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Come annunciato nel mio precedente intervento, in qualità di delegato nazionale, ho avuto l’opportunità di prendere parte al Congresso Nazionale UDC, che si è svolto lo scorso weekend a Roma. E' stato un Congresso straordinario, perché vero, non precostituito , in cui si sono confrontate due differenti tesi politiche e due diverse candidature alla Segreteria del Partito . Cio’ ha dimostrato a tutti, innanzitutto a noi stessi, che l'UDC è un partito vivo che si confronta al suo interno in modo leale e sereno, per tracciare la linea politica da seguire.
Aver scelto di confermare alla Segreteria l’on. Lorenzo Cesa puo’ apparire, a chi non ha partecipato al Congresso, una scelta di conservatorismo, ed invece è una scelta di novità che proietta l’UDC verso nuovi orizzonti , verso una maggior democrazia interna con un Casini sicuramente indebolito , tant’è che , di fatto ,è lo sconfitto principale di questo Congresso.
Dopo il Congresso, il nostro partito è più forte proprio perchè si sono confrontate , a volte anche con asprezza, posizioni diverse. Tutto ciò dimostra la vitalità del partito, nel quale - dal Segretario all'ultimo degli iscritti - tutte le individualità sono indispensabili. E’ questa secondo me la strada giusta per costruire la comunità-partito nella quale decidere insieme sarà il modo migliore per far emergere il merito e le capacità di ognuno.
All'indomani di questo importante appuntamento, per l'UDC si apre una fase nuova e di grande cambiamento. Ora dobbiamo guardare al futuro che, per noi, è il terreno fertile dell'area delle forze politiche che si riconoscono nel Ppe. Tra pochi giorni, non a caso, i nostri rappresentanti saranno a Dublino per dialogare con i rappresentanti di quelle forze che, come noi, si riconoscono nei valori del popolarismo.
Il rilancio del nostro partito non può che partire dall'Auditorium della Conciliazione, ove è stato rinnovato profondamente anche il Consiglio Nazionale di cui anch’io sono stato chiamato a far parte ed in cui i Veneti sono ben 27 . Come ha sottolineato il sen. Antonio De Poli nel corso del suo intervento, l'UDC non può limitarsi a discutere del proprio posizionamento politico ma, al contrario, deve tornare a dare voce al Paese reale.
Ai giovani e alle donne, in primis, che soffrono terribilmente la marginalità sociale a causa della disoccupazione. Alle famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Alle piccole e medie imprese sempre più soffocate da burocrazia e tasse. Un partito è vivo se dialoga con la società civile.
Gli Stati Uniti d’Europa sono il futuro dell’Italia. Sono la nostra risposta alle sfide della globalizzazione.
Di conseguenza, i prossimi mesi - in cui si svolgeranno, fra l'altro, le Elezioni Europee e Amministrative - saranno decisivi per lavorare alla realizzazione del percorso politico che è emerso dal Congresso.
Federico Perin
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