ricadute in caso di incidente - è come averle in Italia.

Le scelte della classe politica dovranno essere accompagnate da una buona dose di partecipazione e concertazione, oltre che naturalmente da tutta una serie di garanzie tecniche sia impiantistiche, sia per lo smaltimento delle scorie radioattive.

E' ora di finirla con la sindrome di "NIMBY": fate quello che volete, dove volete. L'importante è non realizzarlo nel mio giardino! (Not In My BacK Yard).

RIpensiamoci!