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Curiosità e leggende dal mondo

Post n°563 pubblicato il 27 Luglio 2012 da giramondo595

 

La Loreley ( Lorelei ) è una rupe di ardesia con una altitudine di circa 132 metri che si trova nella valle medio-superiore del Reno presso St. Goarshausen. La visuale sulle città St. Goarshausen con la fortezza Katz e sulla città consorella St. Goar con la fortezza Rheinfels (Roccia di Reno) è profondamente impressionante per tutti i turisti che vanno a trovare la Loreley ( Lorelei ). Alla Loreley ( Lorelei ), il Reno arriva fino ad una profondità di 25metri ma ha solo una larghezza di 113 metri. A causa di questa strettezza e profondità questo posto ancora oggi fa parte dei più pericolosi della valle medio-superiore del Reno. Per questo motivo le nave che attraversano il tratto Oberwesel fino a St. Goarshausen vengono avvisati via segnali luminosi, i cosiddetti Wahrschau. Le prime tracce di insediamento derivano di un tempo in cui il plateau della Loreley ( Lorelei ) si trovava all’altezza del Reno (600.000 anni fa). Oltre il buco di Ginger anche la Loreley ( Lorelei ) nel medioevo già nota come luogo più pericoloso del Reno, in base alle numerose tragedie di capitani e le loro navicelle di legno, era conosciuta. Di fronte alla Loreley, a St. Goar, si stabilì il sacro Goar per salvare e curare i naufraghi.Per la prima volta, il nome Loreley ( Lorelei ) appare in una ballata romantica del poeta Clemens Brentano 1801. In questa ballata, lei è una bellezza del luogo Bacharach che tradita dal proprio amore si vuole prendere vita. Però il vescovo, affascinato dalla sua bellezza e grazia, la manda nel convento. Durante il percorso si ferma alla rupe per volgere indietro lo sguardo e vedere un'altra volta il palazzo del suo amante. Ritenendo che lui vada via, si getta disperata nelle acque.Nella favola del Reno 1810 Brentano modifica leggermente l’argomento, così che la Loreley ( Lorelei ) appare come signora Lurley infelice, che spazzola i suoi lunghi capelli biondi seduta su una rupe e mandando i capitani in rovina.

 

 

 

LORELEY (traduzione):

Non so perché
Io sia così malinconico;
Una fiaba dei tempi più antichi
Mi sovviene alla memoria.

L'aria è fresca, e sta diventando buio,
E le acque del Reno scorrono tranquille;
La cima delle montagne scintilla
Nel crepuscolo.

La più bella vergine siede
Là sopra meravigliosa,
La sua chioma dorata lampeggia,
Si pettina i suoi capelli dorati.

Si pettina con un pettine dorato,
E canta una canzone,
Che ha una magnifica
coinvolgente melodia.

Essa afferra il marinaio nella piccola barca
Con dolore selvaggio;
Egli non vede gli spuntoni di roccia,
Guarda solo in alto sulla cima.

Penso che le onde abbiano inghiottito
alla fine il marinaio e la barca;
E questo ha fatto col suo canto
La Loreley.

 

La leggenda di Colapesce è una leggenda siciliana con molte varianti, le cui prime attestazioni risalgono al XIV secolo.Nella sua versione più conosciuta, si narra di un certo Nicola (Cola di Messina), figlio di un pescatore, soprannominato Colapesce per la sua abilità nel muoversi in acqua; di ritorno dalle sue numerose immersioni in mare si soffermava a raccontare le meraviglie viste e, talvolta, a riportare tesori.La sua fama arrivò al re di Sicilia ed imperatore Federico II di Svevia che decise di metterlo alla prova: il re e la sua corte si recarono pertanto al largo a bordo di un'imbarcazione e buttarono in acqua una coppa che venne subito recuperata da Colapesce. Il re gettò allora la sua corona in un luogo più profondo e Colapesce riuscì nuovamente nell'impresa. La terza volta il re mise alla prova Cola gettando un anello in un posto ancora più profondo ed in quell'occasione Colaspesce non riemerse più.Secondo la leggenda più diffusa, scendendo ancora più in profondità Colapesce vide che la Sicilia posava su 3 colonne delle quali una piena di vistose crepe e segnata dal tempo, secondo un'altra versione essa era consumata dal fuoco dell'Etna, ma in entrambe le storie decise di restare sott'acqua, sorreggendo la colonna per evitare che l'isola sprofondasse. Ancora oggi si troverebbe quindi a reggere l'isola.Una versione catanese della leggenda vuole che il sovrano, interessato alla conoscenza del mondo e delle curiosità fenomeniche, chiedesse a Colapesce di andare a vedere cosa vi fosse al di sotto dell'Etna e farne testimonianza. Colapesce scese e raccontò di aver visto che sotto l'Isola vi fosse il fuoco e che esso alimentava il gigantesco vulcano. Federico ne chiese una prova tangibile, così il giovane disse che avrebbe fatto giungere al suo re la prova che desiderava, ma che sarebbe morto nel fargliela pervenire. Colapesce si tuffò con un pezzo di legno per non fare più ritorno, mentre il legno - che notoriamente galleggia - tornò in superficie bruciato.La fontana delle 99 cannelle in L'Aquila pare contenere un riferimento alla leggenda. Uno dei novantanove mascheroni che la caratterizzano rappresenta infatti un uomo con la testa di pesce, probabilmente un richiamo a Colapesce; tra l'altro il mascherone è l'unico posto in angolo, posizione dalla quale "controlla" l'intero monumento.Molti cantanti e cantastorie hanno dedicato loro opere a questo personaggio. Fra questi vi sono Otello Profazio, cantante folcloristico calabrese, autore della canzone Colapesce, Tobia Rinaldo, siciliano, che assieme al gruppo musicale folk I Cariddi ha inciso "La leggenda di Colapesce", e il gruppo vocale campano dei Baraonna, autore della canzone "Cola".Inoltre Colapesce è il nome di un cantautore siciliano.

La gente Cola pisci lu chiamava,
che comi un pisci sempri a mari stava,
d'unni vinia nuddu lu sapia
forsi era figghiu di Nettunnu diu.

Un ghiornu a Cola "u rre" u fici chiamari
e Cola di lu mari dda vos'iri
- O Cola lu me regnu a scandagliari
supra cchi pidimenti si susteni

Cola pisci curri e va'
- vaiu e tornu maista'
"ccussi' si ietta a mari Cola pisci
e sutta l'unni subutu sparisci

ma dopu un pocu a sta' nuvita'
a lu rignanti Cola pisci da'
- ....maista' li terri vostri
stannu supra a tri pilastri

e lu fattu assai trimennu
una gia' si sta' rumpennu
- ... O distinu chi "nfilici
cchi svintura mi pridici

chianci u re comu aia ffari
sulu tu mi poi salvari.
Cola pisci curri e va'
vaiu e tornu maista'.

E passaru tanti iorna
cola pisci non ritorna
e l'aspettunu a marina
lu so' rre ccu la rigina.

Poi si senti la so vuci
di lu mari superfici....
- maista'... sugnu cca....
sugnu cca o maista'

nta stu funnu di lu mari,
ma non pozzu cchiu' turnari
vui prigati a la Madonna,
staiu riggennu la culonna

ca s'idda si spezzera'
'a Sicilia sparira'
maista' o maista',,,
maista' iu restu cca.

La gente lo chiamava Colapesce
perchè stava in mare come un pesce
da dove veniva non lo sapeva nessuno
forse era figlio del Diu Nettuno.
Un giorno a Cola il re fece chiamare
e Cola dal mare di corsa venne.
O Cola il mio regno devi scandagliare
sopra che fondamento si sostiene.
Colapesce corre e và
Vado e torno maestà.
Così si tuffa a mare Colapesce
e sotto le onde subito sparisce
ma dopo un poco, questa novità
al suo re Colapesce dà.
Maestà le terre vostre
stanno sopra a tre pilastri
e il fatto assai tremendo,
uno già si stà rompendo.
O destino mio infelice
che sventura mi predici.
Piange il re, come debbo fare
solo tu mi puoi salvare.
Sono passati tanti giorni
Colapesce non ritorna
e l'aspettano alla marina
il re e la regina.
Poi si sente la sua voce
dal mare in superfice.
Maestà! quà sono, quà
Maestà! quà sono, quà
nel fondo del mare
che non posso più tornare
voi pregate la Madonna
che possa reggere questa colonna
altrimenti si spezzerà
e la Sicilia sparirà
Sono passati tanti anni
Colapesce è sempre là
Maestà! Maestà!
Colapesce è sempre là

 

Bacioni a tutti voi

 
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UN CALOROSO ABBRACCIO A TUTTI VOI

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AREA PERSONALE

 

CITAZIONI DI

Beata Madre Teresa di Calcutta


Quello che noi facciamo
è solo una goccia nell'
oceano,
ma se non lo facessimo
l'oceano avrebbe una
goccia
in meno

Non importa quanto
si dà
ma quanto amore si
mette nel dare.


Trova un minuto
per pensare,
trova un minuto
per pregare,
trova un minuto
per ridere.

La peggiore malattia
dell'uomo?
La solitudine.


Le parole gentili
possono essere brevi
e facili da pronunciare
ma la loro eco è infinita.

 

 

GRAZIE AMICI QUESTI REGALI SONO PER VOI

 

          Grazie Solic

 

Grazie diana.fini

 

 Grazie Trappolinax ( Wanda )

Grazie aumania_12 ( Alisia )

Grazie Trappolinax ( Wanda )

grazie STREGAPORFIDIA (Sonia)

questi splendidi regali,
li voglio
dedicare a
tutti voi amici

Aforismi 

Edward Morgan Forster è stato uno scrittore
britannico,autore di racconti brevi,
di romanzi e saggi letterari.
Da alcuni suoi romanzi sono stati
tratti film di grande successo come:
Passaggio in India (1984, regia di David Lean)
Camera con vista (1986, regia di James Ivory),
Maurice(1987, regia di James Ivory)
e Casa Howard (1992, regia di James Ivory).


Se è facile raccontare la vita,
ben più difficile è viverla,
e siamo tutti dispostissimi a
chiamare in causa "i nervi",o qualsiasi
altra parola d'ordine che serva a
occultare i nostri desideri.
( Edward Morgan Forster )

 Albert Einstein è stato un fisico
a soli 26 anni, ha mutato
il modello istituzionale di
interpretazione
del mondo fisico


E' più facile spezzare
un'atomo, che
un pregiudizio
( Albert Einstein )

 

GRAZIE PER I VOSTRI DONI

       Carissimi amici,
       grazie a tutti
       per i vostri doni.
       Questi sono solo
       una piccolissima
       rappresentanza
       della vostra amicizia
       ed affetto.
       sono felicissimo di
       ciò...bacioni
        a tutti

      vivi la vita    

      Grazie agli amci Trappolinax e luce 1001 per
      i bellissimi regali per il compleanno del mio blog

                    

               

 

SAGGEZZA POPOLARE ANDREOLESE

Cu ava focu campau,cu ava pana moriu.
Chi ha del fuoco è vissuto,
chi ha pane è morto a causa del freddo

'A casa mbidìàta,o pòvara o malàta.
La casa ch'è oggetto d'invidia va
incontro a povertà o malattia.

A bbona lavandàra on manca petra.
Ad una brava lavandaia non manca
pietra (su cui lavare).

E cu' t'affìdi, ti nganni.
Sulla persona a cui presti
fiducia ti sbagli (facilmente).

Canta lu gaddru e si scòtula li pinni.
Il gallo canta e si scuote le piume.
(Si dice di persona che di un fatto
non vuole assumersi alcuna responsabilità
e "se ne lava le mani", come Pilato.

Per altri curiosi proverbi andreolesi:

http://www.andreolesi.com/dialetto/proverbi.htm

 

FRASI CELEBRI

Golda Meir, fu una donna politica
israeliana, quarto premier d'Israele
e prima donna a guidare il governo
del suo Paese.

La vecchiaia è come un aereo
che punta in una tempesta.
Una volta che sei a bordo non puoi
più fare niente
(Golda Meir)

Anton Pavlovič Čechov è stato uno
scrittore, drammaturgo e
medico russo.
Laureatosi in medicina,
scriveva novelle di notte.

L' intelligente
ama istruirsi,
lo stupido istruire.
( Anton Cecov )

Non sappiamo cosa può accaderci
in quello strano guazzabuglio che è la vita.
Possiamo però decidere quello che avviene
in noi, come affrontarlo, che uso farne...
ed è questo, in conclusione,
ciò che conta.
( Joseph Fortton )

 

Henry Ford è stato un imprenditore statunitense.
Fu uno dei fondatori della Ford Motor Company,
società produttrice di automobili, ancora oggi
una delle maggiori società del settore negli
USA e nel mondo.

Chiunque smetta di imparare è vecchio,
che abbia venti o ottant'anni.
Chiunque continua a imparare resta
giovane. La più grande cosa
nella vita è mantenere la
propria mente giovane.
( H. Ford )

Riflessioni sul Tempo ... Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato. (Proverbio Africano); Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti. (Hector Berlioz);        Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo. (Proverbio Cinese);                                            Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci  sarà più. (Fëdor Dostoevskij)Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J Lennon )Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.(Charlie Chaplin) L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.( Totò )Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due. ( Eduardo De Filippo )Chi vive troppo tempo in un luogo perfetto finisce per annoiarsi. (Paulo Coelho)

 
 

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